Giovedì 30 ottobre 2025 - Pisa, Arena Cetilar - Pisa Lazio 0-0

Da LazioWiki.

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30 ottobre 2025 – Pisa, Arena Cetilar - Campionato di Serie A, IX giornata - inizio ore 20.45

PISA: Semper, Caracciolo, Canestrelli, Denoon (46' Calabresi), Touré, Aebischer, Marin (65' Moreo), Angori, Cuadrado (65' Akinsanmiro), Tramoni (65' Leris), Nzola. A disposizione: Andrade, Scuffet, Hojholt, Meister, Buffon, Vural, Piccinini, Kandje, Bonfsnti, Lorran. Allenatore: Gilardino.

LAZIO: Provedel, Marusic, Gila (61' Provstgaard), Romagnoli, Pellegrini (46' Lazzari), Guendouzi, Cataldi, Basic (46' Vecino), Isaksen (81' Noslin), Dia (46' Pedro), Zaccagni. A disposizione: Mandas, Furlanetto, Patric, Belahyane. Allenatore: Sarri.

Arbitro: Sig. Massa (Imperia) - Assistenti: Sigg. Dei Giudici e Trinchieri - Quarto uomo: Sig. Fabbri - V.A.R.: Sig. Maggioni - A.V.A.R.: Sig. Ghersini.

Note: ammoniti 41' Denoon, 61' Cuadrado, 75' Guendouzi, 82' Pedro. Angoli 3 a 1. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.

Spettatori: 10.101 presenti. Ingresso vietato ai residenti nella regione Lazio.


I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: “Il Pisa mette un freno alla Lazio”. Continua il quotidiano sportivo romano: “Un palo e un’altra occasione nel primo tempo, poi la squadra di Sarri cala e deve contenere i nerazzurri. Provedel decisivo. Isaksen e Basic sfiorano il vantaggio, ma anche Gilardino va vicino all’impresa”.

Scivolosissima, Pisa. A volte sogni e intenzioni affogano in una pozzanghera. Ci è finita dentro la Lazio in un pasticcio di pioggia, sfortuna e imprecisione. L’arrampicata in classifica non è riuscita, la morale di questo pareggio è simile a quella di troppi giorni al contrario: volere, provarci e non potere, non riuscirci. Dopo un buon primo tempo, con l’aggravante di un gol sbagliato da Isaksen, la Lazio è diventata debole di cuore, si è abbassata, ha concesso spazio e coraggio al Pisa. Gilardino ha pescato bene dalla panchina, trovando in Moreo e Leris due rinforzi. Su Moreo ha salvato Provedel nel secondo tempo, un altro volo d’angelo. Sarri continua a non poter grattare molto il barile. Ha cambiato un evanescente Dia nell’intervallo, ha dovuto impostare Pedro falso nueve. Discutibile il cambio di Basic al 58', per quanto estenuato. Giocava di prima, dava respiro, garantiva giocate. Aveva colpito un palo e tirato in tutto tre volte, più di tutti. La Lazio nel primo tempo aveva trovato momenti di palleggio e verticalizzazioni, chimica nel trio di centrocampo. Ma è leggerissima davanti. Bravo il Pisa, soprattutto nel secondo tempo, quando ha riequilibrato il conto dei tiri nello specchio (2 a 2, erano stati 4-0 per la Lazio nel primo). Gilardino deve trovare armi e gol.

Il diluvio. Rischio di diluvio biblico scongiurato, ma notte di monsone. Il campo, fradicio, ha retto. Mancano i mille laziali per il divieto di trasferta, presenti solo i residenti nella regione Lazio, bagnati come spugne insieme a 7 mila pisani. Sarri con Pellegrini a sinistra. Gilardino con 4 cambi rispetto a San Siro. Cuadrado alla prima da titolare. Inizio posticipato di 5 minuti per problemi di connessioni tra arbitri. Pisa col 3-4-2-1 in fase offensiva, in ripiegamento 4-4-1-1. Denoon su Zaccagni quasi a uomo. Cuadrado da trequartista a quarto di centrocampo. Pressing alto, meglio l’ampiezza che il gioco tra le linee. Cuadrado ha crossato tre volte sul secondo palo. Raid di Touré, più largo a destra, sfruttando i buchi di Pellegrini. Da uno spiovente del colombiano l’incredibile gol divorato dal tedesco, ha svirgolato davanti a Provedel. Sarri ha chiesto a Zaccagni di giocare più dentro al campo, lasciando ampiezza a Basic. La Lazio ha iniziato a pungere quando è riuscita a saltare il primo pressing. Guendouzi, Cataldi e Basic avevano la superiorità numerica su Aebischer e Marin. Cataldi sfuggiva a Tramoni. Basic ha trovato il primo tiro da fuori dopo 20 minuti. Isaksen s’è attivato tardi, tiro solo per sfrigolare i guanti di Semper. Sarri ha ordinato di alzare il baricentro ed è nata un’azione flipper in verticale: tracciante non proprio deciso di Isaksen, Semper con la manona destra. Qui la Lazio ha prodotto azioni di stoffa sarriana. Palo di Basic dopo un ricamo di 13 passaggi più il sinistro del croato (35'). Basic ci ha riprovato da fuori. Pisa intenso, ma spuntato. Denoon ha continuato a soffrire i tagli di Zaccagni (giallo).

I cambi. Gilardino ha richiamato Denoon, dentro Calabresi. Pedro falso nueve. Pisa avanti ancora con i cross arcuati di Cuadrado, stacco di Tramoni salvato da Pellegrini. Ancora Cuadrado, palla a metà tra Tramoni e Canestrelli. Dentro Lazzari e Vecino, fuori Pellegrini (zoppicante e già nervoso) più Basic. Provstgaard per Gila, fuori per un problema intestinale. Il danese a sinistra, Romagnoli a destra. Sarri ha chiesto a Vecino di alzare la squadra. Isaksen ha sparato fuori. Gilardino con il triplo cambio: Akinsanmiro per Marin, Moreo per Cuadrado e Leris per Tramoni. Leris più largo, Moreo più attaccante. Qui il tuffo di Provedel. Muro di Romagnoli su Moreo. Nella Lazio è entrato Noslin, attacco di spettri.


Il Messaggero titola: “Frenata Lazio. Pari e rimpianti”. Continua il quotidiano romano: “A Pisa i biancocelesti partono con autorità ma non trovano la rete: Semper respinge su Isaksen poi Basic colpisce un palo. Calo nella ripresa e Provedel evita la beffa”.

Non è un punto di svolta, ma nemmeno una brusca frenata. La Lazio pareggia a Pisa, aggiunge un tassello a una lenta e inesorabile risalita, anche se resta il forte rimpianto di aver perso la prima ghiotta chance di superare Sassuolo e Atalanta, e di tornare subito in corsa per l’Europa, a un passo da Juve e Bologna. I biancocelesti raggiungono invece solo Udinese e Torino a quota 12 punti in classifica. Sono nove quelli conquistati nelle ultime cinque giornate di campionato, ma ora si sente di più la fatica. La forza rimane una difesa granitica, la quinta porta inviolata, la terza di fila. Il problema è la sterilità di un attacco, che costruisce poco e non sfrutta a dovere le poche palle-gol con lucidità. È vero che pesa l’assenza di Castellanos e Cancellieri, ma serve più coraggio e intraprendenza. Bisognerà trovarla lunedì sera, almeno contro il Cagliari in casa.

La stanchezza. La Cetilar Arena non è ancora pronta per la Serie A: disorganizzazione massima e disagi in tribuna stampa. Nel Settore Ospiti ci sono una manciata di tifosi biancocelesti (trasferta vietata solo ai residenti nel Lazio) e una bandiera. La gara inizia con 4' di ritardo per problemi tecnici fra il quarto uomo e l'arbitro Massa. Piove ininterrottamente, ma il campo regge e, per fortuna, non si aggiungono nuovi indisponibili (già sette, in teoria) all'infermeria. In cerca di continuità, ma forse anche per scaramanzia, Sarri non cambia la squadra vincente con la Juve, ma si nota subito la stanchezza. L'unica novità del posticipo infrasettimanale è il rientro di Luca Pellegrini a sinistra, Marusic torna a destra sino alla ripresa. Gilardino rilancia per la prima volta Cuadrado dal 1' dopo il rigore conquistato e trasformato contro il Milan. Così il 3-5-2 diventa un 3-4-2-1 (4-4-1-1 in fase di non possesso) con Nzola unica punta. L'altro trequartista, Tramoni, strozza il primo tiro della sfida. In principio, il Pisa è costretto a palleggiare più del solito (ma alla fine torna al 38% di possesso) senza troppa qualità. La Lazio resta corta, compatta, ma non riesce a sfruttare gli errori toscani in ripartenza. Basic non impensierisce Semper con un diagonale dalla distanza. Abbandonato in area da un disattento Pellegrini, Touré si divora invece una rete clamorosa. Alla mezz'ora il primo guizzo di Isaksen, ma è debole la conclusione in porta. Il danese sembra affaticato, mogio, e lo conferma con una telefonata a Semper sull’azione più pericolosa, confezionata da Cataldi e Zaccagni sulla fascia sinistra. Manca la cattiveria, ma anche un po' di fortuna: un siluro di Basic si stampa sul palo, il bis è fuori misura. Alla quinta consecutiva da titolare, il croato è in fiducia, talvolta troppa: sul finale del primo tempo azzarda un retropassaggio su Romagnoli, che si salva da ultimo uomo grazie a una spintarella di Nzola.

La resistenza. C'è bisogno di maggior presenza e imprevedibilità in attacco. A inizio ripresa, Sarri toglie subito il fantasma Dia e inserisce Pedro come falso nove per non dare punti di riferimento. La mossa è condivisibile, ma non sortisce chissà quale effetto. Anzi, il Pisa parte meglio e torna a spaventare la Lazio con una serie di cross. Mau prova ancora ad alzare invano il baricentro: sostituisce Pellegrini (isterico) e Basic con Lazzari e Vecino. Il tecnico è furioso con Gila, che lo costringe a esaurire un ulteriore slot subito dopo: fuori per problemi intestinali, lo spagnolo rientra correndo nello spogliatoio. Prima volta per la coppia Romagnoli - Provstgaard, due mancini al centro. Il difensore danese è subito prezioso e decisivo nel gioco aereo. Il ritmo è spezzettato, le manovre disordinate, sporche, ma i toscani sembrano avere più grinta e ossigeno. Provedel salva il risultato su una capocciata del subentrato Moreo. Guendouzi continua ad essere impreciso e falloso: si becca il giallo per un brutto intervento su Akinsanmiro. La Lazio non riesce più a uscire dalla propria metà campo: Touré vola in cielo e sfiora il palo, Romagnoli s’immola col corpo ancora su Moreo. C’è un misero tentativo finale di Vecino ma, al di là dei rimpianti, va bene lo 0-0, un punto cumulativo.


Il Tempo titola: “Un punto e basta”. Continua il quotidiano romano: “La Lazio non va oltre il pari sul campo del Pisa: la classifica resta inguardabile. Spreca Isaksen, palo di Basic: costruite soltanto due occasioni. Poche idee e alla fine Provedel blinda ancora una volta la porta”.

Poche idee, pochi tiri, poche occasioni: poco di tutto. Una Lazio spuntata pareggia a Pisa, porta a cinque le partite senza sconfitte, addirittura a tre quella senza subire reti ma il problema del gol sta diventando serissimo. Sarri aveva previsto tutto, trappola dietro l'angolo dopo l'esaltazione per il successo di domenica scorsa e arriva un'altra prova incolore. All'Arena Garibaldi, tanti passi indietro della banda biancoceleste che rimane a metà classifica, nella terra di nessuno. Senza la cattiveria mostrata contro la Juve, c'è una squadra senza qualità capace di sbagliare un gol clamoroso nel primo tempo che poteva cambiare la storia di questa partita. Preoccupano gli infortuni e la condizione fisica di un gruppo che peraltro non sta nemmeno disputando le coppe europee. Troppe assenze alla lunga si pagano e, finora, il conto è molto caro sotto questo aspetto. Tant'è, c'è poco da stare allegri, bisogna riordinare le idee e pensare alla prossima.

Gilardino schiera un 3-4-2-1 molto difensivo con Cuadrado e Tramoni alle spalle dietro all'unico attaccante Nzola. Sarri sceglie Pellegrini a sinistra con Marusic che torna nella sua posizione naturale a destra. È questa l'unica novità rispetto a domenica scorsa, conferme per tutti gli altri a cominciare da Basic (quinta da titolare di seguito) e al tridente offensivo Isaksen-Dia-Zaccagni. Sette gli indisponibili, almeno quattro i titolari, Tavares, Rovella, Cancellieri e Castellanos, squadra sempre in emergenza che ha perso anche Hysaj nella rifinitura. Si parte con il terreno pesante per la pioggia caduta per tutto il giorno, il settore ospiti vuoto per la decisione del Prefetto di Pisa e lo stadio toscano con tanti spazi vuoti. Si gioca col diluvio e la Lazio, dopo un avvio sofferto, prende le misure all'avversario, controlla il gioco e riesce a costruire due occasioni importanti poco dopo la mezz'ora: prima Isaksen, liberato da Zaccagni si fa ipnotizzare dal portiere Semper poi Basic colpisce il palo con tiro modello Juve. Il Pisa se ne sta rintanato e aspetta momenti migliori sfiorando il gol solo con Touré che cicca da ottima posizione.

Dopo l'intervallo subito Pedro al posto dello spento Dia nel ruolo di "falso nove", Gilardino risponde con Calabresi al posto di Denoon, unico ammonito. Un quarto d'ora e Sarri cambia anche Pellegrini e Basic, tocca a Lazzari e Vecino. Poi il tecnico perde anche Gila, dentro Provstgaard. Sull'altro fronte c'è spazio per Moreo, Leris e Akinsanmiro nell'ultima fase di partita. Provedel è bravo sullo stacco di Moreo poi entra anche Noslin ma nel finale la stanchezza prevale e la gara finisce con uno 0-0 che non fa felice Sarri. Ora lunedì la sfida all'Olimpico contro il Cagliari ma serve altro se si vuole risalire in classifica.


La Gazzetta dello Sport titola: “Fatica Lazio solo pari e zero gol”. Continua il quotidiano sportivo: “Palo di Basic e poco altro la ripresa è tutta del Pisa. Passo indietro per la squadra di Sarri: male Dia, i cambi non incidono. I nerazzurri ancora senza reti in casa. Ok Cuadrado trequartista”.

Un punto a testa, che è sempre meglio di niente, ma rinvia i rispettivi sogni di decollo. Il Pisa continua a non vincere e soprattutto a non segnare in casa. Ma muove la classifica, allunga la mini-striscia positiva (terzo pari consecutivo) e aggiunge un mattoncino al progetto salvezza. Anche la Lazio allunga la serie-sì, che adesso sale a cinque risultati utili di fila, colleziona il quinto clean sheet (il terzo consecutivo) e aggiunge un punticino ad una classifica che ne aveva comunque bisogno. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, per entrambe le squadre la serata della Cetilar Areva va in archivio con più di un motivo di soddisfazione. Ma tanto per i nerazzurri quanto per i biancocelesti i rimpianti non mancano. Un tempo per parte (meglio la Lazio nella prima frazione, più efficace il Pisa nella ripresa), ma senza riuscire a cogliere quell’attimo che avrebbe consentito il cambio di passo.

Poco coraggio. Alla fine se c’è un aspetto che accomuna la prova delle due formazioni è proprio la mancanza di coraggio. Creano, non tantissimo, ma creano, ma pensano ancor di più a non scoprirsi. Comprensibile l’atteggiamento della formazione di Gilardino (peraltro in evidente crescita), un po’ meno quella della squadra di Sarri che era reduce dalla vittoria con la Juventus ed ambiva a dare una svolta al suo campionato. Non ci riescono, i biancocelesti, sia per una condizione fisica parsa visibilmente in calo rispetto alla prova spumeggiante di quattro giorni prima con i bianconeri sia per la prestazione determinata e lucida della squadra di casa. Che, dopo aver imbrigliato il Milan, sfiorando il successo a San Siro, tiene sostanzialmente a bada pure la Lazio. Il 3-4-2-1 con cui si mette in campo Gilardino crea una densità in mezzo nella quale la Lazio fa fatica a districarsi. Anche perché il modulo è mobile e dà pochi punti di riferimento. In fase difensiva si trasforma in un 4-4-2 che chiude le linee di passaggio. In fase propositiva porta Touré ad alzarsi sulla linea dei due trequartisti Tramoni e Cuadrado e della punta centrale Nzola. La Lazio ci mette circa mezzora per capire come muoversi in questo traffico. Il Pisa potrebbe approfittarne, non lo fa perché davanti si conferma troppo leggero. Ha un’opportunità Tramoni (fuori) e poi c’è la palla buona che capita sui piedi di Touré che la spreca male.

Basic ci riprova Nel quarto d’ora finale il Pisa perde un po’ le misure e la Lazio fa vedere le cose migliori. Una palla-gol divorata da Isaksen (in calo rispetto al match con la Juve) e poi un palo interno colpito da Basic (autore del gol-vittoria domenica scorsa) sono le occasioni più lampanti, ma non le uniche opportunità. Sembra la svolta della gara, non lo è perché dopo l’intervallo la squadra di Sarri si (ri)addormenta e il Pisa torna a occupare militarmente il campo. E quando vede che l’avversario comincia a tirare i remi in barca, Gilardino fiuta pure che il momento è buono per allestire il colpaccio. Cambia i due trequartisti (dentro Moreo e Leris), inserisce Akinsenmiro (per Marin) e chiede ai suoi di gettare il cuore oltre l’ostacolo. La palla giusta arriva sulla testa del nuovo entrato Moreo, ma Provedel decide che non è ancora arrivato il momento di interrompere la sua imbattibilità. Qualche minuto dopo è invece Romagnoli a murare lo stesso Moreo. Lo 0-0 può così andare in archivio.


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.

Sarri: “Solidi in difesa manca il gol, va così”. L’allenatore analizza il pari e polemizza con la Lega sulle date Pisa a riposo sei giorni, noi quattro. Ho nuovi stimoli”.

Sarri contro tutti, rieccolo. Partendo dalla Lazio: si sforza, chiede baricentro più alto, più palleggio, i tagli delle ali in mezzo al campo, i gol che mancano. Ma... "questa squadra non ha le caratteristiche per fare il calcio che ho fatto prima, sono io che sto facendo un altro calcio. Se la Lazio mi dà entusiasmo? La devo prendere come un’occasione di fare qualcosa di diverso. Mi ritrovo con una squadra che non ho potuto cambiare. Non è il calcio che prediligo, ma fare qualcosa di diverso mi diverte, mi dà nuovi stimoli. Il gruppo è sano. Motivi per divertirsi ce ne sono, motivi per incazzarsi forse ancora in più. Ci sono dentro, anche volentieri". Di nuovo piccato, Mau. Ha poco da raccontare, si sa come sta andando la stagione. Ha aggiustato la fase difensiva, quinto clean sheet. Ma la Lazio ha segnato un gol nelle ultime tre partite, di Basic alla Juve. Ha bocciato Dia dopo 45 minuti, ha fatto giocare Pedro falso nueve. Nessuno spunto. Sarri, da piccato, a picconatore. Ha contestato la Lega di A per il calendario e la decisione dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive che ha negato la trasferta ai laziali per motivi di ordine pubblico: "Brutta scelta. Siamo venuti qui per gentile concessione della Lega con 4 giorni di riposo contro i 6 del Pisa. Il problema nostro è che abbiamo tanti giocatori fuori. Brutta decisione come quella di bloccare i nostri tifosi da parte del Questore. Odio le pene collettive. Su 1.200 laziali che avevano comprato il biglietto 1.050 sono persone che si sono sempre comportate bene. Siamo ridotti così in Italia, si sta tritando il calcio, decisione anticostituzionale". Poi di nuovo il campo: "Non è un punto che ci fa particolarmente contenti. Abbiamo creato i presupposti per poterla vincere, ma davanti abbiamo fatto troppo poco per vincerla veramente. La squadra ha trovato solidità, davanti paghiamo il fatto che giochiamo con ragazzi che sono stati fuori per tanto tempo. Non hanno le gambe per giocare due partite in 4 giorni, avevamo speso molto con la Juve. Davanti abbiamo fatto un po’ poco". Il primo ciclo di tre partite si è sentito: "Siamo arrivati corti, non abbiamo recuperato completamente. Le partite infrasettimanali sono sempre difficili, siamo al quinto risultato utile consecutivo. Il Pisa non è semplice da affrontare, ha pochi punti, ma ha pareggiato con Milan, Atalanta, Fiorentina e noi. Non gioca un calcio bellissimo, ma è difficile giocarci contro. Prendiamo ciò che è venuto, la squadra sta trovando grande solidità, vediamo di mettere a posto ciò che ci manca".

I cambi. Ecco il motivo del cambio Dia-Pedro: "Ho visto Dia stanco, volevo cercare di portare un po’ fuori il loro difensore centrale in modo da pungere con gli altri due attaccanti. Dobbiamo diventare più qualitativi, ma anche più lucidi in certi momenti. Nel finale avevamo tre attaccanti piccoli e siamo usciti da dietro con palla alta, un controsenso. Ho visto i nostri difensori che non andavano a farsi dare la palla, non avevano più energie da spendere". Fuori Basic, Pellegrini e Gila: "Non penso siano problematiche grandi, ne avevamo sette a casa. Vediamo se riusciamo nei prossimi giorni a recuperare qualcuno. Tavares e Dele-Bashiru avevano dei controlli". Il cambio di Gila ha fatto infuriare Sarri. Lo spagnolo aveva un problema intestinale. Mau gli aveva chiesto disponibilità a continuare, poi la richiesta del cambio. E’ servito un doppio slot. Ora il Cagliari: "Sono partite in cui dovresti cambiarne 4-5. Stiamo pagando una serie di cose, ma stiamo rimanendo a galla. Non perdiamo da 5 partite, per il momento va bene cosi. L’obiettivo lo conosciamo, creare 6-7 giocatori da tenere in una squadra competitiva". Finale su Spalletti alla Juve: "Preferisco non parlare della Juve. Luciano ha grandi capacità".

In un altro articolo, le dichiarazioni di Pedro.

Pedro: “Ho una missione prima di lasciare, ma serve ambizione”. Il ritiro si avvicina sempre di più. Lo spagnolo non molla e indica l’obiettivo “Porto la Lazio in Europa”.

Non è servito il suo ingresso all’intervallo, la partita è rimasta bloccata. Pedro ha preso il posto di Dia, la Lazio non si è resa più pericolosa rispetto al primo tempo. "È un’occasione sprecata, potevamo attaccare la classifica", ha spiegato lo spagnolo. Deluso per il risultato e per le poche occasioni da gol create: "Il tecnico mi ha chiesto di trovare lo spazio tra le linee, mi ha messo in campo per questo motivo. Non è stato facile, dovevamo andare negli spazi con maggiore velocità, servendo di più Isaksen e Zaccagni. Ci volevano giocate migliori. Ci si può accontentare? Abbiamo perso una bella opportunità dopo la vittoria contro la Juve, ora dobbiamo pensare al Cagliari".

Delusione. Ha faticato a incidere nei 45 minuti a disposizione: "Due-tre volte abbiamo trovato Guendouzi in una buona posizione per calciare oppure per cercare un compagno. Poi abbiamo buttato un po’ troppe palle lunghe, per me così è difficile vincere i duelli con i difensori. Ci sono stati troppi errori dal punto di vista tecnico". Pedro non ha nascosto l’obiettivo dello spogliatoio: "Vediamo, è ancora presto per capire cosa riusciremo a fare. Abbiamo iniziato molto male, tra di noi comunque parliamo, vogliamo entrare in Europa. Dev’essere chiaro per tutti. Adesso dobbiamo recuperare in classifica pensando di partita in partita, al momento siamo un po’ distanti dalle altre squadre". A Pisa serviva maggiore precisione: "Dobbiamo sfruttare certe occasioni, è stata importante soprattutto quella di Isaksen. Se fai gol subito, la gara allora può completamente cambiare. È stato un vero peccato".

Countdown. Ha dichiarato pubblicamente che questa sarà la sua ultima stagione alla Lazio: "Sì, è il mio ultimo anno qui. Voglio aiutare la squadra, sfruttare ogni momento e ogni gara. Mi piacerebbe lasciare la Lazio in Europa, merita di starci. Si deve avere l’ambizione di crescere sotto ogni punto di vista. Quanti altri anni giocherò? Difficile per me (ride), ogni giorno che passa sono più vicino al ritiro". Pedro ha indicato la via, è quella tracciata da Sarri: "Non credo che sia tanto cambiato rispetto alla prima esperienza a Roma. Ha le stesse idee di lavoro, dobbiamo capirle. Stiamo lavorando bene sulla compattezza, non abbiamo preso gol nelle ultime 3 giornate, sicuramente dobbiamo fare meglio davanti per segnare di più". Sul suo ruolo: "Preferisco giocare dietro la punta. È diverso farlo a 20 anni e poi ora a 38. Il tecnico sa quel che posso fare in quella posizione".



La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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