Venerdì 23 luglio 2021 - Auronzo di Cadore, stadio Rodolfo Zandegiacomo - Lazio-Triestina 5-2

Da LazioWiki.

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23 luglio 2021 - Auronzo di Cadore (BL), Stadio Rodolfo Zandegiacomo - Amichevole - inizio ore 18.30


LAZIO: Strakosha, Marusic (46' Lazzari), Luiz Felipe (51' Vavro), Radu (46' Patric), Hysaj (58' Kamenovic), Milinkovic (58' Akpa Akpro), Leiva (58' Escalante), Luis Alberto (46' Cataldi), Felipe Anderson (58' Romero), Muriqi (46' Caicedo), Moro (51' Jony). A disposizione: Reina, Adamonis, Durmisi, Fares, Bertini, Shehu, Maistro, André Anderson, Adekanye. Allenatore: Sarri.

TRIESTINA: Offredi (61' Rossi), Struna (46' Rapisarda), Capela (46' Volta, 84' Baldi), Ligi (46' Coppola), Lopez (46' Dubaz, 84' Giannò), Paulinho (46' Giorico), Maracchi (46' Pio Loco, 84' Catania), Rizzo (46' Calvano), Natalucci (61' Petrella), Gomez (46' Di Massimo), Sarno (46' Gatto). A disposizione: Martinez. Allenatore: Bucchi.

Arbitro: sig. Duzel (sez. di Castelfranco Veneto - TV) - Assistenti sigg. Monfregola e Della Mea.

Marcatori: 3' Luis Alberto, 21' Muriqi, 38' Milinkovic, 44' Radu, 69' Volta (aut), 87' Di Massimo, 90'+1' Di Massimo.

Note: ammonito al 53' Volta. Recuperi: 0' p.t, 1' s.t.

Spettatori: 400 circa in ragione delle attuali misure anti-Covid19.


Sergej Milinkovic-Savic
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Raul Moro
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Luiz Felipe
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Lucas Leiva
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Stefan Radu
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Elseid Hysaj
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Jean Daniel Akpa Akpro
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Luka Romero
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Vedat Muriqi
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Luis Alberto
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La Gazzetta dello Sport titola: "Altra goleada con la Triestina: splende Luis Alberto".

Continua la "rosea": Altri cinque gol per la Lazio nella terza uscita stagionale, la prima contro un avversario professionistico, la Triestina che milita nel campionato di Serie C. La squadra di Sarri è andata a segno per cinque volte, ma ha anche incassato due reti, anche se entrambe nei minuti f‌inali, quando i biancocelesti avevano già tirato i remi in barca. Sarri non ha gradito il calo di tensione finale, ma ha apprezzato tanto il gioco messo in mostra in precedenza dai suoi giocatori. In particolare nella prima frazione di gioco, quando la Lazio ha fatto vedere le cose migliori. All’intervallo i biancocelesti erano infatti già sul 4-0, grazie alle reti di Luis Alberto, Muriqi, Milinkovic e Radu. Protagonista assoluto lo spagnolo che, oltre a realizzare il primo gol (è il suo sesto centro nelle amichevoli precampionato f‌in qui disputate) ha anche confezionato i tre assist per le altre marcature. Ma non è stato solo lui a brillare. Tutta la Lazio si è mossa bene, mettendo in pratica gli schemi voluti dal nuovo tecnico con una velocità di esecuzione che è già quella ideale.

Un po’ meno bene è andata la ripresa, quando Sarri ha tolto i titolari e messo dentro le riserve. I ritmi si sono un po’ abbassati ed anche le trame di gioco non hanno avuto la stessa intensità. C’è stato un altro gol (autorete di Volta su tiro di Jony), ma nei minuti f‌inali è arrivata anche la doppietta di Di Massimo che ha reso meno amara la giornata della Triestina.


► Il Corriere dello Sport titola: "Anche Sarri applaude la Lazio. La soddisfazione del tecnico dopo il primo gol: i progressi sono evidenti. Muriqi a segno. Biancocelesti dilaganti contro la Triestina: nuovo show di Luis Alberto".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Non c'è applauso più giudicante e premiante. La Lazio l’ha strappato a Sarri al minuto 3, dopo il gol di Luis Alberto, bizzoso divin codino (come da new look). E’ stato ispirato da Felipe Anderson, assist di prima in profondità dopo un blitz centrale, piattone del Mago. Il tutto confezionato dopo una palla sradicata a centrocampo da Leiva. E’ l’evoluzione sarriana, applaudita da Mau sotto gli occhi eccitati di Lotito e di 500 tifosi festanti, dentro uno stadio vociante, toccava i cuori. Sarri, mai tendente al moccolo nei primi 45' (anche per via dei microfoni di Sportitalia), ha ammirato la manovra di pressione, accerchiamento e possesso richiesta dal primo giorno, provata con continuità maniacale in ogni allenamento. Per strappargli il primo applauso dobbiamo dedurre che ci siamo. I progressi. Coro, direttore d’orchestra e tenori. E’ la Lazio, ha tutto per divertire e divertirsi. S’è presa subito la partita, ha schiacciato la Triestina nei suoi confini. E’ stata dominante, dilagante nel primo tempo (4-0). Ha giocato sempre avanti, mai indietro tutta.

E’ l’obiettivo manifesto di Mau, deve diventare normalità. Il dolce stil sarriano prevede prima di tutto il pressing alto, per gran parte del primo tempo la difesa ha stazionato sulla linea del centrocampo. Intorno al 20’ si saranno contati minimo dieci palloni riconquistati. Leiva, ora aggredendo, ora arretrando, ora costruendo, anche lanciando lungo, è sempre stato in controllo totale del centrocampo. Si sta specializzando da regista incontrista e costruttore, in letture di gioco diverse, il rischio è che alla lunga si sfianchi. La Triestina? Non usciva mai, ci sarà riuscita un paio di volte sfruttando imprecisioni in palleggio. La Lazio non s’è mai spaccata in due, è rimasta corta. L’argenteria di casa, dentro una squadra modello giostra, brilla ancora di più. Luis Alberto, capocannoniere estivo con 6 gol in tre partite, ha firmato due assist. Il primo su punizione, palla a giro finita sulla testa di Muriqi, incornata a mezz’aria (2-0). Il kosovaro colpisce con regolarità (tre gol nel test precedente), la speranza (se resterà) è che continui a colpire perché senza Ciro il gol non può essere una lotteria.

Luis Alberto, il secondo assist, l’ha servito da corner a Radu (colpo di testa del 4-0). Il tris l’aveva regalato Milinkovic stoppando di destro, armando il sinistro dalla trequarti. Aveva sfiorato il gol poco prima, sfruttando un lancio al bacio di Leiva. Sarri, sul 3-0, ha iniziato a chiedere più palleggio. Gli spunti. Mau è partito con Strakosha, Marusic, Luiz Felipe, Radu e Hysaj. Milinkovic, Leiva e Luis Alberto hanno sequestrato il centrocampo. Felipe Anderson, Muriqi e Raul Moro formavano il tridente. Le incursioni in velocità di Felipe hanno garantito altre raffiche di attacchi a destra, dove l’intesa con Milinkovic garantisce combinazioni mandanti. Felipe ha innescato il baby Raul Moro centralmente, tiro parato da Offredi. Nel secondo tempo dentro Lazzari, Patric, Vavro e Kamenovic. Poi Akpa, Escalante e Cataldi. Romero-Muriqi-Jony è stato il tridente che ha chiuso la partita. Romero e Jony si sono scambiati i ruoli. Da un cross dello spagnolo è nato il 5-0 (autogol di Volta di testa, beccato dal portiere Rossi, subentrato).

Il baby argentino, 16 anni, strappa applausi appena tocca il pallone, in allenamento giovedì aveva lasciato tracce da predestinato. Ieri ha sofferto la f‌isicità dei difensori della Triestina. Bucchi ha trovato i due gol nel finale, dal 43' al 46' del secondo tempo. Da una palla persa da Lazzari è nata la prodezza di Di Massimo (bolide sotto l’incrocio dai 25 metri). Ha raddoppiato sfruttando un cross di Petrella, s’è sf‌ilato dalla marcatura di Vavro, pietrificato. La seconda Lazio, bassa e passiva, s’è meritata le bacchettate di Sarri. Stasera, intorno alle 21.30, presentazione della squadra allo stadio Zandegiacomo. Cori e tenori, dirige il maestro Sarri.


Il Messaggero titola: "Lazio, che show con Sergej e Luis. Sarri sorride per i colpi di Milinkovic. E applaude gol e assist dello spagnolo. Cinque reti alla Triestina e un bel calcio. Felipe e Moro sfrecciano. Ecco Romero".

Prosegue il quotidiano romano: I gradi ormai li ha fissi al braccio, i piedi e il genio fanno il resto: fascia da vice-capitano, il sergente Milinkovic è già simbolo del Sarrismo. Un f‌iltrante dietro l'altro, tacco e suola da standing ovation, un gol dal limite all'angolino. Se non esistesse, bisognerebbe inventarlo. Altro che Hamsik. Sarri si gode Sergio. Lo aveva persino ripreso nelle prime uscite per qualche tocco di troppo, adesso il Comandante rimane sbigottito. Questo serbo e di un altro mondo. Fa bene Lotito a non cederlo sotto i 100 milioni nemmeno sotto tortura o ricatto. Anche perché Milinkovic non fa alcun capriccio, solo piroette in campo. Avrebbe avuto tanta voglia di rigiocare la Champions quest’anno, è felice di aspettare e riprendersela con Maurizio. Col suo atteggiamento contagia persino Luis Alberto, di nuovo in gol e assist-man di Muriqi per la testata sul raddoppio. Con queste mezzali può volare davvero, la Lazio: contro la Triestina cinque sgommate prima del decollo.

Ritmi alti. Eppur si muove. La palla è tonda e Sarri la fa rotolare già a cento all'ora. Finalmente azioni veloci, passaggi di prima, la Lazio 2.0 scartavetra la Triestina. Lotito, tornato ad Auronzo, gongola: "Qui si respira un clima di serenità", assicura dopo un giro, stavolta senza nessuna polemica. Visto che la tribuna balla e la Curva incita e canta. E pensare che Mau ancora si sgola quando la freccia Raul Moro non si allarga. Per gli esterni questo mister è una sirena continua, ma funziona. Mette il fuoco a Felipe Anderson, che fa avanti e indietro senza un sorso alla borraccia. Impossibile con Sarri dare segni di discontinuità, anche sul pressing e la densità in mediana. Guai anche solo a pensare di poter concedere all'avversario mezza mattonella. Il carico di lavoro pesa, eppure il ritmo si alza nella terza amichevole estiva. Questa è magia. Distrazioni. Rivitalizzato, para quasi tutto (non può nulla sui due gol Di Massimo), Strakosha: il guantone non trema, la difesa sempre più alta non lo schiaccia. Anzi, Radu e Luiz Felipe (per un contrasto, attimi di ansia) impostano e si sganciano con tranquillità.

Stefan così trova la porta sul corner con una capocciata, come non capitava da un anno su palla inattiva. Gli schemi provati per 14 giorni ora danno più di una risposta. E più semplice perché in regia è tornata la vera diga Leiva, che scannerizza in anticipo ogni minima intenzione della Triestina. Esordio e dubbi. Peccato per i due gol subiti (finisce 5-2) nella ripresa. Sarri annota nei pizzini gli errori in uscita e quelli di Kamenovic e Vavro sulla seconda rete subita. Lazzari comincia a sentire la pressione, rientra subito nervoso nello spogliatoio perché ha capito che sta perdendo la sua maglia e da terzino fa fatica. A Mau non sono piaciute nel finale le palle perse e buttate avanti senza una meta. I principi di gioco devono restare gli stessi nonostante i cambi e la formazione rivoluzionata: "Non deve esistere palla morta, ma solo mossa", l’ultima frase bisbigliata prima del sorriso e dei saluti alla folla. In delirio per l'esordio dei baby Luka Romero, un’altra freccia a zig zag da una fascia all'altra. Al primo stop a seguire sembra una "Pulce atomica".

Peccato non sia riuscito a deviare proprio l'ex Maiorca (autogol di Volta) il cross di Jony verso la porta, i tifosi gli avevano già regalato un coro di stima. L’allenatore deiia Primavera Calori assicura: "Ho intravisto dei numeri non da sedicenne, è di un'altra categoria". Non ha certo ancora lo stesso f‌isico, ma l'altezza è quella di Fabrizio Miccoli, ora nello staff di Bucchi alla Triestina. Per ricordare lo scudetto del 14 maggio del 2000, ieri fra le f‌ila avversarie anche gli ex Perugia, Mazzantini e Milanese, che spiega: "Si vede già la mano di Sarri in questa squadra, somiglia al Napoli, ma noi eravamo più stanchi rispetto alla gara precedente con la Roma". Fra poco più di due mesi il derby dirà la verità, ma la mano di Sarri non mente già con questa cinquina.



La formazione del primo tempo:
Strakosha, Muriqi, Hysaj, Luiz Felipe, Milinkovic, Luis Alberto;
Raul Moro, Leiva, Radu, Marusic, Felipe Anderson (Juan Bernabé e l'aquila Olimpia)
La formazione del primo tempo in grafica




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