Domenica 21 febbraio 2010 - Palermo, stadio R. Barbera - Palermo-Lazio 3-1

Da LazioWiki.

Stagione

Turno precedente - Turno successivo

21 febbraio 2010 - 3.369 - Campionato di Serie A 2009/10 - XXV giornata - inizio ore 15:00

PALERMO: Sirigu, Cassani, Bovo, Kjaer, Balzaretti, Nocerino, Liverani, Migliaccio, Pastore (73' Simplicio), Miccoli (62' Budan), Hernandez (84' Bertolo). A disposizione: Benussi, Goian, Blasi, Bresciano. Allenatore: D.Rossi

LAZIO: Muslera, Lichtsteiner (48' Cruz), Biava, Stendardo, Dias, Brocchi, Mauri (61' Matuzalem), Ledesma, Kolarov, Zarate, Floccari (81' Rocchi). A disposizione: Berni, Firmani, Siviglia, Hitzlsperger. Allenatore: Reja

Arbitro: Sig. Rocchi (Firenze) - Guardalinee Sigg. Galloni e Marzaloni - Quarto uomo Sig. Velotto.

Marcatori: 1' Hernandez, 28' Miccoli (rig.), 75' Nocerino, 79' Kolarov.

Note: giornata di sole, terreno in buone condizioni. Ammoniti: Biava per gioco falloso, Muslera per gioco scorretto, Dias per proteste, Sirigu per comportamento non regolamentare. Angoli 6-5 per la Lazio. Recuperi: 1' p.t., 5' s.t. .

Spettatori: 23.104 con 6.734 paganti per un incasso di euro 52.270,50, abbonati 16.370 per una quota di euro 237.200,00.


Il presente ed il passato biancoceleste: Edy Reja e Delio Rossi (Foto Ansa)
Hernandez porta subito in vantaggio i rosanero (Foto LaPresse)
Il calcio di rigore trasformato da Miccoli per il 2-0 (Foto Ansa)
Un altro fotogramma del penalty (Foto AP)
La terza rete rosanero di Nocerino (Foto AP)
Aleksandar Kolarov in azione
Un'azione della gara
Kolarov in azione

La Gazzetta dello Sport titola: "Troppo Palermo, Lazio k.o. La zona Champions è vicina. I siciliani travolgono 3-1 i biancocelesti dopo un gran primo tempo con Hernandez in grande. Miccoli e Nocerino hanno arrotondato il risultato. Ospiti a segno con Kolarov".

Continua la "rosea": Settima vittoria consecutiva in casa, zona Champions a un passo. Ovvio, manca ancora tantissimo alla fine, ma il Palermo può sognare. Soprattutto alla luce del 3-1 con cui oggi ha travolto la Lazio. Una vittoria molto chiara, costruita su un primo tempo in cui i biancocelesti non ci hanno capito niente e arrivata malgrado assenze come quelle di Cavani, Bresciano e Simplicio, non proprio tre ultimi arrivati. Ma che sia un momento d'oro lo si è capito anche dai dettagli come la febbre che all'ultimo momento ha messo k.o. Cavani: il sostituto Hernandez è stato nel primo tempo letteralmente immarcabile. Già al primo minuto, lanciato da Nocerino, ha messo giù la palla con un favoloso controllo che ha mandato a vuoto Kolarov e di destro ha battuto Muslera. Il classico gol a freddo che per la Lazio è stato come un treno in faccia. Il duo Miccoli-Pastore ha sempre preso palla sulla trequarti e lanciato benissimo Hernandez, abilissimo a far ammattire Biava, Dias e Stendardo.

Alla fine la difesa laziale si è un po' assestata solo quando Muslera, il portiere, ha capito che forse era più conveniente giocare 10 metri più avanti come un libero. E la cosa ha funzionato, fino a quando però, su un lancio in misura per Miccoli ha dovuto fare fallo: il fantasista ha così messo dentro il rigore del 2-0 che di fatto ha quasi chiuso il match. Il primo pericolo vero per i padroni di casa è arrivato solo al 40' con un tiro di Floccari parato a terra da Sirigu. La Lazio nel secondo tempo è partita più convinta, con un Cruz in più a centro area. Ma in difesa Bovo e Kjaer hanno spazzato via tutto. La pressione biancoceleste ha prodotto un paio di buone situazioni in area ma Mauri per due volte ha fallito la stoccata vincente. Così nel finale ancora il micidiale tocco di prima sulla trequarti a smarcare il compagno accorrente si è rivelato lo schema spaccadifesa: Hernandez per Budan (che in si è fermato perché in fuorigioco), palla a Nocerino che si è involato verso Muslera, lo ha saltato e segnato il 3-0. La rete di Kolarov con un sinistro bomba da lontano è stato il classico gol della bandiera biancoceleste. Oggi troppo sbiadita.


Il Messaggero titola: "Rossi, tremenda vendetta sulla Lazio. Lazio mai in partita, a Palermo 3-1".

Continua il quotidiano: Il Palermo sceglie la strada meno tortuosa per azzerare le ambizioni della Lazio e batterla senza compiere sforzi titanici: la formula del gol nel giro di una manciata di secondi, infatti, funziona a meraviglia contro un'avversaria senz'anima, senza idee (poco importa che a dirigere l'orchestra ci pensi il ritrovato argentino Ledesma, tanto fosforo ma gambe ancora troppo molli) e permette ai rosanero di passeggiare sul velluto. Il resto sono solo dettagli, compreso il rigore per il quale protesta Lotito. Il gol che, dopo soli 53 secondi, l'uruguayano Hernandez infila nella porta del connazionale Muslera spiana la strada al Palermo di Delio Rossi, ex con il dente un po' avvelenato - ma solo nei confronti di Lotito - che i tifosi biancocelesti non hanno mai smesso di amare. Il resto lo fa l'atteggiamento della squadra, che chiude ogni spiraglio agli ospiti e fa leva sulle ripartenze, nel tentativo di chiudere un match, di fatto, mai cominciato, né aperto. La Lazio ha subìto, ha rischiato, è apparsa poco reattiva in ogni zona del campo, non è riuscita ad arginare le geniali intuizioni di Pastore, né l'esplosiva freschezza di Hernandez. Quando Zarate ha cercato, come fa di solito, di suonare la carica con i suoi dribbling, non c'è stato più spazio per le illusioni. L'argentino raramente salta l'uomo e, quando ci riesce, trova sempre i compagni fuori posizione. Insomma, un mezzo disastro.

La Lazio si fa vedere per la prima volta solo al 43', dopo i gol di Hernandez ed il rigore trasformato da Miccoli, e non grazie a Zarate, ma a Floccari che, dopo un doppio dribbling al limite, conclude fra le braccia di Sirigu. Zarate si vede al 46', ma Sirigu fa sempre buona guardia. Cruz entra dopo l'intervallo e non incide, come Matuzalem, lontano dalla forma d'inizio stagione. Al 5' ci prova Brocchi dai 22 metri e Sirigu questa volta alza in angolo, non senza rischiare una clamorosa autorete. Esce Miccoli, che ricambia l'applauso del pubblico, per fare spazio al croato Budan, ma è sempre Pastore a giganteggiare fra le linee. Proprio da un'iniziativa del talentuoso argentino partono i pericoli per la Lazio che al 23' rischia di subire il 3-0, ma Muslera respinge di piede la conclusione di Hernandez. Il 3-0 è nell'area e lo firma Nocerino, poi la Lazio sigla il gol della bandiera, che non cambierà la sostanza di un confronto forse mai davvero cominciato.


In un altro articolo del quotidiano romano è riportato:

Duro attacco di Claudio Lotito all'arbitro dopo il ko della Lazio a Palermo: "Non ho mai protestato contro gli arbitraggi, anche se siamo stati spesso danneggiati; ma ora dico che il calcio deve ritrovare credibilità", ha detto il presidente della società biancoceleste, a Stadio Sprint-Rai 2 riferendosi al rigore fischiato contro la Lazio per un fallo in uscita di Muslera su Miccoli. "Sul rigore fischiato a Miccoli - ha poi spiegato Lotito - Muslera mi ha giurato sulla famiglia di non aver toccato l'avversario: Miccoli avrebbe avuto il coraggio di dirlo, glielo avessero chiesto? Certi giocatori devono andare a un corso da cascatori. Non ho mai pensato che da parte degli arbitri - ha concluso Lotito - ci fosse una certa volontà. Ma se è così, ce lo dicano e noi ci adeguiamo".

Reja a fine gara: "Ci sono stati due gol iniziali e rimontare due reti qui è difficilissimo. All'inizio non abbiamo contrapposto bene nelle posizioni e nelle marcature poi da lì tutto è stato in discesa per loro. Avevamo preparato tutto, sapevamo che loro partivano forte ma non siamo riusciti ad imporci nei primi dieci minuti non ci si difende così". Poi sul rigore: "Il rigore non c’era sarebbe da ammonire Miccoli per essersi letteralmente buttato, Muslera poi era diffidato e non sarà a disposizione. Oltre al danno anche la beffa. Però questa squadra ha dimostrato una piccola reazione, forse dobbiamo ricominciare proprio da questo. Credo di avere una buona squadra e possiamo riprenderci". Su Zarate: "Zarate? La Lazio non è solo Zarate, lui sta migliorando deve ritrovare la convinzione, ha dei mezzi straordinari ma come lui tutti gli altri. Sono giocatori che hanno grandi qualità ma che non riescono neanche a rendersene conto in questo momento. Se riusciamo a trovare la convinzione e l'assetto tattico giusto ci si può esprimere anche a grandi livelli".