Domenica 22 aprile 2007 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Fiorentina 0-1

Da LazioWiki.

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22 aprile 2007 - 3.231 - Campionato di Serie A 2006/07 - XXXIII giornata

LAZIO: Peruzzi, Belleri (78' De Silvestri), Diakite, Siviglia, Bonetto, Mutarelli, Ledesma, Jimenez (74' Pandev), Manfredini (83' Tare), Makinwa, Rocchi. A disposizione: Ballotta, Baronio, Firmani, S.Inzaghi. Allenatore: D.Rossi.

FIORENTINA: Frey, Potenza, Gamberini, Dainelli, Pasqual, Pazienza, Liverani (76' Blasi), Montolivo, Jorgensen, Toni (63' Pazzini), Mutu (80' Reginaldo). A disposizione: Lupatelli, Kroldrup, Gobbi, Kuzmanovic. Allenatore: Prandelli.

Arbitro: Sig. Saccani (Mantova) - Assistenti di linea Sigg. Griselli e Calcagno - Quarto uomo Sig. Pantana.

Marcatori: 71' Mutu.

Note: ammonito al 48' Montolivo, al 52' Toni, al 62' Pasqual, al 61' Mutarelli tutti per gioco scorretto, al 62' Rocchi per proteste, al 73' Pazzini per gioco scorretto, al 93' Reginaldo per comportamento non regolamentare.Calci d'angolo: 11-2. Recuperi: 0' p.t., 3' s.t. Esordio in serie A per Lorenzo De Silvestri classe 1988.

Spettatori: paganti 10.914 per un incasso di euro 214.827,00, abbonati 14.809 per una quota di euro 191.789,81.


Tommaso Rocchi ci prova di testa
Il bomber veneziano in azione
Un colpo di testa di Modibo Diakite
Una conclusione di Luis Jimenez
Cristian Ledesma in azione
In secondo piano Manuel Belleri
Riccardo Bonetto
Christian Manfredini
L'esordiente De Silvestri

La Gazzetta dello Sport titola: "Mutu e Frey violano la Lazio. Esce Toni, i numeri li fanno il romeno e il portiere: la Fiorentina passa in casa dei biancocelesti".

Continua la "rosea": Se vinci e il migliore in campo è stato il tuo portiere, vuol dire che il risultato deve essere un tantino bugiardo. Succede in Lazio-Fiorentina, dove Frey compie almeno quattro parate decisive mentre un'uscita incerta di Peruzzi, che resta a metà strada, consegna la porta sguarnita al facile colpo di testa di Mutu sul cross di Jorgensen. E' la metà del secondo tempo e alla Lazio, che chiude addirittura con quattro punte, riuscirà solo di accrescere i rimpianti per una imbattibilità che si ferma a quota quindici. Beninteso, la Champions dell'una e l'Uefa dell'altra sono ancora ben salde, ma da ieri, in una virtuale classifica senza penalizzazioni, la Fiorentina è davanti alla Lazio. Il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Prevalenza netta della Lazio, ma sorniona amministrazione del match da parte della Fiorentina, nel forno estivo dell'Olimpico. Non appena i biancocelesti, dopo un'ora spesa invano all'attacco, hanno pensato di tirare il fiato, zac, la Fiorentina si è impadronita del gioco e il cambio effettuato da Prandelli (Pazzini per Toni) ha fatto il resto. Lo sprint del giovanotto e la sua vitalità fisica hanno squassato la difesa della Lazio, e sono piovute tre occasioni una dietro l'altra fino a quella buona. Tra infortuni e squalifiche Delio Rossi è rimasto senza Behrami, Zauri, Mauri, Mudingayi, Cribari e all'ultimo momento anche Stendardo.

Difesa improvvisata, con due esterni volenterosi ma fisicamente inadeguati (Belleri e Bonetto) ed esordio a tempo pieno per Diakite, un franco senegalese della Primavera che diventerà qualcuno, se saprà dirozzare il piede. Privo di mezza squadra titolare, il tecnico ha accentuato i rischi rinunciando in partenza a Pandev e puntando su Makinwa e Jimenez. Entrambi gli hanno dato torto, ed è risultato un po' misterioso il motivo per cui Makinwa è rimasto in campo fino alla fine, con una Lazio che negli ultimi dieci minuti si è presentata addirittura con Pandev-Tare-Rocchi-Makinwa. Risorse centellinate anche per la Fiorentina, che non è più quella delle undici partite utili consecutive che avevano preceduto il tonfo di Parma. L'appannamento di Toni è palese, al pari di quello di Montolivo. L'idea di restituire le chiavi della squadra a Liverani non ha funzionato (Rossi, che lo conosce bene, gli ha piazzato Jimenez sui piedi), mentre a gioco lungo si è rivelata felice la decisione di Prandelli di trasformare il tradizionale 4-3-3 in un 4-3-1-2 con Jorgensen nella terra di nessuno (talvolta di Ledesma) alle spalle di Toni. Il danese, appena Pazzini ha preso il posto di Toni, ha contribuito a dare alla manovra viola tutt'altra velocità.

Eppure, proprio quel levarlo dalla fascia destra, aveva provocato gravi scompensi: Pazienza e Potenza erano andati più volte in tilt al cospetto di Manfredini, Bonetto e di Rocchi che partiva sempre da quella parte. Le parate di Frey su Rocchi (che ha anche colpito un palo esterno), Ledesma e Bonetto nel primo tempo sono risultate decisive. Mai come quella che il portiere ha effettuato nel finale, quando l'esordiente De Silvestri (subentrato a Belleri) gli ha scaricato sul corpo l'assist di Pandev. L'ultima palla buona della Lazio sarebbe toccata proprio a Rocchi. Ma più che un tiro, quello dell'attaccante è sembrato un passaggio al portiere.


Il Corriere della Sera così racconta la gara:


Il gol numero quindici di Adrian Mutu, un colpo di testa a porta sguarnita su cross da sinistra di Jorgensen, ferma a quindici la serie di risultati utili della Lazio. Piccole coincidenze del pallone. La Fiorentina cancella la sconfitta di Parma, vincendo per la prima volta nella stagione in un grande stadio: aveva perso a Milano contro l'Inter e a Roma con i giallorossi, si riscatta nella tana di Delio Rossi, puntellando il settimo posto Uefa sul quale fanno la corsa Udinese, Sampdoria e persino l'Atalanta. La mossa vincente è l'ingresso di Pazzini al posto di Toni, lento, macchinoso e acciaccato. Il centravanti del futuro viola dialoga bene nello stretto, regalando brio e profondità alla manovra della squadra di Prandelli. Pazzini mette anche lo zampino nell'azione del gol dopo averne sfiorato uno di testa. Il suo tiro, rimpallato dalla difesa, scatena Jorgensen. Il danese, lesto ad avventarsi sul pallone, approfitta dell'uscita sballata di Peruzzi e confeziona un cross morbido che Mutu trasforma nella testata da tre punti travolgendo Bonetto. La Lazio, che nel primo tempo aveva sorpreso la Fiorentina con una partenza grintosa, non è più quella delle otto vittorie consecutive. Ha perso sprint e imprevedibilità, è più lenta e non sfrutta le corsie esterne. Soprattutto non riesce a compensare le assenze, che qualche minuto prima dell'inizio diventano sei: a Behrami, Cribari, Zauri, Mudingayi e Mauri, si aggiunge Stendardo, che s'arrende dopo il riscaldamento quando il suo nome già compare nelle formazioni. Al suo posto gioca Diakite, che la serie A l'aveva assaggiata per qualche minuto nella trionfale trasferta di Udine.

E il fatto che alla fine il francesino sia il migliore dei biancocelesti deve indurre Rossi a qualche riflessione sullo stato di forma della sua squadra. La Lazio colpisce un palo esterno con Rocchi e nel primo tempo impensierisce Frey con un altro tiro del centravanti e con due conclusioni da fuori firmate da Ledesma e Bonetto. Nel secondo tempo, però, rallenta il ritmo e lascia spazio alla Fiorentina. Dopo la rete di Mutu, Rossi ci prova con tre punte, inserendo Pandev al quale era stato preferito Makinwa e alla fine rischia addirittura con quattro provando la carta Tare. La Lazio colleziona tre occasioni negli ultimi undici minuti, ma il giovane De Silvestri - lanciato nella mischia al posto di Belleri - si fa deviare il tiro da Frey (una parata decisiva), mentre Pandev sbaglia la mira dopo una mischia e Rocchi, proprio al 43', tira piano sul portiere. Così arriva la sconfitta e improvvisamente le otto vittorie consecutive sembrano lontane. La Lazio, che ha collezionato appena due punti nelle ultime tre partite, si guarda alle spalle. Contro la Fiorentina ha perso la prima partita del 2007, il terzo posto è in pericolo visto che il Milan è lontano appena un punto, ma la Champions è al sicuro. E domenica all'Olimpico c'è il derby. Rossi si fa coraggio: "La squadra non mi sembra stanca. Nell'arco di un campionato ci sono gare in cui sei più brillante e altre in cui lo sei meno".

La Fiorentina torna a casa con la consapevolezza che la trasferta di Parma è stata soltanto un passaggio a vuoto e non l'inizio di un momento di difficoltà. In evidenza, oltre a Frey e Pazzini, Dainelli e Gamberini, perfetti nel cuore della difesa viola. Anche Montolivo, dopo un inizio difficile, mostra crescente personalità. Al contrario di Liverani, il cui pomeriggio all'Olimpico è un piccolo incubo. I laziali lo fischiano già nel riscaldamento e non gli danno pace fino al momento in cui Prandelli lo sostituisce. Il centrocampista si consola con le parole del goleador: "Alla Lazio manca uno come Fabio", dice Mutu con la faccia furbetta. Prandelli, invece, sente il dovere di difendere Toni, un gol appena nelle ultime sei partite: "Senza Luca questa rincorsa non avrebbe avuto successo. Dobbiamo ringraziarlo perché ha giocato anche quando non stava bene". Ora sarà squalificato. Sabato contro il Chievo avanti con Pazzini.