Domenica 23 ottobre 1983 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Roma 0-2

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23 ottobre 1983 - 2181 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - VI giornata

LAZIO: Cacciatori, Miele (53' Vella), Chiarenza, Manfredonia, Batista, Spinozzi, Cupini (66' D'Amico), Vinazzani, Giordano, Laudrup, Marini. A disp. Ielpo, Piraccini, Meluso. All. Morrone.

ROMA: Tancredi, Nela, Bonetti I, U.Righetti, Falcao, Maldera III (7' E.Oddi), B.Conti (82' Chierico), Cerezo, Pruzzo, Di Bartolomei, Graziani. A disp. Malgioglio, Strukelj, F.Vincenzi. All. Liedholm.

Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa).

Marcatori: 4' Nela, 63' Pruzzo.

Note: giornata nuvolosa, terreno buono. Ammonito Graziani per scorrettezze. Angoli 5-2 (pt 2-1) per la Lazio. Al 29' s.t. Tancredi ha respinto un calcio di rigore di Giordano. Sorteggio antidoping negativo. Presenti in tribuna i ministri: De Michelis, Gaspari e Signorile; il presidente del CONI Carraro ed il segretario Pescante, il sindaco di Roma Vetere; l'allenatore della nazionale olimpica Maldini; presenti anche Del Gaudio e Zotta della nazionale italiana.

Spettatori: 65.000 circa (43.110 paganti). Incasso £. 970.005.000.

Massimo Cacciatori prima della gara
Duello brasiliano tra Joao Batista e Falcao
La prima rete dei giallorossi
Cacciatori cerca di opporsi ad un tiro dei giallorossi
Il palo di Giordano
Giordano in azione

Due ex genoani Nela e Pruzzo, hanno battuto la Lazio restituendo il primato alla Roma. Giordano ha sbagliato un calcio di rigore, ma la sua squadra era già sotto di due reti. Gli uomini di Morrone, con molto fair-play, hanno ammesso la superiorità della zona romanista. Maldini, osservatore speciale azzurro, ha visto una Roma in splendide condizioni di forma e una partita bella e molto corretta. Il presidente giallorosso Viola si è naturalmente divertito ed è rimasto impressionato dalla cornice che il pubblico ha saputo creare attorno ai protagonisti. Morrone, dal suo canto, ha imprecato alla jella mentre Liedholm ha dichiarato di aver battuto una Lazio grande e coraggiosa.

Si sono verificati alcuni incidenti, ma soltanto nel mattino, quando gruppi di opposte fazioni venivano alle mani. Nel corso dei tafferugli un ragazzo veniva ferito ad un gluteo con arma da taglio, mentre altre due persone venivano soccorse per contusioni varie. Le forze dell'ordine, intervenute tempestivamente, hanno sequestrato un razzo, tre coltelli a serramanico ed hanno arrestato tredici persone. Anche in Piazzale Flaminio un ragazzo è stato ferito con coltello ad una gamba. «E' stata una giornata faticosa - ha dichiarato ieri sera un funzionario di polizia - ma il piano predisposto dal questore ha funzionato alla perfezione».

Gol in apertura di Nela e raddoppio di Pruzzo nella ripresa dopo uno scambio con Conti - I biancazzurri di Chinaglia, costretti a inseguire, hanno corso e costruito molto, senza però trovare il punto della bandiera. Il successo non può sorprendere perché era nelle previsioni generali, ma nessuno si aspettava questa Roma brillante,, capace di cambiar ritmo ad ogni comando di Falcao, assolutamente fresca come se l'incontro di Sofia fosse stata la partitella d'allenamento infrasettimanale. E' proprio vero che uno dei segreti giallorossi sta nella preparazione fisica nell'intelligente lavoro che il professor Colucci sa dosare per ciascuno. Paradossalmente, il gol segnato subito, in apertura, da Nela (4'), con un perentorio colpo di testa su centro teso di Conti, ha finito per addormentare la squadra campione, a danno dello spettacolo.

Eppure, in quel giochettare senza forzare il ritmo se non in rare occasioni, c'era tutta la consapevolezza della superiorità nei confronti dell'avversario, e la maturità della squadra esperta che si sa bene amministrare. La Lazio, messa sotto nei primi minuti (subito dopo il gol Spinozzi salvava in tuffo su Pruzzo solo), era costretta ad attaccare, a premere in avanti con uomini e schieramento che palesemente erano stati studiati per un gioco di rimessa. Non riusciva mai a filtrare, spesse volte contrata al primo sbarramento, dove Pruzzo si esibiva nuovamente come a Sofia in un prezioso lavoro di interdizione, sempre bloccata dalla seconda linea a centrocampo dove pure mancava un incontrista formidabile come Ancelotti. Giordano ha sbagliato parecchio, soprattutto ha sbagliato nel non cercare la collaborazione di Laudrup, ma entrambi da, chi ricevevano i palloni se non se li andavano a cercare?

«Michelino» è tornato indietro a più riprese, ha cercato gli scambi cambiando partner senza mai trovare la minima rispondenza se non in Marini, sacrificato peraltro in compiti di interdizione. Batista non è mai riuscito ad impostare una manovra, finché non ha provato lui stesso a fiondarsi in avanti con esiti discreti; assolutamente fuori dal gioco è apparso Cupini che ha costretto Vinazzani a lavorare il doppio. Il problema di fondo della Lazio sta in questa non-organizzazione del centrocampo, determinata un poco dalla carenza del singoli e molto dall'errata attribuzione del compiti a ciascuno. Quando s'è esaurita la spinta farraginosa, ma almeno piena di buona volontà, ed è subentrata la stanchezza non c'è stata più partita e per questo non è determinante l'errore di Giordano (o l'intuizione di Tancredi) sul rigore (74') colto da Laudrup in una posizione dalla quale non avrebbe più combinato nulla di buono.

La Roma vince il derby, raccoglie 2 punti importanti, che la riportano al primo posto in classifica. Ma i giallorosso sembrano aver assimilato alla perfezione la flemma di Liedholm. Commentano la partita con toni distaccati, come se la vittoria rientrasse in un programma di ordinaria amministrazione. Forse è facile comportarsi così quando si vince. Tuttavia si ha pure l'impressione che la squadra abbia acquisito una diversa mentalità dopo il successo in campionato e le positive esperienze in campo internazionale. Però l'episodio chiave, costituito dal gol-lampo di Nela, viene tenuto nella giusta considerazione da Liedholm il quale sportivamente riconosce: «Con quella marcatura, sono saltati i piani della Lazio. Invece di puntare sul contropiede, i nostri avversari si sono visti costretti ad attaccare spendendo molte energie. Ma devo anche aggiungere che la nostra difesa Ha saputo chiudere molto bene i varchi. Nel primo tempo i laziali non sono riusciti ad effettuare un solo tiro in porta. Nella ripresa hanno spinto maggiormente, ma rischiando di incassare altri gol».

Il palo colpito da Giordano e il rigore fallito dallo stesso centravanti, avrebbero potuto cambiare il risultato della partita? Liedholm stavolta ribatte con ironia: «Sono stati gli unici episodi che hanno avuto a disposizione i nostri avversari. Noi abbiamo fallito tanti gol. Devo complimentarmi con tutti i miei giocatori. Pruzzo è stato eccezionale». Ancelotti fuori e Bonetti in squadra. «Normale avvicendamento per Ancelotti che ho visto un po' stanco. Ormai rientra nei nostri piani: i sostituti sono sullo stesso piano dei titolari. Non si creano scompensi. Bonetti era caricato moralmente dopo la prova di Sofia. Lasciandolo fuori avrei incontrato difficoltà nel recuperarlo». Fra le dichiarazioni dei giocatori emerge un retroscena curioso per quanto riguarda l'episodio del rigore parato da Tancredi. E' Falcao a rivelarlo: «Sapevo che di solito Giordano tira molto forte. Mi sono avvicinato al nostro portiere e gli ho gridato energicamente: stai fermo fra i pali, guardalo negli occhi, sei il migliore di tutti, devi bloccarlo». A proposito della massima punizione concessa da Agnolin, il brasiliano dice sorridendo: «Ero a due passi. Nela non ha colpito la palla e tantomeno Laudrup».

Fonte: La Stampa