Domenica 6 dicembre 1992 - Pescara, stadio Adriatico - Pescara-Lazio 2-3

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6 dicembre 1992 - 2543 - Campionato di Serie A 1992/93 - XII giornata - calcio d'inizio ore 15.00

PESCARA: Marchioro, Dicara, Nobile, Zironelli, Dunga, Righetti, Ferretti (77' Palladini), Allegri, Borgonovo, Sliskovic (62' Compagno), Massara. A disp.: Savorani, Alfieri, Bivi. All. Galeone (in panchina Zucchini).

LAZIO: Fiori, Bonomi (15' Corino), Favalli, Bacci, Luzardi, Bergodi, Fuser, Doll, Winter, Gascoigne (82' Stroppa), Signori. A disp.: Orsi, Sclosa, Neri. All. Zoff.

Arbitro: Sig. Amendolia (Messina).

Marcatori: 23' Gascoigne, 48' Borgonovo, 72' Signori, 73' Allegri, 90' Luzardi.

Note: espulso Bacci per doppia ammonizione. . Ammoniti: Corino e Nobile. Antidoping: Ferretti, Palladini, Bergodi, Fiori. Calci d'angolo: 11-6.

Spettatori: paganti 3.266, incasso 146.613.000, abbonati 12.354, quota 374.626.666.

Dal Guerin Sportivo: la rete di Borgonovo
Dal Guerin Sportivo: la rete di Beppe Signori
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Il goal "fantasma" di Luzardi che sancisce la vittoria della Lazio

E alla fine la Lazio deve ringraziare Luzardi, il quale, a tempo abbondantemente scaduto, si è trasformato senza neanche volerlo troppo in provvidenziale quanto discusso goleador, siglando il gol di un benevolo successo che in precedenza e per ben due volte la medesima Lazio si era lasciata sfuggire dalle mani per un'imperdonabile superficialità e per ribadita leggerezza collettiva. Quel gol, dalla tribuna, in effetti non si è visto. Da qualche parte tutt'al più si è intuito, sospettato. Perché quella palla schizzata dalla testa di Luzardi sotto la traversa e rimbalzata nei pressi della linea di porta (la moviola dirà sulla riga, ma lo dirà dopo), mai è entrata in rete, anche perché un altro laziale, Bergodi, non è riuscito a sospingerla dentro. Giurare a caldo sulla autenticità del gol era giudizio estremamente arduo: e per la caoticità dell'azione, sviluppatasi nel giro di pochi secondi in una selva di gambe e di teste, e perché da oltre un'ora si era fatto ricorso alla luce artificiale per via di una precoce oscurità. Dovere di cronista impone riferire della mancata protesta immediata dei calciatori di casa nonché della determinazione dell'arbitro incoraggiato nella sua decisione anche dal guardalinee Tullio Godeas il quale intorno al 18' era stato vittima di un insolito incidente: si era accasciato al suolo al deflagrare di una bomba-carta e per 2' era rimasto a terra privo di sensi. Particolare che conforta i tardivi cori pescaresi fino a far sospettare al presidente Scibilia, che ha parlato di "risultato deciso a tavolino" e di "retrocessione voluta dall'alto", che il medesimo Godeas "avrebbe voluto così vendicarsi dello choc procuratogli dall'esuberanza dei nostri tifosi". In realtà quel gol ha emesso una sentenza severa nei confronti del Pescara e ha regalato un punticino in più alla Lazio in quel momento paga del pareggio. Un pareggio che alla resa dei conti sarebbe stato legittimo perché maturato nel corso di una sfida tutto sommato equilibrata. Si, perché la Lazio che non riesce ad esprimersi a livello che le compete per mezzi in suo possesso era stata trascinata fuori da un pericoloso tunnel di supremazia pescarese soltanto grazie ad una prodezza del seppur spento Gascoigne, che intorno alla mezz'ora si è ricordato di essere il fuoriclasse che l'Italia ancora non conosce completamente. Si era al 25' per l'esattezza, allorquando il geniaccio britannico si è improvvisamente scosso dall'irritante languore, dovuto forse anche al delittuoso grigiore di cui è vittima incolpevole, e si è esibito in una irresistibile serpentina che ha richiamato alla memoria quelle di un tal Maradona. Nel giro di una decina di metri l'inglese ha liquidato in bello stile quattro avversari: Ferretti, Dunga, suo benevolo angelo custode, Di Cara e Righetti e, presentatosi solo davanti a Marchioro, l'ha infilato senza pietà. Un gol da antologia, sottolineato dal flebile applauso della sparuta rappresentanza di tifosi laziali, la maggior parte dei quali non aveva ancora preso posto in tribuna per via di un ritardo del treno che li aveva portati da Roma a Pescara. La Lazio avrebbe dovuto difendere questo gol dall'alto della sua maggiore espressione tecnica ma nella ripresa si è lasciata travolgere ancora dalle sue ansie difensive, nonostante il sacrificio di Winter e la collaborazione degli altri fuoriclasse che stazionano in avanti. E la difesa si è fatta cogliere impreparata da un tocco abile di Borgonovo, mal tenuto da Luzardi, che ha sorpreso Fiori. Tutto da rifare, partita in salita poiché il Pescara ha ripreso a macinare il suo modesto schema spinto dalla disperazione generale e da un arrabbiato Dunga. Ma la classe è riemersa. Stavolta per merito di Signori, abilissimo al 28' nel prendersi gioco dell' intera difesa pescarese e far centro in splendida giravolta. Ma nello stesso minuto, la Lazio si è fatta tradire dalla sua balbuzie difensiva allorché Allegri è stato più lesto di tutti gli ospiti a riprendere un bolide di Dunga ingenuamente respinto da Fiori.

Non si sono ancora spenti gli echi degli incubi vissuti alla vigilia di Lazio-Roma che ieri a Pescara si è ritrovato, prima della gara, un ingente quantitativo di attrezzature da guerra. E anche in questa circostanza era impegnata una formazione romana, la Lazio per l'appunto. Poche ore prima della sfida con il Pescara la polizia ha scovato nei pressi della curva Sud, quella riservata ai tifosi ospiti, bombe carta e armi improprie sotterrate, probabilmente durante la notte, in un parco adiacente allo stadio: stessa tecnica usata in occasione del derby capitolino. La polizia è stata insospettita dalla presenza di due individui che all'intimazione degli agenti, sono stati sparati anche alcuni colpi in aria. si sono dileguati. Sono state così rinvenute circa 130 bombe carta con le micce innescate caricate con polvere da sparo da 40 a 500 grammi. Ritrovati anche alcuni tubi di lancio da 40 centimetri con una bocca di fuoco da 8. Ordigni da guerra insomma. E poi riproduzioni di pistole calibro 9 oltre a bastoni, catene e altri oggetti. Il treno che trasportava oltre 500 tifosi della Lazio da Roma è giunto a Pescara in ritardo. Spiegazione ufficiale del ritardo: un guasto al locomotore. Ma, s'è detto, qualcuno suppone che si sia trattato di un ritardo voluto a titolo precauzionale. Se così fosse sarebbe una saggia decisione. Una delle poche bombe carta entrate nello stadio ha provocato un incidente: al 18' della ripresa infatti il segnalinee friulano Tullio Godeaz si è accasciato al suolo stordito da un violento scoppio. Per due minuti la partita è stata sospesa. A fine gara Godeaz è stato pesantemente accusato dal presidente del Pescara, Scibilia, di aver avallato la convalida del discusso gol del successo dalla Lazio per "vendicarsi del petardo che gli aveva provocato choc e paura".

Fonte: Corriere della Sera