Domenica 9 dicembre 1979 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Udinese 0-0

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9 dicembre 1979 - 2022 - Campionato di Serie A 1979/80 - XII giornata

LAZIO: Cacciatori, Tassotti, Citterio, Wilson, Manfredonia, Zucchini, Todesco, Montesi, Giordano, D'Amico, Viola. A disp.: Avagliano, Manzoni, Garlaschelli. All. Lovati.

UDINESE: E.Galli, Osti, Fanesi, Leonarduzzi, Fellet, Catellani, Vagheggi (75' Sgarbossa), Pin, Vriz, Del Neri, Bressani. A disp.: Della Corna, Francesconi. All. Orrico.

Arbitro: Redini (Pisa).

Note: cielo coperto, pioggia ad intervalli, terreno scivoloso. Al 75' espulso Vriz per frasi irriguardose nei confronti dell'arbitro. Ammoniti Leonarduzzi, Osti e Bressani.

Spettatori: 20.000 dei quali 5.516 paganti per un incasso di £. 20.689.900 (abbonati 13.114 per una quota di £. 72.169.000).

Enrico Todesco in azione
Todesco discute con Osti
Todesco in azione sulla fascia destra
Viola anticipato dal portiere Galli
Galli in uscita su Giordano
La cronaca della gara

Una Lazio in giornata grigia, come il sottile velo di nebbia calato sull'Olimpico, ha «conquistato» faticosamente il risultato di zero a zero contro l'Udinese. Se i friulani fossero riusciti ad imprimere una maggiore convinzione alle azioni sotto la rete avversaria, avrebbero potuto portarsi a casa addirittura i due punti senza far gridare allo scandalo. La squadra di Orrico, infatti nonostante l'affannosa pressione dei biancoazzurri, è andata vicinissima alla marcatura con manovre limpide che hanno abbondantemente bilanciato le occasioni fallite dalla Lazio, maturate quasi sempre in circostanze fortunose. L'Udinese ha presentato una intelaiatura molto ordinata, fortissima sul piano atletico e giocatori interessanti come Bressani, Catellani, Vagheggi, Pin, Vriz e il portiere Galli. C'è da rilevare, però, che ai laziali è venuto praticamente a mancare l'apporto di Giordano, condizionato da uno stiramento alla coscia destra, che ha messo in forse la presenza del giocatore fino a pochi minuti dall'inizio della partita.

Quello che si supponeva, ha trovato un perfetto riscontro sul campo: senza i gol e il gioco del centravanti, la Lazio piomba nel buio più assoluto. Contro un'avversaria che ha impostato la partita prevalentemente sul piano difensivo, ma sempre pericolosa in contropiede, la compagine di Lovati ha mostrato limiti sconcertanti in fatto di agonismo, di tecnica e di tattica. Si sono salvati in parte dal naufragio generale, Montesi, Viola, Todesco, Wiison e soprattutto il portiere Cacciatori che al 43' ha sventato con una parata strepitosa la palla-gol più limpida della partita, colpita di testa da Bressani. Considerato il tono della gara, difficilmente la Lazio sarebbe riuscita a rimontare.

I biancoazzurri, con l'eccezione di qualche affondo più deciso nel secondo tempo, non sono riusciti a far breccia nella rocciosa retroguardia Udinese, perché hanno sempre attaccato frontalmente, in maniera caotica, trascurando la manovra sulla fasce laterali. Ai friulani è quindi rimasto tutto il merito di aver offerto qualche sprazzo di gioco apprezzabile, che tuttavia non è servito a cancellare il modesto spettacolo offerto nello stadio olimpico sempre più desolatamente vuoto. Gli spettatori paganti sono stati poco più di 5000. Un vero e proprio record negativo. Oltre al gol sfiorato da Bressani. la gara non ha offerto altre grosse emozioni. Ma anche la Lazio ha fallito la sua grossa occasione al 62' con Giordano il quale, ricevuto un preciso cross da Citterio, sciupava clamorosamente tirando alto da non più di due metri dalla porta avversaria sguarnita. L'Udinese è rimasta in dieci uomini nell'ultimo quarto d'ora della partita, per l'espulsione di Vriz che nessuno ha capito, eccetto l'arbitro apparso nell'occasione eccessivamente severo. La partita è terminata fra il coro di «buffoni-buffoni», con cui i tifosi laziali hanno scaricato la rabbia sulla loro squadra.

Gli spogliatoi dell'Olimpico, dopo la partita Lazio-Udinese, si sono animati per la vivace polemica esplosa fra il medico sociale della società biancazzurra prof. Ziaco e l'allenatore Lovati. Il pomo di una discordia che sembra risalire a tempi più lontani, questa volta è stato l'attaccante Garlaschelli. Ecco in breve i retroscena: l'atleta era stato considerato non idoneo a giocare dal prof. Ziaco, il quale gli aveva riscontrato l'alterazione di alcune componenti del sangue. Lovati, invece, ha condotto Garlaschelli in panchina per rilevare Giordano nel caso che il centravanti, appena guarito da uno stiramento, non fosse stato in grado di giocare fino in fondo. La reazione di Ziaco è stata molto dura: - «Lovati si è assunto una grossa responsabilità — ha dichiarato il medico - con un telegramma avevo avvertito il presidente, l'allenatore e lo stesso Garlaschelli dei grossi rischi che si sarebbero corsi autorizzando il giocatore a scendere in campo. Si è creato un caso pericoloso. E' vero che verso le 14 l'analista mi aveva rassicurato sui nuovi esami di laboratorio. Ma lo ha fatto a voce. Non ho visto niente di scritto. In certe faccende bisogna essere cauti. Non dimentichiamoci della tragedia che stroncò la vita di Renato Curi». Lovati, già seccato per la brutta partita disputata dai suoi, ha replicato seccamente dicendo di aver interpellato Garlaschelli: - Mi ha risposto di sentirsi bene e pronto a giocare — ha sottolineato il trainer — quindi mi è sembrato normale condurlo in panchina -. L'attaccante, dal canto suo, è apparso piuttosto seccato dal «giallo» in cui è stato coinvolto. Non ha digerito neppure il comportamento di Lovati che gli aveva promesso di farlo giocare una parte della gara al posto di Giordano: - Mi sentivo bene — ha detto Garlaschelli — mi alleno da una settimana. Non capisco che differenza può esserci con l'impegno di una partita -. Ma ai facili entusiasmi, il prof. Ziaco aveva opposto una precisa documentazione basandosi sul responso del laboratorio scientifico. La Lazio ha sbagliato comportandosi con la leggerezza di chi non sembra aver tratto alcun insegnamento da dolorosi precedenti.

Fonte: La Stampa