Domenica 9 gennaio 2011 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Lecce 1-2

Da LazioWiki.

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9 gennaio 2011 - 3.403 - Campionato di Serie A 2010/11 - XIX giornata - inizio ore 15.00

LAZIO: Muslera, Lichtsteiner (85' Foggia), Stendardo, Biava, Radu, Brocchi, Ledesma, Mauri (75' Kozak), Hernanes (68' Bresciano), Zarate, Floccari. A disposizione: Berni, Diakite, Scaloni, Gonzalez. Allenatore: Reja.

LECCE Rosati, Gustavo, Tomovic, Fabiano, Mesbah, Munari, Bertolacci (68' Coppola), Grossmuller (85' Ferrario), Vives, Jeda, Ofere (36' Corvia). A disposizione: Benassi, Rispoli, Donati, Piatti. Allenatore: De Canio.

Arbitro: Sig. Pierpaoli (Firenze) - Assistenti Sigg. Giachero e Comito - Quarto uomo Sig. Baracani.

Marcatori: 39' Muslera (aut), 47' Mauri, 73' Grossmuller.

Note: giornata soleggiata, terreno buono. Ammoniti: Mauri, Grossmuller, Biava, Coppola, Munari. Calci d'angolo: 7 - 10. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 25.861 con 12.826 paganti e 12.795 abbonati.

Uno dei tre paracadutisti che sono scesi a centrocampo durante l'intervallo
Un altro momento dell'evento
Stephan Lichtsteiner in azione
Il difensore svizzero in un momento della gara
La rete del pareggio di Stefano Mauri
Un altro fotogramma del tocco vincente del centrocampista brianzolo
L'esultanza del calciatore biancoceleste
Mauro Zarate si dispera
Sergio Floccari
Cristian Ledesma
Libor Kozak
Reja impartisce disposizioni e Ledesma

La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio si rovina la festa. All'Olimpico rinasce il Lecce. I pugliesi vincono 2-1 e staccano il Brescia nel giorno dei 111 del club biancoceleste: Mauri rimedia all'autogol di Muslera, poi Grossmuller decide in contropiede. Troppo discontinua la squadra di Reja: da salvare solo l'inizio di secondo tempo".

Continua la "rosea": Clamorosa sorpresa all'Olimpico. Per una volta consentiteci l'iperbole. Sì, perché il Lecce vince 2-1 in casa della Lazio. E meno male che era la festa per 111 anni della società biancoceleste. Avete capito bene. Lo stesso Lecce che ha la peggior difesa della serie A e che fin qui fuori casa aveva fatto solo un punto (2-2 a Palermo) e che quasi tuti gli addetti ai lavori indicano come una delle tre destinate alla retrocessione. Tranquilli, il risultato è giusto. I giallorossi (colore sempre indigesto in casa Lazio) dominano nel primo tempo, sbandano a inizio ripresa, ma poi segnano di nuovo e legittimano il risultato. Reja va sul sicuro. Stendardo per lo squalificato Dias in difesa e la formazione tipo, visto che Matuzalem starà fuori un mese. Il Lecce, che schiera il baby Bertolacci (classe 1991) sulla trequarti, parte da subito con il piglio giusto. I pugliesi non buttano mai via la palla, giocando semplice e pulito. I 7 corner conquistati nei primi 15' evidenziano la supremazia della squadra di De Canio. Muslera è attento su Munari. Sono i suoi compagni a non esserci. Hernanes è molto lontano da Floccari e incide poco, Mauri si fa notare solo per un sinistro e Zarate azzecca un paio di giocate, ma piuttosto inutili.

Quindi il gol del Lecce non deve stupire. Al 39' Stendardo sbaglia il disimpegno, Jeda calcia di destro e centra il palo. La palla sbatte sulla schiena di Muslera e finisce in porta per il più classico degli autogol che coinvolgono i portieri. Nell'intervallo non è difficile immaginare una sfuriata di Reja degna del suo amico Capello. E anche la mossa di Mauri trequartista con Hernanes più largo a sinistra è azzeccata. Alla ripresa infatti c'è un altra reattività. Il gol del pari, che arriva subito su palla inattiva, è un'ulteriore iniezione di fiducia. Sulla punizione di Ledesma, una carambola libera Mauri. Il mancino stoppa e segna con freddezza di destro. Il Lecce vede i fantasmi: Zarate dialoga con Mauri al limite dell'area ma a tu per tu con Rosati lo grazia. Bisognava segnare. L'argentino se vuole salire un gradino deve imparare a non sbagliare certi gol. Superati dieci minuti complicati, il Lecce riprende coraggio. La Lazio attacca, ma senza quell'incisività di inizio ripresa. Floccari combina poco, Hernanes ancora meno fino alla sostituzione, Zarate ha dei lampi da campione (vedi la traversa colpita direttamente su corner) ma poi si prende lunghe pause.

I pugliesi hanno spazio quando ripartono: Grossmuller prima stuzzica Muslera, poi con lo stesso tipo di inserimento segna il 2-1, liberato anche da un liscio involontario di Corvia sul primo palo. I biancocelesti provano a reagire. Reja butta dentro Kozak e Foggia. Ma non c'è grande lucidità. Rosati resta quasi disoccupato, mentre è il Lecce a sciupare in maniera clamorosa il gol della sicurezza, tirando fuori da un 3 contro 1 solo una traversa di Grossmuller e un salvataggio di Biava sulla linea. Ma per De Canio si apre un nuovo campionato. Con prestazioni così arriveranno altri punti lontano dal Salento. Preoccupa invece la Lazio, la cui curva di rendimento pare pericolosamente puntata verso il basso. Lo stesso Reja non ha mai creduto nello scudetto, ma giocando così tutte le posizioni nobili resteranno un'utopia.


Il Messaggero titola: "Lazio, occasione gettata: ko col Lecce.

Continua il quotidiano: Paura di volare? Forse. Fatto sta che nel giorno in cui il Milan acciuffa un punto per miracolo, la Lazio si fa battere in casa dal Lecce, che non aveva mai vinto in trasferta. Reja per una volta non toglie mai uno Zarate da schiaffi e tiene troppo dentro anche Hernanes, più compassato del solito e per niente brillante. Inizio lento della Lazio, il Lecce domina, prende corner su corner e la squadra di Reja dorme. Dopo un sinistro di Mauri di controbalzo non troppo alto, al 39' il gol-autogol del Lecce. Stendardo respinge corto di testa con la difesa sbilanciata, Jeda controlla e di destro scaglia verso Muslera; palla sul palo, poi sulla schiena del portiere e in rete. La Lazio si butta avanti, ma sbaglia troppi passaggi e mancano le idee. Fischi a fine primo tempo. Nell'intervallo il tocco più preciso lo fa il presidente del Lazio club paracadutismo, che scende dal cielo e colpisce al volo un pallone a centrocampo.

Appena rientrati Mauri pareggia: punizione da destra di Ledesma, la mezzala parte in fuorigioco e insacca da un metro. Un minuto ancora e il capitano goleador libera con un tocco Zarate al culmine di un triangolo: l'argentino si fa respingere il tiro di piede da Rosati, incredibile occasione. Lo spostamento di Mauri in posizione da trequartista, con Hernanes a sinistra, sembra funzionare. Ora la partita è aperta. Fin troppo per la Lazio. Al 72' prima Zarate prende il palo su calcio d'angolo, poi in contropiede il Lecce infila con Grossmuller, il migliore dei suoi, dimenticato a pochi passi da Muslera. Lo pesca Vives. All'83', dopo un colpo di tacco geniale di Corvia, il Lecce riesce a non segnare a un metro della porta in 3-4 tentativi, compresa una traversa di Munari: sbagliano praticamente tutti la rete del 3-1. Reja prova con Foggia e Kozak, ma Zarate vuol fare da solo e non ci riesce. Ancora fischi meritati.


Tratte dal quotidiano romano, alcune dichiarazioni post-gara:

"Una sconfitta meritata", ma soprattutto "un'occasione sprecata" che macchia il girone di andata della Lazio condotto ad altissimi livelli, rovinando anche la festa dei 111 anni di storia del club biancoceleste, e regala al Lecce, e al suo allenatore De Canio, tre punti d'oro nella lotta salvezza. Il tecnico della Lazio, Edy Reja, non si nasconde e ammette di aver visto una brutta Lazio contro il Lecce, soprattutto nel primo tempo. "I primi 45' sono stati orribili - ha confessato - li abbiamo letteralmente regalati ai nostri avversari. Oggi, la squadra non aveva la mentalità e l'attenzione giusta per vincere questo tipo di partite. Loro si sono chiusi benissimo e ripartivano sempre in maniera pericolosa. Anche se vorrei sottolineare che i contropiedi più pericolosi sono sempre nati da palle inattive a nostro favore. È inaccettabile, è una questione di testa. Mi dispiace soprattutto per i tifosi che oggi avrebbero voluto festeggiare degnamente i 111 anni di storia".

Una sconfitta ancora più amara visto il mezzo passo falso del Milan, in casa contro l'Udinese, e il ko della Roma a Genova contro la Sampdoria. "È davvero un peccato - ha aggiunto Reja, assumendosi la responsabilità del ko - perché le altre stentano, e noi non dovevamo sciupare questa grossa occasione. Purtroppo non siamo stati brillantissimi. Non abbiamo paura di volare e il nostro girone di andata resta comunque molto positivo: difenderemo con le unghie questo secondo posto. Una battuta d'arresto ci può stare nell'arco del campionato, ma ora dobbiamo ripartire subito". A questo punto, tenendo anche conto del ko di Rocchi (distorsione al ginocchio ieri in allenamento, si teme un mese di stop), la priorità sul mercato resta una punta di peso. "La società sta lavorando, vediamo se riusciremo a centrare qualche obiettivo. Le trattative sono in corso".


La delusione dipinta sul volto di Cristian Brocchi è quella di tutto l'ambiente laziale, scosso da una sconfitta interna arrivata nel giorno del compleanno della società. Intervistato all'uscita degli spogliatoi dello stadio Olimpico, il grintoso centrocampista ha cercato di sdrammatizzare la situazione: "A questo punto della stagione non ci sono occasioni perse o guadagnate. Il nostro girone d'andata rimane ottimo e la classifica resta buona. Non per questo vogliamo cercare scuse: abbiamo perso perché abbiamo giocato male". Adesso la Lazio deve riprendersi: "Nel girone di ritorno partiremo con grande carica. Tutti noi vogliamo ripetere quanto di buono fatto fino ad ora. La stanchezza? Non credo che la sconfitta dipenda da quella. E' vero, giovedì abbiamo avuto un impegno faticoso, ma anche il Lecce lo ha avuto. Di stanchezza si può parlare quando si hanno le coppe e noi non le abbiamo. Non cerchiamo alibi. Il giorno del compleanno è stato si macchiato dalla sconfitta, ma la macchia è eliminata dalla classifica. Oggi abbiamo demeritato e perso, in altre occasioni abbiamo meritato e vinto. Non c'è da preoccuparsi, anche se in questo ambiente aleggia sempre una certa negatività".