Sabato 21 aprile 1984 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Napoli 3-2

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21 aprile 1984 - 2202 - Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1983/84 - XXVII giornata

Lazio: Orsi, Miele, Podavini, Spinozzi, Batista, Vinazzani, Cupini, Manfredonia, Giordano (89' Piga), Laudrup, D'Amico (68' Marini). A disp. Cacciatori, Piscedda, Piraccini. All. Carosi.

Napoli: Castellini, Boldini, Frappampina, Celestini, Krol, Ferrario, Casale (46' Caffarelli), Dal Fiume, C.Pellegrini (81' Palanca), Dirceu, De Rosa. A disp. Di Fusco, Masi, Della Pietra. All. Marchesi.

Arbitro: Agnolin (Bassano del Grappa).

Marcatori: 1' Giordano, 33' Laudrup, 42' Dal Fiume, 62' Laudrup, 77' Celestini.

Note: giornata calda, terreno in ottime condizioni.

Spettatori: 55.000 circa.

Lionello Manfredonia ad inizio gara
Il tiro vincente di Giordano al primo minuto di gioco
I rigori sbagliati da Bruno Giordano e Vincenzo D'Amico
L'abbraccio all'attaccante
La rete di Michael Laudrup
Bruno Giordano dopo il goal
L'esultanza di Bruno Giordano dopo la marcatura
Il biglietto della gara
Il secondo goal di Laudrup

Resurrezione di sabato per la Lazio, che toglie due punti al Napoli e saggia crudelmente lo stato delle coronarie dei suoi tifosi, accorsi in gran numero a stipare se non proprio a colmare l'Olimpico. Emozioni a non finire, nel vero senso della parola perché l'arbitro Agnolin non si decideva ad emettere il triplice fischio, come si dice, in una partita opulenta di gol e di combattimento sia pur scadente come qualità di gioco e tatticamente farraginosa, specie per demerito laziale. E allora perché ha vinto la Lazio, si domanderà l'arguto lettore ? Per il tasso di classe in più, incarnato dal suo convalescente Dominguin-Giordano, dai piedi magici e dalla progressione in velocità di Laudrup, dal lavoro all'ingrosso da autentico e superbo mulo di Batista. E poi per una decisione - se non un decisionismo... - maggiore nei momenti topici della partita e alla fin fine negli scontri uomo a uomo che hanno riempito i minuti, in assenza di schemi, geometrie e lussurie tattiche. La parrocchia, la grinta e i campioni hanno quindi tenuto a distanza sebbene minima un Napoli appena più squadra, più capace di far girare il pallone in ogni zona di campo, più "serio" nel premere territorialmente anche se psicologicamente più friabile per il non dover vincere a tutti i costi. Nella meraviglia della coreografia a varie tinte celesti, sotto un cielo meritorio, in una temperatura che avvia l'estate, con sirene, tafferugli e varia inumanità prepartita ivi compreso un accoltellato napoletano gravissimo, tanto per non smentirci, nei primi minuti succede di tutto: già nella filigrana dell'intera vicenda agonistica dopo trenta secondi Batista ha lanciato Laudrup sulla destra, che ha rimesso al centro a "colomba" per un sinistro malcerto ma puntuale di Dominguin che comincia a matare Castellini. Curva nord in delirio. Curva sud silenziosa subito dopo per Pellegrini che spreca il suo, di sinistro, in una contingenza assai favorevole. Quindi per una punizione da destra di D'Amico il rasatissimo e pasqualissimo Agnolin coglie il rigore di un "mani" di Celestini. Tira Giordano, para Castellini, riprende Giordano e segna.

Ma si ripete, c'era gente in area. Tira Giordano, para Castellini. Ma si ripete, idem. Tira D'Amico, Stavolta fuori, anche se ancora gente s'era affacciata prematura... ma allora è Mel Brooks ! Oppure un western, di quelli in cui muoiono subito tutti e ti chiedi che altro potrà mai accadere. Accade la partita: Napoli in possesso di palla, grazie al motorino svelto Dirceu e agli sgroppatori Dal Fiume e Celestini, con davanti un Pellegrini da centravanti-sponda, infelice, e dietro un Krol che sembra un parente. La Lazio chiude dietro alla paesana, Manfredonia distribuisce ardori, D'Amico è soverchiato a mezzo campo, Cupini si batte e Giordano timido anima solo il carisma. Così in un gioco continuamente spezzettato, da video-game, Casale spreca un sinistro sporco, ed è bravo Orsi, poi (al 33') Vinazzani recupera una palla ideale per Giordano, in contropiede da vademecum, il quale cesella in profondità per Laudrup, sulla destra: Boldini è bruciato, e così capita a Castellini in uscita. Ancora Casale poco dopo alza di testa. Ma a ridiscutere l'insieme al 42' è Dal Fiume, di cui Podavini rispetta una finta oratoriana, permettendogli di rientrare al centro e di battere di sinistro Orsi. Ripresa, con occasioni per De Rosa e Pellegrini, essendo il Napoli tutto inclinato in avanti, timori della lazialità finché Giordano, solo e pensoso, rifinisce con tempi da moviola il pallone per Laudrup, supersonico, che ce la fa a toccare dentro di sinistro, a Castellini disdicevolmente insicuro. Sembra fatta, ora si giocherà il resto alla radio, con gli altri risultati... macché: De Rosa tocca una punizione per Ferrario, cui si oppone il fresco entrato Marini (ma perché non far uscire l'ombra-Giordano, Dominguin disarmato, Carosi mio ?) sulla linea. Celestini butta dentro. Pathos fino all'ultimo, Chinaglia respira e mangia cioccolato.

Fonte: La Repubblica