Giovedì 30 gennaio 2025 - Braga, estádio Municipal - Sporting Braga-Lazio 1-0
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30 gennaio 2025 – Braga, estádio Municipal - Europa League – Fase Campionato, VIII giornata - inizio ore 21.00
SPORTING BRAGA: Hornicek, Gomez (89' Ferreira), Oliveira, Niakaté (27' Arrey-Mbi), Chissumba (89' Marin), Fernandes (79' Martinez), Gorby, Moutinho, Horta, El Ouazzani, Gharbi. A disposizione: Magalhaes, Sa, Bambu, Rodrigues, Noro, Barbosa, Joao Vasconcelos, Macedo. Allenatore: Carvalhal.
LAZIO: Mandas, Marusic, Gigot, Romagnoli, Pellegrini (88' Zazza), Dele-Bashiru, Gila (71' Dia), Tchaouna (66' Isaksen), Pedro, Noslin, Castellanos (88' Balde). A disposizione: Provedel, Furlanetto, Serra, Nazzaro, Di Tommaso. Allenatore: Baroni.
Arbitro: Sig. Brooks (Inghilterra) - Assistenti Sigg. Robathan e Bennett - Quarto uomo Sig. Bramall - V.A.R. Sig. Attwell - A.V.A.R. Sig. Van Boekel (Olanda) – Delegato UEFA Sig. - Osservatore arbitro Sig.
Marcatori: 6' Horta
Note: esordio in una competizione ufficiale con la maglia della Lazio per Matteo Zazza. Ammonito 69' Gila. Angoli 4 a 7. Recuperi: 2' p.t., 4' s.t.
Spettatori: 15 mila circa (paganti 10.438).
► I calciatori convocati per la partita odierna
► Il Corriere dello Sport titola: “Solo sprazzi di Lazio”. “Centrocampo inesistente, i biancocelesti cedono al Braga dopo appena sei minuti (gol di Horta). Poi una ripresa più vivace, ma il pareggio non arriva. La squadra di Baroni conclude al primo posto con l’amarezza di una sconfitta che chiarisce la necessità di un mediano in più nella rosa”.
Prima per differenza reti, non primissima. In cima all’EuroLeague, una specie di conquista della Luna per la Lazio. Il derby come destino? Agli ottavi potrebbe affrontare la Roma o il Ferencvaros, il Porto o il Viktoria Plzen. L’opera di Baroni si sublima nella classifica, macchiata dalla prima sconfitta, ma questa Lazio senza centrocampo era impresentabile. Diciamolo. Al culmine dell’assurdità abbiamo visto giocare la coppia di mediani Gila-Dele-Bashiru. È un’aggravante, non un’attenuante. Meglio pensare al primo posto, mette addosso una voglia sfrenata di provarci fino alla fine. Arrivare così in alto è difficile, restarci senza ricambi è impossibile. Il limite, eccolo. Baroni ha bisogno di un mediano da fine agosto. Ripetiamo: uno. Casadei, Fabbian o Fazzini, fate presto. Per il Braga vittoria amara, è eliminata.
L’avvio. Ecco cosa succede senza le torri di controllo Guendouzi-Rovella: il Braga ha preso subito campo. Del baronismo, in queste condizioni, non è affiorato niente. Di palleggio non ne parliamo neppure. Gila, il mediano metaforico, e Dele-Bashiru, il mediano figurato, sono stati facilmente sballottati. Che rumba, in mezzo. L’anatomia del gol sintetizza lo squarcio centrale e il concetto di centrocampo mai esistito. Il possesso palla del Braga è iniziato al 4' minuto e 25 secondi, è stato interrotto due volte da un recupero strampalato di Tchaouna. Ha sempre ridato il pallone ai portoghesi. L’azionissima del Braga è ripresa al minuto 5 e 8 secondi, si è conclusa in cinquanta secondi. Con un giro palla da passerella, coinvolgendo il portiere, i portoghesi hanno innescato Chissumba per Ricardo Horta, trequartista sceso fi no a centrocampo. Gila è salito con l’idea di tamponarlo, poco ferocemente. Dele-Bashiru, errante, non c’era come sempre, inutilmente a ridosso della trequarti. S’è aperto il Mar Rosso. Horta ha innescato Gorby nel cuore del centrocampo, apertura per Roger Fernandes. Pellegrini, per ostacolarlo, ha lasciato sfilare Victor Gomez. Palla ad Horta che arrivava da dietro, gol in diagonale. Gila gli stava alle spalle. In tutto diciannove passaggi.
S’era visto subito che il Braga, nel suo 4-2-3-1, aveva le ali pronte a stringere dentro al campo vicino a Horta. I due terzini si sovrapponevano. La Lazio, sulla difesa alta del Braga, ha provato a colpire orizzontalmente e con la profondità facendo lanciare Mandas. Gila, poverino, con coraggio e disperazione, era disorientato, perdeva palloni. Pedro ha cercato di fare il trequartista e il “sartino” di ricamo a centrocampo. Qualcosa s’è vista tra il 20' e il 30': un tiro di Pedro, una sua punizione a giro, un tiro di Tchaouna. Il Braga ha perso Niakitè (flessore), dentro Arrey-Mbi. Taty anziché inventarsi un tiro o un assist s’è inventato una sforbiciata inutile. La Lazio si è arrampicata sugli specchi di una manovra inesistente, facilmente leggibile. L’attacco? Carente. Tchaouna, a rischio cessione, non sguaina mai la sciabola. Taty sceglie sempre la giocata all’efficacia dell’attimo. Il Noslin col Napoli non s’è più visto.
La ripresa. Il Braga ha ricominciato ad asfissiare la Lazio. Pedro era l’unico a tentare lo sfondamento o a servire Taty in profondità. Baroni ci ha provato con Isaksen, fuori Tchaouna. Il danese subito col destro volante. Braga in contropiede. Giallo di Gila, dentro Dia. Pedro ufficialmente mediano. Finale arrembante, tre occasioni da gol. Hornicek ha salvato sulla bomba di Dele-Bashiru. Mandas sullo scavetto di Horta. Dentro Balde e Zazza, la Next Gen che rimpolpava la panchina monca. Storia di tante vecchie storie.
• Il Messaggero titola: “La Lazio stecca ma chiude prima”. “In piena emergenza, i biancocelesti si arrendono a Braga ma accedono agli ottavi. Preso subito il gol di Horta: un altro approccio negativo, fatica Gila a centrocampo”.
Braga - Meno male che il primo posto era già ipotecato. Facciamo finta che la Lazio non sia mai venuta in Portogallo, di non averla mai vista così sofferente in campo. Ricordiamoci solo le sei vittorie e il pareggio, un cammino da big, maestoso: "Abbiamo fatto un percorso importante che ha fatto parlare di noi, ci ha dato visibilità – ammette Baroni – ma ora inizia un altro torneo da dentro o fuori. Sarà diverso". Le motivazioni sono tutto, ieri sera non avrebbero cambiato comunque il destino. Anche se ora lo spauracchio del derby agli ottavi sembra quasi un castigo divino. Tutto dipenderà dalla parte di tabellone e dal sorteggio di oggi dei playoff: "Non m'interessa se affronteremo la Roma o meno. Adesso arrivano tutti avversari di livello – svia il tecnico – e per andare avanti serviranno analisi e lavoro. La mentalità ce la darà il successo". A proposito, i biancocelesti restano in alto, tengono dietro l’Atletic Bilbao, ma perdono l’imbattibilità in Europa League (la conserva solo lo United) con il ko contro il Braga, applaudita ma fuori comunque dal torneo.
Esperimento fallito. Surreale come la regina della competizione, in vetta da 129 giorni, si presenti così rabberciata in Portogallo. Incredibile l'emergenza in difesa e a centrocampo. Rovella squalificato, Guendouzi influenzato. Disastrose le prove di Gila da mediano, tutt'altro che sostenuto da Dele-Bashiru davanti alla retroguardia composta dai reduci Marusic, Romagnoli, Gigot e Luca Pellegrini (Hysaj, Lazzari, Patric e Nuno Tavares sono out). Squalificato anche Zaccagni, solo Tchaouna sfrutta a metà la sua vetrina con Pedro e Noslin (ormai quasi un caso) dietro l'isolato Taty. Carvalhal si mette con un 4-2-3-1 a specchio, sia pure orfano dei pilastri Carvalho (centrocampista) e Bruma (esterno sinistro), per giocarsi l'ultima speranza di permanenza nel torneo. Il Braga ci mette l'anima, parte col turbo e trova subito il vantaggio: Gomez accelera a destra e serve l'assist per il diagonale di capitan Horta, palo-gol. Undicesimo centro subito nei primi 20' da una Lazio schiacciata all'indietro, e con Gila in ritardo nel ripiegamento: "Abbiamo fatto una partita vera nelle difficoltà numeriche – la chiosa di Baroni – ed è fondamentale non aver perso nessun altro. Faccio i complimenti a chi ha giocato fuori ruolo, ma certo non è facile partire sempre in salita, abbiamo commesso un altro sbaglio. Secondo me, è un difetto mentale e va corretto". Un altro approccio horror senza filtro in mezzo né costruzione dal basso.
I biancocelesti provano a reagire sulle fasce, ma manca la qualità, la precisione nei cross. Su un lancio lungo di Mandas, Tchaouna tenta un gioco di prestigio, ma viene recuperato da Oliveira sul più bello. La Lazio dà comunque segnali di risveglio: stupenda una punizione di Pedro a un soffio dall'incrocio. Al 27' Niakate viene sostituito da Arrey-Mbi per un problema al flessore destro. I portoghesi non si piangono addosso, anzi ripartono in pressing e sfiorano il raddoppio. I biancocelesti non hanno idee e riescono ad essere pericolosi solo sui rinvii di Mandas verso l'attacco. Pedro prende in mano il pallino del gioco, ma gira come un trottolino nel deserto sino a fine primo tempo.
L'esordio di Zazza. Nessuna novità dopo l’intervallo. Taty tenta un tiro dalla distanza senza pretese, non c’è un guizzo né una mezza conclusione nello specchio. Forte dell’1-0, il Braga arretra il baricentro cercando solo ripartenze per far male alla Lazio. Non è difficile perché i biancocelesti continuano a passeggiare, non c’è un riferimento. A 37 anni Pedro è l’unico a non mollare mai, a dare l’esempio di mentalità e atteggiamento, ma non gli riesce un’azione solitaria di sfondamento. A sinistra Noslin continua a sbattere sugli avversari e a incespicare su se stesso. Con una scivolata da ultimo uomo, Romagnoli tiene ancora in piedi l’incontro. Fuori Tchaouna in affanno, dentro Isaksen, che fa volare subito Hornicek con un splendido tiro al volo. Gila stoppa col fisico El Ouazzani, si becca il giallo e Baroni effettua allora il secondo cambio. Dia entra sulla trequarti, Pedro arretra a centrocampo, ma si sbraccia perché nessuno gli viene mai in sostegno. Esordio per il Primavera Zazza prima del gong. I tentativi da lontano di Taty e Fernandes sono sterili, solo Noslin e Horta (grandi parate di Hornicek e Mandas), oltre un gol lusitano annullato in fuorigioco, regalano nel finale un ultimo brivido. Tutti restano comunque al gelo al triplice fischio. Anche i pochi tifosi del Braga perché, nonostante la vittoria dell’orgoglio, si spegne il sogno di poter accedere come ventiquattresimi ai playoff. Tutta colpa del successo dei cugini del Porto.
• Il Tempo titola: “Sconfitta indolore”.“La Lazio chiude un’Europa League spettacolare. Primo posto nel girone nonostante il ko di Braga. Ora gli ottavi a marzo col rischio di trovare la Roma”.
Missione compiuta. Primo posto in Europa League, diciannove punti, diciassette gol fatti e solo cinque incassati: un cammino spettacolare per la squadra di Baroni. Il ko di Braga (primo in coppa, secondo consecutivo, mai successo in questa stagione) è indolore nonostante preoccupa la solita rete presa in avvio che decide un match al cloroformio fino al quarto d'ora finale con l’inutile assalto alla ricerca del pari. Soprattutto i biancocelesti rientrano tutti sani a Roma per i prossimi impegni di campionato. Il 6-13 marzo gli ottavi, bisognerà aspettare il sorteggio del 21 febbraio ma c’è aria di derby se la Roma passerà Il playoff. Gioca Gila mediano con Dele-Bashiru, centrocampo inventato per le defezioni di Rovella (squalificato), Guendouzi (febbre) e Vecino (infortunato). In attacco Taty con Tchaouna, Pedro e Noslin alle spalle dell'argentino. Braga con tutti i titolari per la vittoria che può valere la qualificazione. Si parte e gol degli avversari di turno come spesso accade dall'inizio di questa stagione: dopo sei minuti Braga avanti con la rete di Horta sull'ennesima dormila della difesa. La squadra di Baroni sbanda ma si riprende senza forzare, però, si costruisce poco senza registi in mezzo al campo. Solo Pedro sfiora il pareggio su punizione, il resto è accademia, ritmi alla camomilla e la voglia di non rischiare infortuni.
Nella ripresa la Lazio ci prova, dà segnali di risveglio dopo gli ingressi di Isaksen e Dia (fuori Tchaouna e Gila, ammonito poco prima del cambio). Il portiere del Braga respinge le conclusioni di Noslin e Dele-Bashiru, non è aria, finisce così. Intanto la Lazio da oggi dovrà cominciare a preparare la trasferta di Cagliari di lunedì sera nel posticipo serale. Tornano a disponibili i fuori lista Hysaj e Basic oltre agli squalificati in Europa Rovella e Zaccagni. Di sicuro rientra anche Guendouzi che sta smaltendo una sindrome influenzale mentre non ci sono speranze per i lungodegenti Patric, Vecino e Lazzari. Da verificare i progressi di Tavares dopo lo stop contro la Real Sociedad di una settimana fa, ma si userà la massima cautela prima di rimetterlo in campo. In Sardegna bisogna riscattare la sconfitta di domenica scorsa contro la Fiorentina che ha bloccato sul nascere la possibile fuga Champions dei biancocelesti facendo riemergere vecchi difetti strutturali. Il Cagliari non è avversano facile tanto più dopo gli screzi in campo dell’andata all’Olimpico quando la squadra di Nicola chiuse la partita in nove. Non sarà facile per la Lazio ma serve una risposta immediata per continuare a sognare in grande.
• La Gazzetta dello Sport titola: “Stop Lazio ma resta prima”. “Un gol del Braga ferma Baroni. È la sconfitta meno amara. Horta a segno, finisce l’imbattibilità stagionale europea proprio all’ultimo turno”.
Una sconfitta indolore e piena di attenuanti, ma pur sempre una sconfitta. A Braga la Lazio perde la sua imbattibilità stagionale europea, ma conserva (e questa è decisamente la cosa più importante) il primato nella classifica finale della prima fase di Europa League. Sfumano il record delle quattro vittorie consecutive in trasferta (mai ottenute dal club biancoceleste nella sua storia) e anche la possibilità di avvicinare le otto vittorie in una singola stagione europea del 1997-98 (la formazione di Baroni resta ferma a quota 6), ma tanto per l’uno quanto per l’altro primato ci sarà tempo per recuperare.
Inizio choc. A Braga, contro una formazione onesta e volitiva, ma non certo trascendentale (sarà la prima delle eliminate a fine serata) la Lazio fa quel che può in formazione ampiamente rimaneggiata. Parte molto male, come sempre più spesso le capita (e questa, al netto delle attenuanti, è la cosa più brutta della partita per i biancocelesti), poi si riorganizza e con il passare dei minuti cresce di condizione e di gioco. Nel finale sfiora più volte il pareggio e lo meriterebbe pure, ma il portiere Hornicek decide che non è il caso di farle chiudere senza sconfitte la prima fase di coppa. Il gol a freddo, subito dopo appena sette minuti da Horta, con la difesa laziale che, complessivamente, non fa certo una bella figura, condiziona il resto della gara. Ma soprattutto getta la Lazio in una sorta di sconforto psicologico. Perché nelle ultime partite è accaduto spesso che le partenze siano state deleterie. È successo nel derby (due gol nel primo quarto d’ora), poi ancora col Como (ma i lariani non ne hanno approfittato) e di nuovo domenica contro la Fiorentina (e i viola ci hanno vinto la partita). A Braga i padroni di casa non prendono il largo un po’ per loro limiti, un po’ perché temono la reazione della Lazio e preferiscono gestire il vantaggio. Alla lunga si rivelerà un grave errore per i portoghesi (che per andare avanti avrebbero dovuto vincere largo). Perché il 4-2-3-1 a specchio di Carvalhal mette parecchio in crisi la Lazio rabberciata. È soprattutto sulle fasce che i padroni di casa trovano ampi varchi dove si infilano spesso e volentieri. Poi però si perdono al momento di finalizzare e la squadra di Baroni riesce ad andare all’intervallo con lo svantaggio minimo.
Altra musica. Nella ripresa, un po’ alla volta ma inesorabilmente, la Lazio sale di tono. La probabile strigliata fatta da Baroni nello spogliatoio ha il potere di rendere la sua squadra più compatta e decisamente meglio organizzata. Resta il problema di una mediana con Gila fuori posizione (e quindi non all’altezza della situazione) e Dele-Bashiru che conferma ancora una volta di digerire poco quel ruolo. La squadra fatica pertanto a trovare il bandolo della matassa. Ci riesce quando il tecnico decide di rompere gli indugi e inventare Pedro centrale di centrocampo, con Dia che rileva Gila e prende il posto dello spagnolo alle spalle di Taty. Il quasi contemporaneo ingresso di Isaksen al posto dello spento Tchaouna fa il resto. Nei venti minuti finali si vede così la vera Lazio, anche se le mancano sette giocatori tra squalificati e infortunati. Il gioco è più convincente e soprattutto fioccano le occasioni. Il pari sembra maturo, ma il portiere dei portoghesi Hornicek ci mette una pezza in più di una circostanza. È straordinario soprattutto sul colpo di testa a botta sicura di Noslin e poi sul tentativo di tap-in di Dia. Ma è notevole pure l’intervento con cui nega la rete a Dele-Bashiru. Si aprono però anche spazi per il contropiede del Braga e sale così in cattedra Mandas che nega il raddoppio a Horta con una parata prodigiosa. Finisce così con la sconfitta di misura della formazione di Baroni. Se proprio doveva perdere l’imbattibilità europea, meglio farlo in questa gara sostanzialmente inutile che in una di quelle successive a eliminazione diretta nelle quali non si potrà assolutamente sbagliare.
► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Marco Baroni ha convocato i seguenti calciatori:
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