Giovedì 8 settembre 2022 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Feyenoord 4-2

Da LazioWiki.

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8 settembre 2022 – Roma, stadio Olimpico - Europa League – Fase a gironi Gruppo F, gara 1 - inizio ore 21.00


LAZIO: Provedel, Hysaj, Gila, Romagnoli (73' Patric), Marusic (75' Radu), Vecino (69' Milinkovic), Cataldi, Luis Alberto (69' Basic), Felipe Anderson, Immobile (69' Cancellieri), Zaccagni. A disposizione: Maximiano, Magro, Casale, Lazzari, Marcos Antonio, Bertini, Romero. Allenatore: Sarri.

FEYENOORD: Bijlow, Pedersen, Trauner, Hancko, Hartman, Timber (86' Paixao), Kokcu, Szymanski (46' Jahanbakhsh), Walemark (70' Idrissi), Pereira (64' Gimenez), Dilrosun (64' Wieffer). A disposizione: Marciano, Wellenreuther, Bjorkan, Rasmussen, Lopez, Benita, Taabouni. Allenatore: Slot.

Arbitro: Sig. de Burgos (Spagna) - Assistenti Sigg. Dìaz e De Francisco - Quarto uomo Sig. Munuera - V.A.R. Sig. Cuadra Fernández - A.V.A.R. Sig. Martins (Portogallo) – Delegato UEFA Sig. Lüchinger (Liechtenstein) - Osservatore arbitro Sig.?

Marcatori: 4' Luis Alberto, 15' Felipe Anderson, 28' Vecino, 63' Vecino, 69' Gimenez (rig), 88' Gimenez.

Note: osservato un minuto di raccoglimento prima della gara in memoria della Regina Elisabetta II d'Inghilterra deceduta in serata. Centesima vittoria europea per la formazione biancoceleste e trecentesima presenza per Sergej Milinkovic-Savic. Ammonito all'8' Felipe Anderson ed al 78' Idrissi entrambi per gioco falloso. Angoli 7 a 2. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.

Spettatori: 23.000 circa, incasso non comunicato.


Le due formazioni a centrocampo, con la terna arbitrale, durante il minuto di raccoglimento in memoria della Regina Elisabetta II deceduta in serata
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Luis Alberto scocca il tiro vincente per il vantaggio biancoceleste
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Mario Gila svetta di testa
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Stefan Radu
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Sergej Milinkovic-Savic
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Matias Vecino, doppietta odierna
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Ciro Immobile
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Danilo Cataldi
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Mattia Zaccagni
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Elseid Hysaj
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Il ricordo della Regina Elisabetta II d'Inghilterra sui tabelloni dello Stadio Olimpico
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I calciatori convocati per la partita odierna

► Il Corriere dello Sport titola: "Ed è subito EuroLazio. Luis Alberto, Felipe Anderson e doppietta di Vecino. Un tempo da favola, distrazioni nella ripresa. Tre gol in appena mezz’ora: show in stile Sarri contro la squadra piegata di misura dalla Roma nella finale della Conference. Il Feyenoord non resiste alla qualità della manovra biancoceleste".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Poker al Feyenoord, gli applausi dell’Olimpico e una piccola ombra a macchiare la partenza lanciata nel girone. Negli almanacchi resterà la centesima vittoria europea nella storia della Lazio. Sarri, l’incontentabile, non aveva calcolato il black out e quei due gol concessi a Gimenez negli ultimi venti minuti. Le partite vanno gestite, senza superficialità, anche con un largo vantaggio. La Lazio a Marassi non aveva chiuso il conto e con il gol di Gabbiadini ci ha rimesso due punti. In questo caso ha permesso al Feyenoord di dimezzare il passivo, rendendolo recuperabile nel ritorno in Olanda, tra due mesi, che potrebbe in teoria valere il primo posto. Peccati di gioventù senza trascurare la lezione di calcio impartita agli olandesi per un’ora. Sbriciolati i maestri del pressing e della zona. Divertimento puro, dominio totale. Graffio di Luis Alberto, sinistro di Felipe e doppietta di Vecino. Quattro gol, ma potevano essere di più se alla festa avesse partecipato Immobile, stranamente a digiuno. Pazienza. L’appuntamento con il record europeo in solitario, staccando Simone Inzaghi, è solo rimandato. Le scelte iniziali testimoniano quanto Sarri tenga all’Europa League. Nel segno della continuità, si è concesso solo tre cambi rispetto alla partita con il Napoli.

Pressione. Sono bastati 4 minuti scarsi per sbloccarla. Il tratto sarriano riconoscibile nello sviluppo del primo gol, nato dalla pressione esercitata sulla linea arretrata del Feyenoord. Gioco lungo, non corto, per tentare l’uscita. Hancko ha sbagliato il rilancio, finito sulla testa di Hysaj. La Lazio, con 7 tocchi, è arrivata in porta. L’ha ripresa Cataldi, l’ha toccata Luis Alberto, Immobile ha restituito palla al Mago, bravo Vecino a chiudere il triangolo e il numero 10 s’è ritrovato davanti a Bijlow. Ha preso la mira e piazzato il destro nell’angolo. Certo, il Feyenoord non è il Napoli e neppure lo stesso gruppo che Arne Slot aveva guidato sino alla finale di Conference con la Roma. Via i big Senesi, Dessers, Sinisterra. Solo tre superstiti (Bijlow, Trauner e il capitano Kocku) nel blocco dei titolari rispetto a Tirana. La Lazio però non si è accontentata. Uno o due tocchi, triangoli, le sovrapposizioni di Marusic e Hysaj. La difesa del Feyenoord infilata a ripetizione da Zaccagni, dai passaggi filtranti di Luis Alberto, dalla lucidità di Cataldi. Sempre più sicuro, in crescita esponenziale, il play romano.

Ciro nervoso. Il raddoppio lo ha firmato Felipe, ispirato dal lancio profondo di Immobile. Un altro recupero di Hysaj e il palleggio di Luis Alberto per avviare la ripartenza letale: 2-0. Bijlow con una prodezza ha murato Vecino, ma l’uruguaiano dopo altri due minuti, come un rapace, è salito a rimorchio di Zaccagni e in tap-in ha depositato in rete sulla respinta del portiere. Tre gol in mezz’ora. Gli olandesi sono passati al 4-4-2, la Lazio ha continuato a palleggiare. Traversa di Luis Alberto dalla bandierina, un’altra occasione divorata da Marusic. Era evidente il nervosismo di Ciro, a caccia del gol. Voleva il pallone e i suoi compagni hanno provato a servirlo. Niente. Sembrava un’altra partita dentro la partita. La strigliata di Slot, dopo l’intervallo, ha prodotto la reazione olandese. Si era abbassato il ritmo. La Lazio è entrata in modalità gestione, concedendosi rischi, passaggi sbagliati, sbavature. Alla lunga si pagano. Buoni i cambi del Feyenoord. Gimenez ha conquistato e trasformato il rigore del 4-1. È stato rapidissimo a mettere dentro anche il secondo gol dopo la traversa colpita da Idrissi. Il Var, in pieno recupero, gli ha cancellato il rigore del possibile 3-4.


Il Messaggero titola: "Lazio, una gioia per gli occhi. Primo tempo devastante: apre Luis Alberto, segue Felipe Anderson, chiude Vecino che poi fa il bis. Il Feyenoord reagisce troppo tardi. È la 100ª vittoria in Europa".

Prosegue il quotidiano romano: Solo per un Mago il mondo è infinitamente mutabile ed eternamente nuovo. Imprigionato in estate a [[Formello] e, col Napoli, nel sacrificio tattico, Luis Alberto si riaccende in Coppa, ritrova un gol che gli mancava da 4 anni, dal 20 settembre 2018 con l’Apollon Limassol: "Sono contento, ma stanco di sentire che quando si perde la colpa è mia, e delle voci sul Siviglia. Casa mia è la Lazio, io do il mio aiuto con il palleggio, quello che mi chiede il tecnico". Lo spagnolo illumina la vittoria biancoceleste numero 100 in Europa e spiana la strada al debutto. Quando i ritmi si abbassano, è un autentico fenomeno. Tutta la qualità della Lazio emerge contro il Feyenoord, finalista di Conference e avversario più tosto del gruppo. Nonostante qualche cambio, il dominio è totale, nella costruzione, nel fraseggio e nel ritrovato equilibrio. Felipe Anderson e Vecino (doppietta) annientano gli olandesi già in un tempo. Nel finale manca però il controllo (rigore dato-non dato), Sarri s’infuria e al fischio tiene tutti a rapporto nello spogliatoio: "In Europa non ci si può rilassare sul 4-0. I primi 60’ minuti ottimi, peccato per i restanti in cui abbiamo scherzato".

Turnover centrato. "Siamo i favoriti del girone F – assicura il ds Tare - e vogliamo arrivare lontano perché abbiamo costruito una rosa competitiva". La pressione non lo schiaccia, Sarri conferma il turnover con un rigenerato Hysaj e Marusic sulle fasce, Gila e Romagnoli in difesa. All’ultimo secondo, cambia però idea su Maximiano e lascia Provedel in porta. Il portoghese, ma anche Casale e Marcos Antonio rischiano di diventare un caso da 30 milioni in panchina. "Nicolò devo incastrarlo, il brasiliano è scadente a livello fisico", tuona l’allenatore a fine gara. Ma, con Cataldi squalificato, l’ex Shakhtar giocherà dopodomani col Verona (poi la Lazio volerà a Midtjylland e direttamente a Cremona) insieme a Milinkovic (300esima presenza), inizialmente a riposo in Coppa. Vecino vince il ballottaggio con Basic e dopo 4’ lancia Luis Alberto davanti alla porta: per il Mago è un rigore, Bijlow non può nulla. Il 4-2-3-1 di Slot viene subito affettato dalle trame biancocelesti, Trauner lascia buchi qua e là. Luis Alberto apre il campo dove Immobile serve Felipe Anderson sulla corsa: taglio su Hartman, papera di Bijlow ed è già 2-0 dopo un quarto d’ora. Due chance sfruttate, la Lazio è cattiva e aggressiva. Spinge e non si accontenta, tanto Cataldi torna a coprire tutte le linee di passaggio, Gila e Romagnoli alzano il muro in difesa.

Record sugli spalti. È una Lazio da urlo, tutti si divertono. Hysaj e Marusic sgommano, Luis Alberto colpisce l’incrocio da calcio d’angolo. Anche Zaccagni ha licenza d’inventare all’infinito in mezzo a un Feyenoord completamente slegato. Al 25’ Bijlow fa un miracolo d’istinto su Vecino, non può nulla però sull’uruguagio due minuti dopo. Provedel controlla due conclusioni di Szymanski, unico olandese a salvarsi per un tempo. La Lazio non lascia scampo, si muove all’unisono. Manca solo Immobile al festival del gol, ma non c’è la mira, l’ultimo guizzo. Marassi insegna, non c’è più tempo d’aspettarlo. L’avvertimento di Walemark sul sette pressa la Lazio a chiudere l’incontro. Ci pensa ancora Vecino, bis lucido, servito quasi involontariamente da Luis Alberto, in mezzo a Hancko e Hartman, sciolti come burro. Peccato per quella macchia dell’uruguaiano, che in realtà nemmeno sfiora Gimenez, autore del rigore dell’orgoglioe poi del raddoppio con un tapin su un siluro di Idrissi all’incrocio. Nel recupero Gila rischia un altro penalty sul goleador messicano. Il pubblico è comunque soddisfatto. Ventitremila spettatori all’esordio europeo non si ammiravano dal record di 24mila dei preliminari contro il Rabotnicki del 18 agosto 2011, prima di Cissé e Klose con la maglia della Lazio. Sarri è il nuovo idolo, acclamato al 30’ da un coro e sostenuto contro gli arbitri italiani da un comunicato della Nord: "Visto l’andazzo di questo inizio, se qualcuno dall’alto ha intenzione di penalizzarci, dovrà rivedere il piano perché i laziali sono pronti a scendere in piazza com’è successo in passato". Sarri ringrazia, commosso: "Qui mi sento a casa e ringrazio il mio popolo". Ave, Maurizio.


Il Tempo titola: "Lazio formato Europa. Feyenoord battuto 4-2. I biancocelesti partono bene nel girone: chiudono la pratica con un primo tempo perfetto, poi si rilassano nel finale".

Prosegue il quotidiano romano: Poker servito, la Lazio rif‌ila quattro gol al Feyenoord capace solo nel f‌inale di rendere il passivo accettabile con un 4-2 che non rende giustizia al primo tempo della banda di Sarri. Aprono Luis Alberto e Anderson poi doppietta di Vecino, prima delle distrazioni f‌inali che portano il bis di Gimenez ma la Lazio fa capire che ci tiene a questa Europa League. Altro che turn over annunciato, Sarri oltre a Provedel e Romagnoli, ormai titolari f‌issi, lancia tra i nuovi il solo Gila con Vecino confermato a centrocampo. In mezzo agiscono Cataldi, squalif‌icato per prossima contro il Verona e Luis Alberto. Tra le riserve spazio anche a Hysaj, tra i big riposano Lazzari, Patric e Milinkovic, il tridente d’attacco è sempre Anderson-Immobile-Zaccagni (Pedro è fermo ai box per i noti problemi alla caviglia). Il Feyenoord completamente rifondato rispetto alla squadra che ha perso in f‌inale di Conference contro la Roma, si presenta con uno speculare 4-3-3 con Pereira punta centrale molto temuta. Si comincia come contro il Napoli, Vecino pesca nel corridoio giusto Luis Alberto, la lenta difesa olandese viene inf‌ilata subito, lo spagnolo fa secco il portiere Bijlow. L’1-0 dopo tre minuti non ferma la Lazio, scatenata, ispirata dalle giocate del mago, di Zaccagni e dell’ex interista sempre più dentro al progetto tecnico di Sarri.

Immobile ispira Felipe che salta un difensore e realizza il raddoppio dopo un quarto d’ora di dominio. Feyenoord spettatore, incapace di opporre resistenza tanto che il tecnico Slot cambia modulo e si aff‌ida a un più prudente e scolastico 4-4-2. Tutto uguale, la Lazio ha rabbia in corpo per sabato scorso e le idee chiare tanto che, prima della mezz'ora, Vecino segna la prima rete con la maglia biancoceleste dopo una percussione di Marusic e Zaccagni: 3-0. Traversa di Luis Alberto, poi al 38’ il primo tiro innocuo degli olandesi. Si va al riposo con i cori per Sarri è anche per Sinisa Mihajlovic della Nord e gli applausi per una prima frazione da applausi. Ripresa con il Feyenoord che prova a sorprendere la Lazio in avvio ma poi becca il quarto gol con Vecino che fa doppietta dopo l’ennesimo buco difensivo olandese. Peccato che lo stesso Vecino con un’entrata scomposta regali a Gimenez il rigore del 4-1. Sarri inserisce Milinkovic, Basic, Cancellieri, Patric e Radu escono Luis Alberto, Immobile, Vecino, Romagnoli e Marusic per evitare altre distrazioni, ma arriva il gol del 4-2. Operazione riuscita col brivido del Var che salva Gila da un altro rigore dopo una svarione inguardabile (lo spagnolo tocca il pallone): ora testa al Verona.


La Gazzetta dello Sport titola: "Partenza lanciata. Lazio che favola. Gol e prestazione travolgente Feyenoord ko. Luis Alberto, Felipe Anderson e Vecino (un gol per tempo) la chiudono (3-0) all’intervallo: risveglio olandese con Gimenez, ma la vittoria è già in cassaforte".

Continua la "rosea": Un’ora di calcio stellare, con quattro gol, una traversa, almeno altre tre nitide palle-gol e un avversario, il Feyenoord, che fa fatica a passare la metà campo. Poi gestione del risultato con confidenza che col passare dei minuti diventa eccessiva e il rischio, nel finale, di rimettere in discussione la più sicura delle vittorie. La Lazio comunque vince (centesima in Europa) e, oltre ai tre punti che le consentono di partire con il piede giusto in Coppa, resta la sensazione di una formazione che, quando è in fase di possesso, fa ciò che vuole. E riesce a farlo dando spettacolo. E’ questo il Sarri che mette d’accordo tutti, non certo quello che polemizza sugli arbitri. E’ questo il Sarri lucido e determinato, capace di far ruotare la rosa (tre i cambi rispetto al Napoli) senza snaturare le caratteristiche di una squadra che quest’anno è molto più figlia del suo tecnico rispetto alla scorsa stagione.

Partenza col botto. Si pensava ad una Lazio guardinga, tutta da decifrare dopo la prima sconfitta stagionale. E invece pronti via la formazione biancoceleste aggredisce partita e avversario come poche volte ha fatto in passato. Un autentico show quello che i biancocelesti mettono in mostra nella prima mezzora. Intensità, velocità, fraseggio stretto a centrocampo e poi aperture veloci sulle fasce o imbucate centrali. Il Feyenoord resta annichilito. Il tecnico Slot, che si presenta con un 4-2-3-1 che nelle sue intenzioni dovrebbe essere propositivo, resta spiazzato dall’atteggiamento dei padroni di casa. Pensava, forse, di affrontare la classica squadra italiana più tattica che veloce. Invece le parti si invertono. La squadra olandese sembra la Lazio, il Feyenoord fa invece la figura della formazione che prova a limitare i danni. Senza peraltro riuscirci. I laziali sbucano da tutte le parti e la difesa olandese sembra ancora più statica di quanto sia. Al 4’ un’azione corale con triangolo finale Luis Alberto-Vecino-Luis Alberto mette lo spagnolo solo in area davanti al portiere Bijlow: è l’1-0. La Lazio non si ferma, insiste e continua a manovrare a tutta velocità. Al quarto d’ora è già sul 2-0 grazie a Felipe Anderson che capitalizza con il sinistro un lancione di Immobile. La manovra dei biancocelesti scivola sul velluto e le occasioni continuano a fioccare. Prima che arrivi il 3-0 firmato da Vecino (esterno destro dopo un batti e ribatti in area) ci sono altre due clamorose opportunità sui piedi di Immobile e dello stesso Vecino (le neutralizza in qualche modo Bijlow). La formazione di Sarri non rallenta i ritmi neppure sul triplo vantaggio. Cerca ancora la porta e non trova il quarto gol solo per questione di centimetri (Luis Alberto colpisce la traversa direttamente da angolo e Romagnoli manda alto di testa).

Calcoli rischiosi. Il secondo tempo continua sulla stessa falsariga del primo, anche se gli olandesi, evidentemente strigliati da Slot, sembrano meno imbambolati. A risvegliarli è l’inserimento dopo l’intervallo di Jahanbakhsh che rende il trio di trequartisti alle spalle di Danilo più mobile ed efficace. Ma la Lazio è comunque sempre padrona del gioco. La regia di Cataldi è inappuntabile, i movimenti di Vecino perfetti, le invenzioni di Luis Alberto come al solito geniali. E pensare che Milinkovic è in panchina (entrerà solo nel finale) e Immobile si concede una serata di mezzo riposo. Nonostante i quattro gol, infatti, il suo nome sul tabellino dei marcatori non c’è. Dopo la parata di Bijlow nel primo tempo, nella ripresa è lui a non inquadrare la porta in un paio di occasioni. Ma a fare poker ci pensa il bomber di giornata, l’uruguaiano Vecino che, non pago di aver rotto il ghiaccio in biancoceleste, si concede anche il bis. Sul 4-0 la Lazio si ferma, abbassa i ritmi e comincia a pensare alla partita di domenica col Verona. Calcolo sbagliato, perché il vero volto del Feyenoord non è certo quello impalpabile della prima ora di gioco. I cambi di Slot (dentro Gimenez e Wieffer) la spingono ad osare. E così dopo il gol della bandiera di Gimenez (su rigore) arriva anche il secondo a due minuti dal 90’ sempre grazie a Gimenez. E nel recupero si sfiora lo psicodramma perché l’arbitro De Bugos fischia un altro rigore per gli olandesi che poi il Var giustamente toglie (Gila prende la palla e non lo scatenato Gimenez). Per la Lazio scampato pericolo, restano solo i tre punti e lo spettacolo iniziale.


► Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:

All'Olimpico, i Biancocelesti non danno scampo alla squadra olandese e iniziano alla grande il loro cammino nel Gruppo F: doppietta per Vecino, segnano anche Luis Alberto e Felipe Anderson.

La Lazio inizia alla grande il suo cammino in UEFA Europa League. Allo Stadio Olimpico, nella giornata inaugurale del Gruppo F, i Biancocelesti di Maurizio Sarri non danno scampo al Feyenoord e si impongono 4-2: primi gol nella capitale per Matías Vecino, segnano anche Luis Alberto e Felipe Anderson in una notte da incorniciare. Nel primo tempo quello Biancoceleste è un autentico monologo, gli olandesi - finalisti della scorsa UEFA Europa Conference League, sconfitti a Tirana dalla Roma - sono incapaci di tenere testa allo strapotere degli uomini di casa. Che passano dopo appena quattro minuti. Matías Vecino, con una grande intuizione, mette Luis Alberto solo davanti a Justin Bijlow, il "Mago" spagnolo apre il piatto e firma l'1-0. Undici minuti e arriva il raddoppio, con una transizione mortifera. Ciro Immobile veste i panni di uomo-assist e mette in movimento Felipe Anderson, il brasiliano si accentra e lascia partire un sinistro che si insacca con la complicità del portiere avversario.

Al 28' arriva il tris per opera di Vecino, che poco prima si era visto ricacciare in gola l'urlo del gol dall'intervento fortuito di Bijlow: l'uruguaiano festeggia la sua prima rete con la maglia della Lazio con un perfetto tap-in dopo la respinta del numero 1 avversario sul tentativo di Immobile. Prima dell'intervallo arriva addirittura la traversa di Luis Alberto direttamente da calcio d'angolo: Lazio su livelli altissimi, Feyenoord incapace di offendere. Nella ripresa il Feyenoord si presenta in campo con Alireza Jahanbakhshal posto del centrocampista polacco Sebastian Szymański e va vicina al gol in un paio di circostanze, mentre in transizione Immobile fallisce il gol del 4-0 che lo avrebbe fatto diventare miglior marcatore assoluto Biancoceleste di sempre nelle competizioni UEFA. Il poker arriva al minuto 63' ancora grazie a Vecino, che firma dunque una doppietta raccogliendo l'assist di Luis Alberto. Gli olandesi trovano il gol con un rigore procurato e trasformato dal subentrato Santiago Giménez, che nel finale accorcia ulteriormente le distanze per gli ospiti. Le due reti dell'attaccante messicano non intaccano però la festa della squadra di Sarri, che parte conquistando tre punti importanti.


► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Distese verdi in cui divertirsi. Praterie in cui correre e segnare, la Lazio non stecca l'esordio in Europa League e stende il Feyenoord con 70 minuti di livello. La flessione finale, con due gol incassati e un calcio di rigore cancellato dal Var, non rovina una serata in cui la squadra di Sarri vince e convince. Il girone F, mettendo da parte il perfezionismo, non poteva iniziare in modo migliore. Tre punti in tasca con la zip chiusa dopo appena un quarto d'ora grazie ai timbri di Luis Alberto e Felipe Anderson, seguiti dalla doppietta di Vecino a cavallo dell'intervallo. Dentro le voragini concesse dagli olandesi ha trovato esaltazione il Mago biancoceleste, ispirato e con la bacchetta in bella vista fin dalle prime battute: "Abbiamo giocato una partita di alto livello, abbiamo preso subito la partita in mano, era importante vincere", ha detto ai microfoni di Sky. "Dovevamo dare questa sensazione di squadra, ci siamo riusciti soprattutto nel primo tempo".

Consapevolezza. La Lazio ha straripato senza nessuna opposizione da parte del Feyenoord: "Potevamo arrivare al 45' sul 5-6 a 0", ha proseguito. "È quello che ci è mancato in campionato contro la Sampdoria, la gara che ci ha lasciato di più l'amaro in bocca". Per lo spagnolo terza partita di fila dall'inizio, si è tolto un bel sassolino dallo scarpino: "Sono un po' stanco di ciò che dice la gente. Non mi frega niente, io voglio giocare, penso di averlo fatto bene anche contro la Samp. Da tanto tempo succede sempre la stessa cosa: quando si vince vincono tutti, quando si perde invece la colpa è sempre di Luis Alberto. Quindi non ascolto più nessuno, vado avanti, se il mister mi fa giocare è perché pensa che sia giusto, non si infila un coltello in corpo da solo...".

Affetto. Alle spalle un'altra estate col suo nome scritto nella lista dei possibili calciatori in uscita. La tentazione Siviglia non si è concretizzata nemmeno nell'ultima sessione di mercato: "L'ho sempre detto, non mi sono mai nascosto. Si parla del Siviglia perché è la mia città e tornerei in Liga. Io vorrei sempre mia figlia vicina, di conseguenza anche mia madre vorrebbe avermi vicino e avere suo figlio a casa". Subito dopo ha ribadito amore alla Lazio senza esitazioni: "In Italia ho detto no a qualsiasi altra squadra, se devo restare in Serie A allora rimango qui alla Lazio, dove la gente mi vuole bene, è un affetto reciproco. Ringrazio la società e il mister con cui ho parlato, sono sempre stato tranquillo. Abbiamo visto che sarebbe stato impossibile partire, da quel momento ho avuto solo la Lazio nella testa. A Roma comunque mi sento e casa e sono felice".

Caratteristiche. La serata di ieri ha regalato a Luis Alberto ancora più convinzioni: "A centrocampo ci sono tanti calciatori, ognuno ha le sue caratteristiche. Sono un po' diverso da tutti gli altri del reparto, il mister chiede sempre alla squadra di rimanere alta, di giocare tutti come abbiamo fatto contro il Feyenoord. Non è la prima volta che ci riesce, anche in campionato abbiamo disputato delle ottime partite. Io provo a fare al meglio il mio lavoro, sono diverso dagli altri giocatori, non ho le stesse doti difensive, però penso che sono migliorato tanto. Basta vedere i dati, anche io rubo tanti palloni". Ieri, oltre a quelli, è tornato a rubare la scena. E quando è internazionale è tutto ancora più bello.


Tratte dalla Gazzetta dello Sport, le dichiarazioni del Mister biancoceleste Maurizio Sarri:

È fortissimo il timbro di Maurizio Sarri sulla vittoria della Lazio numero 100 nelle coppe europee. Si vede la guida sicura di chi si è già portato a casa l’Europa League (nel 2019 con il Chelsea) e sa quale deve essere la marcia vincere sin dall’inizio. Non si è rifugiato nel turnover. Qualche sosta ai box, anche da bilanciare nel corso della gara. Poi, l’undici scelto è partito subito con la missione dei tre punti. Per perdere tempo nella gara e anche sulla strada del passaggio del turno. "In Europa le partite son tutte difficili, poi le squadre straniere hanno una mentalità diversa dalla nostra – ha spiegato il tecnico biancoceleste -. Così noi sul 4-0 ci arrendiamo e loro no: non dovevamo fermarci. I primi sessanta minuti sono stati ottimi, peccato per i restanti in cui abbiamo scherzato... Abbiamo fatto riposare tre giocatori, in dieci hanno fatto uno spezzone, hanno giocato in pochi novanta minuti, vedremo alla prossima che cambi fare".

Crescita. La sconfitta di sabato contro il Napoli sembra lontana dopo il 4-2 rifilato al Feyenoord. "A livello di mentalità abbiamo margini di miglioramento, questa volta siamo stati straordinari per approccio, poi però abbiamo sbagliato qualcosa e in Europa non si può fare, questo dimostra comunque i margini di progressi che ha la Lazio. In campionato abbiamo raccolto meno di quanto meritavamo, abbiamo avuto più palle gol degli altri. Un po’ per colpa nostra, un po’ per casualità. Ad ogni modo, le mie sensazioni sono positive: grande determinazione nell’approccio, molto lucidi nell’aspettare il momento buono. La squadra sta migliorando e deve crescere". La partita col Napoli ha lasciato dei riflessi. La presa di posizione del tecnico contro la classe arbitrale ha fatto aprire un fascicolo d’indagine in Figc. Dagli spalti dell’Olimpico sono partito vari cori di sostegno al Comandante. "La rabbia di sabato? Ero lucido e deluso, ho detto quello che pensavo e penso".



Galleria di immagini sulle reti della gara
Luis Alberto sblocca la partita
Il raddoppio di Felipe Anderspn
La rete del 3-0 di Matias Vecino
La rete del 4-0 sempre di Matias Vecino
Il rigore trasformato dagli olandesi per il 4-1
Il definitivo 4-2



La formazione biancoceleste:
Provedel, Immobile, Vecino, Romagnoli, Marusic, Luis Alberto;
Hysaj, Felipe Anderson, Cataldi, Gila, Zaccagni
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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