Mercoledì 27 gennaio 2021 - Bergamo, stadio Gewiss - Atalanta-Lazio 3-2

Da LazioWiki.

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27 gennaio 2021 – Bergamo, stadio Gewiss - Coppa Italia, Quarti di finale - inizio ore 17.45


ATALANTA: Gollini, Djimsiti, Romero, Palomino, Maehle (88' Caldara), Freuler, Pessina, Gosens, Malinovskyi (59' Zapata), Miranchuk (59' De Roon), Muriel (63' Toloi). A disposizione: Sportiello, Rossi, Sutalo, Ruggieri, Scalvini, Gyabuaa, Ilicic, Lammers. Allenatore: Gasperini.

LAZIO: Reina, Patric (46' Parolo), Hoedt (71' Immobile), Acerbi, Marusic, Milinkovic, Escalante (62' Correa), Akpa Akpro, Fares (46' Lazzari), A. Pereira (81' Lulic), Muriqi. A disposizione: Alia, G. Pereira, Armini, Vavro, Radu, Cataldi, Lulic, Czyz. Allenatore: S. Inzaghi.

Arbitro: Sig. Pairetto (Nichelino - TO) - Assistenti Sigg. Tegoni e Fiorito - Quarto uomo Sig. Manganiello - V.A.R. Sig. Di Paolo - A.V.A.R. Sig. Lo Cicero.

Marcatori: 7' Djimsiti, 17' Muriqi, 35' Acerbi, 37' Malinovskyi, 57' Miranchuk.

Note: espulso al 53' Palomino per fallo su chiara occasione da gol. Ammonito al 1' Romero, al 17' Malinovskyi, al 21' Patric, al 22' Fares, al 54' Escalante tutti per gioco falloso. Al 66' Reina ha parato un calcio di rigore a Zapata. Angoli 7-3. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.

Spettatori: partita a porte chiuse per emergenza Covid 19.


Francesco Acerbi e Gonzalo Escalante
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Jean Daniel Akpa Akpro
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Senad Lulic e Francesco Acerbi in un momento della gara
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Ciro Immobile
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Marco Parolo
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Vedat Muriqi
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Manuel Lazzari
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Sergej Milinkovic-Savic
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Il tiro vincente di Francesco Acerbi
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Gonzalo Escalante
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "L’Atalanta non finisce mai. Anche in 10 stende la Lazio. Palomino espulso a inizio ripresa, la banda Gasp segna poco dopo con Miranchuk e poi resiste: è semifinale".

Continua la "rosea": Bella la Coppa Italia, quando è così. Belle l’Atalanta e la Lazio quando si sfidano così: calcio aperto, coraggioso, senza barricate (tranne quella dell’Atalanta alla fine, ma non per scelta). Ieri più intenso e tattico che di qualità tecnica, ma coerente con la loro storia di battaglie che spesso ha un capitolo dedicato alle scelte arbitrali. Aggiunto all’indice generale anche stavolta, tanto per (non) cambiare: per via di un rosso a Palomino (atterramento subito fuori area di Lazzari, lanciatissimo verso la porta da Milinkovic) che ha lasciato più di un dubbio all’Atalanta e l’ha costretta in dieci per quasi 40’; e per via di un presunto fallo di Romero su Milinkovic, prima di strappargli la palla da consegnare a Miranchuk per il 3-2. Definitivo nonostante almeno venti minuti di assedio forsennato della Lazio nel finale, incoraggiata dal rigore guadagnato e sbagliato da Zapata (ah, Muriel uscito da poco...). A quel punto l’Atalanta ha rivestito i panni mai messi definitivamente nell’armadio della squadra da battaglia, scrivendo una bella pagina di fase difensiva in inferiorità numerica: doveva vendicare la sconfitta in finale del maggio 2019 e si è visto, voleva la terza semifinale di Coppa Italia nelle ultime quattro stagioni e si è visto anche questo.

Quel 3-4-3 zoppo. A quel punto invece la Lazio ha un po’ perso le coordinate della lucidità cercando un buco nella ragnatela nerazzurra e si è arresa alla seconda eliminazione nei quarti di fila. E’ l’unico rimpianto per Inzaghi: la Lazio si è un po’ sciolta, sfilacciata, proprio quando la gara poteva inclinarsi a suo vantaggio. Prima, nonostante le non poche rinunce, aveva tenuto a bada l’esuberanza un po’ intermittente dell’Atalanta, mettendola in difficoltà ad eccezione di un avvio choc con gol preso dopo 7’: l’Atalanta aveva ritirato fuori le sue armi "improprie", mescolando calcio piazzato (corner) e gol propiziato (tiro di Palomino respinto) e segnato da un difensore (Djimsiti). Ma da lì in poi la Dea si era attorcigliata cercando il bandolo di una matassa che già a Udine aveva denunciato nodi irrisolti: il 3-4-3 con Muriel poco profondo e Malinovskyi e Miranchuk larghi e un po’ sperduti. Il mancino messo a sinistra, stavolta l’ucraino, fa fatica, ma anche a destra il russo ha confermato l’impressione che forse sia più a suo agio da trequartista. La Lazio invece, pratica e solida come con il Sassuolo, ha insistito su certe linee guida di domenica: la pressione forte delle punte, gli esterni alti insieme, Milinkovic più avanzato "alla Luis Alberto".

Così si è sciolta sulla corsa di Fares e Marusic, il movimento costante di Pereira, le sponde di Muriqi per alzare Milinkovic verso la porta e soprattutto i blitz di Acerbi, in versione esterno aggiunto. Un suo assist per il kosovaro e un’incursione "modello Gosens" hanno firmato la rimonta, frenata solo da un assist-capolavoro di Muriel per il solissimo Malinovskyi. Domenica si replica. A quel punto il primo torto della Lazio è stato prendere il 3-2 quattro minuti dopo essersi ritrovata in superiorità numerica. Il secondo, non venire a capo degli aggiustamenti di Gasperini, che ha giocato la solita partita a scacchi con Inzaghi, compreso momentaneo passaggio di entrambi alla difesa a quattro. Gasp con un 4-3-2 subito corretto in 3-4-1-1 (5-2-1-1 per l’accerchiamento finale) con Pessina finto trequartista, perché il collega nel frattempo aveva arretrato Pereira per avvicinare Correa a Muriqui. Quando Inzaghi ha cambiato il modulo difensivo e anche il sistema altre due volte, aggiungendo prima Immobile e poi Lulic per il 4-4-2 finale, Gasperini ha risposto muovendo le sue pedine difensive e l’unico vero pericolo per Gollini, salvifico, è arrivato, toh, ancora da Acerbi. Ma anche il finale, tutto sommato, è stato promessa di un’altra bella storia. Fra tre giorni si replica, ancora a Bergamo: non varrà per una semifinale di Coppa Italia, potrà contare per un posto nella Champions che sarà. Con altri protagonisti dall’inizio, chissà se un po’ di stanchezza nelle gambe e lo stesso calcio, si spera.


► Il Corriere dello Sport titola: "Lazio questa l'hai buttata via. Gli errori di Hoedt, il gol del 3-2 preso in superiorità numerica: la squadra di Inzaghi non riesce a gestire i momenti chiave. L'Atalanta si qualifica alle semifinali. Muriqi e Acerbi ribaltano Djimsiti, poi il pari di Malinovsky. Espulso Palomino, è Miranchuck a decidere la partita. Reina para un rigore. Vano l'assalto finale biancoceleste".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Gasp gode e timbra l’ingresso alle semifinali di Coppa Italia. Esce Inzaghi e non ci dormirà per qualche notte. L’ha buttata la Lazio, spinta fuori dagli errori di Hoedt e dai propri demeriti: è andata sotto quando aveva, in superiorità numerica negli ultimi 35 minuti, partita e qualif‌icazione in pugno, prendendo il terzo gol (decisivo) di Miranchuk e rischiando il quarto su rigore, fallito da Zapata e parato da Reina. Undici contro dieci per l’espulsione di Palomino, non è bastato l’assedio finale per rimontare un’altra volta e portare l’Atalanta ai supplementari, dove la freschezza di Immobile e Correa, entrati in corsa come Lazzari e Lulic, avrebbe scavato la differenza. Gollini si è superato sul colpo di testa ravvicinato di Acerbi, grande protagonista della serata. Il rimpianto principale è racchiuso nei momenti chiave che la Lazio non ha saputo gestire: il 2-2 preso subito dopo il raddoppio trovato dal suo miglior difensore (un gol e un assist in versione ala) e il contropiede che ha portato al 3-2 di Miranchuk. In tutti e duei casi è andato in bambola Hoedt, scherzato con un doppio dribbling da Muriel per l’assist a Malinovskyi e troppo morbido sul contrasto con Romero, che gli ha rubato palla nell’azione decisiva della partita.

L'olandese ha poi steso Zapata provocando il rigore ed era entrato anche sul primo gol, mollando la marcatura di Djimsiti prima ancora che Muriqi gli tirasse addosso, concesso dagli sviluppi di un angolo conquistato da Maehle, pescato da Sartori nel Genk e portato a Bergamo da Percassi. All’Atalanta serviva rinforzare le fasce. Deludenti. Questo per dire come, intervenire in modo tempestivo sul mercato e non aspettare due anni, possa fare la differenza e spiega perché, dopo il ko di Luiz Felipe, Inzaghi spingesse per l’acquisto di un difensore aff‌idabile. E’ arrivato Musacchio e chissà se l’ex rossonero basterà, dopo un anno di stop, per riparare ai guasti di un mercato estivo inspiegabile in previsione Champions. Ieri ha di nuovo deluso Fares e ancora peggio è andato Andreas Pereira, a disagio nel ruolo di punta, totalmente fuori dagli schemi: se con il Parma |aveva dato dei segnali, ieri sembrava caduto in depressione. Un gran bel gol di testa almeno lo ha segnato Muriqi, che si era meritato la conferma negli ottavi. Inzaghi ha fatto bene a insistere sulle alternative: doveva essere questa la strada per provare ad andare avanti e allargare la rosa in cui solo Akpa Akpro (per corsa, recuperi e intensità) sta dimostrando di potersi rendere utile. Peccato perché, al netto degli errori e di certe fragilità, la Lazio ha tirato fuori una bella prestazione. Domenica, nel bis di campionato a Bergamo, la rivincita peserà (e tanto) nella corsa al quarto posto.

Gioco aereo. L'Atalanta, alla resa dei conti, ha meritato. E’ stata più scaltra e cinica. Forse aveva più fame di successo, si è chiusa e ha difeso benissimo in inferiorità. Dietro, di testa, le hanno prese tutte quando la Lazio, senza Luis Alberto, ha alzato la palla a caccia del 3-3. Manca un trofeo per completare un ciclo meraviglioso. Il paradosso è che Gasp sia andato avanti nella partita giocata meno bene ma con la cattiveria della grande squadra. Il rimpallo vincente di Djimsiti, la profondità trovata da Muriel per pareggiare subito dopo il supergol di Acerbi, un gigante nel ruolo di Radu, perché attacca come un’ala. Ha sfornato l’assist per Muriqi, è andato a segnare di destro con una fuga lunga cinquanta metri dopo aver strappato palla a Pessina e sbilanciato Palomino con una finta. Inzaghi, con le uscite dalla difesa in modalità derby, nel primo tempo aveva disinnescato il pressing dell’Atalanta e si era ritrovato con un uomo in più davanti. Dietro, però, lo ha tradito Hoedt. La verità, visti gli esiti del mercato di Tare, è che Acerbi andrebbe clonato: ne servirebbero due, uno a sinistra e uno al centro. Allora si che Inzaghi si troverebbe a guidare una Lazio da scudetto.


Il Tempo titola: "Disastro difesa, resa Lazio. A segno Djimsiti, Muriqi,Acerbi, Malinovskyi e Miranchuk (nella ripresa) Rosso a Palomino ma i biancocelesti non sfondano. Inutile l’ingresso di Ciro. Gasperini batte ancora Inzaghi, l’Atalanta vince in rimonta (3-2) e vola in semifinale".

Prosegue il quotidiano romano: Lazio distratta e ingenua, Atalanta in semifinale di Coppa Italia dopo la solita gara spettacolare. Gasperini si conferma bestia nera di Inzaghi (solo tre pareggi nelle ultime nove sfide e l’unica vittoria, per fortuna, nella finale del 2019), vince ancora in rimonta proprio come era accaduto nella prima partita post lockdown. Finisce 3-2 con un rigore parato da Reina e la Lazio che non sfrutta quasi un tempo con l’uomo in più subendo anzi la rete decisiva di Miranchuk in superiorità numerica. Gasperini che viene da 13 risultati positivi tra campionato e coppe, lascia a riposo solo Ilicic, per il resto vanno in campo quasi tutti i migliori anche perché Muriel non si può considerare la riserva di Zapata. Inzaghi sceglie il turn over un po’ per necessità, un po’ per scelta. Restano a Roma lo squalificato Leiva, gli infortunati Strakosha, Luiz Felipe, Luis Alberto e Caicedo, spazio a molte seconde linee in vista della sfida di domenica sempre a Bergamo contro l’Atalanta. Si parte con la solita Lazio svagata che si consegna agli avversari: al 7’ angolo leggibile, tira Palomino, Reina respinge, Muriqi svirgola il rinvio e sul rimpallo Djimsiti porta avanti i padroni di casa. Proprio come contro il Sassuolo, la banda Inzaghi si sveglia, come un diesel entra in partita.

Al 17’ Muriqi si riscatta e segna con uno stacco imperioso su cross di Acerbi: 1-1 e Lazio che comincia a spingere anche se la sfida è come sempre molto tattica tra due allenatori che si conoscono a memoria. Poco dopo la mezz’ora Acerbi ruba palla in uscita, si fa 40 metri di campo e infila di destro Gollini per il meritato vantaggio biancoceleste. Peccato che passino solo pochi secondi e, sul ribaltamento di fronte, Muriel mette a sedere Hoedt regalando a Malinovskyi la rete del pari. Il primo tempo si chiude con uno spettacolare 2-2 tra errori e prodezze. Nella ripresa dentro Lazzari e Parolo e il difensore si guadagna l’espulsione di Palomino, l’episodio che può fare svoltare la sfida verso i colori biancocelesti. Invece, l’Atalanta prende coraggio e sfrutta l’ennesima distrazione di Hoedt che perde il contrasto a centrocampo con Maehle, Miranchuk segna il gol decisivo prima di lasciare il posto a De Roon. Entra Zapata che si guadagna un rigore per un inutile fallo del difensore olandese (tre errori gravi per una prestazione disastrosa) ma il colombiano si fa ipnotizzare da [[Reina] che blocca il tiro del colombiano. Gara ancora in bilico e un uomo in più ma non basta alla Lazio che costruisce poco (un paio di parate di Gollini su Acerbi e Muriqi) e non serve nemmeno l’ingresso di Correa e Immobile a dare brillantezza allo stucchevole assalto. L’Atalanta si ammucchia dietro e passa in semifinale mentre per Inzaghi una nuova sconfitta contro Gasperini. E ora domenica sarà ancora più dura.


► Tratte da Il Tempo, alcune dichiarazioni post-gara:

Un uomo in più ma un gol in meno. Lazio eliminata dalla Coppa Italia dopo essere arrivata per il decimo anno consecutivo ai quarti di finale. Simone Inzaghi ha terminato la partita senza voce. Alle tv e in conferenza si è presentato il suo vice, Massimiliano Farris: "Non siamo soddisfatti del risultato, ci tenevamo a fare bene in questa coppa a cui teniamo molto. La squadra è stata brava a recuperare dopo i minuti iniziali difficili. Oggi non siamo stati lucidi nei momenti chiave della gara. Dopo il vantaggio dovevamo portarlo negli spogliatoi. Dopo l'espulsione non dobbiamo assolutamente prendere gol. Siamo stati troppo ingenui". L'ultima vittoria della Lazio contro l'Atalanta risale al trionfo in Coppa Italia del 15 maggio 2019. Da quel momento nei 4 incroci tra le due squadre sono arrivate tre sconfitte e un pareggio. "Sono sempre state belle partite - ha spiegato Farris - Abbiamo vinto una Coppa Italia con loro, ci siamo giocati spesso un posto in Champions League. Noi siamo usciti da un periodo difficile e con un filotto di vittorie ci siamo ripresi". La Lazio si è messa le difficoltà alle spalle. Lo scontro di domenica sarà un altro scontro diretto per ambire alle posizioni di vertice: "La nostra sfortuna è che ci sono stati parecchi infortunati e calciatori positivi al covid nello stesso periodo. In tanti hanno dovuto fare gli straordinari, e non avevano ricambio. Nelle ultime gare siamo stati bravi a rimetterci in scia per le zone alte".

Diversi calciatori sono rimasti a riposo, lo staff tecnico spera di recuperare la maggior parte degli elementi. "Vediamo quali saranno le condizioni di Correa e di Immobile. Muriqi ha fatto benissimo oggi, tenendo botta fisicamente, ci darà sicuramente una mano. Avremo giocatori freschi e saremo pronti ad affrontarli di nuovo", ha concluso Farris. Molto deluso Gonzalo Escalante, che ai microfoni della Rai ha raccontato le sue sensazioni: "Questa sconfitta fa male a tutti. Sapevamo che fosse una gara difficile, l'avevamo preparata consapevoli di quello che avremmo incontrato. Purtroppo non siamo riusciti a passare il turno, ma siamo comunque orgogliosi. Adesso dobbiamo lasciare stare e concentrarci sulla prossima sfida di domenica sempre contro di loro". La squadra ha fatto ritorno in serata. Stamattina lavoro di scarico, da domani scatteranno le prove tattiche. A giocarsi un posto in difesa saranno Patric, Parolo e il nuovo arrivato Musacchio.



Galleria di immagini sulle reti della gara
La rete del vantaggio atalantino
Il pareggio di Vedat Muriqi
La rete di Francesco Acerbi
Il 2-2 orobico
La rete del definitivo 3-2



La formazione biancoceleste:
Reina, Mlinkovic-Savic, Acerbi, Hoedt, Muriqi, Akpa Akpro;
Fares, Escalante, Marusic, Pereira, Patric
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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