Sabato 30 marzo 2024 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Juventus 1-0
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30 marzo 2024 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXX - inizio ore 18.00
LAZIO: Mandas, Gila, Romagnoli, Casale, Felipe Anderson, Kamada (80' Guendouzi), Cataldi (80' Vecino), Marusic, Pedro (57' Isaksen), Zaccagni (83' Luis Alberto), Castellanos (57' Immobile). A disposizione: Sepe, Renzetti, Patric, Hysaj. Allenatore: Tudor.
JUVENTUS: Szczesny, Danilo, Bremer, Rugani, De Sciglio (46' Iling-Junior), Miretti (46' Mckennie), Locatelli, Rabiot, Cambiaso (63' Weah), Kean (80' Sekulov), Chiesa (68' Yildiz). A disposizione: Pinsoglio, Perin, Gatti, Djalò, Nicolussi Caviglia, Nonge. Allenatore: Allegri.
Arbitro: Sig. Colombo (Como) - Assistenti Sigg. Preti e Vecchi - Quarto uomo Sig. Marchetti - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Chiffi.
Marcatori: 90'+3' Marusic.
Note: ammoniti 29' Allegri, 71' Iling-Junior, 75' Weah, 90'+1' Immobile. Angoli 7 a 2. Recuperi: 0' p.t., 5' s.t. Presente in tribuna il paroliere e produttore discografico Mogol, autore tra le altre della canzone "I giardini di marzo". Osservato un minuto di raccoglimento per la scomparsa del dirigente della Fiorentina Joe Barone.
Spettatori: 55.000 circa.





► I calciatori convocati per la partita odierna
• Il Corriere dello Sport titola: “Tudor vola, Max a terra”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “L’esordio del tecnico croato regala ai biancocelesti il sorpasso sul Napoli. I bianconeri hanno raccolto sette punti nelle ultime nove gare. Guendouzi entra a 10’ dalla fine e nell’ultima azione confeziona il cross per il gol di testa di Marusic. Vittoria meritata di una Lazio tutta nuova. Anche Allegri cambia, ma per la Juve è vera crisi”.
Risorta no, rinata sì. Da Sarri a Tudor, sembra l’alba di un nuovo inizio per la Lazio e poco importa abbia vinto al tramonto della partita. Cross di Guendouzi, colpo di testa di Marusic, stacco in anticipo su Sekulov, l’ultimo cambio di Allegri, un altro debuttante della Next Gen. Palla in rete, l’Olimpico in festa, mancavano 11 secondi allo scadere dei tre minuti di recupero. Giusto così. La Signora non meritava di portare a casa il pareggio. Quinta sconfitta, appena 7 punti nelle ultime 9 giornate, è scattato l’allarme. Il margine Champions si sta riducendo, i bianconeri dovranno svegliarsi e riprendere a correre. La Lazio, mai così bella e ricca di soluzioni, è riapparsa sulla scena del campionato, meno 5 dalla Roma. Da Mau a Igor, che cambiamento. Più del risultato, ha impressionato la trasformazione di ruoli, di principi tattici, di spirito. Scossa vera, ma Tudor è andato oltre le previsioni: ha vinto sorprendendo con la formazione iniziale e coinvolgendo i big (Immobile, Luis Alberto, Guendouzi) nell’ultima mezz’ora. Kamada come un acquisto. La Lazio è apparsa di nuovo ricca, con una panchina profonda. Allegri ha finito con l’esordiente macedone e con Yildiz centravanti. Non aveva Vlahovic, Milik, Kostic e Alex Sandro. De Sciglio rientrava dopo un anno. Chi processerà Max, ne tenga conto. Una Juve così povera e modesta non si vedeva da anni.
Trasformismo. La differenza è stata subito evidente. Il calcio di Tudor ha abbagliato l’Olimpico e riempito la scena per l’intero primo tempo. Una rivoluzione vera. Sistema di gioco, principi tattici, persino le scelte. Le idee del croato hanno attecchito bene. Modulo ibrido, poco riconoscibile: 3-4-2-1 in costruzione, 4-4-2 in fase difensiva. Difesa “tre e mezzo” per semplificare. Tre centrali con Gila a scalare per dare copertura a Zaccagni, un solo terzino di ruolo (Marusic) a destra, Cataldi e Kamada a dettare i tempi di gioco, Felipe e Pedro in appoggio al Taty. Lo spagnolo, quando toccava alla Juve costruire, restava davanti. Il brasiliano, invece, riprendeva la posizione classica davanti a Marusic. Nuovi principi, accettando i duelli, marcando l’uomo e non la palla, pressando in avanti. La Lazio ha colpito per disciplina tattica, capacità di “leggere” le due fasi, intensità elevata, portando più uomini del solito in attacco: nella prima mezz’ora è capitato spesso di vederne sei o sette oltre la linea della palla. Cataldi si abbassava per impostare. Un Kamada così a suo agio da mediano è stato sorprendente. Un po’ meno Zaccagni, poco coinvolto e forse in difficoltà a tutta fascia. Alla Lazio, sviluppando quel gioco, è mancato solo il gol. Castellanos, due volte, ha avuto la palla buona senza inquadrare lo specchio.
In bilico. Anche Allegri ha deciso di sorprendere: 4-3-3. Mossa giusta, la linea a quattro ha permesso di assorbire meglio il “movimentismo” e le posizioni fluide degli attaccanti di Tudor. La Juve ha faticato molto nella prima mezz’ora, si è difesa e basta, ha sbandato senza crollare, aggrappandosi alla solidità difensiva. Kean davanti era poco assistito. Quando la Lazio è calata, i bianconeri si sono fatti avanti e hanno costruito l’occasione più limpida. Mandas, in tuffo, è arrivato sul colpo da biliardo di Chiesa. Dopo l’intervallo, Max ha cambiato De Sciglio con Iling-Junior e Miretti con McKennie. La Signora ha alzato la pressione. Mandas pronto su Cambiaso, Marusic ha respinto Chiesa. Solo un bagliore. Tudor ha risposto con Immobile e Isaksen, poi Guendouzi e Vecino, infine Luis Alberto. La Lazio ha ripreso il controllo, innalzando di nuovo il baricentro. È entrato Yildiz, la Juve si è chiusa nel fortino, tornando al 3-5-2 con l’ingresso di Weah. Bremer ha salvato su Marusic un attimo dopo aver strattonato Zaccagni: sarebbe stato rigore, ma il gol era nell’aria ed è arrivato all’ultimo sospiro. Un errore non chiudere su Guendouzi, Marusic ha inchiodato Szczesny.
• La Gazzetta dello Sport titola: .
Continua la "rosea":
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Igor Tudor ha convocato i seguenti calciatori:
![]() Dal sito http://www.legaseriea.it/it/serie-a/ |
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