Domenica 16 ottobre 1994 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Napoli 5-1

Da LazioWiki.

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16 ottobre 1994 - 2618 - Campionato di Serie A 1994/95 - VI giornata

LAZIO: Marchegiani, Negro, Favalli, Di Matteo, Cravero, Chamot, Rambaudi (67' Bacci), Fuser, Boksic, Winter (60' Venturin), Casiraghi. A disp.: Orsi, Bergodi, Signori. All. Zeman.

NAPOLI: Taglialatela, Matrecano, Grossi, Rincon, Luzardi, Cruz, Buso, Boghossian (46' Bordin), Agostini, Carbone (52' Pari), Pecchia. A disp.: Di Fusco, Tarantino, Altomare. All. Guerini.

Arbitro: Ceccarini (Livorno).

Marcatori: 3' Boksic, 20' Winter, 33' Pecchia, 36' Casiraghi, 38' Negro, 42' Winter.

Note: ammoniti Rambaudi e Cravero per la Lazio, Pecchia per il Napoli.

Spettatori: 48.000 circa.

La prima rete di Boksic
Il goal di Winter
Il Napoli accorcia con Pecchia
La rete di Paolo Negro
Ancora Winter a segno
La cronaca al dettaglio da Il Messaggero

E stata un'esecuzione sommaria. Rapida e inesorabile. La Lazio cancella le recenti perplessità sollevate da taluni momenti di follia, che le sono costati almeno un paio di punti in campionato e qualche brivido imprevisto in Coppa Italia, e seppellisce il Napoli sotto una valanga di gol. Eppure, mancava Signori, il capocannoniere degli ultimi due campionati, dirottato in panchina per un malanno muscolare. Ma la sua assenza è passata quasi inosservata nella domenica in cui i biancazzurri hanno impiegato venti minuti per sbarazzarsi degli avversari e altri venti per stenderli addirittura al tappeto. E la quarta stagione consecutiva che le sfide all'Olimpico tra Lazio e Napoli traboccano di gol. Stavolta le reti sono state sei, ma il divertimento è toccato soltanto ai tifosi laziali che già sul 2-0 hanno cominciato a rivolgere cori impietosi verso il migliaio di sostenitori partenopei. Di fronte a un punteggio tanto netto e perentorio, riesce difficile stabilire il confine tra i molti meriti di una Lazio praticamente perfetta e i numerosi demeriti di un Napoli che ha incassato la terza sconfitta stagionale, ha portato a quota 16 il numero dei gol subiti e vede la sua situazione di classifica farsi quasi disperata. Tutto questo mentre alla porta battono la trasferta di Coppa Uefa ad Oporto e, soprattutto, un'assemblea degli azionisti che potrebbe schiudere prospettive ancora più fosche ad una società sull'orlo del fallimento. Quasi subito in affanno, il Napoli si è esposto docilmente alle azioni rapide e profonde della Lazio. Se Favalli ha pagato solo inizialmente la generosa vivacità di Buso e se Negro ha impiegato poco per prendere le misure al folletto Carbone, Cravero e Chamot hanno concesso quasi nulla ad Agostini. Davanti al quartetto dei difensori, note di merito per tutti. Di Matteo e Fuser erano due instancabili tessitori di gioco e Winter addirittura spadroneggiava nella zona di metà campo, permettendosi il lusso di rivelarsi il "bomber" della giornata. In avanti, Boksic è stato a tratti sensazionale per la disinvoltura con cui sfuggiva a Matrecano e beffava Cruz. Rapido e scattante, attrezzato nel palleggio e implacabile nel gioco aereo, il croato s'è messo sovente al servizio di un Casiraghi rivitalizzato dal gol segnato in nazionale e dalla doppietta rifilata al Piacenza in Coppa Italia. Troppo tenero di animo, Boksic nella ripresa ha dato addirittura la sensazione di non voler infierire sul Napoli, graziando Taglialatela con una conclusione fin troppo fiacca e con un'inzuccata a colpo sicuro spedita a lato. All'impeccabile applicazione della "zona" predicata da Zeman e alla migliore caratura tecnica della Lazio, il Napoli ha saputo opporre ben poco, penalizzato psicologicamente anche dal gol lampo con cui Boksic ha inaugurato la straripante domenica biancazzurra. Pronti, via, e già i partenopei erano costretti ad inseguire dopo la testata vincente del croato. Un'impresa quasi proibitiva per un manipolo di giovanotti acquistati a prezzi di saldo o concessi in prestito gratuito. La difesa mostrava crepe evidenti un po' dappertutto, già affiorate del resto allorché il Napoli si era fatto infilare per tre volte dal Genoa ed aveva permesso al Padova di realizzare i suoi primi gol stagionali. Se il brasiliano Cruz non sapeva chiudere i varchi agli attaccanti avversari (che in occasione di quasi tutti i gol sono arrivati in solitudine alle conclusioni), il giovane Grossi era addirittura disastroso nel controllo (si fa per dire) di Rambaudi, che dalla fascia destra poteva scorrazzare tranquillamente per confezionare assist. Le cose non andavano meglio a centrocampo, dove solo Pecchia tentava di costruire gioco. Uno sforzo vanificato dalla giornataccia di Boghossian (designato ad arginare le iniziative di Winter) e dall'evanescenza di Rincon, fino alla vigilia in odore di panchina, poi schierato da Guerini come centrocampista centrale, in stridente contrasto con le attitudini del colombiano che si proclama un rifinitore. Davanti, infine, le serpentine iniziali di Carbone si spegnevano progressivamente di fronte alla solidità di Negro (che si sarebbe permesso anche di andare a segnare un gol), mentre Agostini riusciva persino ad inciampare sul pallone quando un lancio di Rincon lo liberava davanti a Marchegiani. Un errore che costituiva un desolante ma azzeccato affresco del Napoli attuale, volato ieri sera in Portogallo sotto il peso di un mortificante k.o. che potrebbe rimettere in discussione la panchina di Guerini.

Fonte: Corriere della Sera