Domenica 17 aprile 1983 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Foggia 0-0

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17 aprile 1983 - 2162 - Campionato di Serie B 1982/83 - XXX giornata

LAZIO: Orsi, Podavini, Spinozzi, Vella, Miele, Manfredonia, Ambu, Perrone (55' Surro), Giordano, D'Amico, Tavola. A disp. Moscatelli, Saltarelli, Sciarpa, Chiodi. All. Clagluna.

FOGGIA: Mattolini, A.Conca, Stimpfl, Tormen, Petruzzelli, Sassarini, Roccotelli, Valente, Calonaci (65' A.Bordon), Maritozzi, Morsia (72' Barrella). A disp. Laveneziana, Redeghieri, Navone. All. Giorgis.

Arbitro: Bianciardi (Siena).

Note: giornata calda, terreno in ottime condizioni. Ammoniti Spinozzi, Perrone, Valente, Maritozzi, Mattolini e Roccotelli. In tribuna il presidente della Roma Ing. Dino Viola.

Spettatori: paganti 18.266 per un incasso di lire 22.282.500 (abbonati 9461 per una quota di 62.090.000).

Manfredonia in azione
Un'azione di Surro

Se la Lazio non avesse guadagnato punti preziosi nel periodo più felice del suo campionato, che sembra appartenere ad un lontano passato, adesso rischierebbe seriamente di trovarsi relegata nella zona anonima della classifica. La formazione biancoccleste, opposta ad un modesto Foggia in lotta per non retrocedere, ha fornito una prestazione che si può definire soltanto «penosa». Già a Lecce e in gare immediatamente precedenti, la Lazio aveva mostrato una allarmante assenza di gioco che ieri è stata totale. Se il Foggia che ha avuto a disposizione le occasioni più limpide per portarsi in vantaggio, fosse riuscita a scrollarsi di dosso la paura di vincere, quasi certamente non gli sarebbe sfuggito il successo pieno.

Sempre più lontana l'immagine della bella squadra vista nel girone d'andata. I pugliesi non hanno fatto catenaccio. E' stato sufficiente costruire qualche manovra più ragionata, affidandosi ad un gioco semplice, che tuttavia non si è sollevato dalla mediocrità. In perfetta linea con la fisionomia di una partita bruttissima, per bloccare 1 pallidi tentativi degli avversari. Nel tentativo di infondere alla squadra una più marcata impostazione offensiva, Clagluna aveva schierato accanto a Giordano, apparso in altre occasioni troppo isolato, l'altra punta Ambu e inserito Perrone come mediano di spinta.

A parte il fallimento della linea attaccante, con lo stesso Giordano in giornata totalmente negativa, la Lazio ha accusato a centrocampo le lacune più vistose. D'Amico ha giocato praticamente soltanto un quarto d'ora del secondo tempo su livelli accettabili. Gli altri hanno «annaspato». Soltanto Manfredonia, pur commettendo qualche fallo di troppo, ha tentato numerosi sganciamenti dalle retrovie mostrandosi autoritario e preciso. Ma non è servito a nulla. Un solo uomo non poteva certo modificare il volto della squadra. Il Foggia, che schierava Calonaci unica punta, è riuscito a tenere testa senza troppi affanni agli avversari, con gli efficaci inserimenti di Tormen, Roccoteili e Valente.

Dalle premesse si intuisce facilmente che la partita non ha offerto grandi emozioni. Nei primi 45 minuti c'è stato un solo tiro di Manfredonia ribattuto con felice intuito. Ma dopo appena 5 minuti della ripresa, è stato il Foggia ad andare vicinissimo al bersaglio: cross di Tormen per la testa di Maritozzi che indirizzava verso la rete da corta distanza. Il portiere Orsi, con intervento fortunoso, si ritrovava la palla fra le gambe. La Lazio replicava al 67': D'Amico si esibiva in un ottimo dribbling a fondo campo, passava di precisione a Giordano, ma mentre il centravanti stava per colpire di testa a botta sicura, si vedeva togliere la palla dall'intervento di Ambu il quale provocava la rabbiosa reazione del suo compagno. Mentre i biancocelesti si impegnavano in una platonica offensiva finale, il Foggia falliva l'occasione più clamorosa della gara. Tormen fuggiva in rapido contropiede, Manfredonia non intercettava il passaggio verso il solitario Roccotelli. Sembrava gol fatto. Ma l'attaccante pugliese invece di spedire comodamente in gol, tirava su Orsi che non si aspettava il «regalo». Considerando la partita nel suo complesso, lo 0-0 ha rispecchiato la legittimità del risultato, anche come punteggio di merito per le due squadre. Ma i foggiani staranno ancora a mordersi le dita per essersi fatti sfuggire i due punti. In tribuna d'onore c'era anche il presidente della Roma, Viola, invitato dalla Lazio per ristabilire un clima di pace dopo la brutta avventura vissuta dai giocatori giallorossi, aggrediti da alcuni teppisti fuori dello stadio Flaminio. Anche fra i capi della tifoseria, riconciliazione e auguri. La Lazio vista ieri ne ha proprio bisogno.

Fonte: La Stampa