Domenica 23 settembre 2018 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Genoa 4-1

Da LazioWiki.

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23 settembre 2018 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, V giornata - inizio ore 15.00


LAZIO: Strakosha, Wallace, Acerbi, Caceres, Marusic (86' Patric), Parolo, Leiva, Milinkovic (71' Badelj), Lulic, Caicedo (62' Correa), Immobile. A disposizione: Proto, Guerrieri, Bastos, Basta, Jordao, Murgia, Cataldi, Durmisi, Luis Alberto. Allenatore: S. Inzaghi.

GENOA: Marchetti, Biraschi, Spolli (27' Kouamé), Zukanovic, Gunter, Romulo (57' Lazovic), Bessa, Hiljemark, Criscito, Medeiros (62' Sandro), Piatek. A disposizione: Radu, Vodisek, Lakicevic, Mazzitelli, Pedro Pereira, Rolon, Omeonga, Pandev, Dalmonte. Allenatore: Ballardini.

Arbitro: Sig. Abisso (Palermo) - Assistenti Sigg. Fiorito e Di Iorio - Quarto uomo Sig. Giuia - V.A.R. Sig. Maresca - A.V.A.R. Sig. Longo.

Marcatori: 7' Caicedo, 23' Immobile, 46' Piatek, 53' Milinkovic, 89' Immobile.

Note: ammonito all'11' Spolli, al 45'+1' Bessa, all'80' Badelj tutti per gioco falloso. Angoli 5-3. Recuperi: 3' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 30.000 circa.


Ciro Immobile e Sergej Milinkovic-Savic oggi marcatori
Foto Ansa
Sergej Milinkovic-Savic in azione
Adam Marusic
Foto LaPresse
L'esultanza di Ciro Immobile dopo un marcatura
Foto sslazio.it
L'esultanza del "Sergente" Sergej Milinkovic-Savic
Foto sslazio.it
Il ricordo della Curva Nord per il compleanno di Gabriele Sandri
Foto sslazio.it
Le due formazioni prima della gara
Foto sslazio.it
Felipe Caicedo festeggia la marcatura
Foto sslazio.it
Federico Marchetti saluta i tifosi biancocelesti
Foto sslazio.it
La rete di Felipe Caicedo
Foto Ansa

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Lazio sulla giostra del gol. Il Genoa è solo Piatek. I biancocelesti ritrovano gioco e reti con Immobile (doppietta), Caicedo e Milinkovic. Ennesima trasferta da incubo per i rossoblù".

Continua la "rosea": Riecco la giosta del gol di Simone Inzaghi. Si è fatta attendere per un mese, a un certo pareva addirittura sparita. Inghiottita dai rimpianti per il sogno-Champions sfumato a maggio sul filo di lana. E invece, al momento giusto (questa è la settimana che porta al derby) la Lazio indossa di nuovo i panni di attacco mitraglia. Quello capace, un anno fa, di segnare più di tutti in Serie A. I tre punti contro il Genoa (quarta vittoria consecutiva tra campionato e coppa) arrivano così con un punteggio largo e convincente anziché con quelli striminziti dei precedenti successi. Ma il motore biancoceleste riparte solo grazie ad una modifica non da poco del telaio. Inzaghi toglie Luis Alberto (due volte in gol in quelle vittorie di misura, ma senza mai entusiasmare) per far posto a Caicedo, rivelazione della serata di Coppa. Il consueto 3-5-1-1 diventa un più pesante (in avanti) 3-5-2 e gli effetti si vedono subito. Perché dopo una ventina di minuti la squadra romana è già avanti di due gol. Apre proprio Caicedo (di testa, in tuffo, su assist di Milinkovic), raddoppia Immobile, imbeccato da Parolo. A beneficiare del movimento e delle sponde dell’ecuadoriano è soprattutto Ciro, che non si sente più solo come nelle prime partite e confeziona la prima doppietta stagionale. Ma a risorgere è pure Milinkovic, che si sblocca in zona gol (suo, di testa, il fondamentale 3-1) e più in generale torna ad esibire il solito repertorio di qualità e quantità.

Ma a girare è tutta la Lazio. Con Leiva, il migliore, che la guida con una carica ed una sicurezza disarmanti. Il Genoa non entra mai in partita. Anzi, lo fa solo per sette minuti, quelli che - a inizio ripresa - trascorrono tra il gol del 2-1 di Piatek e il 3-1 di Milinkovic. La rete del polacco (la quinta nelle sue prime 4 gare di A, solo Shevchenko fece lo stesso) è l’unica nota lieta di una giornata da dimenticare. L’ennesima, però (e qui sta il problema) del Genoa di Ballardini formato trasferta. Tra lo scorso e questo campionato i rossoblù hanno perso sette delle ultime otto gare esterne. E nelle prime due di quest’anno i gol al passivo sono stati 9. Contro la Lazio Ballardini passa da un eccesso all’altro senza cavare un ragno dal buco. Comincia con un abbottonato 3-5-2 che, nelle intenzioni, dovrebbe essere granitico e invece si sgretola ai primi assalti. Poi, alla mezzora, sotto di due gol, toglie un difensore (Spolli) e mette un altro attaccante (Kouame), passando a un più offensivo 3-4-2-1. Ma se prima la squadra era troppo statica, col cambio diventa troppo sbilanciata, beccando altri due gol (e creando quasi nulla). Per fortuna del Balla la prossima è nel fortino Marassi (col Chievo). Ma poi ricominceranno le trasferte...


► Il Corriere dello Sport titola: "Lazio spettacolare. I biancocelesti per la prima volta sono inarrestabili. Milinkovic show, Immobile 2 gol. Caicedo apre il poker che travolge il Genoa degli ex Ballardini e Marchetti".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Questa vittoria sa di liberazione più che di conquista. E’ stata la riedizione della Lazio più vera, versione bersaglieresca. Ora niente tradimenti. Riecco il gioco e si sono materializzate le superstar. Riecco le parabole missilistiche di Immobile (prima doppietta stagionale, 55 gol in A con la Lazio, raggiunto Klose). Riecco i colpi aerei di Milinkovic (primo assist e primo gol). Il Sergente ha colpito in volo e in terra ha lasciato le orme. Ecco un altro Caicedo (un gol fatto e uno provocato), riconfermato dopo la serata europea. Immobile ha goduto dei servigi di un Panterone formato bestione, il 2-0 di Ciro è nato da una spallata di Caicedo a Bessa, l’ha sollevato da terra (poi Parolo ha lanciato Ciro). Il Panterone è un attaccante che fa... l’attacco: recupera palla, offre gioco e sponde sublimi, funziona da fionda e da "apriscatole" davanti ai bunker. Ieri è stato uomo-squadra e finalmente uomo-gol, ha meritato l’ovazione dell’Olimpico dopo i fischi per il fiasco Champions. Al ruolo di superstar si candida Krzysztof Piatek, ha i numeri per diventare grande, suggeriscono paragoni impegnativi: è capocannoniere del campionato a 23 anni, ha segnato 5 gol in 4 partite, l’ultimo a riuscirci era stato Shevchenko (ottobre 1999). Ha costretto all’errore un perfezionista come Acerbi. E’ all’altezza del trono che occupa e se imparerà a smarcarsi di più...

S’è rivista la Lazio (quattro vittorie di fila con l’Europa, più 4 sulla Roma nella settimana che porta al derby). Non s’è visto il Genoa, povero di idee e di coraggio (9 gol incassati nelle ultime due trasferte), non può aggrapparsi sempre a Piatek e non può alzare solo palizzate (ieri abbattute subito). Centrocampo e attacco si sono slegati in pochi minuti. Nell’incrocio con gli ex, fatto di veleni, destini bizzarri e capovolti, non c’è stato scampo per l’ex laziale Marchetti, applaudito affettuosamente dall’Olimpico. Inzaghi ha azzeccato le mosse. Ha spostato Wallace nel ruolo di Radu. Ha scelto il doppio centravanti, ossia Caicedo (per quanto atipico), anziché una mezzapunta (Luis Alberto o Correa). Ciro e il Panterone hanno giocato insieme, da titolari, per la prima volta. E’ nata una nuova coppia, è un’arma in più. Inzaghi, col 3-5-2, ha chiesto ai suoi di giocare alle spalle del centrocampo di Ballardini, così facendo le mezzali sono arrivate di più nell’area rossoblù. Parolo, senza Luis Alberto, s’è spinto di più.

Simone ha preteso che Milinkovic giocasse "facilmente", in partita gliel’ha ripetuto più volte. E’ stato accontentato, niente personalismi. Il Sergente ha avviato le azioni del primo e del terzo gol (tra l’altro è stato il suo gol). Ballardini ha lasciato in panchina Pandev, ha schierato Medeiros (nel 3-5-1-1) dietro Piatek. Sul piano del gioco non c’è stata partita. Il bomber polacco è stato abbandonato al suo destino. Di fronte si sono ritrovati un gruppo assatanato e organizzato contro un branco sordo e grigio. Eppure Ballardini era riuscito a riaprire la partita scegliendo il 4-3-1-2, inserendo l’intraprendente Kouame. Piatek, 39 secondi dopo la ripresa, ha sfruttato l’inserimento dell’ivoriano e una papera di Acerbi. Estasi e tormento, al solito. Ma la Lazio stavolta non s’è persa. Inzaghi, dal cambio di modulo del Genoa, ha chiesto più possesso in mezzo al campo. Ballardini ha inserito in corsa Sandro (al debutto), spera di avere aiuto in futuro. Simone ha fatto entrare il Tucu Correa, costretto in panchina, mai titolare. Ha sprecato una palla-gol, ha provocato il bis di Ciro. Alla fragranza deve abbinare incisività. Correa è in fila, non s’aspettava di trovarsi davanti anche Caicedo. Inzaghi aspetta anche i suoi gol. Non è mai stato un tecnico spilorcio, è riuscito a passare da un’amministrazione micragnosa del gruzzolo (3 vittorie di misura) alla ricerca del massimo (4 gol la Lazio non li segnava da aprile). Cercava un equilibrio di gol. Gli equilibri di ieri sono tornati spavaldi.


Il Messaggero titola: "Lazio, il poker è servito. I biancocelesti battono anche il Genoa e infilano la quarta vittoria di fila tra campionato e coppa. Zona Champions a -1. Inzaghi cambia assetto e la squadra gli dà ragione: apre Caicedo, po segnano Immobile (due reti) e Milinkovic".

Prosegue il quotidiano romano: La Lazio is on fire. Applausi. Tutti in piedi per una squadra che in un colpo solo ha ritrovato gol, gioco e sorrisi. Il 4-1 rifilato al Genoa è un segnale importantissimo per l'ambiente e per gli stessi giocatori. Inzaghi in una sera tormentata di inizio autunno si ricorda di avere un tocco magico e così, dopo mille pensieri, con coraggio fa la mossa che restituisce alla sua squadra la bellezza della passata stagione: Caicedo e Immobile dal primo minuto e licenza di svariare su tutto l'arco del centrocampo per Milinkovic. Più peso in attacco e maggiori responsabilità per Sergej. E non è un caso che siano proprio loro tre ad aver deciso la partita. Felipe, il più criticato lo scorso anno per la mancata Champions, imita Aldo Serena e in tuffo fa saltare in piedi tutto lo stadio. Il segnale che il tecnico laziale si aspettava dopo l'ottima prova dell'attaccante in Europa League. Ed è proprio nel secondo tempo di quella gara che Simone ha maturato la convinzione di poter osare. "Mi aspettavo una grande partita. La sconfitta dello scorso anno c'è servita da lezione" sottolinea il tecnico che nei giorni scorsi aveva martellato molto su quel ko subito a febbraio contro il Genoa.

Un lavoro meticoloso sulla testa dei suoi anche alla luce degli ultimi successi con Frosinone ed Empoli. Squadra troppo timorosa e poco cinica. STavolta la Lazio ha mostrato maturità e sicurezza nella gestione del risultato. Anche quando uno svarione di Acerbi avrebbe potuto riaprirla. Ci ha messo la testa Milinkovic e non solo sull'assist e sul gol. Ma durante la gara ha preso in mano i compagni orchestrando alla grande la manovra. Quando il serbo gioca così il livello sale e di tanto. Le critiche e le maggiori responsabilità lo hanno caricato. Abbraccia tutti Inzaghi perché ha avuto quelle risposte che da settimane cercava: la Lazio c'è e fa paura. Così come Immobile che grazie a una spalla come Caicedo ha più libertà di azione. Una doppietta che lo lancia nell'Olimpo dei bomber laziali, raggiunto il mito Klose a quota 55 centri in campionato. Felipe e Ciro la nuova coppia biancoceleste: "Sono complementari, sanno fare entrambi tutto. Si portranno vedere insieme anche per il futuro" afferma Inzaghi. Il tecnico ha sperimentato molto in questa partita: Wallace a sinistra, Badelj mezzala, sintomo che sta cercando varie soluzioni per le tante gare che verranno.

Nove punti in classifica e meno uno dalla zona Champions, l'obiettivo stagionale. Già, proprio quel piazzamento sfuggito all'ultima giornata lasciando tante scorie: "I ragazzi sono stati bravi ad eliminarle e io con il mio staff siamo stati bravi a lavorare con loro". Bentornato sorriso. Poker di gol e di vittorie (tre in campionato e una in Europa League). Adesso però vietato crogiolarsi perché da oggi inizia una settimana difficilissima: mercoledì la trasferta di Udine e sabato il derby contro una Roma in piena crisi. Inzaghi pensa già alle formazioni da schierare. Ci ha preso gusto e non si vuole più fermare.


► Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Ha telefonato al fratello e telecomandato la partita. Una domenica in cui Simone Inzaghi ha vinto quasi due volte: all’Olimpico, con la sua Lazio che ha strapazzato il Genoa, e al Dall’Ara, dove Pippo ha trovato i primi tre punti in campionato contro la Roma. Una vendetta di famiglia e un antipasto del derby di sabato prossimo: la squadra di Ballardini, sette giorni prima, aveva piegato in casa proprio il Bologna (1-0, sempre Piatek). Il tecnico biancoceleste, quando è stato intervistato nel postpartita, non aveva ancora parlato con il fratello maggiore. Tanto il piano era già stato studiato: "Gli faccio i complimenti pubblicamente, non ho avuto il tempo di farlo in privato dopo il match. Però ci siamo sentiti in settimana, l’ho chiamato e gli ho detto di stare tranquillo perché il suo lavoro sarebbe venuto fuori. Battere la Roma è stata un’impresa, avrà fatto una grande partita e ora si starà godendo il risultato. Con il tempo porterà il Bologna in acque tranquille".

Tono soddisfatto in pieno. Anche perché la Lazio aveva appena convinto, oltre che vinto: ritmo alto, scelte azzeccate, i consigli a Milinkovic prima del fischio d’inizio. Quali? Gli ha ordinato di fare Sergej: "Gli ho detto di giocare semplice, di essere tranquillo e che tutto sarebbe venuto da sé. Forse ha sentito e accusato qualche critica, è giovane ma capisce l’italiano, non dobbiamo dimenticarlo. Gli ho dato fiducia, sono contento per il gol, ne aveva bisogno. Aveva giocato anche in Europa League, per questo ho tolto lui e non Parolo nella ripresa". Terza vittoria di fila in campionato, la quarta considerando l’Apollon. È il passo necessario per riprendere il sogno Champions. "Nessuno ci aspetta, dobbiamo continuare così, sappiamo che non sarà facile. Per questo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Caicedo meritava una grande giornata, non è semplice stare dietro Immobile e Luis Alberto. Lui e Ciro sono complementari, sanno fare tutto, si potranno vedere insieme anche in futuro. Avrei voluto lanciare prima anche Patric, ma il terzo cambio va gestito. E poi ho tanti altri elementi, come Murgia, Cataldi e Badelj, che giovedì ho sostituito solo per colpa dell’ammonizione. Ogni giocatore mi può mettere in difficoltà nelle scelte".

Inzaghi sta pescando nella profondità della rosa. È nel pieno del tour de force, non ha sbagliato un colpo dalla sosta in poi. "Per un rimpallo sbagliato ci siamo complicati la vita, poi abbiamo giocato alla grande. Venivamo da tre vittorie, ci siamo ritrovati già da qualche partita, avevo detto che questa sarebbe stata importantissima. L’abbiamo interpretata nel modo giusto. Si è riaperta solo per un errore di Acerbi". Il turno infrasettimanale con l'Udinese è dietro l'angolo: "Cercherò di schierare la formazione migliore, c’è poco tempo. Ma la vittoria con il Genoa ci può dare una mano, il ko dell’anno scorso ci è servito da lezione. Le scorie della passata stagione? Con lo staff siamo stati bravi, speriamo che la Lazio si inserisca tra le grandi e salga il più possibile. Non sono sorpreso della classifica, il campionato si è livellato verso l’alto, serve continuità". Con un allenatore così si parte già un bel pezzo avanti.


E' tutto come prima. E’ il Ciro di sempre. Agile, scattante, imprendibile, preciso spadaccino, goleador seriale. E’ stato un piacere rivederlo scappare verso la porta, centrarla, bucarla. Ha ritrovato le gambe e ha messo la faccia su questa vittoria. Una, due volte. Un gol, due gol per lui. E’ parso libero dai fantasmi che lo marcavano, così come gli altri big. Ciro si riprende tutto: prima doppietta stagionale, non la trovava da aprile (contro la Samp s’era registrato anche l’ultimo poker laziale). E ancora nove gol segnati nelle ultime 10 presenze all’Olimpico, rete numero 55 in A con la Lazio (71esima totale in 93 presenze). Immobile ieri ha agganciato Miro Klose al settimo posto dei cannonieri biancocelesti (statistica legata al campionato). Ciro ora punta Giordano (68 reti in A con la Lazio). La doppietta di Immobile è caduta a pennello perché oggi la Lazio annuncerà (salvo sorprese e/o ritardi) il rinnovo del bomber fino al 2023, lo stesso vale per Milinkovic: "Sono contento per il rinnovo - ha detto Immobile - ringrazio la società, sono orgoglioso di far parte ancora una volta di questa grande famiglia che è la Lazio. L’annuncio arriverà a breve...". Ciro ha avuto parole d’amore per la Lazio e d’elogio per tutti. Il commento della partita l’ha fatto lui: "Dal punto di vista fisico giocare ogni tre giorni ci aiuta. Contro il Genoa, ad esempio, ho visto il vero Parolo, quello che corre per 90 minuti, così faceva l’anno scorso. Ho rivisto anche un Milinkovic scattante, ha sempre bisogno di un po’ di tempo per riprendere la forma fisica considerando la sua stazza". E Ciro ha promosso Caicedo come suo partner d’attacco: "Felipe e io ci completiamo, siamo diversi, ma insieme sappiamo giocare bene. E’ Inzaghi che fa le scelte, mi trovo bene anche con Correa, come si è visto quando è entrato. Ovviamente, con Luis Alberto, riesco a muovermi meglio perché abbiamo giocato insieme per più tempo".

La Lazio da goleada, un Ciro atomico. E’ tutto come prima e non deve cambiare niente. Immobile ha promesso altri gol e altri miglioramenti: "Abbiamo giocato un’ottima partita, non era facile perché il Genoa si difende bene. Siamo stati bravi ad entrare in campo con la mentalità giusta, per noi questo appuntamento era fondamentale. E’ vero che venivamo da tre vittorie, tra serie A ed Europa. Era importante continuare a vincere e farlo nel modo giusto". Ci sono vittorie risicate, ci sono vittorie sonore. Quella di ieri è stata sonorissima. Se Ciro colpisce a ripetizione, la Lazio gonfia i risultati. Se Immobile colpisce a raffica, le goleade sono assicurate. Con il nuovo rinnovo guadagnerà quasi 4 milioni. I bonus scattano al raggiungimento del decimo, del ventesimo e del trentesimo gol (è la novità del nuovo accordo). E’ previsto anche un bonus per la Champions, è il super premio. Ciro è ripartito segnando su rigore in Europa, replicando i colpi in campionato contro il Genoa. Da ieri, i rossoblù, sono la sua vittima preferita in serie A (otto gol). Riecco la Lazio di Ciro Immobile. Si sono ritrovati insieme perché sono così legati, così uniti, che dipendono l’una dall’altro.



Galleria di immagini sulle reti della gara
Felipe Caicedo sblocca la gara
Il raddoppio di Ciro Immobile
La rete genoana
Il 3-1 di Sergej Milinkovic-Savic
La rete del definitivo 4-1 di Ciro Immobile



La formazione biancoceleste:
Strakosha, Immobile, Wallace, Acerbi, Caicedo, Milinkovic;
Parolo, Caceres, Leiva, Marusic, Lulic
La formazione iniziale biancoceleste in grafica





► Per questa partita il tecnico biancoceleste Simone Inzaghi ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica




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