Martedì 30 luglio 2013 - Siena, stadio Artemio Franchi - Siena-Lazio 1-0

Da LazioWiki.

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30 luglio 2013 - Amichevole - inizio ore 20.30

SIENA: Lamanna (63' Farelli), Angelo, Morero, Crescenzi (46' Dellafiore), Mato, Vergassola (58' Schiavone), D'Agostino (64' Turi), Valiani (77' Redi), Mannini (46' Rosina), Paolucci (74' Rossetti), Giannetti (55' Emeghara). A disposizione: Marini. Allenatore: Berretta.

LAZIO: Bizzarri (66' Strakosha), Konko (46' Stankevicius), Biava (46' Novaretti), Ciani (46' Dias), Radu (46' Cavanda), Cataldi (46' Crecco, 66' Vinicius), Ledesma (46' Biglia), Lulic (46' Mauri), Floccari (46' Keita), Kozak (46' Klose), Ederson (46' Rozzi). Allenatore: Petkovic.

Arbitro: Sig. Pinzani (Empoli) - Assistenti Sigg. Ciancaleoni e Chiocchi.

Marcatori: 20' Giannetti.

Note: angoli 9-4 per la Lazio.

Spettatori: n.d.


La formazione laziale: Lulic, Ledesma, Konko, Kozak, Ciani, Bizzarri; Radu, Biava, Cataldi, Ederson, Floccari
Il giovane ispano-senegalese Balde Diao Keita in azione controllato a distanza da un avversario senese
Sergio Floccari in azione
Senad Lulic
Libor Kozak
Cristian Ledesma
Ederson
Danilo Cataldi
Una presa aerea di Albano Bizzarri
Balde Diao Keita in azione
Una fase di gioco
Abdoulay Konko
Il mister biancoceleste Vladimir Petkovic

Dalla Gazzetta dello Sport:

Siena ancora una volta fatale per la Lazio. Che si tratti di campionato o amichevoli cambia poco. Quando incrociano i toscani per i biancocelesti è sempre notte fonda. Anche l'estate di un anno fa, proprio di questi tempi, Siena-Lazio finiva 1-0: unica differenza l'amichevole si giocò ad Auronzo di Cadore. Per non parlare, poi, delle ultime uscite laziali al Franchi: k.o. per 3-0 nell'ultimo campionato, per 4-0 in quello precedente. Non basta però la tradizione negativa a spiegare la prima sconfitta stagionale della Lazio. I biancocelesti hanno perso (meritatamente) perché le gambe sono ancora pesanti, la testa annebbiata e perché i continui cambi di modulo che Petkovic sta imponendo alla squadra hanno parecchio confuso le idee. Al Franchi il tecnico di Sarajevo è partito col 4-2-3-1 nel primo tempo per poi passare al 3-4-3 nella ripresa. Moduli e uomini diversi (nell'intervallo Petko ne ha cambiati dieci su undici), ma stessa sostanza. Manovra lenta e macchinosa, poche occasioni da rete e la sensazione che il problema del gol (affiorato nella seconda parte della scorsa stagione) non sia stato ancora risolto. Un po' meglio la squadra proposta nella ripresa che ha coperto meglio il campo senza concedere nulla al Siena (a parte una conclusione di Dellafiore che poteva fruttare il 2-0).

Nella prima frazione di gioco, invece, la Lazio si è spesso fatta infilare dai padroni di casa, a cominciare dal gol-partita di Giannetti (girata al volo su cross di Angelo). Male, nella Lazio, soprattutto gli attaccanti. Con la parziale eccezione di Floccari che è stato l'unico a darsi un po' da fare (non a caso è stata sua l'occasione più nitida per pareggiare). Luci ed ombre a centrocampo dove sono piaciuti il giovane Cataldi nel primo tempo e il nuovo acquisto Biglia nella ripresa. In ritardo di condizione, poi, un po' tutti i difensori. La figuraccia è toccata a Konko, ma poteva capitare a qualsiasi altro compagno di reparto. Lazio da rivedere, dunque. Bene invece il Siena. Il 4-3-3 di Beretta piace e convince. Se il buongiorno si vede dal mattino...


Dal Corriere dello Sport:

Tanti giocatori di qualità, stesso limite del passato: scarsa incisività in attacco. Con e senza Klose, rivoluzionando modulo e squadra tra primo e secondo tempo, non è cambiato il risultato. Ci voleva la Lazio perché il Siena tornasse a vincere una partita al Franchi. L'ultimo successo risaliva al 18 febbraio, in una delle peggiori serate del passato campionato per i biancocelesti, quando Emeghara e Rosina ne fecero tre, illudendosi di poter raggiungere una salvezza che poi sarebbe sfumata. Questa volta era un'amichevole ed è bastato un guizzo di Giannetti per stendere Petkovic, che magari deve aver sorriso pensando ai precedenti. Ci voleva il Siena per spegnere gli entusiasmi estivi. E' il primo stop e curiosamente si ripete a un anno di distanza dal ko di Auronzo, quando il Siena si impose con la Lazio grazie a un contropiede di Larrondo. Se la scaramanzia aiuta, potrebbe essere interpretato come un bel segnale per la prossima stagione. In realtà si è trattato di una prova deludente, anche se le numerose assenze, gli esperimenti del tecnico e il pensiero di dover scendere di nuovo in campo stasera a Nizza, dopo neppure ventiquattr'ore, hanno ridotto la partita a poco più di un allenamento. Meglio non tirare conclusioni. Mancavano troppi big e il 18 agosto con la Juve sarà un'altra Lazio.

Senza i nazionali, ancora a Formello per un mini-ciclo di preparazione, Petkovic ha presentato un 4-2-3-1 ibrido, fuori dal copione classico, perché mancava un'ala destra di ruolo davanti a Konko. Ederson da trequartista, quasi seconda punta, Lulic largo a sinistra, così è toccato a Floccari, molto più che a Kozak, il compito di scalare sulla fascia. S'è rivelato presto un equilibrio precario nonostante Cataldi e Ledesma, in mezzo, cercassero di tenere compatta una squadra spaccata in due e lunghissima sul campo. Faticoso l'avvio, manovra lenta e compassata. Molto meglio il Siena di Beretta, che faceva girare bene il pallone sulla linea difensiva e poi ripartiva verticalizzando il gioco con i lanci di D'Agostino, libero e senza marcatura in fase di impostazione. Sulla fascia destra il volume di gioco sviluppato da Angelo, Valiani e Mannini creava diverse difficoltà a Radu e Lulic. Sul versante opposto Giannetti, esterno di scuola juventina appena arrivato dal Cittadella, era imprendibile per Konko, quasi sempre costretto ad affrontarlo nell'uno contro uno. La prima occasione, dopo un'apertura di Floccari per Lulic, è capitata sul piede di Ederson al 6'. Il brasiliano ha colpito di piatto al volo, senza centrare lo specchio. Ma poi, per una larga frazione del primo tempo, è salito in cattedra il Siena. Valiani dal limite dell'area e poi con un cross tagliatissimo ha spaventato Bizzarri. Al 22' i bianconeri sono passati in vantaggio a capo di un'azione da applausi: D'Agostino di prima intenzione, traversone al bacio di Angelo, Biava e Ciani scavalcati, Giannetti è sbucato dietro a Konko e ha appoggiato in rete con un tocco volante.

Fiacca la reazione della Lazio, che si è esaurita in un paio di tiri da fuori di Ledesma, un colpo di testa di Ciani smanacciato da Lamanna, e nel doppio tentativo di Floccari. Da salvare la generosità del centravanti calabrese e la lucidità di Cataldi. Bravo il ragazzo uscito dalla Primavera di Bollini: personalità e scelte giuste nella gestione del pallone. Ne ha persi due dopo 35 minuti ad alta intensità e senza sbagliare un intervento. Dopo l'intervallo è riemersa dallo spogliatoio un'altra Lazio. Petkovic ne ha cambiati undici, disegnando un 3-4-3 di proiezione offensiva con i baby Keita e Rozzi ai fianchi di Klose. Quasi 5-4-1 in fase difensiva con Cavanda e Crecco (poi è entrato Vinicius) pronti ad arretrare sulla linea di Stankevicius, Novaretti e Dias. Biglia e Mauri, di nuovo proposti in tandem, hanno provato a prendere in mano la partita e la Lazio ha cominciato a premere con insistenza appoggiando il gioco soprattutto a destra grazie alla spinta di Cavanda. Quasi un nuovo acquisto il belga-angolano, di sicuro prezioso per Petkovic, ideale per la difesa a tre: ieri sera a Siena ha confermato di poter entrare presto in concorrenza con Konko. Nonostante la pressione, la squadra biancoceleste ha faticato a creare azioni da gol. Una lunga serie di angoli, un gol fallito di testa a porta vuota da Dias, molto fumoso Keita, senza aria Rozzi sul versante opposto. Beretta ha messo dentro Emeghara e Rosina insieme a tanti altri ragazzi, Strakosha ha negato il raddoppio a Dellafiore respingendo una botta ravvicinata. E' stato l'ultimo brivido di una serata accompagnata da qualche interrogativo. La strada è ancora lunga, c'è tanto lavoro da fare.


Da Il Tempo:

Prove di bianconero, primi sprazzi di Lazio, e una sconfitta di misura che può starci in questo momento. È festa all'Artemio Franchi per la presentazione ufficiale del Siena davanti al proprio pubblico. I biancocelesti sono ospiti d'eccezione: la banda Petkovic lavora e prepara la sfida contro la Juventus, è il primo obiettivo dell'anno, c'è la necessità di mettere ulteriore benzina nelle gambe. La gara contro Tevez e compagni s'avvicina, i tifosi sognano di alzare al cielo il secondo trofeo nel giro di pochi mesi, ma di certezze sul modulo non ne arrivano. Sono rimasti a Roma i nazionali: Candreva, Marchetti, Hernanes (convocato dal Brasile per la sfida contro la Svizzera in programma il 14 agosto) e Gonzalez potrebbero esordire questa sera contro il Nizza, fermi ai box invece gli infortunati Onazi (distrazione al ginocchio), Felipe Anderson (non ha ancora iniziato a lavorare con il pallone) e Cana (problema alla schiena, nulla di grave). Petkovic opta per il 4-2-3-1, è passato allo schieramento più sicuro possibile. Nel primo tempo il bosniaco ha lanciato dall'inizio il giovane [[Cataldi Danilo|Cataldi] (ottima prestazione) in cabina di regia, al suo fianco si è mosso Ledesma. Sulle corsie esterne Floccari e Lulic hanno regalato palloni importanti a Kozak, unica punta. Ma il più in forma di tutti si è rivelato ancora una volta Ederson: ha guidato tutte le azioni più pericolose della formazione biancoceleste, il numero 10 sulle spalle non è un peso e si vede, ha mostrato qualità e fantasia allo stato puro.

È la Lazio a dominare nei primi 15' minuti, peccato per l'errore di Konko al 20': contropiede e cross dalla sinistra, inserimento di Giannetti e palla alle spalle di Bizzarri, Siena in vantaggio. Ma sono sempre i biancocelesti a fare la partita, qualche problema arriva dalla corsia di destra e i padroni di casa ne approfittano: altra occasione al 30', Valiani manca il colpo di testa vincente a pochi passi da Bizzarri. Nella ripresa Petkovic stravolge la Lazio, il modulo diventa il 3-4-3, entrano Mauri e Klose, Biglia prende il posto di Ledesma in mezzo al campo, Novaretti, Dias e Stankevicius completano il reparto arretrato. La squadra biancoceleste guida il match anche nella ripresa, manca solo il gol, è la Robur ad andarci vicino con Dellafiore, Strakosha compie il miracolo. Il risultato non cambia e il Siena (al Franchi) si conferma bestia nera anche d'estate. Capitolo mercato: Berisha sarà un giocatore del Chievo Verona a partire dal 1 gennaio, la Lazio è sfumata (Bizzarri può restare). Alfaro ha ricevuto diverse proposte in Francia, piace anche al Nizza, le due società ne potrebbero parlare questa sera. Su Kozak è tutto bloccato, Sculli non è gradito dai tifosi del Pescara, rischia di rientrare a Formello da un momento all'altro. Perea verrà ufficializzato a giorni.


Dal Messaggero:

"Il Franchi" si conferma stadio tabù per la Lazio: che sia campionato, che sia amichevole, vi perde sempre. Per fortuna ora il Siena è in B... La prima sconfitta stagionale arriva al culmine di una serata negativa e senza squilli biancocelesti. Petkovic mischia le carte ma il risultato è quello di mandare in confusione gli stessi calciatori. Nel primo tempo schiera un improbabile 4-2-3-1, con Floccari chiamato ad agire prevalentemente da ala destra e molto spesso a supporto del centrocampo, quindi lontano dalla porta avversaria. Costretto a compiti inediti, raramente entra nel cuore della manovra e lo spazio che lascia libero sulla fascia non viene sfruttato da Konko. L'esterno è preoccupato di fronteggiare l'imprendibile e veloce Giannetti che, da solo, manda in crisi il pacchetto difensivo biancoceleste, nell'occasione del gol decisivo apparso macchinoso e impacciato.

Il vero Floccari si vede solo quando, nel finale del tempo, viene richiamato dall'istinto a muoversi più nel cuore della difesa bianconera: prima impegna severamente Lamanna, quindi sfiora il palo. La presenza di Kozak è soltanto accademica, preda dei centrali, evanescente, mai protagonista. Ederson, da trequartista, offre qualche lampo di classe, guizzi, non continuità nello sviluppo del gioco quasi sempre comandato da un Siena collaudato, già tonico, bravo ad aggredire gli spazi, e con l'uomo libero a dettare il passaggio. A centrocampo il più intraprendente è il giovane Cataldi, sia in fase di interdizione, che in quella di costruzione, mentre Ledesma sembra in ritardo, situazione evidenziata dalla velocità dei bianconeri, pronti a far girare palla rapidamente e occupare tutto il fronte offensivo. Lulic si vede in chiusura di tempo ma si lascia sfuggire Angelo nell'azione che porta al cross vincente, sfruttato alla perfezione da Giannetti che lascia sul posto Konko. Una Lazio opaca, anche se priva di alcuni titolari, che dimostra di non gradire le novità tattiche.

Nel secondo tempo l'allenatore bosniaco ridisegna completamente la Lazio, presentando un 3-4-3 con Cavanda e Crecco che, all'occorrenza, diventano il quarto e il quinto della difesa. La squadra si dimostra più compatta e più aggressiva conquistando metri e iniziativa. Biglia conferma una buona personalità, diventando il punto di riferimento delle manovre. Mauri agisce da centrocampista puro sul settore di destra, da un corner del capitano nasce l'occasione più importante della ripresa che Dias spreca banalmente. Il giovane Strakosha si merita gli applausi su Dellafiore. La Lazio della ripresa è più viva e presente anche perché alimenta il gioco con almeno 5-6 effettivi. Appare più squadra. Però, in attacco, Klose è ancora indietro nella condizione, si muove poco e raramente viene cercato con la palla sui piedi. Il panzer ha tempi lunghi per carburare e quindi tutto rientra nella normalità, queste amichevoli gli serviranno per ritrovare il ritmo. Rozzi e Keita sono ragazzi validi ma ancora acerbi che non riescono a supportarlo, perciò non incide nel match, così il buon lavoro di Mauri, Biglia e Cavanda, non può essere finalizzato. La Lazio del primo tempo crea qualche occasione in più, quella del secondo punge di meno, però è messa meglio in campo. La squadra ha gambe appesantite, non può fare a meno di elementi come Hernanes, Candreva e Gonzalez e non digerisce i cambi di moduli, perché è affezionata al 4-1-4-1, un assetto dal quale sarà difficile prescindere nella Supercoppa.

Cristrian Ledesma spiega le difficoltà dei biancocelesti. "Non siamo stati rapidi nelle ripartenze perché in questi giorni stiamo lavorando tanto, sono partite che servono per crescere, per far inserire i nuovi e prepararsi al meglio. La sconfitta non ci preoccupa, piano piano arriverà anche la migliore forma. L'allenatore sta effettuando delle prove tattiche, perché potrebbero servire nel corso di alcune partite, anche se i risultati più importanti sono arrivati con il 4-1-4-1. Biglia? C'è bisogno di tutti e Petkovic dovrà fare le sue valutazioni".


Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Se c'è qualcosa da salvare nel brutto risultato di Siena, basta guardare Danilo Cataldi. Positivo. Tutti d'accordo sulla buona prestazione del centrocampista di talento, che il prossimo 6 agosto compirà 19 anni ed è approdato in prima squadra reduce dallo scudetto con la Primavera. In fondo era una serata anche per lui: Petkovic gli ha dato subito fiducia e il ragazzo ha voluto ripagarla. Non è sfuggita ai più la forma e la sostanza, la personalità e la capacità di inserirsi senza alcun timore. "Veniamo da un periodo durissimo di lavoro - ha detto il giovane – dal ritiro di Auronzo agli allenamenti a Formello. La Lazio nel complesso ha fatto una buona prova considerando i carichi di lavoro. E' stata un'amichevole bella tosta e la sconfitta non lascia alcuna traccia". Cataldi non si nasconde quando si tocca il tasto della condizione fisica. Il concetto di partenza è ripetuto più volte ("Ho visto una buona Lazio") e nella sostanza si va oltre: "Quando cercavamo di affondare, le gambe non giravano nella maniera giusta. E' del tutto normale, direi, che sia così dopo questo periodo. Siamo tutti sicuri che in futuro avremo la rapidità e le giocate verranno meglio". La stanchezza, dunque, ha avuto il suo peso. Ma da Cataldi arrivano anche le valutazioni sui meriti del Siena: "Credo abbiamo disputato una bella partita. Hanno giocatori di valore e ci tenevano".

Sotto col Nizza, non c'è un attimo di tregua. "Ci aspettiamo dei miglioramenti importanti, a cominciare dal risultato", ammette Cataldi. Ma il pericolo resta: "Già, le gambe saranno ancora imballate ed è difficile reggere due gare in 24 ore. Con i giocatori forti che ci sono nell'organico, penso che possiamo fare bene e vincere". Un pensiero per l'ex compagno Crescenzi oggi col Siena: "E' stato un piacere ritrovarlo. Sono contento che sia venuto in una piazza importante. Sono certo che farà bene, ha talento e lo sa bene chi l'ha visto crescere nelle giovanili della Lazio. Per me è un amico, sono felice per lui". Per Cataldi ha avuto parole di elogio anche Ledesma: "Mi piace, è intelligente, vivo e di qualità. Ha tutto per farsi vedere e dare una mano". La legittimazione alla sua bella serata viene da Ledesma fin troppo naturale. Il primo giocatore in assoluto a presentarsi fuori dagli spogliatoi è Luca Crescenzi. E' l'ex, la prima volta contro la sua Lazio dove è cresciuto. Questo ragazzo di piazza Bologna i colori biancocelesti ce l'ha nel cuore e adesso eccolo trovarseli davanti ma da avversario. "Sensazione strana però bella perché mi ha fatto piacere rivedere la Lazio", spiega nascondendo benissimo le emozioni. Come l'ha vista? "Bene, ha tanti giocatori e sarà protagonista. Anche l'anno scorso perse tutte le amichevoli e poi abbiamo visto come è andata. Per me è competitiva". Il Siena è piaciuto e Crescenzi ha fatto il suo: "Si è visto da parte nostra un bel carattere e la voglia di giocare. C'è stato un buon approccio alla partita di fronte a un avversario di livello assoluto. Io sto dando tutto me stesso, credo in questa esperienza e voglio ritagliarmi uno spazio".



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