Giovedì 16 marzo 2023 - Alkmaar, AZ Stadion - AZ Alkmaar-Lazio 2-1
► Stagione
16 marzo 2023 – Alkmaar, AZ Stadion - Conference League, Ottavi di finale, ritorno - inizio ore 21.00
AZ ALKMAAR: Ryan, Sugawara, Goes (86' Beukema), Hatzidiakos, Kerkez, Clasie, Mijnans, Reijnders, Odgaard (86' Lahdo), Pavlidis, Karlsson (86' van Brederode). A disposizione: Verhulst, Owusu-Oduro, Yusuf Barasi, Lahdo, Vanheusden, Buurmeester, de Jong, M. de Wit, Meerdink. Allenatore: Jansen.
LAZIO: Provedel, Marusic, Gila, Romagnoli (58' Casale), Pellegrini (69' Lazzari), Milinkovic (58' Luis Alberto), Vecino, Basic, Cancellieri, Felipe Anderson (78' Romero), Zaccagni (58' Pedro). A disposizione: Maximiano, Magro, Patric, Floriani M., Cataldi, Marcos Antonio, Bertini. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. Jug (Slovenia) - Assistenti Sigg. Žunič e Vidali - Quarto uomo Sig. Sagrković - V.A.R. Sig. Obrenovič - A.V.A.R. Sig. Kajtazovic - Delegato UEFA sig. .
Marcatori: 21' Felipe Anderson, 28' Karlsson, 62' Pavlidis.
Note: ammonito 2' Kerkez, 42' Vecino, 48' Pellegrini. Angoli 4 a 2. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.
Spettatori: 20.000 circa, di cui 388 nel settore dei tifosi laziali.


Foto Getty Images

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► I calciatori convocati per la partita odierna
► Le dichiarazioni dei protagonisti
• Il Corriere dello Sport titola: “Lazio questa è una resa totale”. Continua il quotidiano sportivo romano: “I biancocelesti perdono anche la seconda gara contro l’Az Alkmaar. Quella di Sarri è l’unica squadra italiana che abbandona l’Europa. Felipe Anderson segna la rete che riapre la sfida. Una gioia che dura 7 minuti, poi gli olandesi rimontano e spadroneggiano”.
Perdente nell’Europa dei vinti, senza ritegno. Avanti tutte, tranne la Lazio. Tanti saluti alla Conference, tanto male non sarebbe stato andare avanti. È finita come all’andata, con il vantaggio e la rimonta (1-2), stavolta con i gol di Karlsson e del solito Pavlidis (3 in due partite), leoni indomabili. Fatali a Cesare, le idi di marzo non hanno sorriso a Sarri in Europa. Lo smacco della terza eliminazione di Coppa (dopo EL e Coppa Italia) è ancora più forte se pensiamo che la Lazio è l’unica italiana a non partecipare alla sfilata europea, persino i più devoti sarriani avranno colto. La Lazio all’estero è sempre una signorinella pallida. I limiti di personalità (e non solo) sono secolari. Ogni eliminazione mescola meriti e demeriti, ombre e luci. A Sarri è rimasto solo Felipe (al 50º gol laziale, con lode). E non gli sta mancando solo Immobile, anche Milinkovic. Tempi durissimi per il Sergente. Sbanda, è l’ombra di sé stesso, regala episodi pesanti, di nuovo suo il pallone perso che ha offerto il pareggio all’AZ. Ora c’è da pensare al derby.
L’avvio. Stadio pieno, campo con zolle-trappola. Dopo giorni di doglie da formazione, ecco l’azzardata iniziale di Sarri. Niente turnover pro derby, uno spreco vista com’è andata. È partito con Provedel, Romagnoli e Milinkovic aggiungendo Pellegrini a sinistra, un’agonia il suo esordio. È stato scapigliato, ha pedalato, ha sfiorato il gollissimo con una bomba da 30 metri, quasi fatale. È l’unica buona nuova della notte. Mau a destra aveva preferito Marusic per evitare le uscite spericolate di Lazzari e provare a mettere un freno alle sovrapposizioni di Kerkez, ai raid di Karlsson, invasori che all’andata avevano buttato giù i muri. Hanno continuato a buttarli giù. Per il resto: Vecino regista soffocato da Mijnans, Basic mezzala sinistra evanescente, Cancellieri nel tridente con Felipe e Zaccagni. Questa mossa doveva essere utile anche per avere più fisicità contro Kerkez. Copia e incolla per Jansen, s’è presentato con lo stesso undici dell’Olimpico (4-2-3-1), buon per lui. Karlsson e Odgaard si sono confermati esterni indiavolati, Pavlidis ha corso sul filo della profondità e della rapacità.
La partita in partenza è stata croccante anche perché l’arbitro Jug ha impostato una linea di sopportazione alta. S’è capito subito che la fascia sinistra sarebbe stata una pista di lancio per gli olandesi, come a Roma. Eppure Cancellieri era partito bene, con un numero aveva costretto Kerkez al giallo dopo un minuto e mezzo. È stato l’unico raid, non ha scavato altri varchi, non l’ha puntato più. Peggio ancora, ha lasciato soli Marusic e Milinkovic in copertura. Tre contro due: Kerkez, Karlsson e Reijnders imperversavano. La Lazio ha provato a costruire sotto pressione e compressione, l’AZ ringhiava su possessori di palla e uomini d’appoggio, braccati per ogni dove. Gli olandesi si erano fatti avanti prima del gol di Felipe (minuto 21). Pavlidis ha aperto per Odgaard, s’è bevuto Pellegrini, ha crossato per il bisonte greco, forza e polmoni, bravo ad anticipare tutti sul primo palo. Il gol della Lazio è arrivato dopo un paio di minuti. Lancio chilometrico di Romagnoli, ha pescato Zaccagni, lesto a smarcare Felipe. Controllo e palla piazzata di destro. La gioia è durata sette minuti. Milinkovic, in agonia, ha perso palla e ha regalato la ripartenza. Clasie ha aperto per Karlsson. Marusic è rimasto in mezzo a Kerkez e Mijnans, Cancellieri ha lasciato una pista allo svedese. Il tiro è stato parabolico, l’effetto liftato e tagliato ha confuso Provedel. La Lazio era già spenta. Raschiava, rischiava. L’AZ ha continuato a calciare da fuori, da dentro. Mijnans, Reijnders, Pavlidis, Karlsson, bombe a grappoli. Il primo tempo s’è chiuso con un’entrata rude di Mijnans, ma è stato ammonito Vecino per il pestone. La bomba di Pellegrini è stata l’ultima concessione. Reijnders ha colpito il palo esterno. Sarri ha richiamato Romagnoli, Milinkovic e Zaccagni per Casale, Luis Alberto e Pedro. L’AZ ha sfondato sempre a sinistra. Kerkez, Mijnans, Karlsson, il triangolo no. L’assist dello svedese ha spalancato la porta a Pavlidis, che stangata. Altri schiaffoni li ha evitati Provedel, volando e tremando dalla paura.
• Il Messaggero titola: . Continua il quotidiano romano:
• Il Tempo titola: . Continua il quotidiano romano:
• La Gazzetta dello Sport titola: . Continua il quotidiano sportivo:
• Il sito web "Uefa.com" commenta così la gara:
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.
L’attacco di Mau dopo il ko di Alkmaar: “Lazio non pronta per l’Europa”. Sarri: “Possiamo giocare solo una competizione. Andiamo fuori giustamente: lo sapevo, non siamo strutturati”. Pellegrini: “È mancato equilibrio”.
Serviva un risultato in controtendenza rispetto al passato, un successo capace di ribaltare il ko dell'andata all'Olimpico, come mai è riuscito prima alla Lazio nella propria storia europea. La squadra di Sarri, però, non è riuscita a infrangere questo tabù, perché pure in Olanda è arrivata un'altra sconfitta per 2-1 (nonostante il vantaggio iniziale firmato da Felipe Anderson) che ha sancito la fine del percorso in Conference League: "La sensazione - ha detto l'allenatore - è che andiamo fuori giustamente. Siamo stati in partita fino all'1-1 di loro e a quel punto non ci abbiamo più creduto, abbiamo giocato senza la motivazione necessaria, faticando a crederci. E ingiustamente, perché c'era tutto il tempo per provarci. Dopo quell'episodio invece abbiamo giocato senza energia, quindi è diventata dura".
Problemi. Sarri ha puntato il dito sulle carenze strutturali dell'organico: "Non è che si poteva pensare di essere troppo competitivi, io lo sapevo che sarebbe stato un problema l'Europa, poi di volta in volta abbiamo cercato di capire chi schierare in base anche alle condizioni fisiche dei singoli. Non abbiamo la struttura per fare più di una competizione per volta, sotto tutti i punti di vista. È anche una constatazione abbastanza facile da fare, ogni volta facciamo 5-6 cambi e ne paghiamo le conseguenze. Non siamo attrezzati per fare le coppe europee. Come si può migliorare? L'Az Alkmaar nella Youth League ha fatto 5 gol al Real Madrid, noi facciamo la Primavera 2. Possiamo cominciare a migliorare da lì". Adesso i biancocelesti (unica squadra italiana a non aver superato il turno in Europa) potranno concentrarsi solo sul campionato, a partire dal derby di domenica, che mette in palio punti preziosissimi in ottica Champions. Anche per questo motivo c'è stata una staffetta a partita in corso tra i titolari: "Erano tre cambi già preventivati, per rimanere competitivi dando riposo a quelli che stanno giocando di più. Da gennaio stiamo giocando una partita ogni 3-4 giorni, le energie sono ridotte al lumicino. La Lazio da questa partita esce sicuramente stanca mentalmente e fisicamente. Piena di acciacchi, è inevitabile. Dobbiamo arrivare alla Roma con un'energia nettamente diversa. Se non è possibile dal punto di vista fisico, va fatto sotto l'aspetto nervoso e mentale. Vediamo se in 2 giorni si riesce a ricaricare le energie positive per esprimerci in modo diverso".
Pellegrini. Non ha potuto celebrare al meglio il debutto in biancoceleste Luca Pellegrini, lanciato titolare da Sarri: "Ci è mancato un po’ di equilibrio nelle due gare. Stasera ci siamo sbilanciati dopo il risultato dell’andata, purtroppo ci siamo messi da soli nelle condizioni di dover fronteggiare il loro punto forte, ossia le giocate in velocità. Dopo il vantaggio avevamo sensazioni positive, poi ci è mancata la lucidità per evitare il pareggio che invece è arrivato. È necessario imparare dagli errori che abbiamo commesso per arrivare al meglio alla gara di domenica".
In un altro articolo, le dichiarazioni di Felipe Anderson. Cinquantesimo gol alla Lazio del brasiliano, ma Felipe non riesce a godere: "Volevo passare il turno. Dovevamo gestire meglio partita e vantaggio, era ancora lunga. Un onore chiudere da capitano". Senza Ciro l’attacco non punge: solo due volte realizzati 2 gol da gennaio.
Fuori dall'Europa due volte nella stessa stagione. Alla Lazio è rimasta solo la corsa Champions. E un solo impegno a settimana: insieme alle possibilità di non sfiancarsi per le gare ravvicinate, forse, aumenteranno anche le pressioni. E il derby, al di là delle dichiarazioni, era già negli occhi e nelle scelte prima ancora di affrontare il ritorno con l'AZ. Eliminazione meritata nei 180 minuti: chance fallite all'andata, mai avute nel secondo round in Olanda. Il problema del gol è diventato un dilemma senza Immobile. "Abbiamo segnato subito, potevamo gestire meglio la gara. Era ancora lunga". Felipe ha chiuso da capitano e da capitano ha provato a parlare. Ha siglato la 50esima rete in maglia biancoceleste, il nono timbro contando tutte le competizioni, solo nel 2014-2015 ne aveva messi a referto di più (11 totali). Quello di ieri sera non è servito a nulla, la squadra s'è imbambolata dopo il pareggio immediato di Karlsson.
Polveri zuppe. Complicato ribaltare il discorso qualificazione senza pungere davanti. La Lazio, due gol nella stessa partita, li ha realizzati soltanto due volte negli ultimi due mesi: contro il Milan il 24 gennaio e contro la Salernitana il 19 febbraio. E all'Arechi c'era Ciro, mica un dettaglio da poco (doppietta). Felipe, nel grigiore generale, è stato l'unico spiraglio positivo all'AFAS Stadion. In questa stagione ha partecipato attivamente a 14 marcature, soltanto lo stesso Immobile ha fatto meglio con 16. Il suo destro sul primo palo, forte e preciso, aveva riacceso le speranze. Si sono rispente in un amen: "C’è rammarico sia per l’andata, sia per stasera", ha continuato il brasiliano. "Siamo partiti bene all'Olimpico, abbiamo giocato alla grande nella prima parte di match, poi abbiamo subìto due gol nati da nostri errori. Sapevamo di poter passare in trasferta, solo che dovevamo gestire meglio contro una squadra che in casa si esprime alla grande".
Mancanze. Una fatica enorme in campo internazionale per la Lazio. Una sola vittoria nelle ultime 18 trasferte (l'unico successo la scorsa stagione a Mosca contro la Lokomotiv), nemmeno sbloccare il risultato dopo pochi minuti ha portato al colpaccio lontano da Roma. "Purtroppo il lavoro che facciamo non sta portando i frutti sperati. Dobbiamo leggere le situazioni in maniera più veloce, a volte sbagliamo sotto questo aspetto e per qualche minuto abbassiamo il livello delle nostre prestazioni. Dobbiamo crescere sotto questo punto di vista". Domenica servirà un vigore diverso, l'ha chiesto Sarri nella conferenza post-partita, lo pretendono i tifosi nella sfida più accesa: "Questa è una serata triste per noi, volevamo passare".
Fascia. Le gioie personali non battono le delusioni collettive per il ko: "Sono contento di aver segnato il 50esimo gol con la Lazio, ma non posso goderne perché mi dispiace veramente tanto per come siamo usciti dalla Conference". Dopo il cambio di Milinkovic, sostituito al 58' per Luis Alberto, il brasiliano ha chiuso con la fascia da capitano al braccio. Venti minuti precisi, poi Sarri ha richiamato pure lui per inserire Romero. Neanche l'allenatore ci credeva più: "Sono contento di averla indossata e di essere un punto di riferimento per questa squadra. In rosa ci sono tanti giocatori importanti, è un onore essere il capitano". Ora c'è il derby, deciso all'andata proprio da Anderson. Serve il bis: senza l'Europa è una necessità ancor più impellente.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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