Giovedì 26 luglio 2012 - Auronzo di Cadore, stadio Rodolfo Zandegiacomo - Lazio-Torino 0-3

Da LazioWiki.

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26 luglio 2012 - Auronzo di Cadore (BL), Stadio Rodolfo Zandegiacomo - Amichevole - inizio ore 17.30

LAZIO: Marchetti (55' Carrizo), Konko, Biava (54' Cana), Dias, Garrido (67' Zauri), Candreva, Ledesma (55' Gonzalez), Mauri (55' Onazi), Lulic (67' Scaloni), Rocchi (55' Hernanes), Zarate (67' Kozak). A disposizione: Berardi, Cavanda, Stendardo, Floccari, Alfaro, Rozzi. Allenatore: Petkovic.

TORINO: Gillet (46' Gomis), Darmian, Glik, Ferronetti (32' Migliorini), S. Masiello (46' Barbosa), Gazzi, Vives (46' Basha), Sansone (60' Pagano), Sgrigna (46' Meggiorini), Bianchi (46' Diop), Stevanovic (46' Verdi). Allenatore: Ventura.

Arbitro: Sig. Bindoni (Venezia) - Assistenti Sigg. Dal Cin e Mondin.

Marcatori: 17' Sgrigna, 19' Bianchi, 70' Diop.

Note: recupero 0' p.t., 1' s.t.

Spettatori: 2.000 circa.


Una fase di gioco
Hernanes in azione
Senad Lulic
Il Presidente Claudio Lotito in panchina
Antonio Candreva
Tommaso Rocchi
Stefano Mauri
Mauro Zarate
Javier Garrido
Rolando Bianchi e Giuseppe Biava
Un momento dell'incontro

Dal Corriere dello Sport:

Lazio, ora scatta l'allarme. Seconda sconfitta consecutiva. Il Toro approfitta degli errori difensivi e ne fa tre. Problemi in tutti i reparti.

No, così non ci siamo. Stanca e poco reattiva, dopo 18 giorni di lavoro intenso e con la testa già al weekend di vacanza, la Lazio ha concluso malissimo il ritiro di Auronzo. Tre gol al passivo e un'altra sconfitta. Dopo il Siena, anche il Torino ha infilato la difesa alta e poco protetta di Petkovic, che si è esposto al rischio di passare dalle partitelle con i boscaioli alle amichevoli di serie A con i muscoli gonfi e senza passare attraverso test di medio livello. Forse non è stato proprio l'ideale, perché le sconfitte non aiutano a lavorare con tranquillità e smorzano gli entusiasmi, ma possono servire per aprire subito gli occhi. Petkovic, finiti gli esperimenti, avrà tratto le sue conclusioni. C'è tempo, se si vuole, per intervenire. La società lo assista. Il potenziale della Lazio resta elevatissimo, a patto di trovare due o tre rinforzi giusti e compiere forse qualche scelta dolorosa tra centrocampo e attacco. Oggi la squadra è ancora un'opera incompiuta, ferma a metà del guado in un processo di trasformazione tattica da completare. Con Reja si ritirava indietro e poi ripartiva, proteggendo una linea difensiva vecchia e aspettando poi l'acuto risolutore di Klose, Hernanes e Mauri. Petkovic chiede di correre e pressare. E un calcio molto più rischioso e dispendioso, se non sei pronto a riconquistare subito il pallone prendi l'infilata. Così è successo. Come Larrondo aveva infilato Marchetti decidendo l'amichevole con il Siena, ieri la Lazio ha incassato altre due reti sul filo del fuorigioco e con la difesa scavalcata da un lancio. Sgrigna ha superato con un pallonetto Biava e Dias lanciando Rolando Bianchi a rete per il raddoppio. Scarsa copertura, niente pressing sul portatore di palla. Era il 19' del primo tempo e la Lazio era già sotto di due gol. Vives, due minuti prima, aveva fregato la difesa con un pallone filtrante, cross di Stevanovic dalla sinistra, Marchetti indeciso nell'uscita, Garrido in ritardo e splendido tiro al volo di Sgrigna.

Il 4-2-4 di Ventura funzionava come un orologio, trovando grande vivacità con i guizzi di Sansone, vero talento. Rocchi in avvio non ha rifinito per Zarate e poi l'argentino si è divorato il gol del possibile vantaggio con un destro poco angolato. Rispetto alla partita con il Siena, Petkovic è tornato al 4-4-2, ma Lulic è apparso stanco. Anche Candreva non era brillante e Ledesma ha ricevuto poco sostegno da Mauri. In più, metteteci lo scarsissimo peso dell'attacco. Nella ripresa Petkovic ha tolto una punta ed è passato al 4-1-4-1, Candreva si è mangiato un gol davanti a Gillet e ha centrato la traversa con una sventola su punizione, poi è stato Migliorini a salvare sulla linea respingendo il tocco di Kozak. Poteva bastare così e invece al 25' è arrivato anche il terzo gol dei granata. Rilancio, forse anche casuale di Barbosa, Cana ha bucato il pallone, il senegalese Diop (ex Primavera) si è ritrovato davanti a Carrizo e lo ha spiazzato. I tifosi della Lazio saliti ad Auronzo hanno incassato la sconfitta incoraggiando Petkovic e la squadra, senza invocare acquisti. Il segnale dei tempi che cambiano e di un'armonia ritrovata.


Da Il Messaggero:

Lazio sconfitta dal Torino 3-0. Secondo ko dopo il Siena. Petkovic: "Non sono minimamente preoccupato. Abbiamo avuto tante occasioni".

Due sconfitte in due giorni contro squadre di serie A per la Lazio. Dopo la sconfitta di ieri per 1-0 con il Siena, oggi i biancocelesti hanno perso 3-0 contro il Torino in una amichevole giocata ad Auronzo di Cadore (Belluno). La Lazio ha subito due gol in avvio (Sgrigna al 17' e Bianchi al 19'). Al 69' della ripresa invece il 3-0, messo a segno da Diop. Difesa biancoceleste in difficoltà, ma tutta la squadra è apparsa in affanno contro un Torino già in buona condizione. I granata hanno meritato la vittoria chiudendo il match dopo soli diciannove minuti di gioco. Al 17' è stato Sgrigna a beffare Marchetti, mentre due minuti più tardi Bianchi ha raddoppiato. Nella ripresa, il gol di Diop ha fissato il risultato del match sul tre a zero. Per mister Petkovic una brutta giornata: questo ko potrebbe essere un segnale che c'è ancora molta strada da fare per arrivare preparati al campionato.

L'analisi di Petkovic. "La squadra si deve preparare per la stagione, non per queste due partite". Il tecnico della Lazio Vladimir Petkovic non si preoccupa per la sconfitta per 3-0 con il Torino (neanche 24 ore dopo quella con il Siena) che ha concluso il ritiro ad Auronzo di Cadore dei biancocelesti. "Diciotto giorni sono stati svolti in maniera quasi ottimale, sarebbe stato ottimale se in queste due partite avessimo vinto o tentato di vincere. D'altra parte meglio vedere adesso certi errori", predica il bosniaco. "Tra ieri e oggi - riconosce - abbiamo avuto molte occasioni e non siamo riusciti a buttarla dentro. Anche il carico di lavoro non ci ha permesso di esprimerci in modo ottimale. Spero che la squadra continui a lavorare così. Non sono minimamente preoccupato". I biancocelesti faranno ora ritorno nella Capitale. Lunedì pomeriggio (ore 18) i cancelli del centro sportivo di Formello si apriranno ai tifosi che vorranno assistere alla presentazione della nuova maglia da gioco, da quest'anno griffata Macron. Il tecnico però si aspetta che arrivi anche qualche rinforzo, soprattutto, in difesa. "Sto provando molte cose, Cana in quel ruolo ha dovuto giocare anche per necessità visto che sono mancati Biava e Diakite. Siamo stati un po' corti nel reparto - ammette Petkovic -. Adesso ho finito con gli esperimenti, i giocatori giocheranno nei loro ruoli. Il primo obiettivo è far tornare i nostri giocatori in forma e farli ricoprire i loro ruoli. Se riusciamo a prendere qualcuno lo vedremo più avanti, io mi devo concentrare sui miei però". Verso la conferma anche Mauro Zarate che in ritiro sembra aver conquistato il nuovo allenatore. "Era aperto al dialogo - riconosce -, ha lavorato bene come tutti gli altri. Le prime valutazioni ci saranno tra 7-10 giorni".

Qualche dubbio in più lo destano le condizioni di Hernanes, ma Petkovic lo attende: "In questa fase di preparazione ha subito tanto. Non è tanto lucido, aspettiamo qualche settimana. Ci sono giocatori che arrivano in forma dopo. Lui può giocare in diversi ruoli, la mia idea è portarlo più vicino alla linea mediana per toccare più palloni, ma anche con la possibilità di andare avanti". Nonostante i due ko, i tifosi possono stare tranquilli. "La squadra è compatta e segue ciò che dico", assicura il bosniaco. Ieri, alla prima amichevole di livello della stagione, la squadra di Petkovic aveva perso 1-0 con il Siena. La rete decisiva è arrivata al 42': l'ha segnata Larrondo che, liberato da D'Agostino e grazie a una disattenzione della coppia Stendardo-Garrido, è entrato in area e ha battuto Marchetti.


Da La Repubblica:

Lazio, sempre peggio. Il Torino cresce. Delude ancora la squadra di Petkovic che chiude la prima parte del ritiro con una brutta sconfita 0-3 contro i granta di Ventura. I gol di Bianchi, Sgrigna e Diop. Il tecnico croato: "Non sono minimamente preoccupato".

Finisce con una sonora sconfitta la prima parte di ritiro della Lazio: l'ultima partita sulle Dolomiti si conclude 3 a 0 per il Torino. Secondo test di un certo livello e secondo campanello di allarme per Petkovic. Tra Siena e granata, zero reti fatte e quattro subite: un ruolino di marcia non certo entusiasmante, ma ciò che più che colpisce è che rispetto alla partita di ieri con i bianconeri, questa volta la Lazio appare quasi inerme di fronte all'avversario, seppur di caratura sulla carta inferiore e, oltretutto, arrivato a questa partita con qualche acciacco. Dopo l'esperimento di ieri con i toscani, nel match di oggi il croato torna al classico 4-4-2: davanti al portiere Marchetti, hanno trovato spazio da destra verso sinistra Konko, Dias, Biava e Garrido. A centrocampo riproposto Mauri nella versione di interno sinistro al fianco di Ledesma, con Lulic e Candreva ad agire sulle fasce. Davanti a loro Zarate e Rocchi. È una Lazio, almeno inizialmente, più disciplinata che cerca subito di imprimere il proprio gioco, ma dopo i primi dieci minuti di pressione è il Torino a prendere il controllo della partita e con due lampi, prima di Sgrigna e poi di Bianchi, riesce a portarsi sul 2 a 0 già al minuto 20'. I biancocelesti sembrano quasi storditi, accennano a una reazione ma non riescono quasi mai a impensierire Gillet: l'unico lampo porta la firma di Mauro Zarate su calcio di punizione ma il portiere belga risponde alla grande.

I ragazzi di Ventura giocano meglio e chiudono meritatamente la prima frazione in vantaggio. Nel secondo tempo inizia la girandola di cambi per entrambe le squadre ma il risultato non cambia: la Lazio si rende pericolosa prendendo la traversa con un altro tiro da fermo, questa volta di Candreva, ma in generale non si riesce a vedere una vera e propria idea di gioco. A metà della ripresa, poi, è ancora il Torino a centrare il bersaglio con il giovane Diop che buca una difesa fin troppo vulnerabile fissando il risultato sul 3 a 0 conclusivo. Nonostante la débacle, l'allenatore croato non fa drammi nell'immediato post partita: "Non sono minimamente preoccupato. Dobbiamo recuperare mentalmente e fisicamente, dopo 18 giorni di allenamenti ci possono essere questi cali. Abbiamo svolto un lavoro quasi ottimale e sarebbe diventato eccellente se avessimo anche vinto queste partite. D'altra parte però, meglio vedere adesso certi errori che in futuro. Abbiamo preso 3 gol su posizioni sul filo del fuorigioco e essendo noi una squadra che gioca su queste cose dobbiamo starci attenti e comunicare di più. Inoltre tra ieri e oggi abbiamo sprecato molte occasioni e non siamo riusciti a buttarla dentro". Da adesso, comunque, è finito il tempo degli esperimenti: "Ho giocato con un 4-4-2 che si è modificato in corso d'opera in un 4-1-4-1 e in un 4-2-3-1. L'ho fatto perché volevo vedere come ci muovevamo senza palla e per avere un'immagine più precisa. Ora lavoreremo su determinati moduli e con i giocatori nei loro ruoli. Ho finito con gli esperimenti". Uno di questo è stato Hernanes, al centro del progetto di Petkovic: "Ha bisogno di più tempo per entrare in forma. La mia idea è quella di farlo giocare più vicino al centrocampo per toccare più palloni, ma con la libertà di andare avanti visto che negli ultimi anni ha fatto molto bene". Buone le impressioni su Zarate: "Ho visto che su di lui se ne sono dette tante, ma io ho trovato un giocatore aperto al dialogo che ha lavorato bene come tutti i compagni. Le prime valutazioni comunque ci saranno tra 7-10 giorni e l'importante è che tutti i giocatori lavorino in tutte e due le fasi, sia di possesso che di non possesso". Molti dei calciatori in rosa però dovranno fare le valigie, soprattutto nel reparto offensivo, mentre per il mercato in entrata non sarebbe disdegnato un rinforzo in difesa: "Davanti, tra attaccanti e mezze punte, abbiamo troppi giocatori e dobbiamo pensare a cedere per dare loro la possibilità di giocare. Aspetto il rientro di Ederson, Klose e Brocchi che ci daranno una grossa mano. Se dovesse arrivare un vero rinforzo, capace di migliorarci, in altri settori, allora sarei felice. Adesso però devo lavorare con i giocatori che ho a disposizione".




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