Sabato 2 maggio 2009 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Inter-Lazio 2-0

Da LazioWiki.

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2 maggio 2009 - 3.328 - Campionato di Serie A 2008/09 - XXXIV giornata - inizio ore 20.30

INTER: Julio Cesar, Santon (55' Vieira), Cordoba, Samuel, Chivu, J.Zanetti, Cambiasso, Muntari (74' Burdisso), Figo, Mancini (55' Crespo), Ibrahimovic. A disposizione: Toldo, Materazzi, Jimenez, Cruz. Allenatore: Mourinho.

LAZIO: Muslera, Siviglia, Radu (71' Lichtsteiner), Rozehnal, Kolarov, Brocchi, Ledesma, Matuzalem, Del Nero (61' Foggia), Zarate (84' Kozak), Rocchi. A disposizione: Carrizo, De Silvestri, Manfredini, Meghni. Allenatore: D.Rossi.

Arbitro: Sig. Tagliavento (Terni) - Assistenti Sigg. Rossomando e Lion - Quarto Uomo Sig. Gervasoni.

Marcatori: 57' Ibrahimovic, 69' Muntari.

Note: ammoniti Samuel, Del Nero, Vieira, Ledesma e Chivu per gioco scorretto, Ibrahimovic e Matuzalem per comportamento non regolamentare. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t. Esordio in Serie A per Libor Kozak classe 1989.

Spettatori: 60.000 circa con 19.859 paganti (incasso di 211.672,50 euro) e 38.717 abbonati (quota 844.232,17 euro).


Cristian Ledesma in azione
Ibrahimovic, dopo il gol, polemizza con i propri tifosi
Ibra in azione
Sebastiano Siviglia
Mauro Zarate
Aleksandar Kolarov
Un intervento di Fernando Muslera
Un momento dell'incontro
Scambio di vedute tra Matuzalem e Ibrahimovic

La Lazio resiste soltanto un'ora alla formazione nerazzurra di Mourinho. Ai lombardi basta una prodezza dello svedese Ibrahimovic ed un assist dello stesso giocatore per Muntari per condannare i biancocelesti alla quindicesima sconfitta stagionale in Campionato. Eppure la Lazio gioca un buon primo tempo dove riesce sovente a contenere la manovra nerazzurra, senza poi disdegnare qualche puntata in avanti. Delio Rossi rinuncia all'inizio a Foggia ed inserisce Radu in difesa, mentre il tecnico interista ripropone Figo e Mancini alle spalle di Ibrahimovic.

L'Inter parte subito forte e Rozehnal, già al primo minuto, mette in angolo per arginare il solito Ibra. Al terzo minuto un sinistro di Mancini va fuori di poco ed un minuto dopo la sfera, su un cross di Figo, sfila via tra Radu e Muslera (passando sotte le mani di quest'ultimo) e fortuna vuole per i biancocelesti che nessun giocatore nerazzurro sia appostato nei pressi dell'area piccola per il tap-in vincente. Un minuto dopo la Lazio usufruisce di un calcio di punizione battuto da Kolarov con il portiere nerazzurro che devìa in angolo. La Lazio ora è più propositiva e sia Zarate che Rocchi vedono i propri tentativi ribattuti dai difensori interisti. Al nono minuto Rocchi vince un contrasto al limite dell'area e scaglia la sfera verso la porta con Julio Cesar abile a distendersi in tuffo alla propria destra ed a bloccare. L'Inter prova a sfondare il muro biancoceleste ma non riesce ad essere efficace, anche perché i propri avanti vengono talvolta bloccati in posizione di off-side.

Dal canto suo la Lazio riesce a contenere le offensive avversarie ed a sciorinare una buona manovra, con Zarate ben ispirato ma, talvolta, troppo egoista e bersagliato dai falli dai difensori nerazzurri. Gli uomini di Mourinho hanno la grande occasione per passare in vantaggio a metà del tempo quando un colpo di testa ad incrociare di Ibrahimovic, dopo un cross di Figo, finisce di poco a lato. Risponde la Lazio con Zarate che è steso da Samuel. Sulla conseguente punizione Kolarov manda fuori. Alla mezz'ora un colpo di testa di Muntari finisce a lato della porta difesa da Muslera. Quattro minuti dopo Rocchi subisce un fallo dal limite dell'area interista e la conseguente punizione è battuta da Zarate con l'estremo difensore nerazzurro che blocca la sfera. La Lazio si fa sicuramente preferire in questa fase del primo tempo e Julio Cesar non si fa trovare impreparato su un pericoloso cross di Del Nero ed un tiro da fuori area di Zarate dopo uno slalom tra i difensori avversari. L'Inter abbozza qualche trama offensiva ma la Lazio tiene botta e praticamente il primo tempo finisce qui.

I primi minuti della ripresa vedono in pratica lo stesso copione del primo tempo, con i nerazzurri che cercano di portare pericoli verso la porta laziale ed i biancocelesti che ribattono alle azioni interiste tentando di proporsi avanti. Mourinho, all'undicesimo minuto, evidentemente resosi conto che la manovra interista non trova sbocchi degni di rilievo, effettua una doppia sostituzione facendo uscire Mancini e Santon ed inserendo Vieira e Crespo, con l'intento di dare maggiore peso offensivo alla propria formazione. La mossa dell'allenatore lusitano si rivela particolarmente efficace perché, proprio due minuti dopo, l'Inter passa in vantaggio con un gran tiro da appena dentro l'area di Ibrahimovic su cui nulla può Muslera. Lo svedese, invece di esultare, polemizza con i propri tifosi che qualche minuto prima avevano fischiato il giocatore.

La rete segnata galvanizza a questo punto gli uomini di Mourinho e la Lazio prova ad imbastire qualche azione ma è sempre ben fermata dalla formazione milanese che, al 69', trova anche il raddoppio. Un geniale assist di Ibrahimovic per Muntari, mette il giocatore nerazzurro praticamente solo davanti al portiere biancoceleste che è battuto per la seconda volta da un tiro a fil di palo. L'Inter potrebbe segnare subito la terza rete ma Chivu non riesce a raggiungere la palla dopo il cross di Ibrahimovic. Alla mezz'ora la Lazio si affaccia in avanti con un tiro di sinistro di Matuzalem che Julio Cesar ben controlla e due minuti dopo il solito Ibra impegna severamente Muslera con un potente tiro da fuori che il portiere uruguaiano sventa in tuffo sulla propria destra. La partita ora si va lentamente spegnendo perché i nerazzurri abbassano il ritmo e perché controllano bene le poche azioni in avanti della Lazio.

Tuttavia la partita si incattivisce e l'arbitro Tagliavento deve estrarre più di una volta il cartellino giallo nei confronti dei giocatori di entrambe le formazioni per calmare gli animi. A sei minuti dalla fine Rossi manda in campo il ventenne attaccante ceco Kozak che esordisce nella massima serie. Non ci saranno altre occasioni degne di nota sino al termine della partita che l'Inter fa propria dopo lo scivolone della domenica precedente a Napoli.

Rossi appare meno tirato del solito, quasi sorridente nonostante la sconfitta. "La Lazio ha fatto quello che poteva, per 70 minuti ha giocato alla pari, poi si è arresa ad una prodezza di un campione. Non abbiamo mai concesso più di tanto all'Inter, poi c'è stato l'episodio determinato dal grande campione, siamo venuti leggermente meno anche per paura di non farcela ed è venuta fuori la cattiveria dell'Inter". A parziale scusante della Lazio una difesa rivisitata per metà e qualche assenza importante: "Devo fare rifiatare qualcuno perché hanno speso tanto, i sostituti hanno fatto molto bene per un'ora, poi è venuta fuori la disabitudine a giocare". E non solo: "E' un difetto di crescita arrivare facilmente sulla trequarti e poi perdersi nel fraseggio, ma l'ultimo passaggio è nelle nostre possibilità. Inoltre, giocando a viso aperto, qualcosa concediamo".

Rossi parla anche della questione Zarate, al quale la Società, in sede di rinnovo, avrebbe riconosciuto un compenso di due milioni a stagione: una cifra incredibile per la gestione Lotito. "Se la società - dice Rossi - ritiene di dare a un giocatore due milioni, anche se non so se corrisponda al vero, significa che se li merita. Un giocatore prima deve dimostrare, poi deve andare a chiedere, allo stesso modo un suo compagno prima deve dimostrare altrettanto e se lo fa deve chiedere quelle cifre lì. Secondo me la Società deve fare tre fasce: i migliori, gli intermedi e i ragazzi, e il range tra queste fasce non si deve discostare molto, sennò si crea qualche malumore".


La Gazzetta dello Sport titola: "Il fattore zeta. Un gol e un assist per chiudere la porta a ogni rimonta. Ma lo svedese dopo il gol dell'1-0, sigillo numero 21 in campionato, polemizza e offende i tifosi che prima lo avevano fischiato. Ibra urla a tutti "Silenzio!". Trascina l'Inter, segna e fa segnare Muntari. I nerazzurri tornano alla vittoria dopo tre partite e allungano su Milan (+10) e Juve".

Continua la "rosea": Il fattore Zeta stavolta sorride all'Inter. Perché la zeta decisiva sulla strada dello scudetto non è più quella di Zalayeta, fatale domenica scorsa a Napoli, o quella di Zarate che nel primo tempo di ieri sera spaventa San Siro. E' la zeta provocatoria di Zlatan Ibrahimovic che firma il prepotente 1-0 contro la Lazio e poi manda in gol Muntari. Due prodezze coi piedi e una macchia con le mani, quando sceglie i gesti sbagliati per zittire i contestatori della curva nerazzurra. Con tanti saluti al Milan e alla sua pazza idea di riaprire il campionato. Ammonito e quindi squalificato, Ibrahimovic non ci sarà domenica prossima sul campo del Chievo. Ma a questo punto, anche se il Milan vincesse oggi a Catania riportandosi a meno 7, lo svedese potrà guardare l'Inter sapendo di averle spalancato un'altra porta verso lo scudetto, come l'anno scorso a Parma. È vero che prima del gol né lui né la squadra avevano fatto un tiro in porta, e a San Siro l'aria non era delle migliori. Ma questa era la classica partita della svolta, soprattutto psicologica, e dopo tre gare senza vittorie (due pareggi e una sconfitta) contava solo tornare al successo, tra l'altro meritato e non più fortunato come l'ultimo 1-0 a Udine su autorete.

In una gara con poche emozioni, non decide la qualità del gioco dell'Inter, mai vista del resto in stagione, ma la classe del suo uomo migliore, non a caso capocannoniere con 21 gol. Mentre Zarate (che esce tra gli applausi) dà spettacolo ma non punge, Ibrahimovic si rivela spettacolarmente concreto. Il successo è merito suo, e indirettamente di Mourinho che 2' prima dell'1-0 si decide ad affiancargli Crespo, liberando spazi importanti per lo svedese. Mourinho è senza gli squalificati Stankovic e Balotelli ma non rinuncia al 4-2-3-1 di domenica scorsa a Napoli, affiancando i rientranti Muntari e Mancini a Figo per completare il terzetto alle spalle di Ibrahimovic. L'altra variante, per scelta, è il rilancio di Santon a destra, dopo due turni di riposo, con Zanetti riportato al fianco di Cambiasso al posto di Vieira. Il piano, però, non funziona perché mentre il portoghese cerca di rendersi utile con qualche cross, Muntari e Mancini girano a vuoto, abbandonando al proprio destino Ibrahimovic. E siccome Santon e Chivu non scendono mai, l'Inter prova soltanto lo sfondamento per vie centrali, ma senza velocità e fantasia. L'impressione è quella di una squadra contratta sul piano nervoso e atletico, incapace di effettuare un solo tiro nello specchio della porta di Muslera. Visto che la ripresa non promette nulla di meglio, Mourinho dopo 11' opera un doppio cambio: Vieira per Santon e Crespo per Mancini, con il ritorno al 4-4-2 in cui Zanetti scala come terzino dietro il quartetto Figo-Vieira-Cambiasso-Muntari. Sarà un caso, ma la presenza di Crespo seconda punta vera libera Ibrahimovic, che due minuti più tardi salta Rozehnal e spara un gran destro imprendibile per Muslera. Un tiro, un gol, e il gioco è fatto.

Ma per evitare brutte sorprese, dopo l'ultimo 1-0 trasformato in 1-1 sul campo della Juventus, ecco il 2-0 al secondo tentativo con un passaggio filtrante da campione di Ibrahimovic che libera Muntari, bravo a infilare di piatto sinistro. E così può finalmente incominciare il conto alla rovescia verso la festa scudetto. Con la testa già rivolta alla finale di Coppa Italia, Delio Rossi può permettersi il lusso di tenere inizialmente in panchina Foggia, leggermente acciaccato, rilanciando Del Nero sulla fascia sinistra del suo compatto 4-4-2. Ma il grande protagonista è il solito imprendibile Zarate, a volte troppo egoista ma sempre spettacolare nelle sue serpentine che mettono in difficoltà Samuel, subito ammonito, e chiunque provi a fermarlo. E proprio l'argentino, dopo un tiro senza pretese di Rocchi e una sua morbida punizione, alla fine del primo tempo impegna severamente Julio Cesar, spaventando gli ammutoliti tifosi nerazzurri. Nella ripresa, però, la Lazio si scioglie, mostrandosi troppo leggera nelle gambe e nella testa. E dopo il primo gol, si capisce che la partita è chiusa. Proprio come il discorso sullo scudetto.