Domenica 13 gennaio 2002 - Piacenza, stadio Leonardo Garilli - Piacenza-Lazio 1-0

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13 gennaio 2002 - 2982 - Campionato di Serie A 2001/02 - XVIII giornata

PIACENZA: Guardalben, Cardone, Lamacchi, Lucarelli, Tosto (84' Mora), Gautieri, Statuto, Volpi, Di Francesco (93' Ambrosetti), Poggi, Hubner (87' Cristante). A disposizione: Orlandoni, Boselli, Miceli, Caccia. Allenatore: Novellino.

LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Negro, Couto, Cesar, Mendieta (46' Poborsky), Giannichedda, Liverani (75' D.Baggio), Fiore, Crespo, C.Lopez (60' S.Inzaghi). A disposione: Marchegiani, Colonnese, Favalli, Mihajlovic. Allenatore: Zaccheroni.

Arbitro: Sig. Cesari (Genova).

Marcatori: 70' Hubner.

Note: recuperi: 0' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 7.000 circa.


La rete di Hubner
Un'azione della gara

La Lazio inventa la pausa invernale unilaterale e il Piacenza ringrazia. Raramente si è vista una squadra slegata nei reparti e dominata dall'avversario come quella biancoceleste. Colpa della fatica della partita di Coppa Italia, giovedì a San Siro? Colpa delle scelte di formazione poco convincenti di Zaccheroni? Probabilmente fifty-fifty, ma c'entra anche il poco cuore di una squadra che, presa a pallate per tutta la ripresa, non ha trovato neppure la grinta di fare un fallo. Il gol di Hubner al 25' della ripresa, su bel cross da destra di Cardone e secco anticipo su Pancaro imbalsamato, è stato il risultato minimo di un dominio imbarazzante che ha fatto completare agli emiliani un trattamento bipartisan: alla terza di campionato, al Garilli, aveva perso anche la Roma. Difficile trovare il migliore del Piacenza. Forse Di Francesco, che ha sentito profumo di derby, ma eccezionali sono stati anche Tosto e Gautieri sulle fasce laterali, dove gli emiliani hanno costruito la superiorità nel primo tempo e sfondato nella ripresa. Ballotaggio, invece, per il peggiore della Lazio: Mendieta, confermato titolare ma spostato a destra, è stato irritante per 45' e poi è stato sostituito da Poborsky; Cesar, tenero come il tonno della pubblicità, è stato irriso da Gautieri per tutto il secondo tempo, ma Zaccheroni l'ha lasciato alla mercé dell'avversario, senza provare Favalli (tenuto in panchina) o l'ingresso di un altro centrale (Mihajlovic o Colonnese con lo spostamento di Negro a destra e Pancaro a sinistra nel 4-4-2). Quando il tecnico ha provato la difesa a tre (Negro-Couto-Pancaro) la Lazio era già in svantaggio. Emblematico il gesto dei 500 tifosi laziali: a 20' dalla fine hanno ripiegato gli striscioni. Zaccheroni è stato onesto nel dopopartita: "Giornata storta, il Piacenza ha meritato. Fuori dal giro-scudetto? Parlare di certe cose, adesso, vorrebbe dire prendere in giro la gente". La Roma capolista a più 14 fa male e non consola l'idea di avere una partita da recuperare, a Verona, contro il Chievo. Il patron Sergio Cragnotti, che aveva esonerato Zoff perché non voleva una Lazio da centroclassifica, adesso si trova a fronteggiare una situazione analoga.

Il venticello che inizia a sussurrare il nome di Roberto Mancini per la prossima stagione, in caso di tracollo finale in questa, non fa bene a nessuno. Tanto meno a un bilancio che ha Zoff a libro paga anche per il prossimo anno e Zaccheroni per i prossimi due. La Lazio ha pagato caro e pagato tutto. La maggiore atleticità del Piacenza, lo scartamento ridotto di Liverani, l'assenza di Nesta che scoperchia la difesa, l'evanescenza di Lopez, gli errori del suo sostituto Inzaghi, la solitudine di Crespo. Se non è crollata prima e più pesantemente lo si deve alla pessima giornata di Dario Hubner, che fino al momento del gol si era divorato almeno tre occasioni. Mentre Novellino era pronto a fare entrare Caccia, il Bisonte ha segnato. Parlare di episodi e di fortuna/sfortuna - conteggiando anche il palo colpito da Crespo al 35' del primo tempo nell'unica vera verticalizzazione di Liverani - sarebbe però fare un torto alla partita. Il Piacenza ha strameritato di vincerla. Facile prevedere il futuro della squadra di Novellino: una meritata salvezza, se resteranno queste le motivazioni e l'impianto di gioco. Anche senza buttare i miliardi dalla finestra si possono fare buone squadre. Difficile capire cosa possa succedere alla Lazio. Mercoledì lo snodo di Coppa Italia, in cui deve recuperare lo svantaggio di 1-2 dal Milan, diventa già un'ultima spiaggia. Zaccheroni dovrà affrontarla senza difesa, visto che mancherà anche lo squalificato Couto, ieri il meno peggio di un reparto squinternato dove Pancaro rischia di diventare un allarme anche in chiave azzurra.

Fonte: Corriere della Sera