Domenica 18 febbraio 2007 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Torino 2-0

Da LazioWiki.

Stagione

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18 febbraio 2007 - 3.221 - Campionato di Serie A 2006/07 - XXIV giornata - calcio d'inizio ore 15.00

LAZIO: Ballotta, Belleri, Siviglia, Cribari (72' Stendardo), Zauri, Mutarelli, Ledesma, Mauri, Jimenez (59' Firmani), Rocchi, Pandev (89' S.Inzaghi). A disposizione: Berni, Manfredini, Bonetto, Tare. Allenatore: D.Rossi.

TORINO: Abbiati, I.Franceschini, Di Loreto, Brevi (I), Lazetic, Barone (71' Stellone), Gallo (62' Ardito), De Ascentis, Pancaro, Rosina (83' Abbruscato), Muzzi. A disposizione: Taibi, Ogbonna, Martinelli, Bovo. Allenatore: Zaccheroni.

Arbitro: Sig. Rizzoli (Bologna) - Assistenti di linea Sigg. S.Ayroldi e Ambrosino - Quarto uomo Sig. Squillace.

Marcatori: 11' Pandev, 60' Pandev.

Note: ammonito al 58' Pandev per gioco scorretto. La lazio gioca con il lutto al braccio per ricordare la scomparsa dell'ex presidente Gian Casoni. Angoli: 6-5. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 3.989 per un incasso di 81.280 euro, abbonati 12.863 per una quota di 173.247,68 euro.


La prima rete di Goran Pandev
L'esultanza del macedone dopo la marcatura
L'ex Giuseppe Pancaro entra duro su Massimo Mutarelli
Marco Ballotta in un fotogramma dell'incontro
L'ex Nikola Lazetic in azione
Goran Pandev festeggia la doppietta
Il raddoppio di Pandev
Il minuto di silenzio per ricordare Gian Casoni

La Gazzetta dello Sport titola: "Le magie di Pandev fanno traballare Zac. La Lazio vola, insulti ai carabinieri sommersi dai fischi Toro, 5° k.o. di fila: sabato ultima spiaggia per il tecnico".

Continua la "rosea": Goran Pandev segna gol mai banali e sempre decisivi: con Empoli, Messina, Ascoli, Livorno e Parma cinque reti per un totale di undici punti. Col Torino la prima doppietta stagionale, un cucchiaino delizioso e un diagonale secco, precisione e potenza al servizio della Lazio che risponde così a Milan ed Empoli. La corsa per il quarto posto è l'unica cosa veramente in bilico del campionato. Purché il Torino non riapra anche il discorso retrocessione, per ora altrimenti circoscritto: quello visto all'Olimpico ha tutte le carte in regola per iscriversi alla crudele lotteria e soffiare il terzultimo posto, ancora abbastanza lontano, a Messina o Chievo. Quinta sconfitta consecutiva, un punto nelle ultime sette partite, il Torino è a pezzi e Zaccheroni può solo confidare nella sopraggiunta pazienza del presidente Cairo, che forse a quest'ora si sarà pentito della fretta con cui si disfò prima dell'inizio del campionato di De Biasi. Le attenuanti generiche si chiamano Cioffi, Comotto e Balestri (tutti squalificati) e qualche acciaccato di troppo, ma la squadra vista contro la Lazio ha finito con Stellone, Muzzi e Abbruscato ammucchiati davanti in modo incomprensibile, senza mai mostrare, a parte il gran correre di Rosina, di possedere un gioco e quel che è peggio un cuore (nemmeno un ammonito). Tutto mentre l'ex Fiore riportava alla vittoria il Livorno. Sabato prossimo l'anticipo Chievo-Torino profuma per Zac di ultima spiaggia. Anche la Lazio aveva i suoi problemi. Indisponibili Peruzzi, Behrami, Mudingayi e Makinwa, Delio Rossi non ha fatto una piega: dietro, spazio a Ballotta e Belleri che hanno ribadito l'imperforabilità di una difesa seconda solo a quella dell'Inter (18 a 17) e imbattuta da 363 minuti, in mezzo largo a un Mauri mediano in linea con Mutarelli e Ledesma, per consentire la prima volta a tempo pieno di Jimenez dietro Pandev e Rocchi.

Lazio a trazione anteriore, insomma. Scelta coraggiosa e rischiosa, che Rossi avrebbe prima sfruttato e poi, a tempo debito, abbandonato dopo un'ora di gioco. Si era sull'1-0, dopo un primo tempo a senso unico e il gol di Pandev in avvio che il Torino è stato capace di prendere in contropiede. Zaccheroni s'era coperto con la difesa a quattro e Pancaro terzino sinistro, ma si è visto subito che le accelerazioni della Lazio erano frutto proibito per il Toro. Così, un errore del centrocampo granata (De Ascentis), invano corretto da tre a quattro, ha messo in moto la verticale Rocchi-Mutarelli-Pandev. Tutto in un attimo. Il Torino si è fatto vedere solo nel primo quarto d'ora della ripresa, quando Jimenez, che pure avrebbe colto un palo in comproprietà con Franceschini prima di uscire, ha mostrato la corda di una condizione approssimativa. Quattro velleitarie conclusioni del Toro (insidiosa solo quella di Rosina) hanno suggerito la staffetta tra Jimenez e Firmani, mediano di rottura. Restituito al ruolo di trequartista con alle spalle un centrocampo tornato solido nonostante la giornata un po' così di Ledesma, Mauri ha impiegato un solo minuto per regalare a Pandev un assist di lusso. Seconda rete d'autore e partita finita. Capitolo imbecilli: sono sempre meno in curva nord quelli che insultano i carabinieri e il presidente Lotito. Ieri sono stati zittiti da un mare di fischi, nonostante lo stadio semivuoto. Buon segno.


Il Corriere della Sera così racconta la gara:


I numeri, meglio di ogni altra cosa, mettono in risalto le differenze tra le due squadre: la Lazio, con questa secca vittoria, centra il sesto risultato utile consecutivo e non prende gol da 363 minuti; il Toro, invece, rimedia la quinta sconfitta consecutiva e nelle ultime sette partite ha rimediato lo straccio di un punto. Pandev, con una rete per tempo, affonda Zaccheroni, ma al novantesimo ci pensa l'ostinato presidente Cairo a riportare in quota il suo allenatore: "La Lazio ci ha impallinato subito. Non è questo il Torino che mi piace, però Zac non si tocca. Andiamo avanti con lui senza tentennamenti, concentrandoci su Chievo e Cagliari". Che sono i prossimi, delicati appuntamenti a cui sono chiamati i granata, ormai senza paracadute. La Lazio non è quella dei giorni migliori, ma è sufficiente a piegare senza patemi una squadra senza capo né coda. Rocchi ha la mira difettosa, così tocca a Pandev allietare la domenica di Delio Rossi e a permettere ai biancocelesti di scavalcare il Milan e portarsi ad un solo punto dal quarto posto nelle mani della rivelazione Empoli. Il suo primo gol, un pallonetto calibrato di sinistro sotto il diluvio, arriva in fondo all'azione più bella della partita, un contropiede orchestrato da Mutarelli dopo che Jimenez aveva vinto un contrasto con De Ascentis. Il Toro, che Zaccheroni disegna con la difesa a quattro e due rifinitori - Lazetic e Rosina - dietro Muzzi, è una squadra vecchia e stanca, senza anima, né idee. La sua partita, in chiave offensiva, è concentrata in due tiri da fuori area, uno di De Ascentis nel primo tempo, l'altro di Gallo a inizio ripresa, ed entrambi facilmente parati da Ballotta. La Lazio, con Mauri sulla linea dei mediani e con Jimenez dietro i soliti Pandev e Rocchi, fatica a chiudere il conto prima dell'intervallo, un po' perché così sbilanciata tende ad allungarsi, un po' perché sotto rete è imprecisa. Ma un minuto dopo aver riequilibrato l'assetto con l'inserimento di Firmani al posto di Jimenez, ancora alla ricerca della migliore condizione, Pandev replica, stavolta con un diagonale imprendibile di destro. Del Toro nessuna traccia, eppure Zaccheroni - che alla fine si apparta per venti minuti nel ventre dell'Olimpico con Cairo - continua a crederci: "Abbiamo preparato una partita e invece ne abbiamo giocata un'altra. Dobbiamo cercare di ripartire, non possiamo continuare a perdere".