Domenica 20 ottobre 1996 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 2-1

Da LazioWiki.

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Campionato Italiano di calcio Divisione Nazionale Serie A 1996/97 - 6ª giornata - Lazio-Cagliari 2-1

LAZIO: Marchegiani, Gottardi, Negro, Fish, Favalli, Fuser, Marcolin, Nedved (86' Baronio), Signori (88' Franceschini), Casiraghi (4' Cudicini), Protti. n.e. Piovanelli, Bellè, Rambaudi. All. Zeman.

CAGLIARI: Pascolo, Pancaro, Grassadonia, Vega, Villa, Bettarini (46' Banchelli), Sanna (46' Cozza), Lonstrup, O'Neill, Bisoli, Dario Silva (68' Muzzi). n.e. Abate, Tinkler, Scugugia, Bressan. All. Clagluna. D.T. Perez.

Arbitro: Sig. Bolognino (Milano).

Marcatori: 22' Nedved, 49' Signori, 77' Banchelli.

Note: espulso Marchegiani al 4' p.t. Esordio in Serie A per Carlo Cudicini classe 1973. Ammoniti: Vega, Grassadonia, Marcolin, Villa, Cudicini. Calci d'angolo: 7-13.

Spettatori: 35.355 paganti per un incasso di £. 1.061.899.000.

Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: foto della gara
Dal Guerin Sportivo: elogio a Cudicini
Carlo Cudicini sostituisce tra i pali Luca Marchegiani
Cudicini dolorante al termine dell'incontro

Si può battere questo Cagliari anche con dieci uomini e una difesa poco rassicurante. Ci riesce la Lazio, risalendo da un avvio traumatico per l'espulsione giusta di Marchegiani, salvo trattenere in porta Cudicini, gravemente menomato, per difendere il rocambolesco 2-1 nel recupero finale. Carlo Cudicini, scuola milanista, sorveglia l'emozione senza mostrare cedimenti e anzi affianca i protagonisti biancocelesti (Nedved, Fuser, Signori) risultando spesso decisivo. Poi, pregustando gli elogi, tampona purtroppo scomposto l'ultimo arrembaggio di Bisoli e riporta la distorsione del ginocchio destro con probabile lesione al legamento crociato anteriore. Sono attimi tremendi sullo sfondo dell'inseguimento sardo, quando Gregorio Perez capisce forse d'aver malamente protetto quel filo che ancora lo lega alla panca rossoblù. Perché non approfittare subito del destino favorevole, correggendo l'inguardabile 5 4 1 di partenza? Perché lasciare comunque la partita nei piedi laziali, fino al missile di Nedved e al raddoppio applaudito di Signori? Pronti via e Marchegiani fa la vispa Teresa, surrogando il disastroso reparto arretrato preso in velocità. Dovrebbe anticipare Silva, lanciato da O'Neill, ma sbaglia il tempo d'uscita e schiaffeggia la palla fuori dall'area. L'arbitro Bolognino, gran collezionista in carriera d'ammoniti o espulsi, ci va a nozze: cartellino rosso, dentro Cudicini, figlio d'arte, e la prestazione di Casiraghi finisce prima d'iniziare. Beh, qualsiasi allenatore gratificato dal dono, avrebbe quanto meno un sussulto, trasmetterebbe una variazione. Non Perez, sovrintendente d'un gruppo altrettanto compassato, dove giusto O'Neill abbozza saltuarie iniziative per giustificare la presenza fisica di Silva, sperduto là davanti. Così s'è ridotto il Cagliari imbottito di comparse straniere, così traccheggia, mentre avvampa la Lazio sotto le accelerazioni dell'imprendibile Nedved e le squisitezze timbrate Fuser.

Giù il cappello, allora, per l'inevitabile stangata, nemmeno metaforica, come dimostra dai trenta metri Nedved, rivelazione degli europei inglesi. Quel prodigio, inventato nonostante i gomiti fastidiosi di Lonstrup e piantato all'incrocio dei pali, sembra chiarire che la pazza Lazio rimpolperà la classifica, rispunterà (forse) ai vertici. Nessuna nuova, invece, sull'immobilismo tattico di Perez, paradossalmente capitato all'Olimpico per semplificare i problemi degli scarsi rincalzi (Gottardi, Fish) ora piazzati davanti a Cudicini; e per facilitare, sempre assente Cragnotti, la riappacificazione fra la Lazio e i tifosi. In dieci è divertente e si gioca meglio, secondo una famosa battuta di Liedholm. E, avversari permettendo, scorrono le sequenze d'un "revival" di Zemanlandia, addirittura esagerato e poco accorto, valutata l'inferiorità numerica. Inutilmente Marcolin cerca di rallentare i ritmi: i compagni gli sfilano via come schegge e tocca a Negro ammortizzare in angolo una percussione del solito O'Neill. Un corner è un corner, ma diventa un ordigno con l'attendente Fish piantato al suolo. Stacca in mischia Vega, stanco di contemplare la sconfitta dall'altra parte, e la capocciata obliqua è gol. Non però agli occhi di Bolognino, probabilmente coperto e non assistito dai guardalinee. L'arbitro giudica al di qua della linea la rassegnata respinta di Fuser. Povero Gregorio Perez! Tra poco lo cacceranno, gli subentrerà quasi certamente Clagluna (i sostenitori cagliaritani vagheggiano Mazzone) e quel pareggio sacrosanto, ma svanito, non rappresenterà neanche un appiglio morale fra tanti capi d'accusa. Certo, sarebbe arduo affermare che il Cagliari avrebbe utilizzato la rete di Vega per un prosieguo dell'offensiva. Subita l'iniquità, Perez aspetta di giungere a metà tragitto per un paio di correttivi, che si rivelano demoralizzanti in cinque minuti.

I cinque minuti di Signori, tornato di prepotenza scattista autorevole e impallinatore preciso, addirittura con il destro. No, non è colpa degli ottimi "panchinari" Banchelli e Cozza, se la Lazio raddoppia sfruttando il macchinoso rimescolamento cagliaritano. Raddoppio contropiedistico, che Signori personalizza seminando i segugi nella cavalcata da metà campo. Sicché sullo slancio sa rianimare anche lo stralunato Protti e in due bombardano a ripetizione: palo traversa. Quando Perez decide di svenarsi nella generosità offensiva è troppo tardi. Con Muzzi il Cagliari assume sembianze di formazione pericolosa, soprattutto in rapporto al fiato corto degli avversari, costretti inoltre a sostituire Nedved, colpito all'anca. E Banchelli accorcia con prodezza dinamica e balistica, servito da O'Neill. Vani rigurgiti cagliaritani. Zeman inaugura la stagione del silenzio stampa "mirato". Si rifiuta di parlare con i giornalisti dei quotidiani e accetta di rispondere solo alle domande di quelli delle televisioni. Così non rimane altro da fare che registrare la gioia di Signori per un gol di destro che sa tanto d'impresa, vista la sua nota predilezione nel calciare con l'altro piede. E ascoltare la traduzione di quello che racconta un seccatissimo Nedved, forse in sintonia con il tecnico: "Posso migliorare ancora? Come tutti", dice con un'uscita alla Catalano. La Lazio è comunque costretta a registrare un altro serio infortunio dopo quello di Chamot: Cudicini ha una probabile lesione del crociato anteriore del ginocchio destro. Per la prossima partita di campionato Zeman dovrà inventarsi un portiere. Perez, invece, sa perfettamente che la sua esperienza italiana è ormai finita. Ieri sera si dava per certo il suo esonero e l'ingaggio da parte del Cagliari di Clagluna: "Il calcio è difficile ovunque. Deciderà il presidente", ha detto il tecnico. Ma il tono era quello di un addio.

Fonte: Corriere della Sera