Domenica 2 febbraio 2003 - Verona, stadio Marc'Antonio Bentegodi - Chievo-Lazio 1-1

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Stagione

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2 febbraio 2003 - 3029 - Campionato di Serie A 2002/03 - XIX giornata

CHIEVO: Lupatelli, Moro, Legrottaglie, Lorenzi, Lanna, Luciano (88' Della Morte), Perrotta, Corini, Franceschini, Bjelanovic (67' Pellissier), Cossato. A disposizione: Ambrosio, Mensah, Andersson, Beghetto, Pesaresi. Allenatore: Delneri.

LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Negro, Stam, Favalli, Lazetic (71' S.Inzaghi), Giannichedda, Liverani (83' Simeone), Fiore, C.Lopez, Corradi. A disposizione: Marchegiani, Colonnese, D.Baggio, Oddo, Chiesa. Allenatore: Mancini.

Arbitro: Sig. Farina (Novi Ligure).

Marcatori: 45' Corini (rig), 89' Simeone.

Note: ammoniti Lanna e Negro per gioco scorretto. Recuperi: 0' p.t., 4' s.t.

Spettatori: paganti 4.921, incasso 103.581 euro, abbonati 10.000, quota di 79.006,48 euro.

Il biglietto della gara
La rete di Corini su calcio di rigore

La Gazzetta dello Sport titola: "Vedi Chievo e Lazio trovi lo spettacolo. Fasce, pressing e profondità: due squadre allo specchio, pari in tutto. Solo l'arbitro Farina non è all'altezza. In gol Corini e Simeone".

Continua la "rosea": L'unico rimpianto è che una così bella partita si sia consumata su un palcoscenico così brutto. Buche, zolle divelte e sabbia: il prato del Bentegodi, che indecenza. Peccato, perché in primavera e su un campo all'inglese, questa gara avrebbe regalato una fioritura continua di belle giocate. Chievo e Lazio sono le squadre che probabilmente esprimono il miglior calcio del campionato. Organizzate, intense, propositive: averne di formazioni così. Poco meno di un anno fa Roberto Mancini, reduce dalla brutta esperienza di Firenze, visse per un paio di settimane a Veronello: un utile aggiornamento professionale dentro la bottega di Delneri. Mancini ha tratto molte cose da quell'esperienza, la sua Lazio ha l'impronta del Chievo: gusto per le fasce, pressing, ricerca continua della profondità. Ieri il Chievo si è trovato di fronte uno specchio, nella Lazio ha visto riflessa la propria immagine. Ne è nata una sfida appassionante, che l'arbitro Farina ha tentato invano di guastare. E non ci riferiamo tanto al rigore concesso al Chievo, una decisione generosa, ma non astrusa, quanto a numerosi falli fischiati male o ignorati del tutto. Farina trasmetteva incertezza e questo era un problema perché la partita era vivace e frenetica e necessitava di un polso fermo.

Il primo tempo è stato griffato dal Chievo. Sprazzi di Chievo antico, quello che nella scorsa stagione pennellava calcio, e la ragione è chiara: si è rivisto il vero Luciano. A Perugia il fu Eriberto non era piaciuto, aveva pagato lo stress di un rientro atteso per mesi. Ieri Luciano si è reimpossessato di sé: galoppate incontenibili sulla destra, cross taglienti, un gol di testa fallito per poco nel finale. Serviti gli scettici, quanti sostenevano che Luciano non sarebbe stato all'altezza di Eriberto. Ci sbilanciamo: Luciano è più forte di Eriberto perché ha la testa sgombra e quando verrà primavera, quando i campi si asciugheranno e l'erba sarà verde, non grigio topo come ieri, questo brasiliano farà concorrenza al vento. Il primo tempo si è chiuso con l'episodio che più ha fatto discutere, l'intervento di Negro su Cossato punito da Farina col rigore. L'entrata è stata scomposta, con la gamba pericolosamente alta, ma il danno procurato è parso minimo. E in più Cossato, che a causa della pressione dell'avversario ha toccato il pallone con una mano, su quella palla era in ritardo di suo. Farina era dietro i due, posizionato male, e non ha avuto dubbi. La moviola non fa definitiva chiarezza, nel senso che questo è il classico rigore duplex: visto da una parte non ha senso, dall'altra sì. Passate le proteste, Corini ha calciato e segnato, ma Farina ha fatto ripetere per area affollata anzitempo.

Giusto, ma quanti sono gli arbitri che fanno rispettare questa vecchia regola? Corini non si è lasciato impressionare e ha rifatto centro nello stesso angolo. La Lazio ha rimediato con una ripresa superba, in costante pressione sugli avversari. Ha chiuso il Chievo in un angolo e l'ha tempestato di pugni. Ogni tanto gli incursori di Delneri fuoriuscivano dalla morsa e imbastivano terribili contropiede. Uno spettacolo di partita. Lopez (26') ha approfittato di un clamoroso errore di Lorenzi e si è presentato davanti a Lupatelli, bravissimo a rubargli tempo e palla. Un faccia a faccia già visto nel p.t. (41'), ma in quell'occasione era stata la traversa a salvare il portiere pandorato. Un altro legno ha poi colpito Giannichedda (33' s.t.) e sul rimbalzo Inzaghi è stato colto in controtempo. Il gol è arrivato quando la Lazio forse non ci sperava più: cross di Fiore (44') e testata vincente di Simeone. La partita non si è placata, a 10 secondi dalla fine si è reso necessario un miracolo di Peruzzi su colpo di testa congiunto Legrottaglie-Stam. Giusto così e non toccate il campionato: con una serie A divisa in due gironi Chievo e Lazio potrebbero non incrociarsi più.