Domenica 9 novembre 2014 - Empoli, stadio Carlo Castellani - Empoli-Lazio 2-1

Da LazioWiki.

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9 novembre 2014 - Campionato di Serie A - XI giornata - inizio ore 15.00

EMPOLI: Sepe, Laurini (69' Hysaj), Rugani, Barba, Mario Rui, Vecino, Valdifiori, Croce, Zielinski (58' Laxalt), Maccarone, Pucciarelli (85' Bianchetti). A disposizione: Pugliesi, Bassi, Moro, Signorelli, Mchedlidze, Tavano, Aguirre, Rovini. Allenatore: Sarri.

LAZIO: Berisha, Cavanda, de Vrij, Ciani, Braafheid (58' Klose), Parolo (77' Felipe Anderson), Biglia, Lulic, Candreva, Djordjevic, Mauri (43' Ederson). A disposizione: Strakosha, Guerrieri, Novaretti, Cana, Pereirinha, Konko, A. Gonzalez, Ledesma, Onazi. Allenatore: Pioli.

Arbitro: Sig. Mazzoleni (Bergamo) - Assistenti Sigg. Manganelli e Schenone - Quarto uomo Sig. Posado - Assistenti di porta Sigg. Cervellera e Maresca.

Marcatori: 52' Barba, 55' Maccarone, 67' Djordjevic.

Note: ammoniti Mario Rui, Cavanda ed Ederson per gioco falloso. Angoli: 3-4. Recuperi: 2' p.t., 3' s.t.

Spettatori: 1.952 paganti per un incasso di euro 34.738 e 6.201 abbonati per una quota di euro 40.135.


Una fase di gioco
Foto Ansa
Michael Ciani
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Stefano Mauri
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Stefan de Vrij
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Filip Djordjevic
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Antonio Candreva
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Marco Parolo
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Un momento di gioco
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La palla colpita di testa da Filip Djordjevic si insacca in rete
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Una fase della partita
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I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Barba-Big Mac, Empoli da corsa. Lazio sgonfia: né gioco né idee".

Continua la "rosea": Se la Lazio pensava di sbrigare velocemente la pratica e assicurarsi il terzo posto, la caduta di Empoli farà ancora più male. Perché da tempo non si vedeva una squadra con così poche idee e poco gioco, ben lontana da quella che ha conquistato 16 punti sugli ultimi 18 ed era illuminata dalla regia di Biglia e dalla manovra di Parolo e Candreva. Tutto il contrario, anche se in trasferta è meglio non sorprendersi delle brutte figure (visto che siamo al terzo k.o. su 6 partite). Una giornata storta. Meglio sorprendersi invece dell'Empoli che, dopo la bella partenza, sembrava essere rientrato nei ranghi: e invece – sarà stata la risposta al prolungamento del contratto di Sarri malgrado tre k.o. di fila (fenomeno paranormale non da campionato italiano), sarà stata la bella organizzazione tattica esaltata da Rugani, Valdifiori e Maccarone – ecco che la neopromossa si prende 3 punti meritati con l'uno-due di Barba e Maccarone. Al quale replica, inutilmente, il solito Djordjevic. Il 2-1, con tre tiri totali in porta, non fa una piega.

Due gol nati da calcio da fermo, a spiegare che in questa "piccola" non c'è improvvisazione (il 67% delle reti dell'Empoli è arrivato così). Tutto in tre minuti, al 7' e al 10' del secondo tempo, con la Lazio che sembra ancora negli spogliatoi. Prima Barba, alla 2° in A, centrale in comproprietà con la Roma, colpisce di testa su angolo di Valdifiori. Poi Maccarone scarica tutta la sua potenza su una punizione-schema di Mario Rui che inganna la difesa. E non c'è improvvisazione neanche nella mossa di Sarri che arricchisce il suo ordinatissimo 4-3-1-2 con l'"1" Zielinski piazzato su Biglia: non lo lascerà mai, togliendogli l'aria per lanci e geometrie, come farà Laxalt dopo. In più Rugani dietro non sbaglia un colpo, salvando anche i suoi dal 2-2, mentre davanti Maccarone può essere fermato più che altro con il fallo.

All'ordine dell'Empoli corrisponde il disordine laziale. La difesa balla parecchio, con Ciani impreciso e Cavanda generosamente inconcludente, ma non ha tutte le colpe se il centrocampo, soprattutto [Parolo Marco|Parolo]], non regge il ritmo della mediana rivale. E se in attacco l'unico a rispondere presente è Djordjevic, autore del 2-1 al 22' s.t., 6° centro in campionato, su assist di Candreva (7° stagionale). Due palloni riceve il serbo e sul primo sfiora il palo. Ci sarebbero oltre 20' per conquistare il pari, e Pioli ci prova trasformando il 4-3-3 in 4-2-4 con Klose accanto a Djordjevic, ma troppo tardi e zero lucidità mentre il cronometro corre. Il primo tempo è già andato sprecato con Mauri fuori partita, gli errori nei cross e l'imprecisione di Candreva, Djordjevic e Parolo tra il 9' e il 14', tre occasioni che potevano cambiare la partita. Potevano.


Il Corriere dello Sport titola: "La Lazio si è fermata nel momento più bello. Dopo sei partite utili di fila, per Pioli stop alla volata Champions".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Pioli faceva bene a frenare con gli entusiasmi e sapeva com'era organizzato l'Empoli, pericolosissimo sui calci piazzati. Troppo presto per i sogni di gloria, la Lazio non è ancora matura o cinica per certi traguardi. Ha perso un'altra occasione e si è fermata dopo sei risultati utili consecutivi nel giorno in cui poteva decollare verso la Champions. Un punto nelle ultime due trasferte, dopo il pareggio di Verona è arrivata la quarta sconfitta in undici giornate. Ha vinto Sarri, mister 33, come lo chiamavano ai tempi in cui guidava il Sansovino, perché sosteneva scherzando di avere 33 schemi sulle palle inattive. Proprio così, sfruttando un angolo e una punizione, è riuscito a battere la Lazio, messa ko da una doppietta realizzata nel giro di quattro minuti da Barba e Maccarone. Il ragazzino romano, classe '93, campione d'Italia con la Primavera della Roma e ancora in comproprietà con i giallorossi, giocava per la seconda volta da titolare al posto di Tonelli, squalificato. Ricorderà per sempre il pomeriggio del Castellani. Ha fermato Klose e segnato un gol pesantissimo, il primo in serie A. Big Mac, che Lotito aveva trattato nel 2004 sino a pochi minuti prima di acquistare Rocchi, ha messo il sigillo. Il colpo di testa di Djordjevic ha riaperto la partita, ma l'assalto finale della Lazio non è servito per riacciuffare almeno il pareggio. Sarebbe stato meritato per lo spirito, non per il gioco. Ieri la squadra di Pioli non aveva la solita brillantezza. Correva meno e non era mai successo che fosse così imprecisa sotto porta: cinque o sei occasioni buone per segnare, ma un solo tiro nello specchio in novanta minuti. E quando non fa gol, neppure porta a casa un punto: era già successo con Genoa e Udinese. Fragilità difensive evidenti.

S'annunciava una partita complicata, spigolosa, di contrasto. E se n'è avuta subito conferma. L'Empoli aggrediva, rendendo complicatissimo l'avvio dell'azione. Zielinski in marcatura su Biglia. Maccarone prendeva Ciani e Pucciarelli pressava de Vrij. La Lazio non riusciva nel consueto giro palla, era costretta ai lanci lunghi, sul primo dei quali Candreva ha angolato troppo il destro, divorandosi un'occasione limpida. Poco ispirato il fantasista azzurro, fuori dalla partita Mauri, costretto a chiedere il cambio per un infortunio muscolare sul finire del primo tempo, in apnea Parolo, poco brillanti Biglia e Lulic. L'Empoli teneva il controllo del gioco (all'intervallo 50% nel possesso palla), senza creare pericoli. Un calcio di punizione e un diagonale fuori misura di Maccarone. Berisha mai impegnato. Negli unici dieci minuti in cui la Lazio è riuscita a distendersi e ad assumere il comando del gioco sono arrivate altre tre occasioni da gol. Djordjevic ha angolato troppo il colpo di testa, Parolo ha girato a lato da buona posizione, ancora Candreva ha sparato alto di sinistro. Alla differenza di qualità si può supplire solo attraverso l'organizzazione. E Sarri ha vinto capitalizzando al massimo le palle inattive. Angolo calciato da Valdifiori. La linea difensiva della Lazio era piazzata bene, ma si è mossa con ritardo. Cavanda ha perso la marcatura di Barba. Ciani ha provato invano a rimediare. L'ex romanista ha colpito di testa e beffato Berisha sul palo più lontano. Era il settimo. Un pugno nello stomaco, perché tre minuti più tardi è arrivato il raddoppio.

Questa volta l'errore della linea biancoceleste è stato di posizione. Un blocco ha fermato Biglia. Maccarone ha tagliato ed è arrivato per primo sulla punizione battuta in profondità da Valdifiori. Sinistro potentissimo e raddoppio. Impossibile parlare di episodi. Dietro c'è un lavoro enorme. Sarri dev'essere un fenomeno se l'Empoli ha segnato 8 sui 12 gol realizzati sinora in campionato sfruttando i calci piazzati. Una media altissima (66%), la migliore della serie A. Alla lunga forse si trasformerà nel segreto per centrare la salvezza. Pioli ha risposto al doppio svantaggio inserendo Klose per Braafheid e arretrando Lulic al ruolo di terzino sinistro. Di fatto era un 4-2-4 con il tedesco e Djordjevic che a turno scivolavano sull'out sinistro. Poi ha messo dentro anche Felipe Anderson, tornando al 4-3-3 con due trequartisti (l'altro era Ederson) come interni di spinta. Al 21' la Lazio è riuscita a rimettere in discussione il risultato. Cross di Candreva e colpo di testa in sospensione di Djordjevic, al sesto centro in campionato. Ci sarebbero stati altri venticinque minuti per pareggiare. La squadra biancoceleste ha attaccato a testa bassa e senza creare molto, a parte un cross di Djordjevic non raccolto da Klose e un traversone di Candreva su cui Rugani ha salvato in tuffo, evitando il colpo di testa ravvicinato di Ciani. Sarri ha inserito prima Hysaj e poi Bianchetti, finendo con la difesa a cinque. Mossa giusta e sacrosanta, perché così si portano a casa vittorie pesantissime. La Lazio è andata al tappeto, perdendo il terzo posto che aveva appena conquistato. La sosta servirà a rinfrescare le idee e tornare con i piedi per terra.


Il Messaggero titola: "La Lazio si addormenta. L'Empoli interrompe la corsa dei biancocelesti verso la Champions: inutile la rete di Djordjevic. L'ex romanista Barba e Maccarone puniscono una squadra impreparata sulle palle inattive".

La Lazio si è fermata a Empoli. Dopo 5 vittorie e un pareggio, lasciando il terzo posto e anche qualche sogno cullato con eccessivo entusiasmo. Una sconfitta che pesa, brucia e ridimensiona la squadra biancoceleste, nella peggiore prestazione del campionato, che ha messo ancora a nudo le amnesie della difesa, le opinabili scelte di Pioli e la mancanza di personalità. Il "Castellani" ha evocato ricordi negativi alla Lazio, che proprio su questo campo, perse lo scudetto del 1999. I toscani si sono affidati alla corsa, all'aggressività, al raddoppio delle marcature su ogni zona di terreno, con il tipico atteggiamento di chi deve sopperire al gap tecnico. Due reti scaturite da calci piazzati: il primo da un corner, con Barba lasciato libero in piena area. Il secondo, sugli sviluppi di una punizione, con la dormita generale su Maccarone. L'uno-due, nello spazio di neppure tre minuti, ha ammansito le velleità della Lazio, incapace fino a quel momento di calciare verso la porta di Sepe. Una gara gettata alle ortiche per gli errori che sono ritornati a penalizzare i risultati. Ma, quella vista in Toscana, è stata una Lazio al di sotto delle potenzialità, espresse solo nello squarcio iniziale, con le conclusioni fuori di Djordjevic e Candreva. Pioli ha schierato ancora Mauri sulla fascia sinistra e il capitano, braccato e raddoppiato, è stato costretto a battere impervi tratturi per trovare spazio. Raramente è riuscito a entrare nel cuore della partita e Djordjevic non ha avuto un'adeguata assistenza. La negativa giornata di Candreva ha complicato la situazione e la Lazio non è riuscita a sviluppare una manovra avvolgente e rapida.

Forse, visto lo schieramento tattico dei padroni di casa, sarebbe stato opportuno spostare Mauri dietro la punta e allargare Lulic sulla fascia. Quando il capitano, sul finale del tempo, è uscito per infortunio, Pioli ha preferito inserire Ederson che non ha lasciato tracce nel pomeriggio: sempre a rimorchio, spesso in ritardo. Klose è stato mandato in campo a babbo morto, dopo il suicidio del doppio vantaggio empolese. Il tedesco ha giocato al centro con Djordjevic sposato a sinistra ed è stato un suo perfetto colpo di testa a riaccendere la speranza. Però, nonostante le qualità acrobatiche dell'attaccante, di cross ne ha visti davvero pochi. Lo stesso innesto di Anderson non ha avuto gli effetti sperati perché al brasiliano manca sempre un punto per arrivare a cento e si perde nel momento cruciale dell'azione. Lo zibaldone tattico, che ha visto protagonista la Lazio, che ha chiuso con un assetto tutto offensivo, ha prodotto solo qualche mischia. Sul 2-1 sono mancate la cattiveria, la determinazione e la convinzione per recuperare il risultato. Con metà ripresa a disposizione una formazione di rango e ambiziosa avrebbe dovuto cercare con pervicacia il pari. Sono venute meno anche lucidità e gambe e l'Empoli, nonostante il feroce pressing, ha avuto più energie. Si è ancora visto il calo alla distanza, purtroppo in questa occasione è finita male con la quarta sconfitta e il terzo posto perso.


Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Troppa euforia? Forse. Ma non solo: "Queste battute d'arresto forse ci servono per fare un bagno di umiltà, ma abbiamo lottato su ogni pallone, come sempre, anche per questo la squadra ha raggiunto certe posizioni di classifica". Un bagno di umiltà può servire, ma non è tutto nero come potrebbe sembrare. Marco Parolo ha usato termini forti senza castigare la Lazio, cercando di solleticarla nell'orgoglio, cercando di farla reagire subito, aspettando la Juventus: "Pensiamo già alla Juventus, quale migliore occasione per riscattarci? Sarà una bella serata, sarà una bella gara, si giocherà in una atmosfera speciale. Vogliamo fare bella figura, tireremo fuori l'orgoglio. Non è un passo falso che ci destabilizza, ripartiamo con umiltà, ce la possiamo giocare con tutti. Puntiamo all'Europa e al terzo posto, ne abbiamo tutte le caratteristiche. Lo dico anche adesso, dopo una sconfitta". Parolo ha usato bastone e carota, ha rilanciato la candidatura della Lazio, l'ha fatto chiedendo a tutti più umiltà e attenzione. Essere umili non significa essere poco ambiziosi, tutt'altro. Parolo sa toccare i punti giusti: "La sconfitta non ci ridimensiona, stiamo facendo un certo tipo di percorso, ci possono stare dei passi falsi. Vogliamo tornare in Europa, è sempre bello sognare. A marzo e ad aprile le cose possono cambiare, ora pensiamo partita dopo partita". Ci sono tanti rimpianti, non è la prima volta che accade: "L'Empoli è stato bravo a sfruttare le occasioni, la Lazio no. Le prime vere palle-gol le abbiamo avute noi. Una io, una Candreva, una Djordjevic, ma non siamo riusciti a concretizzare. Sapevamo quanto fossero pericolosi sui calci piazzati, sono riusciti a ferirci con la loro arma". Ci sono errori che si ripetono, vanno cancellati: "Dobbiamo migliorare, sono solo tre-quattro mesi che ci conosciamo, ci sta qualche battuta d'arresto, bisogna ricominciare subito a lavorare, ora sotto con la Juventus". La pausa non è svantaggiosa: "Lo stop non ci condizionerà, anche prima di queste gare ci sono stati gli impegni delle Nazionali, ma la squadra al ritorno in campo si è sempre comportata bene. Ci rimboccheremo le maniche e lavoreremo".

Ci sono stati errori, c'è stata sfortuna, ma c'è stata anche una reazione forte, purtroppo non è bastata per pareggiare, la rimonta è rimasta a metà: "L'atteggiamento è stato positivo. La squadra, sotto di due gol, ha reagito, l'Empoli si è difeso bene. Dobbiamo restare positivi, non eravamo dei fenomeni prima, non siamo brocchi adesso. Quando siamo riusciti a prendere campo abbiamo avuto varie occasioni, forse non siamo stati brillanti sulle seconde palle, purtroppo è andata così. Ci dispiace, sappiamo che dobbiamo lavorare, lo ripeto". L'urlo di riscossa non cambia: "C'è da combattere su ogni campo, dando tutto. Dobbiamo essere più bravi nel leggere le situazioni, ma soprattutto dobbiamo sfruttare ogni occasione. Siamo bravi a trovare il vantaggio, ma quando stiamo sotto fatichiamo un po' a segnare". Basta una disattenzione e vieni punito, non si possono concedere occasioni d'oro agli avversari: "Siamo stati piuttosto sfortunati negli episodi, sui calci piazzati non abbiamo messo la giusta attenzione. Se vogliamo lottare per certi obiettivi dobbiamo sbagliare poco, in questo dobbiamo ancora crescere. Ci credevamo nella rimonta, abbiamo lottato sino alla fine, sarebbe bastata un po' di cattiveria in più. Di solito vinciamo gran parte dei contrasti, stavolta non è successo. Il campo non aiutava molto il palleggio, non siamo riusciti a trovare molte trame. Non siamo riusciti a fare la partita che volevamo, loro sono stati molti intensi".


Da Il Messaggero:

Perdere così fa male. Al "Castellani" altre grandi avevano sofferto ma, alla fine, senza uscire sconfitte: Roma e Juventus con i 3 punti, il Milan con un pareggio. La Lazio, contro un avversario reduce da 3 sconfitte consecutive, ha interrotto la serie positiva e compiuto un passo falso che ha fatto rumore, perché i biancocelesti sono scesi dal podio della classifica gettando al vento un turno favorevole del calendario. Un'amnesia difensiva durata 2 minuti, con 2 calci piazzati sfruttati al massimo dai toscani. L'Empoli ha cercato con maggiore determinazione la vittoria e la Lazio ha avuto poco da recriminare. E' stata una giornata negativa da parte di tutti, Pioli compreso, per alcune scelte. Il tecnico ha così spiegato i motivi della debacle. "Gli episodi non ci hanno favorito, volevamo vincere ma non ci siamo riusciti. L'Empoli ha avuto dei meriti in quanto è stata una delle poche squadre a pressarci al meglio. Non siamo stati bravi a creare superiorità numerica, dobbiamo assolutamente migliorare. Non è possibile che prendiamo gol sempre nei primi quindici minuti del secondo tempo". Nonostante i cali di concentrazione e a livello fisico, che la squadra continua a manifestare alla distanza, e che dovrebbe far riflettere, l'allenatore emiliano, prova a tirare fuori dal pomeriggio negativo anche qualche spiraglio di luce. "Pur perdendo posso dire che siamo una squadra, anche se non una squadra perfetta. Siamo soltanto agli inizi della nostra crescita ma credo che ogni partita possiamo giocarcela contro tutti". Una formazione ambiziosa non può compromettere un incontro nello spazio di 2 minuti, subendo altrettanti gol da calci piazzati. Ma Pioli giustifica i suoi. "Le posizioni le avevamo prese, hanno calciato bene l'angolo e sono stati più lesti di noi". E' proprio questo che una difesa importante deve evitare che accada, altrimenti finisce per subire gol.

Ancora il tecnico. "Sul secondo gol non abbiamo commesso un errore di posizione". Allora come è stato possibile che Maccarone abbia avuto tempo e spazio per controllare e battere Berisha, senza avversari che lo marcassero? Un allenatore deve ancora avere il coraggio di ammettere gli errori, perché è stata una prova soltanto figlia degli stessi errori. Che la difesa biancoceleste ripete troppo spesso: con il Cagliari è andata bene, contro l'Empoli è arrivata la quarta sconfitta del campionato. Il pomeriggio deludente Lazio ridimensiona un po' le ambizioni ma Pioli non vuol sentire questo discorso. "Non è stato un passo indietro, non preclude la nostra crescita, la squadra sta comunque facendo bene". Poi, addirittura, cerca e trova anche degli alibi. "Abbiamo perso contro una squadra che non ha mai tirato in porta". Però, contro il Torino, la Lazio non ha segnato 2 reti da calci piazzati? E allora, se diventano un merito quando si vince, allo stesso modo devono diventare delle colpe quando si perde. "Hanno fatto gol nell'unico modo in cui potevano farlo". Ma non si può dimenticare che, il saper sfruttare le palle inattive, rappresenta un merito che non arriva a caso, bensì dal lavoro di intere settimane. L'allenatore biancoceleste, visibilmente deluso, difende a spada tratta la prova dei suoi, ma la realtà ha detto il contrario. E adesso bisogna ripartire contro la Juventus.



Galleria di immagini sulle reti della gara
La rete del vantaggio empolese
Il raddoppio dei toscani
Filip Djordjevic accorcia le distanze



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Stefano Pioli ha convocato i seguenti calciatori:




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