Martedì 16 Luglio 2013 - Auronzo di Cadore, stadio Rodolfo Zandegiacomo - Auronzo-Lazio 0-11

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Stagione

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16 luglio 2013 - Auronzo di Cadore (BL), Stadio Rodolfo Zandegiacomo - Amichevole - inizio ore 17.00

AURONZO: Molin (46' S. Unterpertinger), E. Unterpertinger (46' Roselli), De Mattia (46' Corte), Bombassei, D'Ambros (?' Cossen), Tiric (46' Mario), Topran, Pitrevic (46' Fontana), Da Corte (46' F. De Filippo), Burzo (46' S. De Filippo), Cruzzola (46' Rhomdhani). Allenatore: De Podestà.

LAZIO: Strakosha (46' Guerrieri), Dias (46' Novaretti), Biava (46' Cana), Ciani (46' Stankevicius), Konko (46' Mauri), Keita (33' Tounkara, 58' Cataldi), Ledesma (46' Antic), Rozzi (46' Ederson), Vinicius (33' Crecco, 58' Radu), Floccari (46' Lulic), Kozak (46' Klose). A disposizione: Bizzarri, Onazi, Felipe Anderson. Allenatore: Petkovic.

Arbitro: Sig. Lorenzin (Castelfranco Veneto) - Assistenti Sigg. Tribelli e Turchetto.

Marcatori: 5' Kozak, 36' Kozak, 27' Keita, 39' Tounkara, 40' Tounkara, 47' Mauri, 49' Klose, 50' Ederson, 61' Mauri, 77' Klose, 74' Stankevicius.

Note:

Spettatori: 2.000 circa.


Juan Bernabé e l'aquila Olimpia
Le due squadre al centro del campo
Stefano Mauri
Miroslav Klose
Una fase di gioco
Libor Kozak
Un momento della gara
Michael Ciani
Un'immagine della partita
Senad Lulic

Dalla Gazzetta dello Sport:

I gol segnati all'Auronzo sono stati 11, tre in meno di un anno fa. Ma non è questo il punto. Di questa partita resta dentro il grande spirito dei giovani di Vladimir Petkovic: qualcuno bene, qualcun altro da rivedere, di sicuro erano loro i più motivati in campo. E poi le prove tattiche del tecnico. È una Lazio trina perché Petko ha testato tre moduli: è partito con il 3-5-2, nel secondo tempo è tornato all'amato 4-5-1 ma dopo 17 minuti ha virato sul 4-2-3-1. Lazio polivalente, proprio come chiede il suo allenatore: "Abbiamo cercato di ripetere certi principi — ha detto a Lazio Style Radio —. I moduli vengono da sé, l'importante è giocare in maniera aggressiva e offensiva. Mi è piaciuto come la squadra ha messo in pratica tutto questo. I bilanci li faremo alla fine del ritiro, in vista della Supercoppa".

Ma una cosa si può già dire. La Lazio numero due di Petkovic non avrà — come peraltro già successo lo scorso anno — un solo modulo. Ma l'idea è comunque quella di testare a fondo e di partire con la difesa a tre. Certo, contro l'Auronzo non è stato possibile verificare la tenuta difensiva: Novaretti e compagni di fatto sono mai stati impegnati. Ma i movimenti degli esterni, quelli sì che si sono capiti. Dall'inizio sono partiti Konko e Vinicius: bene il francese, che non a caso ha commentato "il ruolo di esterno di centrocampo mi piace, è quello in cui sono nato". A corrente alternata, invece, il brasiliano, dotato di ottima tecnica ma a volte apparso un po' indisciplinato dal punto di vista tattico: "Era la mia prima partita dopo 5 mesi... presto sarò al 100%", ha twittato l'ex Cruzeiro. Meglio è andato Crecco, puntuale sia come esterno di centrocampo sia come terzino della difesa a quattro. Le novità, nel 3-5-2 di partenza, si sono rivelate le posizioni di Rozzi e Keita, le due mezzali ai lati di Ledesma, in pratica i ruoli che nella Lazio dello scorso anno erano di Gonzalez e Hernanes. Centrocampo super offensivo, segno che la difesa a tre potrà permettere a Petkovic di schierare più giocatori offensivi in mezzo al campo. Keita ha pure segnato (punizione deviata), ma a stupire di più è stato Tounkara: doppietta, prima rete con un destro da 20 metri e seconda con una serpentina sciistica. E nella ripresa pure un assist vincente per Ederson. Klose — due gol in punta di piedi per lui — in un'occasione si è girato e ha pure regalato a Tounkara qualche consiglio, dopo averlo in un primo tempo confuso con Keita.

I grandi fanno scuola guida ai giovani, in allenamento come in partita. Mauri, ad esempio, ha praticamente "tormentato" Antic, reo di rallentare un po' troppo l'azione e di non proporsi con personalità senza palla. Nel 4-2-3-1 il serbo ha fatto coppia di centrocampo con Cataldi, a cui Petkovic ha ritagliato un ruolo alla Pirlo: distributore di gioco, con qualità notevole. Gli manca qualche kg. Ma solo quello. Il primo gol della stagione l'ha firmato Kozak, con un piatto a chiudere un cross di Konko: "In partita si è visto che siamo un po' stanchi, lenti e poco brillanti — ha detto l'attaccante —. Presto troveremo la velocità". Non c'è fretta: alla Supercoppa mancano ancora 32 giorni. Nell'attesa, ieri sera cena di gruppo in un ristorante di Auronzo.


Dal Corriere dello Sport:

Undici gol, firme per tutti, big e baby, vecchi volti e facce nuove, da Klose a Tounkara, come il nuovo corso comanda. Undici gol e tre moduli provati, dalla difesa a tre (3-5-2) alla difesa a quattro (4-1-4-1 e 4-2-3-1). Undici gol e il talento di quel ragazzino di 17 anni, un fulmine di velocità quando parte e dribbla: Mamadou Tounkara. Ha centrato la porta due volte in 120 secondi, ha colpito al tramonto del primo tempo, sei minuti dopo l'ingresso in campo. L'ha voluto Vlado in ritiro, una giusta intuizione. Dopo aver primeggiato nei test atletici, Tounkara è stato tra i migliori nella prima uscita stagionale, sintomo di un talento non piovuto dal cielo. Gloria anche per il gemellino Keita, più sponsorizzato, più atteso, meno in palla. Entrambi sono abituati a puntare la porta partendo larghi o centralmente, sono stati adattati da mezze-ali. Tounkara non s'è curato del cambio, Keita l'ha sofferto di più, ma è stato aggressivo, ha regalato spunti interessanti servendo palla in profondità e ha trovato un gol su punizione (tiro-cross deviato dal difensore Bombassei). Petkovic, tra primo e secondo tempo, s'è affidato a tanti baby a centrocampo, li sta studiando.

Non può contare su Felipe Anderson (ai box per un vecchio infortunio), Onazi (ieri primo allenamento) più i vacanzieri Gonzalez, Hernanes e Candreva, reduci dalla Confederations Cup. Gli mancano i centrocampisti migliori, nei primi 45 minuti (modulo 3-5-2) accanto a Ledesma ha adattato Rozzi e Keita. Dopo l'intervallo s'è affidato inizialmente ad Antic (modulo 4-1-4-1) e ha proseguito affiancandogli Cataldi (4-2-3-1). Certo, i ragazzi dell'Auronzo (seconda categoria) sembravano passerotti intirizziti e le gambe erano pesanti, ma una scorpacciata di gol è sempre ben accetta. Al festival hanno partecipato anche Mauri e Kozak (doppietta per entrambi), Ederson e Stankevicius. Una partita, tanti esperimenti. Vlado punta sui principi più che sul modulo (gioco offensivo, pressing, movimenti in fase di non possesso). Ha una tentazione da sempre, quest'anno può assecondarla, è la difesa a tre, l'ha impostata subito contro l'Auronzo. La prima Lazio s'è schierata con il 3-5-2: Biava, Dias e Ciani formavano il tridente arretrato, Konko e Vinicius agivano da esterni alti, al centro gravitavano Rozzi, Ledesma e Keita, in avanti affondavano Floccari e Kozak. Sono arrivati cinque gol (doppietta di Kozak, Keita e doppietta di Tounkara), ma la squadra ha manovrato lentamente, a centrocampo non c'erano interpreti naturali. Kozak e Floccari non sono stati assistiti con continuità.

Petkovic chiedeva inserimenti alle mezze-ali, le voleva ficcanti, in quei ruoli sarebbero perfetti Onazi, Gonzalez, Hernanes e Felipe Anderson. Konko e Vinicius, gli esterni, hanno provato le incursioni: il francese se sta bene è una garanzia, il brasiliano fiuta il vento, ha personalità, cerca lo scambio, dev'essere più concreto, va esaminato difensivamente, quando avrà di fronte avversari di livello. Bene Crecco, entrato al suo posto, fisico da corazziere e gambe lunghe. Nel secondo tempo Vlado è tornato al 4-1-4-1, l'ha disegnato con Stankevicius, Cana, Novaretti (provato sul centro-sinistra) e Crecco. Antic (adattato) agiva da perno, il quartetto avanzato era formato da Tounkara, Ederson, Mauri e Lulic, scortavano Klose. E' stata la Lazio migliore dalla cintola in su, è normale, i meccanismi sono conosciuti. La variante è arrivata in corsa: il 4-2-3-1 che piace tanto al diesse Tare. Antic e Cataldi dighe davanti alla difesa, Mauri, Ederson e Lulic alle spalle di Miro, ancora poco brillante, ma affamato come un ragazzino.


Dal Corriere della Sera:

Cambia la squadra, girano gli uomini e i moduli. I principi, però, restano quelli. "Voglio una Lazio aggressiva e offensiva", dice Petkovic dopo l'11-0 rifilato ai dilettanti di Auronzo nella prima uscita stagionale della sua nuova Lazio. Perché, come l'anno scorso, è l'atteggiamento che decide il risultato, scelte tattiche e forma fisica vengono di conseguenza. È quanto Ledesma conferma, seppure indirettamente: "Non c'è nessun appagamento, quest'anno dobbiamo fare meglio della scorsa stagione". Cioè aggressivi e affamati, come vuole il tecnico. E infatti non sorprende che nella sgambata di ieri "Petko" abbia disposto la Lazio un tempo con la difesa a tre e l'altro con i quattro dietro, entrambi gli schemi saranno portati avanti in parallelo per aiutare lo spirito ad emergere, mai il contrario. "Stiamo cercando di ripetere certi principi – le parole del tecnico -. I moduli vengono da sé, abbiamo provato a giocare come sempre offensivi, aggressivi e cercando di muoverci bene in fase di non possesso. E i ragazzi hanno applicato bene i principi e si sono sacrificati".

Il primo gol della stagione è di Libor Kozak, uno che però sembra destinato ad andare a giocare altrove. Ma la festa ha riguardato un po' tutti, dai giovani Keita e Tounkara, a Klose, Mauri e Ederson, fino a Stankevicius. Al netto dell'avversario, Petkovic ha comunque tratto indicazioni positive: "Abbiamo lavorato duro, molti non avevano le gambe pronte — le parole del tecnico —. Ma era importante giocare e sentire le sensazioni della partita, e allo stesso tempo lo è stato non avere infortuni. Sentire il ritmo partita sul piano mentale diventa determinante, perché i giocatori hanno bisogno di sfogarsi in certe occasioni, ne avremo delle altre. Alla fine del ritiro cominceremo a tirare le somme e pianificare la squadra verso la Supercoppa e il campionato". Oggi in ritiro si riposa dopo giorni di carico atletico, mentre Cavanda farà le visite a Roma: dopo sei mesi da esiliato in casa il terzino potrebbe rientrare in gruppo.



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