Domenica 2 ottobre 2022 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Spezia 4-0

Da LazioWiki.

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2 ottobre 2022 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, VIII giornata - inizio ore 12.30


LAZIO: Provedel, Lazzari (64' Hysaj), Patric (46' Gila), Romagnoli, Marusic, Milinkovic, Cataldi (77' Marcos Antonio), Luis Alberto (73' Vecino), Felipe Anderson, Immobile (64' Pedro), Zaccagni. A disposizione: Maximiano, Adamonis, Radu, Kamenovic, Basic, Bertini, Cancellieri, Romero. Allenatore: Sarri.

SPEZIA: Dragowski, Holm, Ampadu (65' Amian), Caldara, Nikolaou, Kiwior (82' Beck), Ellertsson (65' Agudelo), Bourabia (65' Ekdal), Bastoni, Gyasi (75' Sanca), Nzola. A disposizione: Zoet, Zovko, Verde, Ferrer, Maldini, Sher, Nguiamba, Strelec. Allenatore: Gotti.

Arbitro: Sig. Sacchi (Macerata) - Assistenti Sigg. Lo Cicero e Affatato - Quarto uomo Sig. Perenzoni - V.A.R. Sig. Di Paolo - A.V.A.R. Sig. Abbattista.

Marcatori: 12' Zaccagni, 25' Romagnoli, 62' Milinkovic, 90'+1' Milinkovic.

Note: prima della gara è stata effettuata una cerimonia di inaugurazione in cui la Curva Sud dello stadio è stata intitolata al compianto tecnico del primo scudetto biancoceleste Tommaso Maestrelli. Presente il figlio Massimo Maestrelli. Al 3' Immobile ha calciato alto un rigore. Ammonito al 1' Ampadu ed al 45' Gyasi entrambi per gioco falloso. Angoli 3-6. Recuperi: 1' p.t., 3' s.t.

Spettatori: circa 40.000 di cui 26.193 abbonati.


Il Presidente Claudio Lotito con Massimo Maestrelli durante la cerimonia di intitolazione della Curva Sud in "Curva Tommaso Maestrelli"
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Ciro Immobile
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Sergej Milinkovic-Savic
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Ivan Provedel
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L'esultanza di Alessio Romagnoli dopo la marcatura: è la prima rete in maglia biancoceleste
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Felipe Anderson
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Danilo Cataldi
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Mattia Zaccagni
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Il Mister biancoceleste odierno Giovanni Martusciello, in panchina per la squalifica di Maurizio Sarri
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Pedro circondato dagli avversari
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I calciatori convocati per la partita odierna
L'intitolazione della Curva Sud a Tommaso Maestrelli

• Il Corriere dello Sport titola: "Ciro, rigore fallito. Zaccagni sblocca. Uno show laziale, lo Spezia mai in partita. Raddoppio di Romagnoli, chiude la doppietta di Milinkovic. Un errore dal dischetto e due gol nei primi 25 minuti".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: C’è stato solo un momento, sul finire del primo tempo e con la Lazio sopra di due gol, in cui lo Spezia ha dato la sensazione di poterla riaprire. Sarri, squalificato e chiuso in un gabbiotto della tribuna Monte Mario, nell’intervallo non era rilassato: "Troppo presto" ha confidato, forse traumatizzato dai vuoti e dai black out in cui ogni tanto cade il suo gruppo. Unico limite di una squadra fortissima, in crescita esponenziale, quasi capace di scherzare con gli avversari e anche con il risultato, perché in realtà non c’è stata partita. Sono eccessi di sicurezza, tanto è consapevole la Lazio della propria predisposizione ad andare in porta, quando verticalizza con tre tocchi e combinazioni da Play Station, e di difendere in dieci, dietro la linea della palla, rispettando spazi e distanze come ordina il manuale di Sarri.

Segnali. Si divertono a giocare, sanno alzare il muro e hanno un portiere, l’ex spezzino Provedel, che funge da regista arretrato con la palla tra i piedi (educatissimi) e da libero aggiunto quando Romagnoli tira su la linea. Gotti, ex vice di Mau ai tempi del Chelsea, è crollato prima di cominciare. Il modulo ibrido, cinque difensori con l’inedita posizione di Kiwior da esterno sinistro, la tendenza a scivolare verso il 4-4-2, le marcature su Luis Alberto (con Bourabia) e Milinkovic (con Bastoni) non sono bastate a evitare il tracollo. La Lazio l’ha messa subito in discesa nonostante l’errore dal dischetto di Immobile, rigore guadagnato a 43 secondi dal calcio d’inizio, potesse suonare come un triste presagio. Ciro, con i muscoli imbastiti, ha alzato la mira (settimo errore su 19 penalty dal 2020/21) dopo essere stato messo giù da Ampadu. I segnali, nelle stagioni favorevoli, si vedono dai dettagli: perché Kiwior, servito da Nzola, s’è ritrovato il pallone buono per mandare di traverso la festa ai quarantamila laziali dell’Olimpico, ma ci ha messo il piede Lazzari, toccando in angolo.

Doppietta. Così l’ha sbloccata Zaccagni, tirando fuori la pericolosità e quei movimenti da tridente tipici del gioco di Sarri. L’ex Verona ha la capacità di proteggere la palla, girarsi e sfruttare l’uno contro uno. S’è bevuto Ampadu e se n’è andato palla al piede, puntando l’area. Ha saltato anche Nikolau e ha aperto l’azione a destra. Bravissimo Felipe a leggere il suo movimento verso la porta, restituendogli la palla con i giri giusti per il triangolo: 1-0. Poi è arrivato il raddoppio, firmato da Romagnoli con un gran sinistro dal limite. Gol da attaccante o da centrocampista più che da difensore e gran festa sotto la Nord, dove Alessio andava da bambino. Un sogno.

Asso serbo. Lo Spezia ha provato a reagire, ma si è visto solo a un sospiro dall’intervallo. Gyasi murato da Patric, diagonale a lato di Bastoni, colpo di testa fuori misura di Caldara. La Lazio, nella ripresa, non ha più tremato. E’ entrato Gila, aggiungendo contrasto e velocità. Difesa solida. Bellissima l’azione del terzo gol, ispirata dal lancio di Luis Alberto e dallo scatto in profondità di Ciro. Zaccagni ha appoggiato per il destro incrociato di Milinkovic: non era banale indovinare l’angolo libero. Martusciello, sul 3-0, ha richiamato Immobile e ha sganciato Pedro, non Cancellieri. L’asso serbo ha chiuso una partita fenomenale segnando un altro gol in pieno recupero. Cucchiaio davanti a Dragowski per la doppietta: 51 gol in Serie A, 62 totali con la Lazio. Chapeau.


Il Messaggero titola: "Equilibrio e gol, è sbocciata la Lazio di Sarri. Dà spettacolo nel 4-0 allo Spezia e per la prima volta vince tre partite di fila. Milinkovic sontuoso. Ha la seconda difesa della A: mai così da 21 anni.

Prosegue il quotidiano romano: È stata una colazione sull’erba, terminata con un dolce al cucchiaio di Milinkovic, in una giornata luminosa e perfetta come solo l’ottobrata romana, o forse qualche paradiso. E come solo laLazio, quando srotola il pallone sul prato nemmeno fosse un gattone col gomitolo di lana, e lo fa viaggiare sempre rasoterra, testa alta e i dialoghi a occhi chiusi: il gol, a forza di slabbrare l’avversario coi passaggi dentro-fuori e i triangoli, diventerà una naturale conseguenza. Ne arrivano infatti quattro, due per tempo, nella giornata perfetta delle buone notizie inedite (il primo gol dell’aquilotto Romagnoli, le prime tre vittorie di fila dell’era-Sarri) e dell’imminente centenario della nascita di Tommaso Maestrelli, adeguatamente festeggiato nel prepartita (sarà il 7 ottobre). Il 4-0 allo Spezia (troppo tenero, incerto e inzeppato di stranieri, ben nove su 11) non è una notiziona in sé, perché lo scorso anno finì 6-1, ma ciò che colpisce è la crescita di consapevolezza della squadra, e del suo ormai concluso apprendistato sul Sarrismo e i suoi derivati: il mister non era in panchina perché squalificato, ma non è servita la sua presenza, ormai la marcia è sicura.

La consapevolezza. La Lazio in blocco ha ormai fede nei propri talenti e nel proprio gioco e si è goduta la sua chiara superiorità sullo Spezia quasi stiracchiandosi pigramente al sole, limitandosi a piccoli preziosi gesti bianchi che hanno indirizzato la festa da subito, fin dal quarantesimo secondo quando Immobile si è conquistato il rigore poi sbagliato, e non ha avuto bisogno di gran dispendio di energie. Ha colpito quando ha voluto e dovuto (al 12' con Zaccagni dopo fuga e ampio triangolo con Felipe, al 24’ con tiro dal limite di Romagnoli che apre il compasso e stanga nell’angolo di sinistro), si è presa le sue sacrosante pause tanto era in controllo totale (anche se Lazzari ha salvato al 7’ sullo 0-0 un gol quasi fatto di Kiwior); si è accesa a intermittenza intorno alle piccole e grandi sontuosità tecniche di un Milinkovic-Savic tremendamente migliorato dopo 15 mesi di cura-Sarri perché ormai gestisce bene anche la fase di non possesso (e che nella ripresa firma con assoluta noncuranza il terzo e il quarto gol, quello scucchiaiante, su assistenze di Zaccagni e Hysaj), a quelle di Felipe Anderson che quando trova fiducia fin dal primo pallone poi non si ferma più (è tra i protagonisti dell’azione che porta al rigore in avvio e apparecchia una delizia per l’1-0), fino a Zaccagni che sta imparando finalmente i tempi dei movimenti a venire incontro e a scappare via, mentre Luis Alberto è andato forse più a sprazzi degli altri, ma tre o quattro tocchi nitidi li ha offerti (assist per il rigore su Ciro, l’invito per l’azione del terzo gol). Chiamasi bel calcio, quando si hanno i giocatori per proporlo.

Il muro. E anche l’equilibrio generale, che poi è sempre la chiave di tutto. Infatti la Lazio che ora si libra fino al terzo posto (in attesa di Verona-Udinese stasera) attaccava bene e segnava anche lo scorso anno, ma difendeva male. Questa invece è già la seconda difesa del campionato con soli 5 gol incassati, e gli statistici ricordano che non ne prendeva così pochi da 21 anni, coi difensori centrali che erano Nesta e Stam. Piano coi paragoni, per carità, ma è un fatto che la difesa di squadra sia migliorata intorno alla coppia Patric-Romagnoli e per il sacrificio di tutti, e che Sarri abbia fatto ormai irruzione nelle menti e nei cuori dello spogliatoio, lo ha convinto, trascinato. Finora ha perso solo col Napoli, cioè la migliore (anche se fu una sconfitta piuttosto netta), e nell’infausta trasferta danese, che potrà essere derubricata a semplice giornataccia se il cammino in Europa League migliorerà. Quindi che sia arrivato finalmente il sospiratissimo filotto di vittorie, che finora mancava, non è per caso, né per ventura. Di sicuro è una Lazio più forte di un anno fa perché ha un portiere vero: Provedel continua a convincere anche se è chiamato in causa di rado, il ricordo di Reina e Strakosha pare un incubo rimosso. E paragone per paragone, il Cataldi delle ultime settimane, puntuale e zampettante sempre, si fa preferire di gran lunga all’ultimo Leiva. La Lazio è una squadra con cui fare i conti, e lo sta dicendo in giro, ormai a gran voce. Perché è anche quella che corre più di tutti, è in testa alla classifica dei km percorsi in campo. Mentre invece è ultima per cross tentati ed effettuati: perché le piace far correre la palla a filo d’erba, masticarla sotto suole sapienti, arrivare in porta triangolando, in leggerezza. È il calcio di Sarri, e lo stiamo vedendo, e se continueranno così potrebbero accadere tante cose interessanti. A meno che non sia un miraggio dell’ottobrata romana, che rende tutto più bello e più dolce.


Il Tempo titola: .

Prosegue il quotidiano romano: .


La Gazzetta dello Sport titola: .

Continua la "rosea": .


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

La carica dando il "5" ad ogni giocatore all’arrivo del pullman, la teleguida dalla Monte Mario, il brindisi finale. E’ finita con un cin-cin nell’area Lounge dell’Olimpico la domenica dei sogni. Era stato organizzato da Lotito per festeggiare la sua elezione a senatore con tutta la Lazio, è servito per celebrare il poker sullo Spezia. Sarri, squalificato, s’è goduto spettacolo e vittoria dalla Tribuna. Giovanni Martusciello, il suo vice (alla prima vittoria da supplente), ha raccontato l’evoluzione di questa vittoria-romanzo: "Preparando la partita Sarri ha detto alla squadra che si diverte a vederla mentre si allena. Alla fine era contento della prestazione e del risultato, spero che non si faccia più espellere, con il suo carisma è un comandante. Continuo a imparare da lui". Il segreto di questa Lazio intrepida sta tutto nella voglia di attaccare e difendere insieme: "Nelle partitelle non svanisce mai l’intensità, spesso finiscono 0-0 e i ragazzi vogliono continuarle. Tutti si impegnano a non prendere gol".

L'atmosfera. Questa Lazio e questo Olimpico appassionano: "I tifosi sono straordinari - ha aggiunto Martusciello - questo entusiasmo ci fa vincere 4-5 gare in più. Ma siamo ancora in una fase iniziale, servono risposte continuative. Non bisogna accontentarsi delle 3 vittorie consecutive. Bisogna tenere questo tipo di atteggiamento". Per Sarri, silenzioso per via della squalifica, il divertimento aumenta. La sua analisi l’ha riportata Martusciello: "Si è fatta un’ottima partita, era pericolosa e nascondeva molte insidie. Siamo stati bravi soprattutto sul 2-0, qualche occasione si è concessa, ma le direttive sono state seguite". La fase difensiva è migliorata perché è stata ritoccata: "Da luglio si lavora su alcuni concetti e quando riesci a non subire gol e a farne anche qualcuno in più è un motivo di soddisfazione". Martusciello ha celebrato Provedel: "Dovremmo chiederci come mai è arrivato ora su un grande palcoscenico. E’ venuto qui con l’occhio spiritato, qualsiasi secondo di allenamento lo fa come fosse l’ultimo. Siamo contenti e lo stesso vale per Maximiano". Il vice di Sarri ha spiegato perché Cancellieri non è entrato da vice Ciro: "È un ottimo ragazzo e giocatore, avrà tempo per mettersi in mostra anche in maniera continuativa. Pedro si era allenato con noi nella pausa". Sulla mancanza di un vice-centravanti puro, Martusciello è stato abile a svicolare: "Deve rispondere Sarri. Io sono stracontento di Cancellieri". Ora il riscatto in Europa: "È una partita da ultima spiaggia, c’è da vincere e convincere".



Al termine della gara odierna il Presidente Claudio Lotito è stato festeggiato nell'area ospitalità dello Stadio Olimpico per la nomina a Senatore della Repubblica Italiana dopo le elezioni politiche del 25 settembre 2022. "Al nostro Presidente, che diventa Senatore della Repubblica, con onore e merito. La Tua Prima Squadra": questo il messaggio della squadra biancoceleste al Patron


• Da Il Messaggero del 3 ottobre 2022:

Una settimana di brindisi, una gioia infinita. Lotito ieri finalmente ha festeggiato all’Olimpico con la Lazio, dopo il successo sullo Spezia: "Ringrazio tutti, Sarri, Tare, la squadra. Con questa vittoria avete dimostrato ancora una volta l’unione della nostra famiglia. Se continuerete a giocare con questo spirito e questa compattezza, regalerete grandi soddisfazioni a me e a tutta la tifoseria", assicura il patron col microfono di fronte alla torta per 80 persone, realizzata in "Piazza Lab". Sopra la panna c’è una "S" gigante e la scritta "Congratulazioni senatore", Immobile (insignito oggi alle 17 al Coni del premio "Beppe Viola") gli consegna una targa: "Al nostro condottiero, che diventa senatore della Repubblica, con onore e merito. La Tua Prima squadra". E allora Lotito gonfia ancora il petto e replica: "Volli, volli, fortissimamente volli. Questa non è solo la mia vittoria, ma anche la vostra. Per la prima volta nella storia la Lazio ha un rappresentante nelle istituzioni, nel Parlamento, non è poca roba. Ora che sto nel Governo, possiamo cambiare ogni stortura. Questa non è più una Lazietta, è già una grande società". Alla sinistra del presidente c’è la moglie Cristina e il suocero Gianni Mezzaroma. Alla destra, Tare, Sarri, pian piano si aggiungono tutti i giocatori alla spicciolata. Prima del brindisi in sala, anche le congratulazioni negli spogliatoi a Sarri per il lavoro svolto nel suo ultimo mese di lontananza. Lotito ha promesso al tecnico che lo sosterrà sempre di più perché "abbiamo gettato le basi per fare qualcosa di grande e non finirà".



Tommaso Maestrelli
Massimo Maestrelli
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Il Presidente Claudio Lotito e Massimo Maestrelli in un momento della cerimonia
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► L'intitolazione della Curva Sud a Tommaso Maestrelli

• Da Il Messaggero del 3 ottobre 2022:

Sei grande, Maestro. Il volto di Tommaso Maestrelli ora gigantenteggia dentro la curva sud che da ieri, nelle sfide casalinghe della Lazio, prende ufficialmente il nome dell’indimenticato tecnico dello scudetto 1973/74. Avrebbe compiuto 100 anni venerdì prossimo, il 7 ottobre ricorre il centenario. Ma le celebrazioni sono partite in anticipo. Anche perché le prossime due sfide (Graz e Fiorentina) si giocheranno in trasferta, lontano dall’Olimpico. E allora ieri, mentre Alan Donati, figlio di Aldo, cantava l’inno con "su c’è er maestro che ce sta a guardà", Lotito ha consegnato alla famiglia una targa al monumento, che verrà celebrato dal club nei prossimi giorni, e poi venerdì in Campidoglio. Emozionato, sventola la bandiera di Maestrelli come un bambino, il figlio Massimo: "Questo ricordo me lo fa sentire vivo. Accetto persino le polemiche per l’intitolazione della Curva Sud, perché in fondo mi è sempre piaciuto lo sfottò fra la Roma e la Lazio, e anche babbo si divertiva e lo apprezzava molto. Capisco che la dedica per i tifosi giallorossi sia un sacrilegio, ma forse han dimenticato che aveva giocato anche con loro per tre anni, quindi diciamo che un 80% è della Lazio, della Roma per il restante 20%".


• Dal sito web ufficiale della Società Sportiva Lazio pubblicato n data 7 ottobre 2022:

Si è svolta questa mattina, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, la commemorazione di Tommaso Maestrelli, l'allenatore dello scudetto 1973/74, il primo nella storia della Lazio, a cento anni esatti dalla sua nascita. Presenti all'evento, condotto da Guido De Angelis insieme al figlio del Maestro, Massimo, il Presidente Claudio Lotito, gli ex calciatori biancocelesti del '74 Sergio Petrelli, Luigi Martini, Franco Nanni e Giancarlo Oddi, i figli di tanti protagonisti di quella meravigliosa avventura e molti giocatori della Lazio dei decenni seguiti al primo scudetto. A rappresentare le istituzioni, l'Assessore allo Sport di Roma Capitale Alessandro Onorato e il consigliere della Regione Lazio Daniele Ognibene. Il Presidente Lotito ha concluso l'evento consegnando la maglia home biancoceleste con il numero 1 e il nome di Maestrelli al figlio Massimo. In precedenza aveva dichiarato:

"Oggi abbiamo esaltato le doti di una persona come Maestrelli che è riuscita a plasmare un gruppo di persone con caratteri diversi verso un unico scopo. Ho ritenuto doveroso intitolare la Curva Sud a Maestrelli nelle partite casalinghe della Lazio, è stato un gesto fatto con il cuore, così come il suo nome stampato sui biglietti. Ne approfitto anche per dire che lo stendardo con il suo volto rimarrà in Curva per tutte le gare della Lazio in programma nel mese di ottobre. Sono contento anche perché quella di oggi è stata la prima produzione di Lazio Style Channel, canale 233 di Sky, non più come canale tematico ma come canale aperto a tutti gli abbonati del pacchetto Calcio, così da poter far ripercorrere la nostra storia a tutti i nostri tifosi e non solo. Il Maestro è un riferimento per tutti noi laziali. Era un padre per tutti, è la nostra storia. Ha saputo creare un filo conduttore all'interno dello spogliatoio, un'empatia speciale. Maestrelli non voleva mai deludere i tifosi, questo è il modo di dire e pensare da laziale. Lo dice anche Aldo Donati nel nostro inno, "Su c'è er Maestro che ce sta a guardà"".

"Il tifoso della Lazio è certamente legato ai tanti trofei vinti ma anche in maniera speciale a episodi che hanno coinvolto emotivamente le persone a un passo dal baratro, penso ai gol di Fiorini e Poli nell’anno in cui la Lazio si salvò con merito dalla retrocessione in serie C partendo dalla penalizzazione del -9 in classifica ed è questo pensiero che dobbiamo preservare e tramandare ai nostri figli. Dopo tanti anni siamo qui a ricordare persone che hanno fatto la storia della Lazio e che rappresentano un punto di riferimento importante. Significa quindi che il ricordo non è legato ad un risultato materiale ma ad un coinvolgimento emotivo che noi tutti dobbiamo mantenere e preservare. Oggi da 18 anni ho l'orgoglio di essere il Presidente di questo grande popolo, fatto di passione e sacrifici. La Lazio è stata difesa dall'aiuto della gente, che l'ha sempre sostenuta nei momenti critici. Ed è proprio grazie a quelle persone se oggi siamo qui a ricordare persone come Maestrelli che hanno scritto pagine fondamentali della storia biancoceleste".



La formazione biancoceleste:
Provedel, Immobile, Milinkovic-Savic, Romagnoli, Marusic, Luis Alberto;
Felipe Anderson, Lazzari, Cataldi, Patric, Zaccagni
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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