Martedì 28 novembre 2023 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Celtic 2-0
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28 novembre 2023 – Roma, stadio Olimpico - Champions League – Fase a gironi gruppo E, gara 5 - inizio ore 18.45
LAZIO: Provedel, Lazzari, Patric, Gila, Marusic, Guendouzi, Rovella (79` Cataldi), Luis Alberto (84` Kamada), Isaksen, Castellanos (61` Immobile), Felipe Anderson (61` Pedro). A disposizione: Sepe, Magro, Pellegrini, Ruggeri, Hysaj. Allenatore: Sarri.
CELTIC: Hart, Johnston (61` Forrest), Carter-Vickers, Scales, Taylor, O`Riley, McGregor, Paulo Bernardo (69` Oh), Forrest, Furuhashi, Yang (86` Turnbull). A disposizione: Bain, Morrison, Lagerbielke, Phillips, Holm, Ralston. Welsh, Frame. Allenatore: Rogers.
Arbitro: Sig. Meler (Turchia) - Assistenti Sigg. Eyisoy e Ersoy - Quarto uomo Sig. Kardeşler - V.A.R. Sig. Ulusoy - A.V.A.R. Sig. Dankert (Germania) - Delegato UEFA Sig. - Osservatore arbitro Sig. .
Marcatori: 82` Immobile, 86` Immobile.
Note: ammonito 27` Taylor, 35` Johnston, 50` Rovella, 72` O`Riley, 78` Yang, 89' Pedro. Angoli 6 a 4. Recuperi: 1' p.t., 6' s.t. Presente in tribuna il cantante Rod Stewart, tifoso del Celtic.
Spettatori: 48.000 circa.
► I calciatori convocati per la partita odierna
• Il Corriere dello Sport titola: “Cirone di Champions”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “È festa con i 50 mila dell’Olimpico. Gioca titolare Castellanos, ma è Immobile a stendere il Celtic nel finale con due reti all’82’ e all’85’. Sarri agli ottavi con un turno d’anticipo. Gara bloccata, poi entra il capitano e manda la Lazio in paradiso con una doppietta da campione”.
Doppietta da urlo, il bersaglio Champions di Ciro, centravanti fenomeno e capitano intramontabile. È finita con le torce accese e i cinquantamila dell’Olimpico in delirio per la leggenda vivente della Lazio. Se Lotito fremeva, pensando ai venti milioni investiti in estate per Castellanos, Immobile non ha perso tempo per stendere il Celtic, aggiornare numeri da collezione e trascinare Sarri fuori dalla crisi. Due gol pesantissimi negli ultimi otto minuti, complice il colpo di Simeone a Rotterdam, significano qualificazione agli ottavi con un turno di anticipo. Un’impresa da romanzo. L’ultimo turno a Madrid, il 13 dicembre, si trasformerà in una passerella a casa del Cholo, vecchio cuore e amico laziale.
Timing perfetto. Ciro è entrato a mezz’ora dalla fine, ma gli sono bastati due palloni buoni per buttare giù di peso gli scozzesi, sbloccando il digiuno della Lazio e avvicinandola al sogno. Minuto 37: da Guendouzi a Isaksen, sinistro del danese rimpallato da Scales, Immobile ha letto la traiettoria, è scappato dietro Carter-Vickers e con il piattone ha beffato Hart. Minuto 40: Isaksen ha scucchiaiato l’assist, Ciro con una spallata ha fatto fuori Scales, con una sterzata ha messo a sedere Carter-Vickers e di sinistro non ha perdonato Hart, indovinando l’angolo. È scattata la festa dell’Olimpico, impazzito di gioia in fondo a un’altra serata piena di sospiri, di affanni e di sofferenza. È stata una partita dura, equilibrata: il Celtic sino alla fine ha cercato il colpo che potesse valere almeno il terzo posto.
Gestione. Lassù anche Silvio Piola lo avrà applaudito. In futuro chissà, ma oggi Ciro è ancora il miglior centravanti italiano in circolazione. Altro che pensione. Il ct Spalletti, davanti alla tv, avrà preso nota. Se Kean e Scamacca continueranno a balbettare e segnare così poco, se Raspadori non troverà spazio al Napoli perché sta tornando Osimhen, ci sarà da augurarsi che Immobile non si fermi più e venga inserito nella lista per l’Europeo. Ha ritrovato la vena realizzativa giocando in una squadra che lo assiste poco negli ultimi trenta metri. Ieri non ha segnato in contropiede, la sua specialità, ma da numero 9 che sente la porta e vive l’area. Sarri fa bene a gestirlo e alternarlo con Castellanos: obbligatorio evitare nuovi infortuni, ma è ovvio che non ci siano paragoni e concorrenza. Prima della sosta, Immobile aveva deciso su rigore la partita con la Fiorentina e steso il Feyenoord con un’altra prodezza. Sabato, a Salerno, gli era bastato un lancio di Cataldi per guadagnare il penalty e portare in vantaggio la Lazio prima del disastro. Ora è salito a quota 203 gol in biancoceleste.
Pazienza. Se la Lazio nell’ultimo periodo era entrata in crisi di gioco e di occasioni, non era per responsabilità di Ciro, semmai per difetti strutturali del centrocampo, per il calo di forma di Luis Alberto e degli esterni. Anche ieri si è visto quanto pesa l’assenza di Zaccagni. Felipe non riesce più a saltare l’uomo e non vede la porta. Un gol divorato di testa (su cross di Guendouzi) e un’infinità di dribbling falliti, eppure non mancavano gli spazi e le opportunità per tentare l’uno contro uno. Nel 4-3-3 servono ali che sappiano determinare. Isaksen nel primo tempo aveva gestito qualche buon pallone senza incidere. Nella ripresa ha dimostrato personalità e coraggio, ha cominciato ad attaccare con più cattiveria e alla fine ha determinato, entrando con il suo piede e le sue idee nella doppietta di Ciro.
Buone notizie per Sarri. Il danese sta cominciando a carburare e un cambio offensivo gli serve. Pedro, considerando l’età, va bene per l’ultima mezz’ora. Cataldi è entrato bene, aggiungendo lucidità di pensiero quando Rovella (già ammonito) era calato e stavano venendo fuori gli scozzesi. La Lazio si è imposta con pazienza. Luis Alberto vive un periodo di appannamento. Mancavano la solidità di Vecino, i centimetri di Romagnoli e Casale, Provedel è sceso in campo con la febbre. Sarri ha puntato sulla fanteria leggera. Dietro Gila e Patric hanno retto bene e il Var ha cancellato l’errore di Meler, togliendo in pieno recupero il rigore concesso al coreano Oh. Giusto così.
• Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• Il Tempo titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• La Gazzetta dello Sport titola: .
Continua la "rosea":
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.
Sarri: Ora così con il Cagliari. Il tecnico soddisfatto per la qualificazione. Dalla Lazio vuole le stesse risposte in campionato: "Serve una classifica che rispecchi il nostro valore".
In Champions un Sarri vincente, ha centrato la qualificazione agli ottavi e a Madrid si giocherà il primo posto. Ma non fa lo sbruffone perché sa che allena due Lazio: "Abbiamo fatto una buona partita in una cornice strepitosa. Sono contento per la squadra, i tifosi e il presidente. La nostra versione europea è sempre questa, bisognerebbe riportarla in campionato, serve una classifica che rispecchi il nostro valore". Maurizio Sarri dovrebbe sentirsi soddisfatto, lo è a metà. A fine partita ha parlato solo del Cagliari ripetutamente: "Ero abbastanza calmo perché la squadra era in partita, sarò molto più nervoso contro il Cagliari". Ancora il Cagliari: "Il termometro della maturità ce lo darà la gara di sabato". Di nuovo il Cagliari: "Stiamo facendo l’esatto contrario dell’anno scorso quando facevamo male in Europa e bene in campionato. La partita che mi interessa è il Cagliari". Sarri sa benissimo che le gioie Champions passano, è la classifica di A che resta: "Le partite se non le aggredisci le subisci, se i numeri del campionato continueranno così, diranno che abbiamo una mentalità scadente".
Lui, Lotito, la squadra. Lotito nel prepartita aveva detto "ho investito su Sarri" confermando la fiducia. Ma anche che aveva spinto per far giocare i più in forma, la risposta di Mau: "Lotito sono tre anni che mi dice di far giocare i giocatori che stanno meglio. Voglio chiudere qui la mia carriera ma il calcio si sa com’è. Ho ancora un anno di contratto, se ci sono i presupposti rimango volentieri anche dopo". Mau sente che la squadra è con lui: "Io non ho dubbi sull’applicazione dei giocatori, ho dubbi sulla mentalità della squadra nelle partite facili". Sarri sa cosa Ciro può fare per lui, non può pensare di andare avanti senza o con un capitano part-time: "Come va gestito? Ha fatto due gol di sinistro, la gestione non deve cambiare. Bisogna tenere sotto controllo il minutaggio. Preferisco che faccia 60 minuti o 30 come col Celtic piuttosto che arrivi stremato tra due partite. Tutti noi speravamo che ci desse la spinta decisiva con il risultato in bilico". Ecco perché ha lasciato fuori Immobile e Pedro: "Volevo due-tre cambi importanti in panchina. Non vogliamo spremere i giocatori. Ciro e Pedro entrando ci avrebbero dato delle garanzie". Isaksen lo vede in crescita: "Può fare ancora di più di quello che ha fatto. Andava solo aspettato".
Ciro: “Ho segnato insieme ai tifosi”. L’attaccante ha superato, a suo modo con i gol il momento difficile: "Ho subito critiche ingiuste che mi hanno ferito". "Lo stadio ci ha sostenuto dall’inizio alla fine. La doppietta mi ha dato una grande fiducia".
Un urlo inconfondibile, cinquantamila urli: Ciro Immobile. L’Olimpico ha intonato l’adorato nome del capitano dieci volte di fila dopo ogni gol: "I tifosi ci hanno sostenuto dall’inizio alla fine, lo stadio è stato rumoroso. I tifosi hanno segnato insieme a me". Immobile è il mantra della Lazio. Immobile è ancora Immobile. Immobile è ancora lui il più bomber. Alla fine, dopo questa doppietta lampo, ti chiedi: con che faccia continuerà a guardarlo chi lo riteneva sotto processo, chi tenta il colpo di Stato in attacco. "Sono sempre stato abituato a rispondere sul campo alle critiche giuste e costruttive. Quelle di quest’anno sono state un po’ diverse, mi hanno infastidito e fatto male. Non stando bene fisicamente non potevo zittirle. Questo mi ha ferito". È giusto che segni e risegni Ciro. È giusto che i palloni si consegnino ancora ai suoi piedi, sono poco smaniosi di cambiare destinatario. C’ero una volta e ci sono ancora, è la favola del capitano della Lazio. I dubbi su chi era, su quello che poteva fare, non li ha mai avuti perché i veri campioni non si dimenticano di se stessi, di quello che si è stati. Si stremano a forza di ritrovarsi quando vivono momenti difficili. Immobile è ancora Immobile se la Lazio riesce a servirlo come dev’essere. Ieri ha colpito due volte calciando da dentro l’area, il suo habitat naturale: "Stavo mancando proprio dentro l’area, sono le mie caratteristiche. I due gol mi danno grande fiducia, sono quelli che ho sempre saputo fare e mi stavano mancando".
I record. I nuovi numeri, un serial infinito. Immobile è il primo italiano a segnare due gol negli ultimi 10 minuti di una partita di Champions dai tempi di Toni contro lo Sporting Lisbona (febbraio 2009). Immobile è il secondo giocatore della Lazio a realizzare una doppietta in Champions subentrando (dopo Marcelo Salas contro il Maribor nel settembre 1999). Ciro ha segnato otto gol in 10 partite con la Lazio in Champions, media di un gol ogni 87 minuti. S’è portato a casa la statuetta di MVP: "La vittoria è pesantissima per la squadra, per il momento, per la classifica. Deve darci consapevolezza dei mezzi. In campionato dobbiamo recuperare, abbiamno fatto fatica, dobbiamo toglierci alcuni problemi di dosso, anche le critiche sul gioco. La squadra deve restare compatta e unita". Ciro è stato in ballo per giocare fino a ieri mattina, poi Sarri ha scelto Castellanos. Da capitano non ha fatto drammi e a fine partita Taty è stato il primo ad abbracciarlo: "Se puoi sognarlo puoi farlo. Non ho pensato all’esclusione - ha detto Ciro - perché viviamo un momento di squadra molto difficile, mettere davanti le cose personali non aiuta. Differenze con il campionato? Credo che la spiegazione sia che l’entusiasmo che ci dà la Champions ci mette in condizione di poterci esprimerci al meglio. È un errore che stiamo facendo incosciamente. Dobbiamo portare questo modo di giocare e di divertirci anche in campionato. Venivamo da due giorni veramente difficili". Ciro, dopo i due gol, è rimasto in campo per fare un immediato lavoro di scarico, già pensa al Cagliari. "Se è stata una delle notti più belle? Ne ho tante da ricordare". L’immagine di quello che sei non ti lascia mai.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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