Venerdì 12 maggio 2023 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Lecce 2-2

Da LazioWiki.

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12 maggio 2023 – Roma, stadio Olimpico - Campionato di Serie A, XXXV giornata - inizio ore 20.45


LAZIO: Provedel, Lazzari, Casale, Romagnoli, Hysaj (58` Pellegrini), Milinkovic, Marcos Antonio (73` Basic), Luis Alberto, Felipe Anderson (58` Pedro), Immobile, Zaccagni. A disposizione: Maximiano, Adamonis, Gila, Radu, Patric, Marusic, Fares, Bertini, Cancellieri, Gonzalez. Allenatore: Sarri.

LECCE: Falcone, Gendrey (77` Romagnoli), Baschirotto, Umtiti, Gallo, Blin, Hjulmand, Oudin (Helgason), Strefezza (77` Gonzalez), Colombo (67` Ceesay), Banda (67` Di Francesco). A disposizione: Bleve, Brancolini, Pongracic, Askildsen, Tuia, Ceccaroni, Persson, Maleh, Cassandro, Pezzella. Allenatore: Baroni.

Arbitro: Sig. Maresca (Napoli) - Assistenti Sigg. Costanzo e Passeri - Quarto uomo Sig. Sacchi - V.A.R. Sig.Fabbri - A.V.A.R. Sig. Longo S.

Marcatori: 34` Immobile, 45`+2' Oudin, 51` Oudin, 90`+4` Milinkovic.

Note: al 23` Strefezza fallisce un calcio di rigore. Ammonito 8` Lazzari, 13` Banda, 65` Oudin, 76` Sarri, 78` Pellegrini, 79` Falcone, 81` Blin, 81` Milinkovic, 90`+2` Gonzalez. Angoli 2 a 3. Recuperi: 3' p.t., 7' s.t.

Spettatori: 40.000 circa.


Marcos Antonio
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Mattia Zaccagni
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Manuel Lazzari
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Nicolò Casale
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Pedro
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Luca Pellegrini
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Ciro Immobile
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L'esultanza di Sergej Milinkovic-Savic dopo la marcatura
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Un intervento del portiere salentino su Mattia Zaccagni
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Felipe Anderson
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La Primavera biancoceleste sotto la Curva Nord

I calciatori convocati per la partita odierna

• Il Corriere dello Sport titola: “Lazio e Lecce senza fine”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “Fiato sospeso per 96’: Immobile, poi doppietta di Oudin, palo di Pedro, pari in extremis di Milinkovic. Baroni a un passo dal colpo che avrebbe lanciato i salentini verso la salvezza. Sarri rallenta ma resta in piena corsa Champions. Strefezza all’inizio sbaglia un rigore, i biancocelesti contro l’arbitro”.

Forse è un segnale a cui si aggrappano Sarri e Lotito. Quel pallone crossato da Pedro, restituito da Simone Romagnoli e appoggiato di testa in rete da Milinkovic, al minuto 94, ha evitato il tracollo, il quarto ko in cinque partite e donato un punto che forse tornerà utile per entrare in Champions, se la Lazio riuscirà a tenere a distanza Roma e Atalanta. Oggi l’Inter può tornare al terzo posto e il Milan si può avvicinare. Servirà altro, nelle ultime tre giornate, per centrare il traguardo da cui i biancocelesti, inspiegabilmente, si stanno tenendo lontani. Un collasso fisico ed emotivo, a cui si aggiungono i limiti dell’organico (pesa in modo enorme l’assenza di Cataldi, Marcos Antonio è inadeguato) e il nervosismo all’interno dello spogliatoio, una piaga tradizionale di Formello: l’incapacità di gestire i momenti delicati, superata solo nel quinquennio in cui Peruzzi (lasciato andare via) ha affiancato Inzaghi. Per la classifica suona come un’altra sconfitta. Dal punto di vista del gioco, i rimpianti sono di Baroni. L’impresa è sfumata all’ultimo respiro, il Lecce avrebbe meritato di vincere. Sarri si tiene la reazione, la voglia di rimontare e di crederci sino alla fine.

Paura. Le difficoltà emotive e la scarsa condizione della Lazio sono venute subito fuori. Baroni, come al Via del Mare, aveva preso bene i riferimenti. Umtiti scalava su Milinkovic, Blin si è incollato a Luis Alberto, Hjulmand saliva su Marcos Antonio, messo sotto pressione (come a Milano) quando Provedel, Casale e Romagnoli tentavano di impostare. Si è aggiunto il nervosismo. I duelli tra Lazzari e Banda hanno generato scintille, due cartellini gialli e il rischio che venisse fuori il rosso (per tutti e due) con la seconda ammonizione. La Lazio teneva palla senza trovare la profondità, solo una volta la combinazione tra Felipe e Immobile ha liberato Lazzari. Squadra in costante apprensione. Il Lecce riusciva a tenerla lontana da Falcone. Il gelo si è impossessato dell’Olimpico quando il contrasto tra Hysaj e Oudin ha convinto Maresca a concedere il rigore. Strefezza lo ha angolato troppo, fallendo il bersaglio.

Ciro si sblocca. L’errore dal dischetto dell’italo-brasiliano ha avuto il pregio di scuotere la Lazio, più viva e vigorosa nei duelli, ma c’è voluta una delizia di Luis Alberto per mandare in porta Immobile sfruttando il suo corridoio preferito. Baschirotto gli ha concesso un metro, Ciro se n’è andato e di sinistro ha beffato Falcone sul primo palo. Non segnava all’Olimpico (in campionato) da otto mesi e un mese fa a La Spezia, due giorni prima dell’incidente stradale, era andato a segno per l’ultima volta: 195 gol con la Lazio, 193 in Serie A.

Ingenuità. Doveva e poteva essere la svolta per riacquistare serenità. Invece no. Il Lecce non si è scomposto, ha continuato a tenere bene il campo, dimostrando personalità. La Lazio si è fatta infilare quando stavano scadendo i due minuti di recupero del primo tempo. Bisognava gestire, non scoprirsi. Marcos Antonio è salito in pressione su Hjulmand, Zaccagni e Hysaj fuori tempo, sono saltate diagonali e distanze. Contropiede rifinito dal cross preciso di Gendrey, Oudin in corsa ha imbucato nell’angolo. L’intervallo non è bastato per riordinare le idee. La ripresa è cominciata peggio. Provedel ha respinto la sassata di Banda, ma un minuto dopo ecco il raddoppio di Oudin. Palla persa da Luis Alberto, pressato da Colombo, assist di Strefezza e il francese ha colpito di nuovo.

Rimonta. Sotto di un gol, Sarri ha tolto Felipe e ha inserito Pedro, sganciando Luca Pellegrini. Due terzini all’assalto e Milinkovic centravanti aggiunto a Ciro. Doppia occasione per il serbo, poi spinto da Gallo. Ci poteva stare il rigore. La partita si è incattivita. È entrato Basic e Luis Alberto ha preso la regia. Falcone ha respinto Ciro. Palo di Pedro. All’ultimo assalto, è spuntata la testa di Milinkovic. Era solo il pari, l’Olimpico ha accolto il gol come una liberazione.


Il Messaggero titola: .

Prosegue il quotidiano romano:.

Il Tempo titola: .

Prosegue il quotidiano romano:.

La Gazzetta dello Sport titola: .

Continua la "rosea":


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.

Sarri: “Brutto momento reagire per la Champions. Il tecnico analizza il risultato dell’Olimpico che frena la sua Lazio: “Abbiamo preso gol all’ultimo secondo del primo tempo e sbagliato l’approccio nel secondo. Ora per la qualificazione sarà punto a punto. Restiamo positivi. Dobbiamo uscirne uniti e recuperare qualcuno in mezzo. Alla fine il pari potrebbe aiutarci. Ma la rete dell’1-2 me la sentivo...”.

Stava perdendo la testa, la Lazio. Per fortuna ha trovato quella di Milinkovic. Sarebbe stata una mazzata, la quarta sconfitta nelle ultime 5 partite. Il pareggio allevia i dolori e può rialzare l'umore, per quanto rimanga un'occasione sprecata. Weekend da passare con le dita incrociate, sperando negli inciampi delle altre. Poteva essere il turno dell'allungo, di un mattoncino bello solido per costruirsi in casa la volata Champions. Si è complicata sul più bello. Chissà, magari il 2-2 acciuffato in extremis vale più del "semplice" punto aggiunto in classifica. "Sono anche soddisfatto di larghi tratti della partita, però ce ne sono due inspiegabili...", ha commentato Sarri al triplice fischio: "Parlo degli ultimi 20 secondi del primo tempo, non so come sia possibile prendere un gol del genere. Nel secondo tempo, poi, l'approccio è stato sbagliato. Si capiva benissimo che avremmo preso gol. Ma sono contento del carattere, bastava pareggiare 5 minuti prima per trovare il risultato pieno".

In extremis. "Un momento difficile che è capitato a tutte", ha proseguito Sarri a Sky Sport. "Ho visto segnali di ripresa. Noi a livello di scaltrezza siamo sempre stati un po' questi, faccio riferimento alla gestione della partita. Si pensava che l'importanza delle gare ci facesse andare oltre a queste leggerezze. Mancavano 50 minuti alla fine della gara, non si può rientrare così dall'intervallo". In confusione prima e dopo il secondo gol di Oudin. Una Lazio in bambola. La capocciata del Sergente può aver riportato in carreggiata la squadra in vista delle prossime gare, almeno dal punto di vista psicologico. La prima rete per sbloccare Immobile, in campionato a secco all'Olimpico da addirittura 8 mesi. La seconda di Milinkovic per liberare la mente e non sprofondare nel baratro del pessimismo: "Per noi Ciro e Sergej sono due giocatori fondamentali, sono arrivati segnali incoraggianti da parte loro contro il Lecce. Per queste 3 partite potrebbero essere un'arma importante". I pugliesi rischiavano di allungare la lista dei ko dopo quelli contro Torino, Inter e Milan.

Positività. Il vantaggio accumulato stava per essere bruciato ulteriormente: "Mi sono arrabbiato nel secondo tempo. Un minuto prima del 2-1 mi sono girato in panchina e ho detto a Martusciello che stavamo aspettando soltanto di prendere gol. L'avremmo preso un minuto dopo per come stavamo giocando, non c'era soluzione. Se c'è più fiducia o preoccupazione? Ora andiamo a giocarcela punto a punto, è chiaro che dobbiamo superare questo periodo se vogliamo avere delle possibilità. Ripeto, certi momenti non sono accettabili, però abbiamo anche tirato fuori un punto da una partita che ormai era persa. La positività deve rimanere intatta, il momento difficile non ci può scalfire in serenità. Dobbiamo reagire e chiudere bene". Una battuta sul centrocampo: "È difficile la coesistenza dei tre se perdiamo il controllo della partita, dipende dalle caratteristiche dei giocatori. I problemi rimarrebbero anche se Marcos Antonio, Luis Alberto e Milinkovic giocassero insieme per 3 anni. Vediamo se qualcuno è recuperabile nei prossimi giorni".

Sergej: “Gol di rabbia. Ora vincere e basta”. Da accusato ad acclamato. E la Nord lo ha commosso: “Avrei preferito valesse tre punti, però adesso conta solo arrivare in Champions. Le critiche? Ero giù, ma quello che hanno fatto i tifosi lo ricorderò a vita”.

Il grande salvatore è lui, il grande accusato: "È stato un gol di rabbia, sarebbe stato più bello se avesse deciso la vittoria. Ci teniamo questo punto e non molleremo nelle prossime tre partite, proveremo a vincerle tutte". Tutti improvvisamente abbracciati a Milinkovic, tutti aggrappati al suo gol disperato. Al 94' è sbucato il Sergente con la sua voglia (dimostrata) di aiutare la Lazio, di riportarla in Champions, di servirla fino all’ultimo. Da ingrato a ringraziato. Da ripudiato a benedetto. Ferito dalla critiche, Milinkovic ha ritrovato la forza per continuare ad essere decisivo.

E l’incitamento della Nord di inizio partita l’ha aiutato a caricarsi. Gli era stato dedicato uno striscione (“la Nord è con te!“). Sergej si è sciolto, ha mostrato le sue emozioni: "Le critiche? Ero un po’ giù, è normale che lo fossi. Non ho dato quello che la gente si aspettava da me. Il messaggio della Nord mi darà una mano in più. Non me l’aspettavo. Quello che hanno fatto è una cosa enorme che ricorderò per tutta la vita. Posso dire solo grazie. I tifosi sono sempre con noi, adesso siamo noi che dobbiamo far vedere loro che ci siamo e che possono contare su di noi. Stavamo facendo bene, ma abbiamo preso due gol che non dobbiamo prendere. Ci teniamo il punto e ci prepariamo per il finale". La Lazio s’è persa dopo il pareggio: "Mentalmente siamo andati giù, dobbiamo crescere e imparare a entrare nel secondo tempo come se non fosse successo niente. Si va a casa a testa alta, non c’è spazio per avere dubbi. Siamo ancora lì, mancano tre gare e dipende tutto da noi". Il gol di ieri è stato il 55º in campionato per Milinkovic, sommati ai 45 assist il conto dei colpi in A è salito a 100 (dal 2015-16), è il terzo centrocampista a raggiungere il traguardo dopo Papu Gomez (103) e Ilicic (107). Non segnava di testa dal gennaio 2022.

La scossa. Milinkovic è l’immagine della riscossa, della voglia della Lazio di superare i limiti attuali, di chiudere la stagione con la conquista della Champions: "Volevamo per forza il pari. Abbiamo preso due gol stupidi. Il secondo è nato da un errore nostro così come nelle altre partite. E’ qui che dobbiamo migliorare. Dobbiamo provare a vincere sempre, ci proveremo da qui alla fine". Pellegrini ha dato altre scosse, in partita e dopo: "Dobbiamo conservare la voglia che abbiamo avuto, la reazione. Ma dobbiamo fare dei passi in avanti sotto il punto di vista dell’attenzione, dell’esperienza. Abbiamo preso due gol che non vanno presi da una squadra che vuole entrare in Champions. Questo è un pareggio che per certi versi è sicuramente amaro, per altri no. Dobbiamo dire le cose come stanno, ma dobbiamo anche rimanere positivi, mancano tre partite alla fine del campionato, diamo il massimo. Non è il momento di cercare spiegazioni, scusanti, quello che c’è da fare è vincere le tre le partite che rimangono. La sensazione è che noi qualcosa in più la possiamo e la dobbiamo dare".




La formazione biancoceleste:
La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica






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