Sabato 6 maggio 2023 - Milano, stadio Giuseppe Meazza - Milan-Lazio 2-0
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6 maggio 2023 – Milano, stadio Giuseppe Meazza - Campionato di Serie A, XXXIV giornata - inizio ore 15.00
MILAN: Maignan, Calabria (46` Kalulu), Tomori, Kjaer (46` Thiaw), Theo Hernandez (80` Ballo Tourè), Krunic, Tonali, Messias, Bennacer, Leao (11` Saelemaekers); Giroud (68` Rebic). A disposizione: Tatarusanu, Mirante, Adli, Brahim Diaz, Bakayoko, Origi, Pobega, Vranckx, Gabbia, De Ketelaere. Allenatore: Pioli.
LAZIO: Provedel, Marusic (56` Lazzari), Casale, Romagnoli, Hysaj (68` Pellegrini), Milinkovic (68` Basic), Marcos Antonio, Luis Alberto, Felipe Anderson, Immobile (81` Cancellieri), Zaccagni (56` Pedro). A disposizione: Maximiano, Adamonis, Gila, Patric, Radu, Fares, Bertini, Romero. Allenatore: Sarri.
Arbitro: Sig. Rapuano (Rimini) - Assistenti Sigg. Meli e Alassio - Quarto uomo Sig. Orsato - V.A.R. Sig. Mazzoleni - A.V.A.R. Sig. Manganiello.
Marcatori: 17` Bennacer, 29` Theo Hernandez.
Note: ammonito 20` Romagnoli, 24` Marusic, 42` Calabria, 61` Casale, 88` Pellegrini, 89' Thiaw. Angoli 6 a 4. Recuperi: 2' p.t., 5' s.t.
Spettatori: 72.365 per un incasso di 2.579.382,00 euro.
► I calciatori convocati per la partita odierna
• Il Corriere dello Sport titola: “Diavolo d’Europa, Sarri a zero”. Prosegue il quotidiano sportivo romano: “Bennacer-Theo Hernandez mandano ko la Lazio che non ha mai tirato nello specchio (prima volta). Gli uomini di Sarri praticamente non hanno giocato: in troppi fuori forma. Il Milan cambia otto elementi rispetto a mercoledì e si porta a -3 dai biancocelesti. Ma Leao s’infortuna”.
Non c’è stata partita. La Lazio non l’ha giocata o quasi. Il Milan, senza faticare, l’ha chiusa in mezz’ora. I gol di Bennacer e Theo Hernandez per restare in corsa in campionato e tuffarsi verso la semifinale con l’Inter. Dentro la cappa opprimente di San Siro, sole estivo e quasi trenta gradi, è bastato il minimo sforzo. Sarri, senza rotazioni, s’è squagliato, fallendo un altro tentativo di fuga. I conti sono rimandati e le sentenze rinviate, ma si tratta della terza sconfitta nelle ultime quattro giornate. Pioli, ancora quinto, s’è riportato a meno 3. L’Inter ha un solo punto di ritardo e oggi il quadro si completerà con Atalanta-Juve: mucchio selvaggio per la Champions. Resta un piccolo vantaggio da conservare battendo il Lecce venerdì all’Olimpico, ma l’allarme suona a Formello. La Lazio sembra cotta a un passo dal traguardo. Il duello con l’Inter aveva proposto le stesse sensazioni, mercoledì di fronte al Sassuolo la benzina era finita dopo una trentina di minuti a tutto gas. Questioni individuali. Corrono in pochi, forse solo Felipe e Luis Alberto. Immobile va giustificato, Milinkovic è sparito, Zaccagni frenato da un affaticamento muscolare, Vecino e Cataldi a casa. Troppo per un gruppo spremuto, di soli tredici o quattordici giocatori di livello, proiettato in una dimensione superiore alle proprie possibilità.
Il Milan, come l’Inter una settimana fa, è apparso più in forma e forse una spiegazione c’è. Pioli ha cambiato otto titolari rispetto a mercoledì, quando era stato fermato dalla Cremonese a San Siro. Il turnover può togliere o aggiungere. Ieri ha rivitalizzato i rossoneri, ma dopo pochi minuti si è fermato Leão, facendo piombare nel silenzio i 75 mila di San Siro. Fitta agli adduttori e un dubbio grande così in previsione del derby d’andata con l’Inter. Nel caso si trattasse di uno stiramento, rischierebbe uno stop di due o tre settimane e sarebbero guai seri. Quando è uscito il portoghese, l’apparente vantaggio per la Lazio non si è concretizzato. Pioli ha scelto Saelemaekers, privilegiando compattezza e aggressività. Non voleva ripetere gli errori commessi all’Olimpico a fine gennaio, quando ne prese quattro, concedendo troppa libertà ai palleggiatori biancocelesti. Tonali su Luis Alberto, Krunic nella zona di Milinkovic e Bennacer su Marcos Antonio hanno agito in costante anticipo. Il Milan ha prodotto due gol di matrice opposta. Il primo sfruttando la pressione alta e il secondo in campo aperto. La Lazio, al contrario, ha confermato i suoi limiti, pagando l’uscita dal basso e una condizione atletica in calo. Marcos era marcato, Casale lo ha cercato in costruzione, troppo tenero il contrasto con Bennacer. Il rimpallo è finito sul piede di Giroud, assist per l’algerino, liberissimo di battere a rete. In precedenza, da un altro contrasto perso da Marcos Antonio, era nata l’occasione su cui si era fatto male Leão.
Troppo facile, a un sospiro dalla mezz’ora, il raddoppio di Theo Hernandez. Ha raccolto il pallone da Maignan e se n’è andato senza trovare resistenza. Una volata seminando Milinkovic e castigando Provedel, fuori dai pali, complice la deviazione di Romagnoli. Il paradosso della Lazio, sorpresa in contropiede: sul cross di Zaccagni nessuno si trovava davanti al portiere francese. Erano tutti al limite, non all’interno dell’area. Squadra spaccata in due, senza velocità e capacità di rientrare. La Lazio si è spenta. Reazione vera non c’è stata, se non alla fine, quando Pioli aveva già operato diversi cambi e il Milan gestiva, pensando alla Champions. Un dato spicca e deve far riflettere: neppure un tiro nello specchio, non era mai successo sotto la gestione Sarri.
• Il Messaggero titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• Il Tempo titola: .
Prosegue il quotidiano romano: .
• La Gazzetta dello Sport titola: .
Continua la "rosea":
• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.
Sarri: "L’abbiamo data per persa. Nell’intervallo eravamo sfiduciati, stavamo abbandonando la gara. E questo mi ha preoccupato. Molti non sono in condizione. Immobile, se non fa la gara o non segna, si accascia. Gli serve un gol". Il tecnico è deluso: chiede alla Lazio di restare concentrata e lancia frecciate all’arbitro: "Gol irregolare? Ci siamo abituati...".
Sarri ha un timore, anzi due. La Lazio, troppo presto, si è messa a controllare il calendario, come se cercasse sicurezze o fosse assalita dalla paura a un passo dal traguardo Champions. E poi la chiave mentale legata alla condizione. È più complicato reagire sotto il peso delle responsabilità e del risultato da centrare a ogni costo. C’è un’altra sensazione, nettissima: mezza Lazio sembra aver finito la benzina. "Dal punto di vista fisico siamo primi in tutte le graduatorie, esclusi i picchi di velocità". Sarri si è difeso, parlando di nuovo dell’aspetto mentale e di un certo tipo di arrendevolezza. "Nell'intervallo eravamo sfiduciati e stavamo abbandonando la partita, senza crederci. Questo mi ha preoccupato". I segnali hanno fatto scattare l’allarme. "Luis Alberto nel finale sembrava stesse meglio. Molti non sono in condizione. Ciro, se non fa la partita o non segna, si accascia. Fisicamente gli manca qualcosa, ma un gol gli permetterebbe di riacquistare fiducia". Più tardi, rispondendo a precisa domanda, nel conto è entrato Milinkovic. "Che in questo momento ci siano tre giocatori non in condizione, anche mentale, mi sembra evidente. Vediamo se riusciamo a farli rendere di più di quello che stanno facendo e torneremo a essere più forti". Un monito alla squadra. "Se si guarda il calendario, siamo morti. La classifica è corta, ci vorrebbe fantasia per considerarsi già dentro, non penso sia così per i miei giocatori, sarebbero dei folli".
Proteste. La chiave della non partita nella prima mezz’ora. "Ci siamo ritrovati sotto di due gol senza che fosse mai decollata. Il Milan aveva fatto poco, forse niente, e noi anche. E’ stato un 2-0 occasionale, un errore nostro, un tiro deviato. Dopo, invece, hanno meritato la vittoria. Noi l’abbiamo data per persa, senza più reagire, se non alla fine. Il problema è quello, non siamo entrati scarichi, ci siamo trovati sotto e lo svantaggio ha condizionato il nostro modo di pensare". L’errore sul gol di Bennacer ha piegato la partita in favore del Milan. Responsabilità da dividere. "Casale non ha dato una gran palla, ma Marcos Antonio si doveva smarcare meglio. Poi certi arbitri fischiano quei contatti. Ora si dirà che prendiamo gol perché costruiamo dal basso, ma con la Fiorentina riuscimmo a segnare quattro gol uscendo dal basso e si parlò di contropiede". Il gol era da annullare per la posizione iniziale di Giroud, che non era fuori area sulla rimessa. Sarri ha protestato per il metro arbitrale usato da Rapuano. "Gol irregolare? Ci siamo abituati... La conduzione nei primi 30 minuti è stata pesante, poteva dare l’idea che volesse indirizzare la partita. Forse è così o forse no, ma ci sono stati 5 falli, per noi 2 ammoniti e per i rossoneri zero. Noi dobbiamo pensare a quello che non abbiamo fatto dopo essere passati in svantaggio".
Fiducia. Sarri dovrà lavorare da psicologo. "Non dobbiamo essere preoccupati e neppure tranquilli, sarebbero due stati di animo che non ci aiutano. Bisogna proiettarsi sulla prossima e restare concentrati. Ci restano quattro partite senza un domani. Dovremo dare tutto". A proposito del turnover di Pioli, è stato caustico. Lui, da allenatore del Milan, non l’avrebbe fatto. "Al tirar delle somme, abbiamo perso un solo punto dai rossoneri nelle ultime due partite. Forse se giocava mercoledì con i titolari ne avrebbe guadagnati altri due. Sono scelte". La Lazio, per effetto del 4-0 all’Olimpico, resta in vantaggio in caso di arrivo ex aequo con il Milan. Tutto può contare. Inzaghi, nel 2018, perse la Champions per un gol.
► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:
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Dal sito http://www.legaseriea.it/it/serie-a/ |
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