Domenica 11 marzo 2001 - Bologna, stadio Renato Dall'Ara - Bologna-Lazio 2-0

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11 marzo 2001 - 2941 - Campionato di Serie A 2000/01 - XXII giornata

BOLOGNA: Pagliuca, Falcone, Padalino (75' Bia), Gamberini, Nervo, Maresca, Lima, Brioschi, Locatelli (72' Piacentini), Cipriani (85' Cruz), Signori. A disposizione: Coppola, Olive, Binotto, Oliveira. Allenatore: Guidolin.

LAZIO: Marchegiani, Negro, Fernando Couto, Mihajlovic, Favalli, Poborsky (68' Castroman), D.Baggio, Veron, Nedved (44' Pancaro), Crespo, Salas (56' C.Lopez). A disposizione: Orlandoni, Colonnese, Baronio, Ravanelli. Allenatore: Zoff.

Arbitro: Sig. Tombolini (Ancona).

Marcatori: 19' Nervo, 76' Signori.

Note: espulso Fernando Couto al 44' per gioco scorretto. Ammoniti Padalino, Falcone, Mihajlovic, Favalli. Recuperi: 5' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 29.000 circa.


Il biglietto della gara
La rete di Nervo
Il raddoppio di Signori

La nuova Lazio di Dino Zoff stecca la nona. Poteva accadere, ma non doveva accadere in questo momento delicato con la Roma che scappa e la Juve che insegue. Poteva accadere, ma non doveva accadere in questo modo avvilente, con il riservista Marchegiani migliore in campo, con la squadra sovrastata dal Bologna e zavorrata dall'espulsione di Fernando Couto proprio mentre c'è in atto un tentativo di riabilitazione collettivo, infine espulsa dal convoglio di testa dal gol risolutivo dell'ex Signori. Dopo sette vittorie e un pareggio, arriva la prima sconfitta zoffiana, pesante, non tanto nel punteggio quanto nella sua essenza (Lazio dominata) e nel suo simbolismo (Signori non aveva mai vinto nelle precedenti sei partite contro la squadra di cui è stato bandiera). Probabilmente è proprio il secondo gol del Bologna, il numero 156 in serie A, l'ottavo in questa stagione di Beppe Signori quello che scuce lo scudetto dalle maglie della Lazio.

Magnifica perfidia del calcio: l'anno scorso qua, alla penultima, ancora Signori aveva provato ad annichilire la rincorsa della squadra di Eriksson alla Juve, ma la sua doppietta non aveva fermato l'ineluttabilità della sorte. Quattro gol di quella Lazio avevano garantito la zona sorpasso, poi avvenuto all'ultima domenica. Qui, ora, la storia è diversa. La Lazio, che pure si è svincolata dall'Europa suo malgrado, sembra invece provata da una vera settimana di Coppe. I primi venti minuti sono irreali, solo nei primi otto il Bologna ha quattro occasioni: con Lima, con Signori, due volte (la prima alzando il pallone sulla traversa), e ancora con Lima il cui sinistro diretto in porta viene deviato da uno stinco di Nedved. E' un assedio imbarazzante, il Bologna è devastante, sovrasta nettamente e vince la partita a centrocampo, dove è sempre in superiorità grazie a Locatelli e Signori che arretrano per permettere raddoppi sul portatore di palla. Lima e Maresca distribuiscono un numero impressionante di palloni. Su uno di questi, un cross in area, Nervo in mezza girata manda la palla sul palo lontano dove Marchegiani arriva, ma non abbastanza da trattenere la palla (19'). E' il vantaggio che permette al Bologna di allentare la morsa e di procurarsi spazi per il contropiede, ma anche alla Lazio di avanzare stancamente.

Qui si innesta il vero cardine negativo che chiude la presunta rimonta laziale: Fernando Couto stende con una gomitata il giovane Cipriani e Tombolini lo espelle. Dall'aplomb zoffiano (una leggerezza) e dall'assenza di proteste sul campo, si intende che il colpo proibito, sfuggito anche alle moviole (ma in un caso come questo a cosa ci si affiderebbe? Allo Spirito Santo?), deve essersi per forza verificato. Non è detto che questa Lazio avrebbe pareggiato (anche se è sospetto lo scontro Falcone-Nedved che costringe il ceco a uscire), ma il Bologna, assolutamente imprendibile se attaccante, sembrava più vulnerabile se attaccato. Con un uomo in meno la seconda ipotesi non viene neanche presa in considerazione, grazie ai suoi abili giocolieri, primo fra tutti Giuseppe Signori, che avverte la possibilità della prima vendetta nei confronti della squadra di cui fu leader, difeso anche con manifestazioni di piazza. E nel finale, sebbene il gol di vantaggio non sia in discussione (secondo lo svolgimento della gara), ma solo sottoposto al capriccio del caso, Signori cancella ogni opzione scattando nella prateria sinistra su un invito di Maresca (ancora lui): l'uscita di Marchegiani è sconsiderata, il sinistro preciso scorre per un'eternità verso la porta. Signori non esulta - detta legge lo stretto riserbo nei confronti degli ex amici - ma scuce lo scudetto alla Lazio. Marchegiani] è colpevole, ma si riscatterà poi nel finale con tre parate strepitose (Signori, Cruz, Maresca) restando ancora il migliore laziale del mazzo.

Il che è tutto dire. La prima sconfitta della gestione Zoff pesa come un macigno sulle prospettive future della Lazio. È il tecnico stesso ad annunciare il ritiro dei biancocelesti dalla corsa per il tricolore: "Non parliamo di scudetto. Il divario era largo prima ed è larghissimo ora. Anzi noi non ne abbiamo mai parlato; da quando ci sono io, il traguardo che ci siamo prefissati è quello della Champions League, quindi arrivare fra le prime quattro. Il Bologna è partito forte, ha dimostrato di essere una squadra in salute, noi siamo partiti male. Sull'espulsione, Couto ha commesso una leggerezza". La Lazio si arrende e si scuce lo scudetto? Da Roma il presidente Cragnotti replica al tecnico: "E' sbagliato dire che ci arrendiamo, non è vero. Ricordiamoci che l'anno scorso abbiamo recuperato 9 punti di distacco e abbiamo vinto lo scudetto in volata all'ultima giornata". Infine Signori, 159 gol in serie A e prima vittoria contro la sua ex squadra: "Non dite che gli ho tolto lo scudetto perché non è vero - ammonisce Beppe-gol -. Avevano già 8 punti di distacco e davanti continuano a vincere. Non sarebbe cambiato granché".

Fonte: Corriere della Sera