Lunedì 30 agosto 1999 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Cagliari 2-1

Da LazioWiki.

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30 agosto 1999 - 2.848 - Campionato di Serie A 1999/00 - I giornata - inizio ore 20.30

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Nesta, Negro, Favalli, Conceição, Veron (58' Simeone), Almeyda, Nedved (79' Lombardo), S.Inzaghi (69' Andersson), Salas. A disposizione: Ballotta, Couto, Gottardi, Marcolin. Allenatore: Spinosi - D.T. Eriksson.

CAGLIARI: Scarpi, Lopez, Grassadonia, Modesto, Mayelè (61' Corradi), Berretta, De Patre (52' Cavezzi), Conti, Macellari, Mboma, O'Neill. A disposizione: Franzone, Diliso, Villa, Sulcis, Melis. Allenatore: Tabarez.

Arbitro: Sig. Farina (Novi Ligure) - Guardalinee Sigg. Contente e Sassanelli - Quarto uomo Sig. Camerota.

Marcatori: 5' Veron, 63' S.Inzaghi (rig), 77' O'Neill.

Note: serata calda, terreno in ottime condizioni. Ammoniti Conti e Berretta per comportamento non regolamentare. Angoli 8-3 per la Lazio. In tribuna il C.T. della Nazionale Dino Zoff. Recuperi 5' p.t., 4' s.t. Esordio in serie A per Modesto e Mayelè.

Spettatori: 16.859 paganti per un incasso di L. 683.045.000 e 34.460 abbonati per una quota di L. 1.074.906.470.

Juan Sebastian Veron scocca il tiro dell'1-0
Il rigore di Simone Inzaghi
La rete dei rossoblù
Sergio Conceicao in azione
Juan Sebastian Veron al tiro
Un momento della gara
Esultanza biancoceleste
Sergio Conceiçao in azione
La prima pagina della Gazzetta dello Sport
Il film della partita dal Messaggero
La punizione di Veron per il vantaggio biancoceleste

Per la Lazio il campionato 1999/2000 inizia di lunedì in seguito alla vittoriosa partita del precedente venerdì nella Supercoppa Europea ai danni del Manchester United. Già al 4' minuto Simone Inzaghi viene atterrato al limite dell'area di rigore. Punizione battuta da Veron che s'insacca dopo una leggera deviazione di Lopez. La reazione sarda è veemente e sfiora il pareggio in più di un'occasione. Prima è Mboma che sfiora il palo alla destra di Marchegiani, poi è Beretta che spara sul portiere biancazzurro che salva con difficoltà. Tocca poi a Lopez sbagliare la più ghiotta delle occasioni per gli isolani. Nel secondo tempo la Lazio cambia passo e sfiora per tre volte il raddoppio, ma i sardi non stanno a guardare e sfiorano il pareggio con Macellari con un tiro di sinistro splendidamente parato da Marchegiani. Al 63' Inzaghi segna magistralmente il rigore assegnato dall'arbitro per un fallo di Scarpi su Salas. I biancazzurri dilagano, ma un eccesso di sicurezza provoca la rete di O'Neill. Comunque la gara si chiude con la vittoria dei biancazzurri che si portano subito a 3 punti in testa alla classifica.


La Gazzetta dello Sport titola: "La Lazio parte con il fiatone. Rischia contro un ottimo Cagliari che però sbaglia troppo in avanti. La Lazio va in vantaggio presto con la punizione di Veron, ma poi viene presa da voglia di strafare. Il Cagliari reagisce, crea, ma sbaglia anche molto. Il rigore di Inzaghi non frena i sardi che segnano con O'Neill e mettono paura sino alla fine".

Continua la "rosea": Le vie dello scudetto non sono infinite. Per essere percorse fino in fondo hanno bisogno anche di un po' di buona sorte, e tanto meglio se questa si manifesta fin dall'inizio. E' quanto accade alla Lazio tradizionalmente legata alle partenze lente e alla quale invece Eriksson chiede "tutto e subito". Lo ottiene a spese di un ottimo Cagliari, battuto 2-1 dopo sofferenze che non è fuori luogo definire indicibili. L'armata Cragnotti passa grazie ai calci piazzati dei suoi nuovi arrivati, dalla punizione di Veron al rigore di Simone Inzaghi, ma tra l'uno e l'altro gol il Cagliari, complici Marchegiani e Pancaro che lo sostituisce sulla linea, fallisce tre occasioni da rete davvero clamorose. Riuscendo ugualmente nel finale a rimettere in bilico il match con la rete di O'Neill, il migliore. L'effetto Supercoppa, probabilmente, gioca un brutto tiro a Nesta e compagni. Più che di presunzione ci sembra il caso di parlare di eccessivo entusiasmo. Occorre tornare presto sulla terra e lasciare che Conceição, chiave tattica negativa del match, ritrovi la forma perduta. Intanto, tre punti che valgono oro contro un avversario che sembra capace di creare problemi a chiunque. Mancano a vario titolo Mancini, Mihajlovic, Stankovic, Boksic e Sensini, ma questo non può essere un alibi, poiché la cosa non impedisce ad Eriksson di portarsi dietro una panchina di tutto rispetto, da Simeone ad Andersson, da Couto a Lombardo. Anche Tabarez conta gli assenti, con la colonia straniera (Abeijon, Suazo e Zebina, il più importante) quasi dimezzata.

Il gentiluomo uruguagio mostra come sempre di sapere il fatto suo, disponendo in campo un Cagliari armonico e corto, col 3-5-2 nel quale molto spesso O'Neill, cosiddetta seconda punta, assiste dappresso i centrocampisti, ispirando tutte le volate del più avanzato Mboma. Si intuisce subito che strada facendo la Lazio potrebbe incontrare delle difficoltà nel penetrare il pacchetto difensivo degli ospiti guidato con maestria e buon senso dell'anticipo da Grassadonia. Ma l'impressione resta tale, perché dopo appena cinque minuti la Lazio è in vantaggio: Veron si sostituisce a Mihajlovic nella prima punizione dal limite guadagnata da Inzaghi e la sua è una rasoiata insidiosa, che trova sulla traiettoria il piede complice di Lopez, buono per mettere fuori causa Scarpi. Il vantaggio immediato, il Manchester United, l'Olimpico appena semipieno ma comunque impazzito, la Lazio viene subito presa da una perniciosa e collettiva voglia di strafare. Si assiste così a una sarabanda di talentuose e disordinate iniziative personali, con la squadra lunghissima ed Eriksson presto in piedi e tuttavia incapace di richiamare i giocatori ad un pizzico di raziocinio. Inevitabile che il Cagliari, ben messo in campo e assai poco scioccato dallo 0-1, si impadronisca per buoni 25' del match. Avviene soprattutto a sinistra dove la falsa posizione di O'Neill che si sottrae a Pancaro, lo strapotere di Macellari sulla brutta copia di Conceição e il talento di Conti opposto a un Veron creativo ma poco incline alle autentiche coperture, finiscono col mandare in orbita il Cagliari. Le occasioni da rete sono due e davvero clamorose: Conti irride Nesta, imbecca Mboma che libera Berretta solo davanti a Marchegiani, bravissimo a opporre il corpo in uscita al tiro a botta sicura (21'). Peggio ancora dieci minuti dopo, quando la difettosa respinta di Marchegiani su punizione di O'Neill diventa un assist per De Patre. Pancaro ci mette un piede a porta vuota. Sul finire del tempo la Lazio riprende quota, pur senza convincere. Salas e Simone Inzaghi trovano modo di impegnare Modesto e Lopez, i loro angeli custodi, ma non Scarpi.

Nedved e Almeyda a sinistra sembrano funzionare meglio, come coppia, di Veron-Conceição, ma il gioco non trova sbocchi sulle fasce laterali, anche per l'esuberanza di Mayelè, franco-zairese assai veloce, che costringe Favalli a restare sulle sue. Tabarez muove la panchina poco dopo l'inizio della ripresa, inserendo un cursore fresco, Cavezzi, al posto dell'appannato e malconcio De Patre. Anche Eriksson fa alzare i suoi vip, ma prima di procedere al più che necessario cambio Conceição-Simeone assiste impassibile alla terza mega occasione da rete del Cagliari, con Macellari (proprio l'uomo di Conceição) che solo soletto scarica su Marchegiani. Se ne è appena andata un'ora quando la Lazio, appena meglio bilanciatasi, sembra poter porre fine alle proprie apprensioni: i solisti giusti sono Nedved che ispira, e Salas, fin lì opaco, che brucia Scarpi sullo scatto. Rigore che stavolta, dopo quello reclamato invano da Inzaghi, l'arbitro Farina non può esimersi dall'assegnare applicando correttamente il regolamento (niente espulsione di Scarpi) e che Inzaghino trasforma per la gioia di Superpippo, che in Monte Mario esulta da buon fratello, fregandosene di un risultato che tutto sommato alla Juve non giova poi tanto. Gli uomini di Tabarez, che un attimo prima del rigore ha inserito una punta autentica, Corradi, al posto di Mayelè, non mollano, mentre la Lazio si riallunga, deliziandosi fin troppo dei tiri da fuori di Nedved e Veron che impegnano Scarpi in parate assai balneari. Si arriva così al minuto 33', quando tra un ulteriore cambio e l'altro di Eriksson (Andersson e Lombardo per Inzaghi e Nedved), il Cagliari riapre il match. La volata di Berretta è solitaria quanto il cross, Marchegiani smanaccia come può e Mboma e O'Neill hanno pure il tempo di passarsi la palla per la botta vincente del futuro juventino. Ce ne è abbastanza per vivere i minuti finali col cuore (biancoceleste) in gola, ma il bel Cagliari di Tabarez non sfonda più. Eriksson respira. Chi ben comincia..


Il Messaggero titola: "Veron e Inzaghi in gol. La Lazio parte bene".

Continua il quotidiano romano: LE "SORELLE" adesso sono tre. Quelle balzate in testa al campionato a conclusione di questa tre giorni che ha inaugurato il campionato di mamma pay-tv. C'è anche la Lazio, con l'Inter e la Fiorentina. A capo di un esordio all'Olimpico tutt'altro che agevole, un 2-1 sofferto, un gol per tempo a un Cagliari dinamico e qualche rischio di troppo anche prima del-l'avvicinamento perentorio dell'indomabile O'Neill. Tutto confermato: le presunte piccole insaporiranno il torneo col loro bel piglio. E' una Lazio comunque targata Veron: l'argentino ha dispensato palloni puliti, ha segnato sia pure in comproprietà (ma le regole Fifa premiano sempre il tiratore), ha chiamato il portiere isolano Scarpi a una continua attenzione. Convincente il lavoro di Nedved, buone cose dal tandem d'attacco Salas-Inzaghi: il cileno si è procurato il rigore con cui Simone ha raddoppiato. Ma una lode va pure a Marchegiani, che ha salvato due palloni difficili prima di capitolare: baluardo di una difesa non sempre impeccabile, su cui ha pesato l'assenza forzata di Mihajlovic. Maestro Tabarez, si diceva, ha messo su una squadra davvero niente male, rude in difesa sia pure con un terzetto inedito, grintosa a centrocampo grazie alla dedizione di Berretta e De Patre (e poi Cavezzi), alfieri di quel gran campione che è l'uruguagio O'Neill, ormai perfettamente inserito nella mentalità italiana, pochi fronzoli e talento al servizio dei compagni.

In più, il giovane francese Mayele sembra una sicura promessa, polmoni e buon tocco di palla su e giù per la fascia destra. Senza quel gol sul groppone dopo appena cinque minuti, il Cagliari avrebbe potuto impostare la partita su contropiede rapidi ed essenziali: chiaro che l'assetto tattico era stato impostato per contenere e poi colpire. Così Veron è stato per Eriksson un chiavistello provvidenziale: il suo rasoterra secco sulla prima punizione procurata da Inzaghino, atterrato alle spalle da Lopez, è carambolato nel gruppo, trovando la deviazione determinante di Modesto, anch'egli di scuola francese, anche se l'origine è proprio sarda. Stinco per stinco, sarebbe stato ben più fortunato più tardi Marchegiani, salvato da quello di Pancaro dopo una respinta sporca proprio sui piedi spalancati di De Patre. Non è stata questa l'unica occasione nitida dei rossoblù, per nulla intimoriti dalla grande partenza dei freschi leader d'Europa. La spinta di Sergio Conceiçao e di Nedved si è andata infatti via via un po' affievolendo, dopo un paio di combinazioni interessanti meritevoli di miglior sorte. La Lazio si è prima fatta prendere d'infilata da una rapida rimessa, con il solito O'Neill a presentare Berretta solo davanti al portierone biancoceleste, tempestivo nell'uscita salvatutto. Poi, forse colta da improvviso tremore, ha lasciato il pallino agli ospiti, che hanno colto con il loro uruguagio d'oro anche la parte alta della trasversale, direttamente dalla bandierina. L'unica risposta degna di nota è stata un sinistro in corsa di Simone Inzaghi, lanciato da Nedved oltre i difensori isolani: posizione defilata e bersaglio mancato sotto gli occhi affettuosi del fratello Pippo in tribuna.

L'arbitro Farina non si è lasciato però illanguidire, in avvio di ripresa, da questo feeling fraterno, giudicando regolare un intervento, apparso fuorilegge, di Lopez proprio su Simoncino, imbeccato da un rasoterra al bacio di Sergio Conceiçao. Sintomo di una Lazio comunque più viva in attacco, più presente, più portata alla conclusione. Molto più convincente nella seconda parte di gara. Anche se è stato ancora Marchegiani a salire al proscenio, deviando bellamente in angolo un tiro di Macellari, liberato a sinistra da Mayele. Il rigore che Salas ha trovato, scattando su lancio di Nedved e inciampando sull'opposizione colpevole di Scarpi, è stato trasformato impeccabilmente da Inzaghino, ma la partita, che sembrava chiusa qui (con Veron spesso al tiro da fuori), è stata riaperta da O'Neill, abile a risolvere una piccola mischia, dopo una smanacciata di Marchegiani. Si sono visti anche Simeone e Andersson (che sta entrando in forma), più Lombardo che ha sprecato sul portiere in uscita la miglior palla per un tranquillizzante terzo gol. Risultato: sofferenza protratta e sospironi di felicità.


Sempre tratte dal Il Messaggero, alcune dichiarazioni post-gara:

E' soddisfatto Sergio Cragnotti al termine della partita con il Cagliari: «Una buona partita della Lazio, non bella. Non abbiamo giocato bene, ma abbiamo vinto e questo è l'importante». Insomma l'importante sembra sia sempre e solo il risultato? «Possiamo dire - aggiunge il presidente biancoceleste - che chi ben comincia è a metà dell'opera. E noi questa sera abbiamo cominciato bene». Ma la Lazio ha sofferto parecchio... «Non lo nego. Di fronte abbiamo avuto una buona squadra. Il Cagliari ha giocato proprio una bella partita, veloce, aggressiva. Con il suo pressing spesso ci ha tolto il fiato. Ecco perché dico che non abbiamo giocato in maniera esaltante, ma abbiamo vinto e questo penso sia più che sufficiente». E tra Simone Inzaghi e Vieri sembra proprio che Cragnotti scelga il piacentino. Sullo stesso tono anche l'allenatore Sven Goran Eriksson. Lo svedese appare contento negli spogliatoi. «Il Cagliari ci ha fatto soffrire. - dice - Noi abbiamo giocato un buon primo tempo e anche un buon inizio di ripresa, ma negli ultimi minuti, non saprei neanche quanti, abbiamo sofferto molto. Forse eravamo stanchi, non so. Abbiamo sofferto, ma abbiamo vinto. Questo è l'importante». Come definirebbe questa gara. «Potrei dire non abbiamo fatto una grande partita, ma un grande risultato». Certo, a Monaco era tutta un'altra cosa. «Sono tre giorni che lo ripeto. Attenzione, dopo una bella partita, una bella vittoria, possono venire anche delle delusioni, si rischia di perdere concentrazione, abbiamo vinto, questo mi renden felice. Abbiamo altre 33 partite di campionato per migliorare il gioco».

Tatticamente cosa possiamo dire della partita... «Nel primo tempo abbiamo sbagliato perché cercavamo di attaccare con troppa gente». Nella ripresa ha inserito Lombardo e Andersson, voleva allargare il gioco e sfruttare la torre? «Anche, Andersson ha fatto dei numeri, ma non siamo riusciti a fare quello che volevamo. Io, in un primo momento, ero intenzionato a togliere, oltre Inzaghi, anche un altro attaccante, ma quando ho visto che Nedved era ancora più stanco di Salas, ho fatto uscire lui e tenuto dentro Marcelo». Con il Cagliari comunque certe cose non sono andate come si voleva...«Merito del Cagliari, nel primo tempo soprattutto abbiamo avuto difficoltà a rifornire le punte. Loro hanno tre difensori centrali, coprono bene le fasce, tutto in quelle condizioni è più difficile». Della difficoltà di Simone Inzaghi a ricevere palloni giocabili se ne è accorto anche il fratello Pippo, ieri sera sugli spalti dell'Olimpico: «Simone ha fatto proprio un bell'inizio di stagione, ma questa sera mi sembra che non riesca proprio a giocare. Sembra quasi che non riescano a servirlo a dovere». Ed è naturale chiedere a Eriksson perché ha tolto Simone? «Nessuna scelta tecnica, anche lui era molto stanco e mi è sembrato giusto dargli un pizzico di tregua».

Ieri sera è finito in tribuna ancora Alen Boksic... «Diciamo che è ancora un po' in ritardo - spiega lo svedese - ma arriverà anche il suo momento. Ricordiamoci che ci sono ancora 33 partite...». Un ritornello, ma lui di partite ne sogna 58. Amaro il commento di Tabarez, tecnico del Cagliari: «Abbiamo creato quanto la Lazio, ma Marcheggiani è stato davvero bravo. Come Scarpi, del resto. Ci manca un attaccante che finalizzi il lavoro della squadra, ma per evntuali rinforzi dovete chiedere al presidente. La Lazio è una grande squadra e ha saputo trovare i due gol al momento giusto».

Pippo Inzaghi esulta come un bambino. Il fratello ha appena segnato il gol del raddoppio della Lazio sul Cagliari. «Quando viene a vedermi porta sempre bene - ha dichiarato l'attaccante biancoceleste - non potevo immaginarmi un esordio migliore. Adesso spero che gli impegni di Pippo non coincidano sempre con i miei...». Sorride, Simone, già adottato dalla curva Nord che gli regala subito un nuovo coro. «Solo se penso a venerdì sera quando mi trovavo su un lettino non mi sembra vero. Ho chiesto io di battere il rigore dopo che su di me ce n'era stato un altro non concesso». Una prova di maturità nonostante l'anagrafe visto che gli altri rigoristi indicati da Eriksson erano Salas e Veron. «Non mi sono emozionato anche perché avevo già battuto questo portiere lo scorso anno. La cosa più importante è stata comunque che la Lazio abbia vinto». Pronta anche una scommessa con Pippo. «Lui resta uno dei miglior attaccanti del mondo ma se la Lazio mi da una mano posso fare passi importanti». Protagonista, ancora una volta della serata, Luca Marchegiani. «Fa piacere essere indicato tra i migliori anche se quando un portiere gioca bene di solito è sinonimo di una gara difficile per il resto della squadra. La Lazio ha giocato bene e ha vinto con merito anche se è rimasto negli occhi l'ultimo quarto d'ora quando eravamo più stanchi. Arriveranno anche gare dove ci aggiudicheremo i tre punti senza bisogno del sottoscritto».

Non era facile dimenticare in fretta il Manchester. «Questa Lazio comincia ad abituarsi a vincere e dunque assorbe meglio certe situazioni. Era la prima di campionato ed eravamo concentrati». Formalizzato il passaggio di Mondini, dopo che l'affare Brivio era sfumato, alla Lazio. L'ex portiere del Napoli arriva a Roma con la formula del prestito e farà il terzo portiere alle spalle di Marchegiani e Ballotta. Non hanno partecipato al primo appuntamento casalingo per raggiungere già da ieri le rispettive nazionali Mihajlovic e Stankovic. Già oggi Fernando Couto e Sergio Conceicao (Portogallo), Andersson (Svezia), Nedved (Repubblica Ceka) e gli argentini Veron e Simeone lasceranno l'Italia. Novità dell'ultim'ora Sensini che la Lazio ha preferito trattenere a Formello (Boksic ha chiesto di non andare con la Croazia) nella pausa del campionato per meglio recuperare i guai muscolari che lo hanno costretto a rimanere alla finestra in questi primi due appuntamenti di stagione