Sabato 13 dicembre 2025 - Parma, stadio Ennio Tardini - Parma-Lazio 0-1

Da LazioWiki.

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13 dicembre 2025 – Parma, stadio Ennio Tardini - Campionato di Serie A, XV giornata - inizio ore 18.00

PARMA: Corvi, Britschgi, Delprato (46' Troilo), Valenti, Valeri, Bernabe, Estevez, Keita (86' Djuric), Oristanio (70' Ondrejka), Benedyczak (76' Cutrone), Pellegrino. A disposizione: Guaita, Rinaldi, Almqvist, Lovik, Begic, Sorensen, Hernani, Ordonez, Cremaschi, Trabucchi. Allenatore: Cuesta.

LAZIO: Provedel, Marusic, Patric (69' Provstgaard), Romagnoli, Pellegrini, Guendouzi, Cataldi (88' Vecino), Basic, Cancellieri (69' Dele-Bashiru), Castellanos (69' Noslin), Zaccagni. A disposizione: Mandas, Furlanetto, Lazzari, Nuno Tavares, Belahyane, Vecino, Pedro, Dia. Allenatore: Sarri.

Arbitro: Sig. Marchetti (Ostia Lido) - Assistenti: Sigg. Rossi C. e Trinchieri - Quarto uomo: Sig. Ayroldi - V.A.R.: Sig. Aureliano - A.V.A.R.: Sig. Volpi.

Marcatori: 82' Noslin.

Note: ammoniti 51' Valeri, 63' Cancellieri, 78' Estevez. Espulsi 42' Zaccagni, 78' Basic. Angoli 4 a 4. Recuperi: 2' p.t., 6' s.t.

Spettatori: 19.893 (6.581 paganti, 13.312 abbonati) per un incasso di 344.310,12 euro.


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I calciatori convocati per la partita odierna

Le dichiarazioni dei protagonisti

La classifica dopo la XV giornata di campionato

• Il Corriere dello Sport titola: “La Lazio passa con i rossi”. Continua il quotidiano sportivo romano: “Vittoria pazzesca in nove: il Parma non riesce a sfondare, i cambi di Sarri danno la vitalità per ottenere l’impensabile. Zaccagni e Basic espulsi, poi Noslin firma l’impresa”.

Questa Lazio ha l’anima delle Lazio valorose e ardite, si tuffa trionfalmente nella Curva dei 3.500 laziali del Tardini. Crede nell’impossibile e qualche volta lo raggiunge. Vincere così, in 10 dal 42', in 9 dal 78', dopo l’espulsione non chiara di Zaccagni e l’ingenuità di Basic, con un gol di Noslin, un altro dei bocciati e degli emarginati rilanciati, significa avere l’impresa disperata nelle vene. Quella iena di Sarri, senza conigli nel cilindro, riesumando anime perse, dopo il rosso del capitano ha ordinato il 4-4-1 con Basic largo a sinistra. Nell’intervallo non ha cambiato e dopo il rosso al croato è passato al 4-3-1. Era entrato Provstgaard in difesa, un gigante negli ultimi 20 minuti sulle palle alte, contro Pellegrino e Djuric, con lui un Dele-Bashiru da ripartenza e Noslin alla Mertens, piombato in campo con la fame del leone che ha fretta del pasto, ora è meritevole del posto. Un po’ tardi sganciarlo al 69' per tenere il solito Taty da attacco mutilato. Noslin l’ha servito Cataldi, splendido rifornitore in verticale per tutta la partita. Scienza, coraggio e magia nelle scelte di Mau. La Lazio, due blocchi da muraglia, giocando di reparto, con linee strette, riesce a rendere ornamentali defezioni ed espulsioni. Anche col Bologna aveva retto in inferiorità. La sconfitta non può non inchiodare il giovane Cuesta, in superiorità per più di 50 minuti il suo Parma grazie al doppio rosso provocato da Estevez. La partita doveva essere a senso unico, non si è mai creata superiorità sulle fasce. È vero, Valenti s’addormenta quando Noslin lo attacca e dribbla Corvi, una danza quel movimento. Ma il Parma, con due uomini in più, non ha mai fatto correre la Lazio a vuoto. L’unica occasionissima l’ha avuta con Estevez da fuori sullo 0-1, all’85'. Che bellezza il volo di Provedel. La seconda vittoria fuori della Lazio per adesso porta Sarri a ridosso della Juve settima, del Como sesto e del Bologna quinto. Presto le uniche risposte credibili e non rinviabili spetteranno a Lotito e al mercato.

Il via. Cuesta con gli stessi di Pisa più Oristanio, pace fatta. Sarri con Patric, Pellegrini e Cancellieri. Subito Lazio votata a riaggressioni alte. Da un pallone perso e riacchiappato da Patric è nato il tiro di Cancellieri. Balzo di Corvi. Parma a uomo quando andava in pressing. Oristanio e Benedyczak a schermo su Cataldi. La fascia sinistra è diventata rampa di lancio: palla forte di Valenti su Valeri, un fiume in piena, cuore ingrato da tifoso laziale. In partenza era terzino, ma alzandosi permetteva a Oristanio di entrare dentro al campo, seguito da Marusic. Valeri s’è ritrovato spesso un’autostrada davanti perché Guendouzi seguiva Keita quando s’abbassava. Valeri ha crossato in tutto 16 volte. Fino all’espulsione di Zaccagni tiri di Bernabé, un paio di Pellegrino, di Basic su azione e su punizione. Salvataggio di Estevez su Taty. Lazio in 10 alla ripresa. Cuesta con Troilo al posto di Delprato (ko). Valeri, dopo una ruleta, ha servito Pellegrino, murato da Provedel. Sarri ha ordinato il triplo cambio. Basic e Dele larghi nel 4-4-1. Pugno di Basic, un raptus, a Estevez. Lazio col 4-3-1. Noslin ha preso subito falli e s’è involato in porta. Parma col 4-2-4. Quando Djuric ha pizzicato in area era il 94' e 58, la panchina laziale ha gridato “è finita” piombando in campo. Sarri braccia al cielo, patrimonio della lazialità e dei laziali in delirio.


Il Messaggero titola: “Lazio di ferro. Impresa in nove”. Continua il quotidiano romano: “Biancocelesti più forti di tutto: due espulsioni discutibili (Zaccagni al 42’ pt, Basic al 33’ st) non frenano la squadra. Noslin entra e segna. Provedel miracoloso: Parma sconfitto. Grande compattezza: è la nona volta che non si prendono gol. Provstgaard super contro l’assalto finale degli emiliani”.

La Lazio passa con due rossi al Tardini, ancora teatro di delitti e sospetti. L'anno scorso arrivò la sconfitta dopo un gol ingiustamente annullato a Rovella, stavolta i biancocelesti non si arrendono nemmeno dopo due espulsioni (Zaccagni e Basic), quanto meno esagerate dell'arbitro (di Ostia) Marchetti: sono cinque in questo campionato, nessun’altra squadra in Serie A ne ha subite così tante, senza considerare gli altri torti. Sembra un accanimento, per questo va ulteriormente esaltata l'impresa storica in nove superuomini, sulle note di Tj Noslin. Ricorda quella recente in Europa con Viktoria Plzen, ma una vittoria conquistata dalla Lazio in Italia dopo la doppia inferiorità mancava addirittura dal 17 ottobre 1993 (1-0 in casa contro il Piacenza), sono passati oltre trent'anni. Stavolta i tre punti arrivano in trasferta e sono pesantissimi per riaffacciarsi all'ottavo posto, aspettando le gare di oggi. Sarri esulta e ne festeggia duecento tondi biancocelesti. Straordinaria la solidità costruita dal Comandante, certificata dalla nona porta inviolata in sedici partite (compresa la Coppa Italia col Milan) e dagli occhi increduli e commossi dei tifosi.

L'ingenuità. C'è un muro di sciarpe biancocelesti al Tardini. Ci sono 3500 innamorati che stringono lo striscione "Forza mitica Lazio", impazziti insieme al loro combattenti. Porta fortuna, la nuova maglia blu, alla prima esterna. Funzionano a metà i tre cambi annunciati rispetto al Bologna: c'è Patric al posto dello squalificato Gila, Pellegrini rileva un disastroso Tavares, Cancellieri torna titolare proprio a Parma, dove un anno fa era di casa per la salvezza. Cuesta conferma il solito 4-3-2-1 in cui rilancia Oristanio, dopo la sostituzione scottante di Pisa. Pellegrino si abbassa molto per non concedere spazio in mezzo, ma la Lazio lo trova invece sull'esterno con una sgommata dell'ex: Corvi è reattivo sul primo lampo di Cancellieri. Gli emiliani provano a eludere il pressing biancoceleste con i cross di Valeri, ma si rendono ancora più pericolosi prima con un piattone di Bernabé (ottima respinta di Provedel) e poi con una girata alta di Pellegrino. Estevez è invece provvidenziale su uno schema perfetto della Lazio: punizione di Basic, assist di Marusic, il centrocampista argentino anticipa di testa il connazionale Castellanos sulla linea di porta. Taty è isolato e frustrato: la prima palla che tocca è un tentativo sterile da lontano. Impressiona di più Basic, con una punizione che sfiora l'incrocio, ma la Lazio fatica ad attaccare l'area se non dai calci da fermo. Il gioco è piatto, fin quando Cataldi non lancia Zaccagni, che scarica all'indietro ancora per Basic: Corvi neutralizza un missile poco angolato. Poco dopo, proprio Zaccagni commette un'ingenuità con un tackle alto, che sfiora Estevez, ma cerca di evitarlo. Marchetti è severo e, al posto di un giallo scontato, sventola al capitano il suo primo rosso in 221 gare di Serie A.

La forza. Si passa al 4-4-1, Basic diventa esterno sinistro. Il Parma inizia la ripresa in superiorità numerica, ma inserisce in difesa Troilo al posto di Del Prato. Pellegrino impegna subito Provedel, Cancellieri si divora la sua chance con un piattone mogio. La Lazio soffre, ma lotta su ogni duello e non concede comunque il possesso. È palpabile la tensione in campo, manca l'ossigeno, Sarri dà nuova linfa con un triplice cambio: fuori Patric, Taty e Cancellieri, dentro Provstgaard, Noslin e Dele-Bashiru. Il nigeriano si adatta sull'estero destro, resta identico il 4-4-1. Il ritmo è basso, il Parma non spinge più di tanto, ma Basic cade in una provocazione di Estevez, cerca di colpirlo con un pugno e si becca anche lui il rosso. Sembra la fine col 4-3-1, invece no: alla cinquantesima partita biancoceleste, Noslin vince un contrasto con Valenti, dribbla Corvi, la mette dentro e fa impazzire tutta la panchina della Lazio. Non basta, Provedel è miracoloso e mette il guantone su una bomba di Estevez diretta all'incrocio. Vecino sostituisce uno stoico Cataldi, ma i minuti di recupero durano un'eternità. Provstgaard si prende la gloria in ogni palla in cielo, anche se l'ultima sbatte sulla capoccia di Djuric e si spegne sul fondo. Giustizia dall'alto, un premio al coraggio.


Il Tempo titola: “Cuore Lazio”. Continua il quotidiano romano: “Disastro arbitrale: i biancocelesti prima in dieci poi in nove. Ma nel finale Noslin regala ai suoi tre punti pesanti”.

Eroica. Più forte di tutto, di un arbitro modesto e di una serie di avversità che avrebbero ucciso qualsiasi squadra. La Lazio passa a Parma, segna Noslin nel finale un gol che mancava in trasferta da 458 minuti: i biancocelesti erano in nove contro undici per l'ingiusta espulsione di Zaccagni nel primo tempo e quella troppo fiscale di Basic nel cuore di una ripresa che è stata una battaglia ma hanno portato a Roma tre punti pesanti. Protagonista in negativo l'arbitro Marchetti di Ostia che, forse per la provenienza geografica, è stato persecutorio nei riguardi dei laziali. E non solo per i due rossi ma anche per una condotta generale che, nel dubbio, ha sempre favorito i padroni di casa. Ha concesso a Estevez di provocare per tutta la gara e, solo dopo l'ennesimo fallo, lo ha ammonito peraltro nell'azione che ha causato l'espulsione del centrocampista croato. Senza dimenticare il controllo chirurgico sulle rimesse dal fondo di Provedel nel timore che guadagnasse qualche secondo. Bah! La Lazio ha un'anima, ha vinto una partita con due uomini in meno, l'ultima volta era successo al Milan contro il Bologna in serie A nel 2017 ma i biancocelesti c'erano già riusciti nello scorso marzo a Plzen in Europa League col gol di Isaksen. Stavolta il giocatore che ha evitato un altro scippo arbitrale, ha il volto sorridente dell'olandese Noslin che, a pochi minuti dalla fine, ha preso a spallate Valenti e ha buttato il pallone in porta dopo aver dribblato il portiere Corvi. Una rete di potenza, da centravanti vero, una prodezza che potrebbe valergli più spazio in futuro con Dia che ieri è partito per la Coppa d'Africa (con Dele-Bashiru) e Castellanos che continua a non convincere.

Tant'è, la Lazio sale a quota 22 e rivede la dogana, la zona Europa non è così lontana e lo spirito mostrato al Tardini può essere la base di partenza per provare a risalire in classifica. Ha giocato senza tre titolari, Gila, Rovella e Isaksen, ha lottato su tutti i palloni, non si è mai arresa anche aggrappandosi a una parata straordinaria di Provedel quando il giovane tecnico spagnolo Cuesta ha inserito Cutrone, Djuric e tutte le torri possibili. Sarri ha rispolverato Patric e Cancellieri dall'inizio, si è affidato al Taty, poi ha sganciato in corsa Dele-Bashiru, Noslin e Provstgaard (bravo sul temibile argentino Pellegrino) e, a pochi minuti dal fischio dell'incerto Marchetti, anche Vecino. I numeri confermano la crescita della Lazio: 19 punti conquistati nelle ultime 11 partite, 8 gare chiuse senza prendere gol (la migliore del campionato) e soprattutto la voglia di andare oltre la sfortuna che sta accompagnando questa tormentata stagione. Ora la Cremonese sabato prossima all'Olimpico senza i due squalificati, gli "africani" e i tre infortunati, ma ormai Sarri è abituato a convivere l'emergenza. E ai 4000 maledetti laziali presenti a Parma questa squadra tutto cuore piace così.


La Gazzetta dello Sport titola: “Lazio da urlo. Impresa in 9 a Parma”. Continua il quotidiano sportivo: “Due espulsioni poi il gol di Noslin. Vittoria che pesa. Sarri più forte dei rossi a Zaccagni e Basic. I biancocelesti segnano e dopo controllano senza problemi. Emiliani senza gioco: l’assalto finale è caotico”.

Vittorie così non capitano tutti i giorni, vittorie così lasciano il segno. La Lazio, che quest’anno in trasferta aveva vinto (e segnato) una sola volta (a Marassi contro il Genoa due mesi e mezzo fa) trova il modo più bizzarro ma anche più esaltante per tornare a farlo. In coda ad una partita giocata dal 43’ del primo tempo in dieci e poi dal 34’ della ripresa addirittura in 9 contro 11 pesca grazie a Noslin un successo insperato ed incredibile, ma assolutamente meritato. Una vittoria pesante che la rilancia in classifica e le toglie di dosso anche l’etichetta di squadra forte in casa e debole in trasferta. Etichetta (al contrario) che invece il Parma non riesce proprio a scucirsi neppure nella giornata in cui il destino sembra volerla agevolare. E così le vittorie interne restano ferme a una per gli emiliani.

Eroici. Sull’impresa biancoceleste pesa certamente anche la prova della squadra di casa, deludente già in parità numerica e poi largamente insufficiente quando le circostanze della gara volgono a suo favore. Ma, fondamentalmente, questa resta la vittoria di una formazione, la Lazio, che continua a crescere partita dopo partita e che, al Tardini, dimostra di avere non solo una solida organizzazione difensiva ed un gioco offensivo che ha raggiunto livelli molto interessanti, ma anche un carattere grande così. È grazie a quello che, dopo un primo tempo giocato bene, ma senza riuscire a concretizzare la superiorità (e non è la prima volta…) i sarriani nella ripresa si mettono l’elmetto in testa e si inventano un’altra partita che alla fine giustamente li premia. Una prova di resilienza che prevede non solo una difesa strenua, ma anche trame di gioco che, pur con l’uomo in meno (poi nel finale con due giocatori in meno) consentono alla squadra di restare in partita nonostante tutto. E di restarci a testa alta, non solo nel senso caratteriale, ma anche in quello letterale. Perché i giocatori biancocelesti non buttano mai via il pallone (tranne, forse, nel recupero finale), ma giocano sempre a viso aperto, cercando la giocata che possa premiarli. E quella giocata arriva davvero, a otto minuti dalla fine, quando la Lazio è già in nove da quattro minuti. È Cataldi, il migliore dei suoi, a trovare il corridoio giusto per il subentrato Noslin che scherza i centrali del Parma e deposita in rete.

Identità e confusione. Ma non c’è solo il carattere dietro l’impresa della Lazio. C’è anche un’organizzazione tattica che Sarri ha impresso all’intera rosa e che prescinde dagli interpreti. E prescinde anche dal loro numero. Il 4-3-3 iniziale diventa prima 4-3-2 e poi 4–3-1, ma la squadra resta in campo con la medesima fisionomia e con l’identico spirito: linee strette, fraseggio fitto, sfruttamento chirurgico degli spazi in avanti. Dall’altra parte invece il Parma denuncia, oltre ad una cifra tecnica inferiore, che ha comunque il suo peso, anche una ridotta capacità nel saper interpretare tatticamente la partita. Cuesta organizza la gara dei suoi in un certo modo, con un’aggressione uomo su uomo che, nei piani del tecnico spagnolo, dovrebbe spegnere le velleità laziali. In realtà il piano riesce fino a un certo punto, ma comunque, fino a quando è in parità numerica e gioca in questo modo, il Parma si fa pure apprezzare (concede un paio di occasioni grosse alla Lazio, ma ne confeziona pure una con Bernabé). È quando si ritrova a dover cambiare spartito, perché ha l’uomo in più e quindi maggiori spazi, che la formazione emiliana delude completamente. Un tiro dalla distanza di Estevez (con grande parata di Provedel) è l’unico acuto che i padroni di casa riescono a produrre in tutto il secondo tempo. Le mischie in area (nonostante nel finale Cuesta affianchi a Pellegrino pure l’altra torre Djuric, passando ad un disperato 4-2-4) non producono nulla. Se non un senso di impotenza, tanto più grave vista la doppia superiorità numerica avuta per 16 minuti, recupero compreso.

Maturità. Sarebbe servito capire “come” cambiare la partita piuttosto che buttarsi in avanti a testa bassa. La Lazio è stata invece scaltra nel farlo, come nel non farsi condizionare da un vittimismo, per le due espulsioni, che sarebbe stato anche comprensibile, a prescindere dalla valutazione dei singoli episodi. La maturità di una squadra si misura anche e soprattutto in queste situazioni. È la Lazio tosta e operaia del Sarri-bis: consapevole della sua inferiorità tecnica rispetto a quella della precedente avventura biancoceleste del Comandante, sta decollando grazie ad altre qualità.


• Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara.

Sarri, frecciate all’arbitro: “Due rossi frettolosi”. Il tecnico esulta e non manca di dire la sua sulle espulsioni: “Una Lazio coraggiosa. Marchetti interpretava qualcosa di ancora più puro del regolamento...".

Sarri celebra i suoi prodi: "Si possono avere i più grandi limiti del mondo, meglio essere scarsi che non coraggiosi". S’è concesso una battuta piccata contro gli arbitri e ha deriso il destino, con la Cremonese mancheranno Zaccagni e Basic (rischia due turni): "Siamo purtroppo abituati a questo tipo di situazioni. Se siamo 11 bene, altrimenti partiamo direttamente in 10 (risata, ndi)". Ha trasformato Noslin, ma non sembra convinto di lanciarlo titolare: "In certe condizioni è un centravanti straordinario, ma in certe situazioni, come la partita del secondo tempo. Magari per come si era svolto il primo tempo avrebbe sofferto. Sto imparando a conoscere le sue caratteristiche e ad utilizzarlo. Sono contento, come soggetto mi rimane anche molto simpatico. Ci sta dando una grossa mano, è cresciuto tantissimo". Così nasce il coraggio: "Abbiamo coraggio nell’interpretazione delle partite e di tutte le negatività. L’anno scorso ci sono state 14 superiorità numeriche, quest’anno zero. Abbiamo giocato partite con 8-9 giocatori fuori, ne mancheranno anche nella prossima. Ma la squadra non ha mai preso alibi. La grandezza dei ragazzi viene da questo". Sarri ci ha creduto in 10, poi in 9: "Negli spogliatoi ci siamo detti di rimanere dentro la partita visto che poteva succedere di tutto com’è successo". Ha ricordato un precedente: "Vincere 9 contro 11? Sì, forse mi è capitato in un Antella-Figline, si vinse in 8 contro 10". La Lazio non vinceva una partita di A nonostante due rossi ricevuti e la doppia inferiorità numerica dal 3 aprile 2021 contro lo Spezia in casa (2-1), in trasferta dall’8 maggio 2016 contro il Carpi (3-1). C’è il precedente col Piacenza, vittoria conquistata dopo il doppio rosso subito, nel 1993 (1-0).

I rossi. Due rossi ieri, cinque in tutto quest’anno, un record. Sarri ha bocciato l’arbitro Marchetti con toni eleganti: "Sono due rossi frettolosi. Poi che a termine di regolamento ci siano gli estremi... ma il regolamento prevede anche il buonsenso. Espulsioni leggere. Zaccagni tocca l’avversario con la caviglia, non con la pianta del piede. Forse il gesto non rivisto può dare l’impressione del rosso". Mau una stoccata se l’è concessa: "Siamo tra gli ultimi per falli commessi, ma abbiamo più espulsioni di tutti. Saremo sfortunati. Abbiamo trovato un arbitro che interpretava qualcosa di ancora più puro del regolamento. Su Basic ha parlato addirittura di reazione. Ha fatto la stessa identica cosa di Noslin. A Noslin non ha fischiato neanche. Faccio fatica". Parma può essere una nuova svolta: "Ci può dare entusiasmo, i ragazzi hanno trovato la convinzione già da fine settembre. Siamo stati coraggiosi, non ci siamo mai lasciati schiacciare dal Parma. Abbiamo vinto in doppia inferiorità numerica e la vittoria ci stava già tutta. Già contro il Bologna, in inferiorità numerica, non avevamo perso ordine". Cambi decisivi: "Dalla panchina sono entrati ragazzi adatti a questo tipo di situazioni. Provstgaard ci ha dato una grossa mano. Gli altri due sono giocatori di grande gamba". Sarri ha celebrato anche i 3.500 laziali: "Mezzo stadio, anche di più, era nostro. Sono contento per i tifosi. Questa è una bella soddisfazione in una stagione difficilissima, dove tutto sembra girarci contro. Colpo d’occhio clamoroso. Avere un seguito così è tanta roba".


In un altro articolo le parole dell’autore del gol vittoria. Noslin contro il tempo. Tijjani ha il minor minutaggio ma in 158’ è il più incisivo: 2 gol. “Ho pochi minuti Stavolta ce l’ho fatta”. Mertens diventò il centravanti di Sarri per caso a Napoli. Chissà...

Noslin, ancora lui. È entrato "con il motorino" (cit. Provedel), ha fatto salire in sella tutta la Lazio e l'ha riportata a Roma con tre punti pesantissimi. L'attaccante più decisivo della Lazio degli ultimi due mesi, ma al tempo stesso quello con il minor minutaggio. Un paradosso che non gli ha impedito di decidere la sfida di ieri al Tardini, inventandosi letteralmente la rete dell'1-0 a 8 minuti dalla fine. D'altronde, non c'è nessuno che più di lui sa quanto valore abbia il tempo. In questa stagione sa di dover sfruttare ogni singolo secondo. Sarri gliene ha concessi appena 158, senza mai sceglierlo una singola volta da titolare nonostante gli infortuni e il rendimento non esattamente esaltante dei centravanti biancocelesti. Lui ha risposto sul campo, conquistandosi il rigore del 3-3 con il Torino, chiudendo la gara con il Lecce sul 2-0 e sbloccando l'incubo che si stava materializzando al Tardini con la Lazio sotto di due uomini.

Eroe. La squadra di Sarri sembrava dentro la sceneggiatura di un film horror, ci ha pensato Tijjani a cambiare il finale e trasformarlo in un romantico ed emozionante colossal da vedere e rivedere: "Per me questo è un anno molto difficile, ho a disposizione pochi minuti e devo essere bravo a sfruttarli. Questa volta ce l'ho fatta, sono arrivati tre punti importanti e sono contento. Adesso festeggeremo tutti insieme questa vittoria". Sarri sostiene che sia difficile identificare il suo ruolo e che possa essere un centravanti straordinario solo in determinate condizioni. Quel che è certo è che Noslin ieri ha deciso la sfida con una giocata da attaccante vero. Ha creduto di poter arrivare sulla verticalizzazione un po' troppo lunga di Cataldi, con una spallata ha preso posizione contro un difensore possente come Valenti e di suola si è posizionato il pallone nel migliore dei modi per mettere lucidamente a sedere Corvi e depositarlo dolcemente in rete, prendendosi l'abbraccio di tutta la squadra, Castellanos e Dia compresi, arrivati dalla panchina per celebrarlo. Dopo ha aiutato a gestire il vantaggio, non è caduto nelle provocazioni di Estevez (che ha provato di tutto per ottenere la sua personale tripletta di rossi provocati dopo quelli su Zaccagni e Basic) e lo ha accarezzato sorridendo mentre lui gli urlava in faccia.

Mertens. Così al triplice fischio gli è stato meritato il riconoscimento di "Player of the Match": "Sono molto felice, la squadra anche. La cosa più importante sono i 3 punti. È stata una grande notte, ma adesso pensiamo alla prossima gara con la Cremonese in casa e speriamo che vada bene. Se questo di adesso è il vero Noslin? Sono sempre stato così, non me ne sono mai andato. Lavoro ogni giorno duramente e cerco di sfruttare tutti i minuti che mi vengono concessi. Sono contento di aver avuto l'opportunità di segnare". Nel Napoli di Sarri il fenomeno Mertens centravanti goleador nacque per caso, con il lungo infortunio del titolare Milik (e l'espulsione del suo sostituto Gabbiadini). Chissà che in un anno così particolare e pieno di difficoltà per la Lazio non possa succedere qualcosa del genere pure con Noslin. Un piccolo e simbolico parallelo già c'è. Mertens si era girato Napoli in motorino, Tijjani lo ha preso virtualmente per portare la Lazio alla vittoria al Tardini.



La formazione biancoceleste:

La formazione iniziale biancoceleste in grafica



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Maurizio Sarri ha convocato i seguenti calciatori:

I convocati in grafica



Dal sito http://www.legaseriea.it/it/serie-a/
Dal sito http://www.legaseriea.it/it/serie-a/



• La classifica dopo la XV giornata del campionato di Serie A:

Classifica Punti GG V N P GF GS DR Punti C VC NC PC Punti F VF NF PF
Inter 33 15 11 0 4 34 14 20 18 6 0 2 15 5 0 2
Milan 32 15 9 5 1 24 13 11 17 5 2 1 15 4 3 0
Napoli 31 15 10 1 4 22 13 9 19 6 1 0 12 4 0 4
Roma 30 15 10 0 5 16 8 8 15 5 0 3 15 5 0 2
Juventus 26 15 7 5 3 19 14 5 15 4 3 0 11 3 2 3
Bologna 25 15 7 4 4 23 13 10 13 4 1 2 12 3 3 2
Como 24 15 6 6 3 19 12 7 15 4 3 0 9 2 3 3
Lazio 22 15 6 4 5 17 11 6 14 4 2 1 8 2 2 4
Sassuolo 21 15 6 3 6 21 19 2 10 3 1 3 11 3 2 3
Udinese 21 15 6 3 6 16 22 -6 11 3 2 3 10 3 1 3
Cremonese 20 15 5 5 5 18 18 0 9 2 3 2 11 3 2 3
Atalanta 19 15 4 7 4 19 18 1 13 3 4 1 6 1 3 3
Torino 17 15 4 5 6 15 26 -11 11 3 2 3 6 1 3 3
Lecce 16 15 4 4 7 11 19 -8 9 2 3 3 7 2 1 4
Cagliari 14 15 3 5 7 15 21 -6 8 2 2 3 6 1 3 4
Genoa 14 15 3 5 7 16 23 -7 6 1 3 4 8 2 2 3
Parma 14 15 3 5 7 10 18 -8 6 1 3 4 8 2 2 3
Verona 12 15 2 6 7 13 22 -9 6 1 3 3 6 1 3 4
Pisa 10 15 1 7 7 10 20 -10 6 1 3 4 4 0 4 3
Fiorentina 6 15 0 6 9 12 26 -14 2 0 2 5 4 0 4 4





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