Storia della stagione 2021/22

Da LazioWiki.

Una formazione della Lazio 2021/22
Una formazione del Milan 2021/22
La Classifica finale del Campionato 2021/22

Stagione

Nella notte tra il 23 e il 24 maggio si è consumato il rocambolesco addio di Simone (II) Inzaghi alla Lazio dopo cinque stagioni e mezzo di successo: il tecnico piacentino - finito nel mirino dell'Inter - ha lasciato così Roma, nonostante l'accordo per il rinnovo di contratto sembrasse davvero cosa fatta. Smarriti per la perdita di un punto di riferimento divenuto sempre più importante nel corso degli anni, pochi tifosi laziali potevano immaginare che, solo pochi giorni dopo, Maurizio Sarri ne avrebbe raccolto il testimone, divenendo il nuovo allenatore biancoceleste al termine di una trattativa serrata ed estenuante, come costume del Presidente Lotito. L'allenatore napoletano (ma toscano d'adozione e d'accento) - noto per il suo stile di gioco brillante, spettacolare e campione d'Italia con la Juventus nel 2020 - viene annunciato il 9 giugno: "Aprite le porte alla bellezza!", recita uno degli slogan adottati dalla società per l'occasione. In un campionato che ha visto, finalmente, riaprire pure i cancelli degli stadi grazie al miglioramento del quadro sanitario legato alla pandemia da Covid-19, i biancocelesti hanno regalato prestazioni degne della fama del "Comandante", ma pure qualche momento di "assoluta bruttezza"... Perché il calcio di Sarri è sì bello, ma di non facile apprendimento. Ad ogni modo: il quinto posto finale (che vale la sesta qualificazione europea di fila, di cui tre consecutive sopra i cugini giallorossi) e il record assoluto di reti con la Lazio eguagliato e superato dal capitano Ciro Immobile (scavalcato Silvio Piola), rendono soddisfacente un'annata non priva di sofferenze.

La missione difficile, per l'allenatore amante di un 4-3-3 aggressivo e il direttore sportivo Igli Tare, è stata dunque quella di trasformare una squadra abituata da anni ad esprimersi in una determinata maniera (3-5-2 d'attacco ma con poco pressing) in una creatura completamente diversa. Ciò ha richiesto la disponibilità di molti giocatori a cambiare radicalmente il proprio modo di giocare e pensare calcio: le difficoltà non sono mancate. Se in termini di acquisti - il cui numero e le cui tempistiche sono state fortemente condizionati dalle pastoie burocratico-finanziarie previste dal rispetto del famigerato "indice di liquidità" - giocatori come l'ex romanista Pedro, il figliol prodigo Felipe Anderson e Mattia Zaccagni hanno saputo dare un contributo decisivo alla causa biancoceleste; alcuni dei calciatori già presenti in rosa hanno faticato invece a esprimersi al meglio. Su tutti Luis Alberto - poco incline alla furia atletica richiesta da Sarri - e Francesco Acerbi, ottimo marcatore ma in difficoltà se chiamato a guidare una linea difensiva da tenere alta. Un inizio fragoroso, poi cinque mesi sull'altalena, infine una parte conclusiva di stagione in crescendo che lascia ben sperare per il futuro: la stagione della Lazio ha vissuto di fasi alterne. La prima parte di campionato, così, ha visto la squadra biancoceleste raccogliere all'Olimpico successi prestigiosi contro la Roma (3-2: memorabile il gol del raddoppio firmato dall'ex giallorosso Pedro, sotto la Curva Sud) e l'Inter dell'ex Simone (II) Inzaghi (3-1); ma rimediare pure memorabili batoste, come quelle di Bologna (3-0), Verona (4-1) e Napoli (4-0). Nel girone di ritorno, la squadra di Sarri ha migliorato i propri numeri difensivi - confermandosi uno dei migliori attacchi del campionato - fatto che ha permesso alla Lazio di essere più costante, a fronte tuttavia di nessuna vittoria ottenuta nelle partite contro le cosiddette "grandi". Sanguinosa, a questo proposito, la sconfitta per 3-0 nel derby di ritorno. Il quinto posto conclusivo, allora, vale il secondo miglior attacco della Serie A (77 reti ma undicesima difesa del torneo con 58 gol subiti) ed è frutto di 10 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte nelle gare disputate all'Olimpico, contro 8 successi, 4 pari e 7 sconfitte raccolti lontano dalla Capitale. Per quanto riguarda i singoli, stagione memorabile per Ciro Immobile. L'attaccante di Torre Annunziata (sempre più simbolo e leggenda vivente della Lazio Calcio, ha conquistato la sua quarta classifica cannonieri con 27 gol e una media monstre di 0,90 a partita. E' la terza con i biancocelesti, di cui ormai rappresenta il miglior marcatore assoluto, lanciandosi così all'inseguimento del record di vittorie dello scettro di "Bomber" della Serie A; a cinque classifiche vinte, infatti, c'è un grande attaccante del passato, lo svedese Gunnar Nordahl. Meritevoli di menzione, sono pure il "Sergente" Milinkovic Savic (11 gol e 10 assist da mezzala), il brasiliano Felipe Anderson (38 gare disputate: un po' discontinuo tecnicamente, ma sempre ordinato, costante nell'applicazione e nel pressing) e un insospettabile come Patric. Il polivalente difensore spagnolo, stimato da Sarri per le qualità tecniche che compensano le lacune di natura tattica e fisica, detiene infatti la migliore percentuale di passaggi riusciti del campionato, risultando dunque un fattore nella distribuzione e circolazione del pallone a partire dalla difesa, come da dettami del "Comandante".

Le altre squadre. Al termine di un duello ricco di colpi di scena lo Scudetto resta a Milano ed è vinto dal Milan guidato dall'ex allenatore laziale Stefano Pioli. Interpreti di un calcio molto atletico, che poggia su di un esasperato pressing ultra offensivo, i rossoneri hanno avuto la meglio (86 punti a 84) proprio dei rivali cittadini dell'Inter di Simone (II) Inzaghi. Decisivo è risultato essere il derby di ritorno della 24. giornata vinto dai milanisti, in rimonta, per 2-1. Terzo in classifica, e a lungo candidato nella lotta Scudetto, il Napoli di Luciano Spalletti, che con la Juventus completa il quadro delle quattro squadre italiane qualificate in Champions League. Vanno in Europa League, invece, la Lazio e la Roma; la Fiorentina (settima classificata) si è assicurata infine un posto in Conference League. Sono retrocesse in Serie B: il Genoa, il Venezia e il Cagliari. La Coppa Italia. Modesto, il cammino della Lazio nella coppa nazionale. Dopo aver superato a fatica l'Udinese (solamente ai tempi supplementari: 1-0) negli ottavi di finale, i biancocelesti hanno subito una sonora batosta a San Siro, sul campo dei futuri campioni d'Italia del Milan: secco 4-0 senza storia ed eliminazione meritata. Vincitrice del torneo, in finale contro la Juventus, è stata l'Inter. L'Europa League. Seconda solo al Villarreal per numero di partecipazioni alla seconda competizione continentale per club (78 gare disputate ad oggi, contro le 88 degli spagnoli, dalla stagione 2009/2010) la Lazio tuttavia non è mai riuscita a realizzare una campagna internazionale in grado di portarla almeno fra le prime quattro del torneo. Dopo una discreta fase a gironi - chiusa però al secondo posto alle spalle del Galatasaray, davanti a Marsiglia e Lokomotiv Mosca - la squadra di Maurizio Sarri non è riuscita ad andare oltre i sedicesimi di finale, disputati contro il Porto. Sconfitti all'andata per 2-1, i biancocelesti hanno sfiorato la rimonta nella gara dell'Olimpico (2-2), cedendo il passo ai lusitani con onore e più di qualche rimpianto. Capocannoniere della Lazio nel torneo - neanche a dirlo... - Ciro Immobile, autore di 4 reti in 7 gare disputate. Il trofeo è stato vinto, a sorpresa, dall'Eintracht Francoforte: vittoria ai rigori contro i Rangers di Glasgow.



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