Domenica 26 novembre 2000 - Parma, stadio Ennio Tardini - Parma-Lazio 2-0

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26 novembre 2000 - 2921 - Campionato di Serie A 2000/01 - VIII giornata

PARMA: Buffon, Thuram, Torrisi, F.Cannavaro, Fuser, Almeyda (74' Sensini), Boghossian, Lamouchi, Falsini (79' Benarrivo), Sergio Conceição, Amoroso (92' Micoud). A disposizione: Guardalben, Sartor, Appiah, Montano. Allenatore: Malesani.

LAZIO: Peruzzi, Pancaro, Nesta, Fernando Couto, Favalli, Lombardo (57' Stankovic), D.Baggio (69' Ravanelli), Simeone (57' Baronio), Nedved, Crespo, Salas. A disposizione: Marchegiani, Gottardi, Colonnese, Pesaresi. Allenatore: Eriksson.

Arbitro: Sig. Rosetti (Torino).

Marcatori: 10' Sergio Conceição, 90' Lamouchi.

Note: espulso all'86' Fernando Couto per doppia ammonizione. Ammoniti D.Baggio, Favalli, Almeyda. Recuperi: 1' p.t., 4' s.t.

Spettatori: 24.000 circa.


La rete di Sergio Conceicao
Il portoghese, per rispetto verso la sua ex squadra, non esulta
Il raddoppio di Lamouchi
Il saluto di Sergio Conceicao

Quando la nuova batosta s'è materializzata sotto il cielo grigio di Parma, ha dato appuntamento a tutti per oggi a Formello, come al solito. Magari con un sorriso più stentato di quelli che normalmente dispensa. Eriksson per primo sa che nel pomeriggio a guidare l'allenamento di quello che resta dei campioni d'Italia potrebbe esserci Dino Zoff, che peraltro non smania dalla voglia di rimettersi in tuta, a cinque mesi dalle dimissioni azzurre. Dipende da Cragnotti, deciderà il patron. Il pubblico, almeno nella porzione presente al Tardini, si è già pronunciato: "Eriksson vattene", lo striscione sollevato da decine di mani nello spicchio di curva riservato agli ultrà biancocelesti. Inutile attendersi che lo svedese lo raccogliesse. Non è nel suo stile, a prescindere dalle ricche prospettive inglesi.

E, comunque, non pensa che una lettera di dimissioni servirebbe a scuotere una squadra che non si ritrova: "Dimettermi? Non ci ho mai pensato e non credo sarebbe utile. Io credo di poter raddrizzare questo campionato, se la società la vede in modo diverso me lo farà sapere. No, non mi sento la causa principale di quello che ci sta succedendo. Sono altri i problemi da risolvere. Li racconta la storia delle ultime partite. Ripensate alle gare con Juventus, Milan, Anderlecht, Parma: una somiglia all'altra. Mai la Lazio ha giocato peggio dell'avversario, eppure ha subìto gol alla prima disattenzione e ha sempre sofferto nella costruzione della manovra. Due gol in trecentosessanta minuti, è evidente che non riusciamo a buttarla dentro. Mancano i risultati, non l'impegno che resta enorme, in allenamento e in partita. Ma tutto continua a girarci contro". Dietro il continuo riferimento alla jella, nel suo malinconico sfogo finale anche qualche modesto accenno alle decisioni del torinese Rosetti: "Ravanelli ha segnato un bellissimo gol. Non era in fuorigioco lui, ma Crespo: metà degli arbitri avrebbero convalidato, Rosetti appartiene evidentemente all'altra metà. Però non è colpa sua: la regola è troppo vaga. L'espulsione di Couto? Lui giura di non aver toccato l'avversario. Anche in questo caso purtroppo l'arbitro ha visto e deciso in modo diverso".

Parma, crocevia di sogni opposti. Quelli della Lazio che s'infrangono sulla seconda sconfitta sofferta in quattro giorni, quelli dei padroni di casa che a dispetto delle troppe punte in infermeria riprendono vigore in un 2-0 gemello dei trionfi già consumati qui contro Milan e Udinese. Gol-gioiello di Sergio Conceiçao, alla prima autentica giocata del match, bis di Lamouchi a tempo scaduto e ciao Lazio, per l'entusiasmo di Malesani alla sua centesima panchina da allenatore professionista. Strani destini dentro alla partita più densa di emozioni che di spettacolo. Moltissimi ex e persino qualche ex mancato, come il fischiatissimo Salas, targhe-ricordo e qualche occhio lucido. Conceiçao incapace di gioire della sua prodezza, Crespo vistosamente lontano da qualsiasi focolaio di battaglia, Dino Baggio spinto dalla memoria a sedersi sulla panchina del Parma, al momento della sostituzione.

Più che una sensazione che, alla fine, la differenza l'abbia fatta il veleno di chi ha lasciato Roma senza troppa voglia. E' come se, all'ennesimo incrocio sulla via lattea, dove da anni si scambiano pezzi dei loro universi calcistici e alimentari, Calisto Tanzi si sia vendicato dell'amico Sergio Cragnotti, che sfilandogli punti importanti, oltre a Veron e Crespo, era sembrato sinora stravincere. Orizzonti rovesciati, stavolta. A volare sulla viscida moquette del Tardini sono stati, aldilà delle desolanti mollezze di Nesta e compagni, proprio Fuser e Conceiçao, i due esterni che Eriksson rimpiangerà chissà fino a quando. Il presidente non parla, il figlio dà fiducia all'allenatore. Sarà la partita con il Leeds a decidere. Cragnotti jr: "Avanti con lui". Ma Zoff è pronto.

Fonte: Corriere della Sera