Martedì 2 dicembre 2014 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Varese 3-0

Da LazioWiki.

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2 dicembre 2014 - Coppa Italia, 4° turno preliminare - inizio ore 16.00

LAZIO: Berisha, Konko, de Vrij, Cana, Lulic (72' A. Gonzalez), Onazi, Ledesma, Ederson (46' Braafheid), Felipe Anderson, Djordjevic (75' Mauri), Keita. A disposizione: Strakosha, Guerrieri, Prce, Radu, Basta, Parolo, Tounkara. Allenatore: Pioli.

VARESE: Perucchini, Luoni, Simic, Borghese, Fiamozzi, Zecchin, Blasi, Barberis (75' Scapinello), Rivas (46' Capezzi), Lupoli, Neto Pereira (59' Petkovic). A disposizione: Lagorga, Bastianoni, Rea, Tamas, De Vito, Forte, Miracoli. Allenatore: Bettinelli.

Arbitro: Sig. Nasca (Bari) - Assistenti Sigg. Stallone e De Troia - Quarto uomo Sig. Pezzuto.

Marcatori: 23' Konko, 25' Djordjevic, 79' Felipe Anderson.

Note: ammoniti Onazi, Felipe Anderson e Zecchin. Recuperi: 1' p.t., 2' s.t.

Spettatori: n.d.


Una fase di gioco
Foto Bartoletti
Filip Djordjevic
Foto Bartoletti
Ederson in azione
Foto Bartoletti
Un momento della gara
Foto Bartoletti
Keita Balde Diao
Foto Bartoletti
Felipe Anderson
Foto Bartoletti
Ogenyi Onazi
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Ederson e Lorik Cana
Foto Bartoletti
Abdoulay Konko
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Felipe Anderson festeggiato dopo la marcatura
Foto Bartoletti

I calciatori convocati per la partita odierna

La Gazzetta dello Sport titola: "Coppa Italia, tris al Varese, la Lazio ride. Pioli agli ottavi col Torino. Konko, Djordjevic e Felipe Anderson a segno nel facile 3-0 dei biancocelesti sui lombardi. Caso Klose, nemmeno in panchina, ufficialmente per mal di schiena.".

Continua la "rosea": Non c'è Klose nella Lazio che supera il Varese per 3-0 e passa il quarto turno di Coppa Italia. Il tedesco si ferma per dolori alla schiena avvertiti in mattinata. Un forfait che arriva a ridosso delle dichiarazioni del bomber alla Bild in cui aveva manifestato il proprio rammarico per essere poco impiegato da Pioli tanto da non escludere l'ipotesi di andar via a gennaio. E da oggi Klose sarà comunque in Germania, a curarsi. In campo, protagonisti Konko, Djordjevic e Anderson, gli autori dei gol laziali. Il Varese cerca di sorprendere la Lazio e in avvio Borghese colpisce il palo. Pioli dà spazio a chi ha giocato poco. Ma in difesa c'è de Vrij con Lulic mentre in avanti tocca a Djordjevic. Al 24' i biancocelesti passano con un tocco di Konko deviato da Simic. Due minuti dopo il raddoppio con un potente diagonale di Djordjevic, innescato da Keita. Gara a ritmi contenuti, evidente il divario di qualità tra le due formazioni, ma il risultato rimane sul 2-0 fino al 35' della ripresa. Quando Anderson, già pericoloso in precedenza con un paio di tentativi, trova il varco giusto per infilare la porta del Varese con un secco diagonale dalla distanza che sigilla il risultato per il definitivo 3-0.


Il Corriere dello Sport titola: "L'Olimpico fischia e la Lazio si sveglia. A segno Konko, Djordjevic e Felipe Anderson: i tre gol al Varese non cancellano le ombre".

Prosegue il quotidiano sportivo romano: Una tripletta al Varese per agganciare gli ottavi di Coppa Italia tra le ombre del caso Klose e le solite amnesie difensive: cinque occasioni nitide concesse ad una squadra di serie B sono troppe. E' buono solo il risultato, perché consente alla Lazio di respirare e guardare con più ottimismo al futuro. Ci vorrà un'altra prestazione a gennaio, nei giorni successivi al derby, per eliminare il Toro di Ventura e anche per vincere domenica nella trasferta di Parma. La mini-crisi dei biancocelesti non è superata, le difficoltà atletiche del gruppo sono evidenti e ieri si è aggiunta la notizia dell'infortunio di Candreva, undicesimo stiramento di una stagione in cui non sono previsti impegni europei. Pioli aspettava la risposta dei giovani. E' arrivato il gol di Felipe Anderson a chiudere il conto, Keita si è acceso a intermittenza, Onazi non ha convinto, sbagliando molto nel palleggio. La Lazio s'è aggrappata ai soliti de Vrij e Djordjevic, all'esperienza del capitano silenzioso Ledesma, alla spinta di Konko, che ha sfruttato la chance per inviare un messaggio a Pioli e Lotito. Il suo stipendio pesa, lo vorrebbero sbolognare, ma se sta bene può entrare in concorrenza con Basta, come dice il campo. Il Varese, che continuerà a lottare per restare in B, ha fatto la sua figura. Un palo colpito da Borghese in avvio e altre due occasioni divorate da Lupoli nella ripresa avrebbero potuto rimettere in discussione il risultato. Passivo pesante, la Lazio ha sofferto per larghi tratti della partita.

Stordita dal caso Klose e bloccata dalla tensione, la Lazio non ha iniziato bene. Onazi impreciso, Lulic terzino, centrocampo poco dinamico, i primi minuti sono stati tutti del Varese. La squadra di Bettinelli ci ha messo l'anima e provato a sfruttare il fattore sorpresa. Un gol in partenza, nel deserto dell'Olimpico, avrebbe potuto innescare un copione diverso. Rivas s'è trovato subito l'occasione della vita sul sinistro, ma il suo tiro (toccato da de Vrij) non ha inquadrato la porta. Sull'angolo successivo il pallone ha danzato a lungo davanti a Berisha, sul tentativo di Borghese prima Ledesma e poi Djordjevic hanno evitato con l'aiuto del palo esterno un gol quasi fatto. La Lazio, appena infilava tre o quattro passaggi di fila, si presentava ai limiti dell'area e poi si fermava. Venti minuti così brutti da scatenare qualche fischio e cori di scherno nei confronti di Lotito. I segnali di una possibile contestazione hanno avuto l'effetto di svegliare la Lazio. Erano soprattutto i senatori come Ledesma e Konko a sostenerla, più lo spessore di de Vrij e Djordjevic. Felipe Anderson ci provava a ripetizione da fuori e Keita si applicava rispettando il copione imposto da Pioli: poche volte sulla fascia (la sua zona prediletta) per cercare il taglio o il corridoio giusto verso il centro. Al 24' è stato Konko a portare in vantaggio la Lazio. Il francese si è riproposto ancora a rimorchio dell'azione e ha trovato in area lo spazio giusto per il tiro, che forse non sarebbe entrato senza la deviazione di Simic a spiazzare Perucchini. Dopo appena un minuto è arrivato il raddoppio. Keita ha rubato palla sulla trequarti, ha accelerato e poi lanciato Djordjevic in profondità. Il serbo ha scaricato sotto la traversa un sinistro potentissimo in diagonale. Prima dell'intervallo la Lazio avrebbe potuto trovare il terzo gol con Keita e de Vrij, ma anche il Varese s'è fatto vivo con Borghese e Zecchin, fallendo una doppia occasione per riaprire la partita.

Ederson faticava da mezz'ala e allora Pioli ha inserito Braafheid riportando l'adrenalina di Lulic sulla linea mediana. Due volte in contropiede Lupoli ha sparato alto sulla traversa davanti a Berisha. Una prodezza di Perucchini ha negato a Konko la doppietta di testa. E allora ci ha pensato Felipe Anderson con una sassata da 25 metri a stendere il Varese e trovare quel gol che si stava trasformando in un'ossessione. Mancavano dieci minuti alla fine e Pioli aveva appena sostituito Djordjevic con Mauri. Peccato, perché sarebbe stata l'occasione giusta per dare coraggio e fiducia a Tounkara, il centravanti della Primavera. Se non entra in partite come questa, quando comincerà?


Il Messaggero titola: "Felipe Anderson si sblocca in coppa".

Prosegue il quotidiano romano: Sono bastati due minuti per chiudere la pratica Varese e superare il quarto turno di Coppa Italia. Un tiro di Konko, deviato in rete da Simic, e un gran gol di Djordjevic hanno scacciato le paure a metà del primo tempo spegnendo le speranze degli intraprendenti avversari che, in avvio, hanno provato a impensierire Berisha. Rispetto alla partita contro il Chievo, l'allenatore Pioli, ha cambiato 9 elementi, dando spazio a molti panchinari, qualcuno anche dal nome nobile come Ledesma. Turn over molto ampio quindi per far tirare il fiato a Parolo e Biglia che torneranno titolari domenica a Parma, oltre a Candreva che però resterà fermo fino a gennaio per un infortunio. Il Varese ha cercato subito di sfruttare le sue armi: corsa, pressing, applicazione tattica e, per una ventina di minuti, ha tenuto bene il campo. Il golletto di Konko ha però mutato gli equilibri e subito dopo Djordjevic ha messo in cassaforte vittoria e qualificazione. La gara contro il Varese ha evocato momenti storici nella storia laziale e ha richiamato in Curva tanti tifosi che, nel 1982, erano presenti ad applaudire la famosa tripletta di Vincenzo D'Amico. La Nord ha sostenuto la squadra con grande partecipazione, come si trattasse di una sfida di ben altro lignaggio e difficoltà. I ricordi fanno battere il cuore: nella vita, come nello sport. Tanti cori di contestazione contro il presidente Lotito nei momenti di stanca del match che, soprattutto nella ripresa, è diventato un proficuo allenamento, utile per qualche cambio tattico. L'uscita di Ederson, infatti, ha indotto Pioli a inserire Braafheid, riportando Lulic a centrocampo, prima di dare ancora spazio a Gonzalez. C'era molta curiosità per vedere all'opera la coppia di giovani, Keita e Anderson, che hanno giocato sulle corsie esterne: nella prima frazione non hanno brillato però, nella seconda, il brasiliano ha tirato fuori dal cilindro una splendida esecuzione balistica, con la complicità del portiere Perucchini. Sotto tono lo spagnolo. Buono il lavoro del centrocampo, orchestrato dal rientrante Ledesma e sorretto dal lavoro continuo di Onazi. L'argentino, relegato ai margini, ha dimostrato una discreta condizione atletica, il nigeriano ha saputo ben intrepretare le due fasi di gioco. Elementi che potrebbero tornare utili al tecnico nelle prossime giornate. In fondo questi turni di Coppa Italia, prima che arrivino le partite impegnative, servono anche per far ruotare l'organico e cogliere qualche interessante indicazione in chiave campionato. La Lazio è tornata al successo dopo 3 incontri e può pensare al Parma con un pizzico di serenità in più. Nel prossimo turno di Coppa Italia, in programma a metà gennaio, i biancocelesti affronteranno i granata, in partita unica, a Torino.


Il Tempo titola: "Passeggiata sul Varese: Lazio agli ottavi".

Tre gol e un passo avanti. La Lazio batte il Varese e accede agli ottavi di finale di Coppa Italia. A metà gennaio, in gara unica, i biancocelesti affronteranno in trasferta il Torino. Il tecnico Pioli rivoluziona la squadra, in extremis manca all'appello anche Klose. Le seconde linee in avvio soffrono la pressione degli ospiti che nei primi minuti arrivano a minacciare Berisha in un paio di occasioni. Il portiere laziale prima manda in angolo un sinistro di Rivas, successivamente respinge un colpo di testa di Simic, poi – sulla ribattuta – Borghese colpisce il palo esterno. Il Varese cerca di sorprendere la Lazio giocando in velocità, la manovra biancoceleste è più compassata, ma al primo affondo – al 24' – la formazione di Pioli passa: tiro senza troppe pretese di Konko, deviazione di Simic, e palla alle spalle di Perucchini. Passano novanta secondi e la Lazio raddoppia: Keita (non brillantissima la sua prova) verticalizza per Djordjevic che entra in area e da posizione defilata lascia partire un gran sinistro che si infila sotto la traversa. Due a zero. La difesa della Lazio subito dopo corre l'ennesimo rischio su calcio piazzato: Borghese svetta di testa sfiorando il palo. Al 40' Keita cerca la soluzione personale con un destro dal limite neutralizzato da Perucchini. Nell'intervallo Pioli toglie un evanescente Ederson (fastidio muscolare da valutare) e inserisce Braafheid. La Lazio continua a controllare la partita. L'estremo difensore ospite è costretto a intervenire su un colpo di testa ravvicinato di Konko destinato in fondo alla rete, dall'altra parte Lupoli ha sul sinistro la palla buona per riaprire la partita, ma il suo tiro non trova lo specchio. La Lazio trova il terzo gol a dieci minuti dal termine, grazie a un destro in diagonale di Felipe Anderson. I pochi tifosi biancocelesti fanno festa, trovando affinità ideologico-sportive coi seicento tifosi del Varese: alla fine sono tutti contenti. La Lazio di Pioli torna al successo dopo un mese. Ma dopo la vittoria in Coppa Italia serve ora un pronto riscatto in campionato.


Tratte dal Corriere dello Sport, alcune dichiarazioni post-gara:

Mal di schiena o mal di pancia? Pioli ha provato a smontare il caso Klose. Le dichiarazioni alla Bild devono aver tradito il centravanti tedesco. Due giorni fa stava benissimo, si sentiva in forma e pretendeva di giocare. Un suo diritto, aveva spiegato. Ieri è stato stroncato dalla lombalgia. Logico chiedere al tecnico emiliano, che ne ha parlato soltanto a bordo campo ai microfoni della Rai. "Non è stata un'esclusione. Dopo l'allenamento di lunedì Klose ha avvertito un problema alla schiena, doveva giocare e avrebbe giocato. Non dovrebbe essere niente di grave, mi auguro torni a disposizione per domenica a Parma. Non c'è nessun caso Klose" si è affannato a spiegare Pioli. Come il ds Tare, ha cercato di sottolineare l'aspetto positivo, la voglia di essere ancora protagonista del campione del mondo. "E' bene che sia così, è giusto. Significa che ci tiene. Tutti i giocatori vogliono sempre scendere in campo e lui è un campione, ma anche io devo prendere le mie decisioni di volta in volta". Solo chi ha l'anello al naso può pensare che Miro non si sia messo sul mercato per cercare una squadra a gennaio. La Lazio esclude ipotesi di cessione. Pioli è stato evasivo. "Non ci penso proprio. Non è opportuno affrontare l'argomento. Ripeto quanto ho detto in conferenza stampa due giorni fa. Klose è un valore aggiunto per la Lazio. Voleva dare il suo apporto alla squadra. Se non ha giocato è solo perché non stava bene".

C'è altro da raccontare e riguarda la partita. E' arrivato il primo gol stagionale di Felipe Anderson. Contento Pioli: "Gli mancava, stava subendo questa situazione. La rete gli dà fiducia per continuare a crescere". Promossa la Lazio delle alternative. "La risposta è stata positiva per tutti, alcuni giocano poco, ma danno il massimo quando sono chiamati in causa. Il risultato premia il lavoro che stiamo facendo. Ho visto un bel calcio, giochiamo bene e stiamo bene sul campo. Ci sono ancora aspetti da sistemare, ma era importante passare il turno. E vincere serve sempre". Ora conterà la trasferta di Parma. "Partita insidiosa e con un'avversario alla disperata ricerca di punti. Dovremo dare il 100 per cento per riuscire a vincere. Intendiamo migliorare la classifica. Possiamo farlo con Parma, Atalanta e Inter. Vogliamo arrivare a Natale con qualche punto in più, ma serve l'atteggiamento giusto".


"Finalmente il gol!". Finalmente il gol perché lo aspettava da 369 giorni. Finalmente Felipe Anderson, non segnava da Legia Varsavia-Lazio, dal 28 novembre 2013, da quella sera infernale. Finalmente il gol, non arrivava, era stregato. Ci provava in ogni modo a segnare, tirava male, tirava fuori, pregava, colpiva traverse, colpiva in pieno i portieri, sparava alto: "Ho lavorato tanto per questa rete, non ho mai mollato, i compagni mi hanno dato tanta forza. Sono contento per aver aiutato la squadra e poi per me. Mi sono sbloccato, adesso devo trovare continuità, devo segnare ancora, non mi voglio fermare, sia un nuovo inizio". Felipe Anderson e l'urlo del gol, è stata una liberazione. S'è sbloccato nel giorno in cui è arrivata la notizia dello stop di Candreva, sarà lui a sostituirlo a Parma: "Non ho parlato con Antonio, non so cosa sia successo. Io sono sempre pronto per giocare, quest'anno sono più tranquillo, Pioli lo sa. Sono a disposizione, c'è sempre qualcosa da migliorare, il gol era un traguardo importante da raggiungere. Adesso voglio continuare a fare bene, voglio continuare ad aiutare la Lazio". Ha segnato, il gol può aiutarlo. Ma non è ancora al top, molte giocate sono inconcludenti. E' ancora imperfetto, Felipe Anderson. Accelera, dribbla, ti fa credere che sta per inventare qualcosa, ma nell'attimo decisivo si perde, s'inceppa, diventa apprensivo e il colpo fallisce. E' su questo che deve lavorare, è questo aspetto che deve migliorare. E' istintivo, ma non è freddo: "Ci sono gare in cui è difficile imporre il gioco, ma anche nelle partite che abbiamo perso abbiamo sempre giocato bene, meglio dell'avversario, è mancato solo il gol. Adesso andiamo a Parma per vincere", ha detto il brasiliano dopo il match con il Varese. E' carico, non ha più scuse. Vive la seconda annata laziale, non può trascorrere banalmente. Si sente libero di giocare, di inventare, di sognare: "Il mister mi dà libertà di movimento, non gioco solo sull'esterno. Nell'occasione del gol per esempio ero accentrato". Ha fatto partire un bolide, s'è insaccato in rete, è stato anche deviato. Felipe Anderson ha calibrato bene il tiro, ha mirato l'angolino giusto, è stato premiato. L'hanno abbracciato tutti, i compagni gli vogliono bene. In allenamento rimangono colpiti dai suoi colpi, li aspettano anche in partita. Negli stadi il brasiliano fatica di più, lo frena l'ansia, ha un carattere timido.

Felipe Anderson ci ha sempre creduto, s'è allenato a Formello duramente, spesso è rimasto in campo dopo ogni allenamento per lavorare sulla tecnica, per migliorare la mira, per segnare di più: "E' tutta la stagione che lavoro duramente, ringrazio Dio e tutti quelli che mi hanno aiutato, sono contento. La cosa più importante è che abbiamo giocato da squadra, ma dobbiamo migliorare ancora. Abbiamo giocato bene e abbiamo vinto, quando succede aumenta la fiducia. Questa è una squadra vincente, dobbiamo continuare così. Siamo una squadra forte, con tante qualità. Ora pensiamo alla prossima partita, pensiamo al Parma". Felipe Anderson ha segnato in Europa League e in Coppa Italia, non ha mai colpito in campionato. A Parma sarà titolare, avrà una nuova occasione. Deve diventare decisivo, deve diventare più sicuro, deve mangiarsi il campo con la sua velocità, con le sue accelerazioni. Gli ha fatto bene l'esperienza vissuta con l'Under 21 brasiliana in Cina poche settimane fa. Segnò con la maglia verdeoro, indossando il numero 10. Ha risegnato con la Lazio, i gol possono cambiare tutto, possono farti sentire diverso o te stesso.



Galleria di immagini sulle reti della gara
Abdoulay Konko, su deviazione, apre le marcature
Il raddoppio di Filip Djordjevic
La terza rete di Felipe Anderson



► Per questa partita il tecnico biancoceleste Stefano Pioli ha convocato i seguenti calciatori:

Nota: Miroslav Klose, per un problema di lombalgia non è più stato convocato.




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