Domenica 30 settembre 2001 - Roma, stadio Olimpico - Lazio-Parma 0-0

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30 settembre 2001 - 2964 - Campionato di Serie A 2001/02 - V giornata

LAZIO: Marchegiani, Pancaro, Colonnese, Fernando Couto, Favalli (66' Gottardi), Mendieta (78' Poborsky), Giannichedda, Fiore (60' Stankovic), Kovacevic, C.Lopez, Liverani. A disposizione: Concetti, D.Baggio, Castroman, Le Noci. Allenatore: Zaccheroni.

PARMA: Frey, Djetou, Ferrari, Cannavaro, Diana, Almeyda, Bolano (65' Appiah), Junior, Nakata (74' Falsini), Marchionni, Bonazzoli (46' Milosevic). A disposione: Taffarel, Sartor, Boghossian, Di Vaio. Allenatore: Ulivieri.

Arbitro: Sig. Braschi (Prato).

Note: recuperi 0' p.t. 5' s.t.

Spettatori: 37.000 circa. Gioco sospeso al 69' per riparare una bandierina di calcio d'angolo.


Un'azione della gara
Messaggero del giorno dopo
Darko Kovacevic in azione

La speranza è che non ci fossero bambini allo stadio e che fossero pochi anche quelli davanti alla tv: dopo Lazio-Parma potrebbero allontanarsi dal calcio. La certezza è che la Lazio di Zaccheroni, per ora, è brutta e sterile come quella di Dino Zoff: resta ancorata all'unico gol in campionato segnato da Claudio Lopez nella prima giornata; non ha ancora vinto neppure una partita; ha già nove punti di distacco dall'Inter; non sa da dove iniziare a produrre il gioco. La curva se l'è presa ancora con il presidente Sergio Cragnotti. Tre striscioni per comporre un collage. Il primo: pensa a chi hai venduto ieri (con le maglie di Veron e Nedved). Il secondo: e a chi partirà domani (con le maglie di Nesta e Crespo). Il terzo: il problema non si risolve con Liverani. La prossima partita casalinga potrebbe anche portare a una contestazione ancora più cruenta. Un paio di capocciate di Kovacevic, un gol divorato da un Fiore in totale confusione tecnica, un 4-4-2 che sembra mutuato dal biliardino tanto sono statici i giocatori. È questo il quadro desolante della Lazio. Le assenze di Crespo, Nesta, Stam, Simeone, Mihajlovic e Negro sono attenuanti, ma la mancanza di ritmo, grinta e schemi è stata totale.

Non è servito l'innesto di Liverani, a corto di fiato. Kovacevic si è battuto ma ha piedi improponibili, Lopez non incide mai. Mendieta è tornato un fantasma, Fiore è in crisi. Il Parma si è adattato al clima cloroformizzato. Ulivieri non ha rischiato Di Vaio, che alla difesa di Zaccheroni avrebbe potuto fare male. Forse, contro una Lazio così, è più un'occasione persa che un punto guadagnato. Impressione finale: due squadre assai a corto di ambizioni. Il primo tempo ha visto un po' di Lazio in più (due belle parate di Frey), il secondo più Parma anche grazie a Milosevic, assai più incisivo di Bonazzoli. Ma gli emiliani non hanno affondato mai, quasi inteneriti dal progressivo evaporare della Lazio, che dopo 50' di partita era già sulle ginocchia. L'occasione da gol migliore è capitata a Fiore, al termine dell'unico vero triangolo che la Lazio ha costruito in tutta la partita. Bravo Lopez a fare la sponda, pessimo Fiore a tirare su Frey un esterno destro narcisista. Marchegiani, sostituto di Peruzzi, ha fatto il suo dovere. Cosa che non si può dire degli altri. La fine è arrivata come una liberazione.

Fonte: Corriere della Sera