L'addio di Edy Reja e l'arrivo di Stefano Pioli

Da LazioWiki.

Stagione

La scheda di Edoardo Reja

La scheda di Stefano Pioli


Il 12 giugno 2014 il mister Edoardo Reja annuncia le dimissioni da tecnico della prima squadra biancoceleste. Al suo posto viene ingaggiato il nuovo allenatore Stefano Pioli. Negli articoli che seguono, tratti da vari organi di stampa, LazioWiki ripropone per i propri lettori la cronaca connessa all'evento.



Edoardo Reja
Stefano Pioli
Stefano Pioli durante la conferenza stampa di presentazione
Foto da sslazio.it
Il nuovo tecnico biancoceleste con il Presidente Claudio Lotito
Foto LaPresse
Il nuovo staff tecnico per la stagione 2014/15
Foto LaPresse
Stefano Pioli e Claudio Lotito
Foto LaPresse
Un momento della conferenza stampa
Foto LaPresse
Stefano Pioli con la maglia biancoceleste
Foto LaPresse
Un momento dell'evento
Foto LaPresse
Un'immagine della presentazione
Foto LaPresse
Stefano Pioli con la sciarpa biancoceleste
Foto LaPresse

25 maggio 2014

Dal Corriere dello Sport:

Reja-Lazio, mercato e futuro: segnali di intesa

Segnali di intesa, di condivisione. Reja e la Lazio parlano e riparlano, ieri c’è stato un nuovo contatto con Lotito e Tare (il vertice col diesse sarebbe avvenuto a Formello). I colloqui vanno avanti da giorni, sono telefonici e diretti, servono per dare vita a confronti schietti. Edy ieri sera è rientrato a Lucinico, vivrà il week-end a casa, tornerà a Roma nelle prossime ore, potrebbe essere a Formello domani in occasione della presentazione dell’Academy. Lotito, Tare e Reja stanno affrontando i temi principali: le ambizioni, il progetto rifondazione, il numero e la qualità degli acquisti, il fattore ambientale. Il pallone s’è fermato, la partita si sta giocando nella stanza dei bottoni. Il confronto di ieri avrebbe generato ottimismo, su molti punti c’è stata sintonia. Tare aveva allungato un po’ i tempi nell’intervista concessa al Corriere dello Sport-Stadio ("non c’è fretta, niente frenesia"), qualcosa si muove.

Il direttore sportivo aveva offerto spunti interessanti, ha parlato di mercato (prevede 4-5 acquisti di qualità compreso Djordjevic), di ambizioni (la Lazio deve essere tra le prime cinque della A), di modulo (immagina una Lazio aggressiva, ha fatto riferimento al 4-3-3 e al 4-2-3-1, in particolare alla difesa a quattro). Il numero degli acquisti può coincidere con le idee del tecnico, ma serve gente pronta, non basta puntare sui giovani, a loro vanno associati uomini determinati, vincenti, di sicuro valore per ambire ai posti europei: Edy vuole sicurezze in questo senso. I confronti andranno avanti, dovrebbero riguardare solo la programmazione di mercato, non la permanenza del tecnico. Certo, nel calcio c’è un motto che vale sempre: mai dire mai. Da un giorno all’altro possono cambiare gli scenari. Lotito è sempre stato della stessa idea: andare avanti con Edy, a lui ha assicurato un piano vero. La società ribadisce di non aver contattato altri allenatori, l’ha fatto anche di recente. Il presidente parlerà domani pomeriggio, in questa domenica di vacanza (la prima dal termine del campionato) non dovrebbero registrarsi colpi di scena. Lotito sarà a Formello tra 24 ore, presenterà l’Academy, un fiore all’occhiello. E magari dirà l’ultima parola sul capitolo Reja.


27 maggio 2014

Estratto dal Corriere dello Sport:

Reja-Lazio, la verità entro fine settimana.

Reja palleggia. E’ come se fosse un allenatore "congelato", in buona parte dai suoi dubbi ma di sicuro anche da alcune valutazioni della società. Dopo la trasferta di Sofia, il friulano è tornato a Lucinico, frazione di Gorizia, per votare e cominciare a rilassarsi. Sabato ha visto Lotito, ieri mattina c’è stato un altro colloquio telefonico. La partita è iniziata con l’incontro di sabato al River Chateaux, l’albergo di Ponte Milvio dove risiede, e sta proseguendo via cavo. Buoni riscontri con molte riserve e quell’atmosfera di cose in sospeso poco convincente. Il confronto riguarda le strategie. S’interroga anche la Lazio, che ha avvolto la questione allenatore nel freezer. Si negano contatti con altri tecnici, ci sarebbero gli elementi per immaginare una svolta, se non altro perché può imporlo il momento e la voglia di novità reclamata dalla piazza. Lotito ieri non ha voluto parlare dell’argomento, anche per non togliere visibilità al progetto Academy, ma pare sia in pressing sul friulano. Edy, negli ultimi anni, gli ha tolto diversi imbarazzi e grattacapi. La sua esperienza è una garanzia per la Lazio. Ha fatto risultati anche nel girone di ritorno, provando a raddrizzare una stagione compromessa, conosce ambiente e parco giocatori, c’è la voglia di continuare a puntare, almeno per un anno, sul tandem con Bollini, piombato ieri a Formello. Sarebbe un rischio cambiare, non c’è sicurezza di migliorare. L’ex tecnico della Primavera è in scadenza: prima di tornare in vacanza, ha avuto un colloquio informale con il ds Tare. Se ne riparlerà e arriverà una fumata bianca (o nera?) entro fine settimana, quando Reja e Lotito contano di concludere le consultazioni. Avanti così, ma i dubbi nell’attesa cominciano a crescere. La svolta olandese dell’Academy e il calcio offensivo preannunciato dalla società, stesso assetto tattico dai pulcini alla prima squadra, aiutano a immaginare un cambio in panchina. Tare non s’è sbilanciato e ha parlato di un altro incontro, forse quello definitivo. Avanti con Reja e Bollini? "Ci incontreremo e valuteremo la stagione. Se ci saranno le possibilità di intrecciare le nostre strade perché no. Ma prima dobbiamo vederci". Sono questi i giorni decisivi.


29 maggio 2014

Dal Corriere dello Sport:

Aspettando Reja ecco le altre piste. Si spera nel sì di Edy. Intanto occhi su Inzaghi e Pioli.

Siamo sempre lì: Reja pensa e ripensa, Lotito aspetta e spera. Lo scenario non è cambiato, la verità si conoscerà nel week-end. Edy è la prima scelta, vive la sua pausa di riflessione a Lucinico, accanto alla moglie Livia. Lotito è convinto di andare avanti con lui e con Alberto Bollini, nega contatti con altri allenatori. Ma un piano alternativo esiste, qualche pensiero nelle segrete stanze sarà stato fatto, è normale che sia così. Girano i primi rumors, l’effetto toto-allenatore è scontato in questi casi. Il cognome Inzaghi sta andando molto di moda: a Pippo è stato affidato il Milan, a Simone potrebbe essere affidata la Lazio? La sua candidatura va tenuta in considerazione, a Formello in caso di addio di Reja potrebbero optare per la soluzione interna. I profili esterni? E’ spuntato il nome di Stefano Pioli: è ancora sotto contratto con il Bologna, presto si libererà. Ci sono due aspetti da considerare: Pioli non si muove senza il suo staff (è composto da quattro persone), al Bologna vantava uno stipendio da 1,7 milioni lordi, i suoi collaboratori (in tutto) guadagnavano circa 1,3 milioni lordi. Su Pioli c’è il Cagliari, la nuova proprietà sta pensando a lui, l’esito della trattativa si conoscerà tra la fine di questa settimana e l’inizio della prossima. I tempi sono stretti, si viaggia sul filo.

Il top sarebbe Max Allegri, ma non è detto che accetti di ripartire dalla Lazio. Una sorpresa sarebbe Di Francesco, dovrebbe continuare con il Sassuolo. E’ circolato il nome di Roberto Donadoni, non è facile arrivarci, è blindato dal Parma. Lo stesso vale per Colantuono, ha appena firmato con l’Atalanta un nuovo accordo. In passato fu offerto Devis Mangia, oggi allena lo Spezia, è impegnato nei play-off di serie B. La Lazio, se andrà via Reja, non farà scommesse, si affiderà ad un allenatore italiano, sceglierà una soluzione affidabile, punterà su un tecnico pronto per la serie A, è questa la traccia. Voci, rumors, supposizioni, la premessa è sempre la stessa. La Lazio conta di incontrare Reja e di programmare definitivamente il mercato. Edy e Lotito hanno già parlato, si rivedranno ancora una volta. La verità è vicina, bisognerà aspettare qualche giorno per conoscerla. Le preoccupazioni esistono nei pensieri di Reja, questo si sa. S’è rifugiato a Lucinico per ricaricarsi, per valutare bene il futuro. La contestazione, le necessità dell’organico, i punti deboli: su tutto ciò sta riflettendo il furlan. Servirà una Lazio competitiva per vivere una stagione felice, vincente. I rischi sono altissimi, i tifosi sono in subbuglio, aspettano i fatti. Reja s’è beccato molti fischi anche per conto di Lotito, non è facile andare avanti così.


Da Il Messaggero:

Il dilemma di Reja. Lazio, si o no?

Una panchina in apnea. Boccheggiava Reja a Roma, a Lucinico iberna le idee: "State tranquilli, ho voluto io una settimana sabbatica". Sette giorni per scongelare la permanenza alla Lazio. Sembrava scontata, ora è Edy a farla tremare. Nei suoi pensieri impuri: era tornato di ferro a gennaio, stavolta i fischi non lo scalfivano. Effetto ritardato, adesso l’eco raggiunge il Friuli: è tosta lavorare nel dissenso, Reja chiede l’aiuto del pubblico. Anzi della dirigenza, perché teme che la contestazione possa proseguire dopo il mercato. Le perplessità del tecnico sono soprattutto legate ai mugugni dell’ambiente. Impossibile spegnerli senza precise garanzie: è finito un ciclo, Edy pretende giocatori "veri" per centrare le prime posizioni sbandierate da Tare. Altrimenti non ci metterà la faccia ad Auronzo. Sarà diretto col ds e Lotito: vertice slittato all’inizio della prossima settimana, nel week-end Reja avrà un impegno col giro d’Italia a Trieste. Poi pedalerà a Roma verso la sua scelta. Alla meta c’è la maglia: Lotito vuole premiare Edy. I colloqui corrono da tempo, bloccati solo dalla pausa di riflessione di Reja. Con tanto d’assenza "giustificata" all’inaugurazione dell’Academy.

La signora Mezzaroma e il presidente lo avevano invitato: "Vieni, sei il nostro uomo di punta". Ma il tecnico lunedì aveva già fissato da mesi un servizio in bici. Ruote ferme sulla Lazio, bisogna però ripartire con chiarezza e decisione. Urgono 4-5 acquisti mirati (due centrali, un terzino, una mezzala e un esterno), salvo altre "cessioni" eccellenti impreviste. Nel prossimo faccia a faccia dovranno baciarsi le vedute: Reja sbircia giocatori già pronti, Tare e Lotito fissano il "progetto giovane" e la valorizzazione del patrimonio della società. Non solo Felipe Anderson, ma anche chi arriverà. Sul taccuino ci sono giocatori (vedi de Vrij, nazionale olandese) dal grande avvenire, ma a rischio ambientamento: non è detto che esplodano subito. Intanto si lavorerà sulle cessioni per fare cassa. Pereirinha e Ciani hanno la valigia pronta: per il portoghese si sono fatti avanti diversi club lusitani, sul francese è tornato il Norwich che lo voleva già a gennaio.

Sul filo del rasoio, Reja, si diceva. Tagliente nello scherzo: "Facciamo uno scambio di panchine", ha detto Edy all’amico Guidolin. Così l’Udinese davvero gli ha offerto la poltrona, se non dovesse continuare alla Lazio. Un eventuale divorzio comunque senza traumi: Lotito e il goriziano si stimano, si lascerebbero con una stretta di mano. La Lazio non può non considerare la possibilità, si sta guardando intorno. Ma non s’affaccia su un’alternativa che garantisca il salto di qualità: c’è un altro nome top secret, dopo i sondaggi per Emery. Il sogno resta Allegri. Altrimenti bisognerà virare su un allenatore bravo a valorizzare il "progetto giovane". Da Donadoni, Pioli a Di Francesco, stimato tanto da Tare. Che ha pure un suo "pupillo" in casa: Inzaghi. Con Simone in panchina, il ds avrebbe sempre l’ultima parola. Sarà Reja a dire di voler andare via, altrimenti avanti così. Figuriamoci se Lotito ha intenzione d’accollarsi tre allenatori a busta paga. Edy deve ancora percepire 900 mila euro sino al 2015, Petkovic può ottenere quasi un milione dal Giudice del Lavoro (udienza ancora da fissare) per l’illegittimità del licenziamento biancoceleste e i danni morali e d’immagine. Nessuna conciliazione, promessa "battaglia" all’ultimo respiro.


30 maggio 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Reja ai saluti. Avanza Pioli.

Reja verso l’addio. Siamo quasi ai saluti, passerà qualche altro giorno perché diventino ufficiali, ma ora sembrano scontati. Edy non se la sente di andare avanti, ha espresso dubbi e forti perplessità, difficilmente continuerà con la Lazio. C’è un ciclo nuovo da lanciare e un ambiente poco favorevole per poter lavorare con tranquillità. Non mancherebbero le difficoltà e l’estate s’annuncia lunga e complicata, come il mercato. Lotito gli ha concesso una settimana di tempo per riflettere e per ricaricarsi, i segnali non portano in questa direzione. I rapporti sono ottimi, distesi e anche per questo motivo il friulano ha scelto un modo soft per consumare lentamente un divorzio che sino a una decina di giorni fa non era in discussione. Già dopo Sofia e l’incontro con Lotito, erano emersi i suoi dubbi. L’attesa e la melina hanno consentito e consentiranno alla società biancoceleste di riflettere, guardarsi intorno e avviare le consultazioni per cercare un nuovo allenatore. Reja, peraltro, è stato contattato dall’Udinese: qualora saltasse l’accordo con Del Neri, Pozzo potrebbe chiamare Edy. Questo sarebbe un discorso svincolato dal suo rapporto con la Lazio. Si paventava un nuovo incontro con Lotito tra domenica e lunedì: non è detto ci sia, soprattutto se il friulano avesse già deciso per l’addio.

Avanza Pioli. Era tra i papabili di Formello, sta diventando un’opzione concreta, è stato sondato, attraverso un contatto indiretto, Stefano Pioli. L’ex tecnico del Bologna sta risolvendo il contratto esistente sino al 2015 con il club rossoblù, è entrato nei pensieri della nuova proprietà americana del Cagliari, potrebbe diventare il nuovo allenatore della Lazio. Secondo alcune indiscrezioni, ci sarebbe stato un incontro martedì a Formello. Dall’entourage del tecnico non sono arrivate conferme. "L’interesse della Lazio? Assolutamente non posso e non voglio dire nulla. In questo momento il silenzio è la miglior cosa. Aspettiamo e vediamo la prossima settimana" ha risposto a Radio Manà Manà. Si cerca un allenatore affidabile, che conosca il campionato o almeno l’Italia. Ecco perché può essere ristretta la scelta degli stranieri. Lo svizzero Murat Yakin è vicinissimo al Southampton. Lotito e Tare non intendono procedere con altre scommesse alla Petkovic. Due anni fa avevano pensato a Carlos Dunga, ex ct del Brasile. I dirigenti biancocelesti hanno detto no a Stramaccioni, proposto dall’Inter. E difficilmente si tufferanno su Claudio Ranieri, appena esonerato dal Monaco: è stimato da Lotito, ha una profonda esperienza, ma pesa il suo passato romanista. Dietro a Pioli, per le idee e lo stile di gioco la prima alternativa potrebbe diventare Eusebio Di Francesco se dovesse lasciare il Sassuolo. La giostra è appena scattata. Occhio alle sorprese, ai possibili outsider: Delio Rossi coniugherebbe esigenze tecniche e piacerebbe alla piazza. Da non trascurare l’idea legata a Michael Laudrup, ex giocatore della Lazio negli anni Ottanta. Il danese ha allenato Getafe, Maiorca e ha fatto benissimo con il Swansea in Premier League.


31 maggio 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Dopo Reja scatta la corsa. Pioli rimane in pole, sale Di Francesco poi le soluzioni interne Bollini o Inzaghino.

Lotito e Reja si sono dati appuntamento tra il 6 e il 7 giugno. Passerà un’altra settimana prima che la Lazio scelga e annunci il suo nuovo allenatore. Edy pensa all’addio, il presidente proverà ancora a convincerlo e ad andare avanti, magari sposando in pieno il progetto giovani, ma intanto ha avviato e porterà avanti nei prossimi giorni le consultazioni per scegliere il possibile successore. Si parte dai nomi di Stefano Pioli e Simone Inzaghi, la rosa si allargherà, perché così è sempre successo nella storia degli ultimi dieci anni della società biancoceleste. Lotito valuta ogni opzione, incontra più di un allenatore, tira le sue conclusioni, cercando la miglior soluzione. La vera ricerca a Formello è cominciata solo all’inizio della settimana, quando Reja ha manifestato i suoi dubbi e l’idea di non proseguire, rimettendo il mandato. Ha un contratto in scadenza il 30 giugno 2015, sarebbero dimissioni e non esonero. Sfumatura importante. Ma altrettanto importante è la consapevolezza di poter trovare una soluzione adeguata.

In pole è scattato l’ex tecnico del Bologna. Ha 40 anni, una solida esperienza da calciatore e si è imposto anche in panchina. Ha lavorato bene al Chievo, tatticamente evoluto, è transitato dal Palermo ed era stato vicino alla Roma prima di spostarsi in Emilia. Due salvezze e un esonero che non lo ha macchiato prima che Guaraldi e Ballardini trascinassero il Bologna in B. Pioli sta rescindendo il suo contratto in scadenza sino al 2015. Guadagna 900 mila euro. Chi lo conosce bene, dice che non rinuncerebbe a nessuno del suo staff. Almeno al preparatore dei portieri dovrebbe rinunciare, perché la Lazio ha il suo. Pioli convince, è un’opzione che Lotito e Tare stanno valutando: sa lavorare con i giovani, ha già una sufficiente esperienza in serie A. E’ corteggiato anche da Cagliari e Udinese. Di Francesco. Piace molto anche l’ex centrocampista della Roma, allievo di Zeman, artefice della promozione (e poi della salvezza) del Sassuolo in serie A. Calcio aggressivo, frizzante. Conosce bene la piazza. E’ sotto contratto con il club emiliano, deve incontrare Squinzi. Si dovrebbe svincolare. Tra i tecnici italiani, è uno dei papabili più "caldi" dietro a Pioli. Ci sono altre idee, di difficile realizzazione. Stefano Colantuono ha appena prolungato con l’Atalanta. Complicata la candidatura di Roberto Donadoni, nonostante l’esclusione dall’Europa League possa provocare un terremoto a Parma. L’ideale sarebbe Max Allegri, ma servono tanti soldi per convincerlo. L’ex allenatore del Milan potrebbe restare fermo in attesa di una panchina da top club. Claudio Ranieri, a cui la Lazio aveva pensato, non è una pista percorribile.

Mister X potrebbe arrivare dall’estero. Mercato sconfinato. Con due orientamenti precisi. Un nuovo tecnico dovrebbe possedere già una buona esperienza e possibilmente parlare italiano. Occhio a Unai Emery. Lotito lo ha incontrato allo Juventus Stadium, è considerato vicinissimo al rinnovo con il Siviglia. Ha appena trionfato in Europa League. Qualora lasciasse il club andaluso, sfumata la concorrenza del Milan, la Lazio potrebbe riprovarci. Un’idea suggestiva porta al nome di Michael Laudrup, ex giocatore della Lazio. Ha allenato in Danimarca, in Spagna (Getafe e Maiorca) e in Premier (Swansea). Il danese è libero dallo scorso febbraio e già in passato era stato accostato al club biancoceleste. Simone Inzaghi sembra il rivale più accreditato di Pioli, ma deve passare dai playoff-scudetto e dal derby Primavera di mercoledì prossimo. E’ amato dai tifosi, è l’unico rappresentante della Lazio scudettata del Duemila, si immagina un tandem con Siviglia in panchina. Ma la sua promozione porterebbe all’esclusione di Bollini, che invece è sponsorizzato da Reja e stimato da Lotito. Due scudetti, tre finali, sei mesi con Edy. Il suo percorso si completerebbe con la conduzione della prima squadra all’insegna del progetto giovani.


2 giugno 2014:

Da Il Messaggero:

Reja ufficializza il suo addio a Lotito: "Il progetto non mi piace, lascio la Lazio".

Edy Reja sulle strade del Giro d’Italia, perché il ciclismo è sempre stata la sua seconda passione. Il tecnico goriziano, berrettino e k-way, arriva in cima allo Zoncolan in seggiovia, per godersi lo straordinario spettacolo, offerto dalla salita più dura d’Europa, che si conclude in un tempio ricolmo di appassionati. Una gita con amici, il pranzo in tenda e una chiacchierata sul futuro, per confidare una la decisione presa. Amara ma irrevocabile. "Lascio la Lazio". Richiamato, per traghettarla in un momento molto delicato, Reja ha svolto il compito con profitto, fino a sfiorare l’Europa League. Pensava che il presidente, al termine del campionato, seguisse le sue direttive nel pianificare e allestire la nuova Lazio. Invece da una parte Lotito gli ha pubblicamente ribadito che le scelte vengono fatte dalla società, dall’altra Tare gli ha indicato persino il modulo che la squadra dovrà attuare. Reja, scavalcato da tutti, ringrazia e saluta con dignità. "Mi hanno detto di prendermi una settimana per rilassarmi e valutare la situazione... Mica sono stressato! Questa volta sono io che non ci sto. Basta, così non si può andare avanti: venerdì tornerò a Roma e comunicherò il divorzio. I soldi? Non saranno un problema, ci sono cose più importanti nella vita".

L’allenatore vuole uscire di scena a testa alta, forte della lunga esperienza in panchina, dei 36 punti conquistati e magari anche di qualche interessante proposta. Nonostante le critiche, e qualche errore commesso, ha comunque dimostrato che, per centrare certi obiettivi, resta un professionista affidabile. E’ sicuro di poter ancora dare qualcosa e non vuole sentire parlare di scrivania. Questa Lazio, da rifondare e senza un progetto ambizioso, proprio non gli va giù. "Abbiamo partato a termine una stagione molto pesante, anche se i risultati sono comunque arrivati. La media punti resta importante e avrebbe garantito l’Europa". Reja conosce molto bene l’ambiente biancoceleste, voleva delle garanzie tecniche per ripartire con una formazione in grado di riportare il popolo allo stadio. Evidentemente la società intende ancora vivacchiare, tutto questo mentre la Roma giocherà la Champions e partirà con ambizioni di scudetto. Non erano queste le promesse. "Per ricostruire la Lazio servirebbero quattro difensori e due centrocampisti di spessore..." Altro che giovani! A Reja sarebbe bastato avere maggiore fiducia e voce in capitolo nella rifondanzione. Forse era così fino a un mese fa quando il tecnico, in una conferenza, si autoconfermò, annunciando che, insieme ai dirigenti, stava seguendo dei calciatori.

Probabilmente Lotito e Tare hanno cambiato idea e Reja non è stato considerato al centro del progetto di rinascita. Il goriziano pensava di voltare pagina, di vedere finita la protesta, di ricominciare alla grande. Ma così non è stato, avverte aria di confusione, e allora ha deciso di salutare, senza rimpianti. Meglio godersi lo spettacolo dello Zoncolan, con gli amici fidati. Da oggi la Lazio è senza tecnico, Inzaghi può cullare il grande sogno.


3 giugno 2014:

Da Il Messaggero:

Toto-allenatore, Donadoni avanza.

Altro giro, altra corsa. Niente "elezioni", niente "primarie", si va direttamente alle consultazioni. I candidati alla panchina della Lazio cominciano ad essere tanti e Lotito prende di petto la questione-allenatore. Il patron va avanti perché, considerata la stagione negativa appena conclusa, non può sbagliare la scelta: il prossimo "affittuario" della panchina biancoceleste. Nel dopo-Reja il favorito resta Simone Inzaghi, ma nella sua scia sfilano fior di tecnici, speranzosi di poter cogliere l’occasione. È il caso di Pioli, Di Francesco e ora anche Donadoni, anche se la lista può allungarsi di giorno in giorno. Nelle diverse candidature è tornata in auge quella di Roberto Donadoni. Il tecnico del Parma è un vecchio pallino di Lotito, che lo ha cercato sin da quando sedeva sulla panchina della nazionale. Il patron laziale lo stima molto, anzi tra i due c’è un vero e proprio feeling. Si sono conosciuti in Austria durante gli Europei del 2008 e dà lì il loro rapporto è cresciuto. Qualche anno fa il numero uno biancoceleste tentò di portarlo alla Lazio, ma non si crearono i presupposti giusti e il matrimonio non si concretizzò. Il filo si è riallacciato nel momento in cui Donadoni ha messo in dubbio la sua permanenza al Tardini. Da Parma, si vocifera che Lotito e Donadoni si sarebbero già incontrati una decina di giorni fa, lontano da Roma, anche se sul luogo della riunione non ci sarebbero conferme. Il contatto, invece, ci sarebbe stato, con l’attuale tecnico del Parma che, pur avendo ancora un anno di contratto con i gialloblù, avrebbe dato la sua disponibilità a venire nella capitale.

L’ex ct dell’Italia, oltre all’ottimo lavoro svolto a Parma, ha avuto anche qualche passaggio a vuoto sulle panchine di Cagliari e Napoli. È curioso che, nel 2009, Donadoni diventò allenatore del Napoli prendendo proprio il posto di Edy Reja. Chissà che la storia non si ripeta. Anche se al momento Inzaghino resta il gran favorito. Ieri Lotito e il diesse Tare erano al fianco del tecnico della Primavera che domani affronterà il derby, valevole per la fase finale dello scudetto di categoria. Battere i cugini e volare in semifinale aiuterebbe ancora di più il giovane allenatore ad avvicinarsi sulla panchina di Reja. La Lazio crede molto in Simone ed è convinta che potrebbe essere adatto, soprattutto per quel 4-3-3 che la società vorrebbe diventasse una specie di marchio di fabbrica. Inzaghi a parte, Donadoni che avrebbe superato Pioli e Di Francesco, altro allenatore molto stimato all’interno delle stanze di Formello per la sua duttilità tattica (pure lui gioca con il 4-3-3) e il rapporto con i giovani, che in casa Lazio sono argomento di primo piano. Nel toto-allenatore, fino all’annuncio ufficiale della società, resta in corsa Edy Reja. Il goriziano tra venerdì e sabato si vedrà con Lotito e da lì può sempre succedere qualsiasi cosa. D’altronde la storia di casa biancoceleste insegna che quando partono le consultazioni di Lotito, i colpi di scena sono all’ordine del giorno. Bisogna solo saper attendere.


4 giugno 2014:

Da Il Messaggero:

Lazio-Reja ballando nel dubbio. Edy e Lotito, una telenovela senza fine: ambiente e mercato i nodi da sciogliere.

La settimana enigmistica di Reja: "E se alla fine fossi ancora io l’allenatore della Lazio?", è l’ultimo indovinello di Edy. Continua a spiazzare, gioca con le dichiarazioni, sfrutta gli sfoghi. Obiettivo mettere pressione: "Ora Lotito pare intenzionato a fare davvero le cose per bene. Ci sono parecchie chance che io alla fine rimanga. In questo week-end (venerdì o sabato il vertice, ndc) incontrerò il presidente per capire se le nostre strade convergeranno ancora". Lotito darà la soluzione: lo stima, ma è infastidito con le spalle al muro. "Entro metà giugno decideremo chi sarà in panchina – assicura il numero uno biancoceleste – ma bisogna ponderare i pro e i contro, senza prendere decisioni avventate. In base alle mie e alle convinzioni del mio staff, faremo scelte funzionali al progetto". Consultazioni con Pioli, Donadoni, Di Francesco (che ha rinnovato fino al 2016 col Sassuolo), il ds Tare spinge per Inzaghino: "Ha fatto bene, anche se come esperienza ha lavorato solo in Primavera. Conosce l’ambiente – precisa Reja - ma deve distaccarsi dai giocatori. Comunque, se resto io, rimane pure lui, Bollini. E anche i big...".

Qualcosa è cambiato. Ecco i nuovi indizi di Reja: "La situazione ambientale è difficile, ma il presidente può farla rientrare allestendo una Lazio competitiva. E’ finito un ciclo, ma con 4/5 innesti si può riportare la Lazio nelle posizioni dietro Juve, Roma e Napoli. I giovani ci sono, ora servono giocatori pronti, di personalità". Questo lo ha già detto a Lotito: "Noi due parliamo quotidianamente, ma vogliamo vederci a quattr’occhi per prendere una decisione insieme. Intanto rimango l’allenatore della Lazio sino al 30 giugno". La società si guarda intorno, può scaricarlo: Reja ha un contratto sino al 2015, ma non l’ha ancora firmato per la prossima stagione. Non è dunque una questione di soldi il suo eventuale addio, ma di vedute. Il goriziano ha dato il massimo, ora vuole un aiuto vero sul mercato dalla società: "Faremo delle valutazioni sul futuro della Lazio che ha bisogno di ripartire. Chiaro che potrei restare, ma se c’è l’idea di partire con un progetto giovani potrebbe anche essere giusto affidare la squadra a un tecnico giovane. Il mio futuro? Un giorno mi piacerebbe allenare all’estero, magari una nazionale".

Il salto è nelle certezze. Una arriverà entro il 20 giugno, parola di Lotito: "Tra qualche giorno sarà formalizzato l’accordo con l’Udinese, Candreva non è mai stato in discussione". Gli crede, Reja: "Antonio sta bene alla Lazio, col mercato non si può mai essere sicuri di niente, ma ci sono tante possibilità che sia lui che io ci ritroveremo insieme a Roma" .Nel vertice con la società, il tecnico riaffronterà il tema della comunicazione. Il presidente dovrà essere sincero e chiaro con la gente, coinvolgerla persino nelle difficoltà. Questa può essere la strada giusta: "Voglio entrare nel cuore dei tifosi. E’ un mio obbligo, un mio dovere – giura Lotitoe ho messo in atto un’azione per riuscire a farlo. Troppo spesso il tifoso appassionato non riesce a valutare in modo razionale. Trent’anni fa il presidente metteva le proprie risorse per fare un calcio diverso, oggi non più sostenibile". Si può sostenere la lazialità.


5 giugno 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Pioli torna in pole e Inzaghi sogna.

E’ stallo totale. "Sceglierò entrò metà giugno", la posizione di Lotito non cambia. I tempi sono più o meno lunghi. La giostra dei nomi gira e rigira. Reja è sempre ad Amalfi, si gode il sole e continua ad avere contatti telefonici con il presidente. Ieri mattina hanno parlato per un’ora, si sentono quotidianamente, ma sarà il summit programmato a Roma a svelare il futuro. Non c’è un giorno preciso, l’appuntamento è senza data, viene spostato di continuo. Il vertice potrebbe svolgersi nel week-end, al massimo la prossima settimana. L’ultima telefonata Lotito-Reja non avrebbe generato ottimismo, si vedrà nei prossimi giorni. Il patron parla con Edy e non smette di guardarsi attorno. La candidatura di Stefano Pioli resta forte, è sotto contratto con il Bologna, può svincolarsi da un momento all’altro. Pioli è congelato, aspetta notizie, sogna la richiamata, quella che gli spalancherebbe le porte di Formello. La vittoria nel derby Primavera può aver fatto crescere le quotazioni di Simone Inzaghi, le Final Eight sono iniziate alla grande. Con Inzaghi in panchina prenderebbero corpo due opzioni: Sebastiano Siviglia o Fernando Couto nel ruolo di vice. Tra le soluzioni interne c’è sempre da tenere in considerazione Alberto Bollini, lo stesso Reja ha caldeggiato il suo nome in caso di addio, rispetto agli altri concorrenti parte un po’ dietro.

Le candidature sono multiple, è stato sondato Max Allegri, ma non ci sono le condizioni (soprattutto economiche) per chiudere un accordo, per dar vita ad un matrimonio. S’è diffuso anche il nome di Roberto Donadoni, è sotto contratto con il Parma, potrebbe liberarsi, non è detto: molto dipenderà dall’evoluzione del caso scoppiato nella famiglia gialloblù. L’acquisto di Parolo può aprire nuovi scenari, Donadoni può balzare in testa nelle preferenze. Lotito valuta, riflette, studia ogni soluzione. Ieri è rimasto a Roma, non ha seguito la Primavera dal vivo, ha ammirato l’impresa dei ragazzi di Inzaghi in televisione. Il telefono del presidente scotta, squilla in continuazione. Lotito si sta concentrando sulla costruzione della squadra, forse non è un caso. Reja guarda da lontano, ha chiesto acquisti di qualità, uomini pronti per il campionato italiano, capaci di inserirsi in tempi brevi, ha chiesto velocità d’esecuzione. L’arrivo di Basta, la trattativa per Astori e per Parolo possono essere letti in questa ottica. Lotito vorrebbe presentarsi al vertice con Edy mettendo sul piatto i fatti, non solo le parole. Ma non è detto che il furlan accetti, i dubbi non lo mollano un attimo, neppure sotto l’ombrellone. Le valutazioni di Lotito non riguardano solo i profili, anche la composizione dello staff tecnico. Pioli lavora con quattro collaboratori da sempre e non ha intenzione di perderne nemmeno uno. La Lazio non rinuncerà a Grigioni, il preparatore dei portieri, un mago del genere, chi allenerà dovrà inserirlo nella sua squadra, non si scappa. I costi legati allo staff tecnico pesano, possono condizionare le scelte. Donadoni, tanto per citare un altro nome, s’avvale dell’aiuto di sei persone, un po’ troppe. Piste estere: è stato proposto Ciriaco Sforza, sogna il ritorno in Italia da allenatore. S’è piazzato Murat Yakin, ha firmato per lo Spartak Mosca, era un obiettivo di dicembre.


6 giugno 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Il vertice con Reja nel week-end.

Fronte Reja, tutto fermo. Edy ha lasciato Amalfi ieri in tarda mattinata, nel pomeriggio era a Lucinico, nella sua villa. Non è stato fissato l’appuntamento con Lotito: avverrà nel week-end (così si dice nuovamente), al massimo nella prossima settimana. Da un giorno all’altro si registrano accelerazioni e frenate temporali, non ci sono certezze, i segnali negativi si sommano. Lotito sta valutando altri profili, vuole avere le idee chiare, vuole arrivare pronto al summit con Reja. Il presidente e il tecnico friulano parleranno, si confronteranno, difficilmente troveranno un punto d’incontro. Il mercato impostato dalla società (le operazioni Basta e Parolo in primis) sarebbero slegate dalla scelta che riguarda il futuro tecnico. Eppure certi nomi fu proprio Reja a farli in passato. Reja si prepara a sbarcare, può essere a Roma in poche ore. Non si muoverà da Lucinico, attende comunicazioni, aspetta il via libera. Edy parla quotidianamente con il presidente, questo non è bastato per raggiungere un’intesa neppure sulla data dell’incontro. La prima settimana di giugno s’avvia verso la conclusione, il termine indicato da Lotito s’avvicina, serve pazienza. Con la Lazio non esistono trattative lampo, soprattutto quando c’è da scegliere l’allenatore. Sono giorni frenetici e confusi, i contatti sono multipli, le indiscrezioni si rincorrono. Reja, secondo certi rumors, non avrebbe un contratto sino al 2015, si tratterebbe solo di un accordo verbale. Non si trovano conferme ufficiali, ma è uno scenario possibile. La sostanza non cambia molto: Reja non s’è mai sentito ostaggio di accordi né ha creato problemi alle società cui è stato legato.


Mercato e panchina: un doppio intreccio? La domanda è scontata. Lotito tratta Parolo e Astori, due uomini caldeggiati da Reja, il collegamento col furlan è logico. Ma può esserlo anche con Donadoni, l’azzurro è uno dei suoi pupilli. Lotito non dà tracce, ribadisce la linea: "La sceltà sarà fatta a metà giugno". Mercato e panchina in realtà non sarebbero intrecciati, sarà il tempo a indicare le verità. Lotito e Tare stanno concentrando le attenzioni sulla squadra senza perdere di vista il rebus "allenatore". Le gerarchie non sarebbero cambiate, la corsa alla panchina della Lazio vede in pole Stefano Pioli. A seguire ci sono Simone Inzaghi (impegnato nelle Final Eight di Campionato) e Roberto Donadoni. Non ci siamo dimenticati di Reja, tranquilli. Edy è vicino all’addio, la sensazione dei giorni scorsi non è cambiata. Ha espresso dubbi di vario genere (tecnici e ambientali), Lotito sta provando a rispondere con i fatti. Ma a Formello non è piaciuta qualche esternazione del tecnico, questo aspetto avrebbe ampliato le distanze.

Lotito ha avviato le consultazioni, allaccia contatti ogni giorno. Il primo ad aver ricevuto una chiamata è stato Stefano Pioli, è in attesa, è bloccato, attende segnali, è una soluzione facile anche perché favorevole economicamente. Il contratto col Bologna non è un ostacolo, può essere strappato in pochi minuti, la società rossoblù aspetta il via per procedere. Pioli resta in pole, se sarà scelto bisognerà trovare un preciso accordo: riguarderà lo staff tecnico. Pioli lavora da sempre con quattro collaboratori, tra loro c’è un preparatore dei portieri. La Lazio ha il suo "mago", è Adalberto Grigioni, la società lo considera nel progetto. E’ un aspetto da approfondire, andrà valutato in caso di fumata bianca. E’ in ascesa Inzaghi, ma il suo futuro potrebbe essere legato all’esito delle finali Primavera. La vittoria nel derby, in rimonta, in inferiorità numerica, può avergli fatto guadagnare dei punti. Inzaghi conosce la Lazio da anni e anni, è stato un simbolo, ha intrapreso la carriera di allenatore con successo (a livello giovanile), spera nel salto di qualità, si considera pronto. La soluzione interna lo vede in prima fila, a lui potrebbe essere affiancato uno tra Sebastiano Siviglia e Fernando Couto. La giosta dei nomi non si ferma, gira e rigira.

Le voci si rincorrono, sin dalle prime ore di ieri sono aumentati i rumors che portano sulle tracce di Roberto Donadoni. L’operazione Parolo, come spiegato in precedenza, è stata legata automaticamente al nome del tecnico del Parma. I gialloblù sono in crisi, lo sanno tutti. Molti calciatori lasceranno il club, in partenza potrebbe esserci anche l’allenatore. Il Parma non ha la forza necessaria per convincere i suoi uomini migliori a restare, spera di incassare il loro sì sulla fiducia, grazie al rapporto di stima ed affetto costruiti in quest’ultima stagione. Donadoni è un tecnico che ha fatto bene, potrebbe liberarsi. Lotito ha parlato con tanti allenatori nelle ultime settimane, solo uno sarà scelto. Il presidente segue una filosofia precisa, lo fa da sempre: valuta, riflette, sonda varie piste, prende in esame tanti profili, non sceglie ad occhi chiusi. Ascolta i pareri, poi decide.


7 giugno 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Pioli è libero. E Inzaghi resiste. Il tecnico rescinde con il Bologna. La Lazio giovedì ha visto Donadoni: niente accordo.

Roberto Donadoni a Formello: è successo giovedì, la notizia s’è diffusa ieri. Donadoni è stato ricevuto, è stato sondato nell’ambito delle solite (lunghe) consultazioni aperte da Lotito. Il colloquio non ha partorito accordi, è emersa distanza economica, difficilmente sarà colmata. Donadoni è sotto contratto con il Parma, ma il suo futuro non è chiaro. La società è in crisi dopo l’esclusione dall’Europa League, vive una fase di ridimensionamento. Donadoni si guarda attorno, valuta il futuro, potrebbe anche restare fermo un anno. Con la Lazio non è nato l’amore. Lotito ha allacciato contatti con vari allenatori, è il suo modo di agire. I tecnici li sceglie con calma, valutando i profili, i pro e i conto, gli aspetti calcistici ed economici, i parametri umani. La prima chiamata l’ha ricevuta Stefano Pioli, resta un candidato fortissimo per tanti motivi e da ieri per uno in più: è ufficialmente libero, ha risolto il contratto con il Bologna. E’ giovane, ha grinta, ha fame, ha costi inferiori rispetto ad altri colleghi. L’unico nodo da sciogliere sarebbe legato allo staff tecnico: Pioli lavora con quattro collaboratori, non intende separarsi da nessuno di loro. La Lazio ha in casa il preparatore dei portieri, è Adalberto Grigioni, la soluzione in caso di fumata bianca si troverà. Pioli aspetta la richiamata di Lotito, sogna l’occasione d’oro, la sente vicina. Il confronto con Lotito e Tare risale alle scorse settimane, nel frattempo i dirigenti hanno dato vita a nuovi colloqui, a nuovi incontri, non sono stati risolutori.

Pioli e Inzaghi, il ballottaggio non cambia. Sono loro i papabili, restano in prima fila. Inzaghi e la sua Primavera stasera affronteranno il Torino a Rimini, andranno a caccia della finalissima. Lotito, prima di decidere, aspetterà l’evoluzione delle Final Eight: l’idea di poter affidare la Lazio al tecnico campione d’Italia Primavera lo stuzzica, sarebbe uno spot speciale per il progetto giovani. Ad Inzaghi, in caso di promozione, verrebbe affiancato un vice con un passato da laziale: c’è l’idea Sebastiano Siviglia, è stato proposto Fernando Couto. In terza battuta c’è Edy Reja, le possibilità di rivederlo sulla panchina laziale restano ridotte. Edy è a Lucinico, attende la convocazione. Lotito non ha fissato la data dell’incontro finale, quello decisivo. Può essere il week-end giusto, tra oggi e domani qualcosa potrebbe muoversi. Reja è pronto a partire, appena riceverà il via libera sbarcherà a Roma. Lotito e il furlan si guarderanno negli occhi, metteranno sul piatto tutto, bilanci e prospettive, ansie e timori, dubbi e preoccupazioni. La storia di Donadoni somiglia molto a quella di Max Allegri. E’ stato sondato anche l’ex tecnico del Milan, ma senza successo, non c’erano le condizioni per andare avanti (soprattutto economiche). Eppure ieri Giovanni Galeone, uno dei maestri di Allegri (da giocatore e da tecnico), ha raccontato di aver parlato del progetto Lazio con Max: "Ho visto Italia-Lussemburgo a Perugia con Massimiliano (Allegri, ndr) - ha dichiarato Galeone a Radio Kiss Kiss – abbiamo parlato della Lazio. Mentre altre volte mi aveva subito confessato che le proposte ricevute non gli interessavano, questa volta ho visto un atteggiamento diverso da parte sua. Ha speso parole importanti nei confronti di Lotito e del progetto biancoceleste per la prossima stagione. E Parolo e Basta sono due ottimi giocatori...". Allegri conosce bene i piani di Lotito, ha ascoltato la proposta del presidente (l’aveva messo nel mirino a partire dal 2009), ma non ha mai detto sì. Lotito ormai ha un quadro chiaro della vicenda, le sue consultazioni s’avviano verso la conclusione, non resta che incontrare Reja. La Lazio valuta le piste italiane, quelle estere non sono più state prese in considerazione. Certo, le sorprese non vanno mai escluse.


8 giugno 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Pioli aspetta la chiamata. Reja ora spinge.

Pioli è libero, venerdì sera ha risolto il contratto col Bologna, aspetta la chiamata di Lotito. Reja è senza appuntamento, ha riparlato col presidente ieri mattina, non si vedranno neppure in questo week-end. La motivazione ufficiale? Il patron è impegnato (ma non era a Rimini ieri sera per la Primavera). L’incontro slitta, dovrebbe avvenire in settimana. I movimenti di mercato registrati negli ultimi giorni sono piaciuti a Edy (Parolo è uno dei suoi pupilli), certi dubbi starebbero cadendo. Ma le perplessità ora riguarderebbero Lotito, il tiremmolla l’ha stancato. Allegri e Donadoni sono prime scelte, ma le piste sino a ieri sembravano tramontate definitivamente. Sono stati contattati, hanno chiesto ingaggi pesanti e garanzie tecniche precise. Allegri conosce i progetti laziali, li considera interessanti (le parole espresse da Giovanni Galeone venerdì lo testimoniano), ma non a tal punto da permettergli di vivere stagioni altamente competitive. Il nodo è rappresentato soprattutto dallo stipendio, la richiesta (2,5 milioni di euro) è inesaudibile. Lotito e Tare non possono fare follie, sono senza allenatore ma stanno agendo, finalmente stanno lavorando sul mercato italiano: puntano su qualità e prezzi ragionevoli. Lotito non deroga, ha fissato un termine (metà giugno) per svelare le sue decisioni. Il capitolo "allenatore" viene aggiornato quotidianamente senza partorire la svolta.

La soluzione più semplice, più favorevole (economicamente e tecnicamente), porta sempre sulle tracce di Stefano Pioli. Il contratto col Bologna non era un impedimento, ma la risoluzione dell’accordo può far pensare ad un’accelerazione. Pioli è stato bloccato, è in attesa. Ha parlato con Lotito e Tare, ha suscitato una buona impressione, non può fare altro che sperare. Pioli si gioca una grande occasione, la sogna da tempo. Lotito non gli ha assicurato il posto, gli ha fatto capire di tenerlo in considerazione. Fronte Inzaghi: s’è concentrato sulla Primavera, in cuor suo spera nella promozione. Lotito ha preso in esame anche la soluzione interna. A Formello c’è Alberto Bollini. E’ in scadenza a giugno, è stimatissimo dal presidente. Bollini attende l’evoluzione del caso Reja, ha ricevuto offerte dalla serie B, è legato alla Lazio, vorrebbe continuare a Roma: ha glorificato la Primavera e ha lavorato benissimo con i big. Negli ultimi giorni ha ricevuto una chiamata dal Foggia. La Lazio non si priverà di lui: Bollini, se rimarrà Reja, continuerà a fare il vice allenatore. Altrimenti il club penserà ad un ruolo diverso, comunque importante. Bollini resterà.


9 giugno 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Lazio, c’è Pioli in pole. Zenga entra in volata.

La panchina della Lazio non ha ancora un padrone. Lotito deve decidere e l’unica certezza è che passerà un’altra settimana. Aveva posto la scadenza di metà giugno, sta per concludere le consultazioni. Le novità fondamentali sono tre: Reja, dopo aver espresso dubbi in ordine alle strategie e alla stanchezza per le difficoltà ambientali, ha dato disponibilità per proseguire l’avventura a Formello. Il presidente, nei suoi estesi sondaggi, ha sentito Galliani e sarebbe entrato in pressing per Allegri, l’ex tecnico del Milan, la cui candidatura nella scorsa settimana non aveva preso affatto forza. Resta un’ipotesi complicata, ma non totalmente da escludere. Terza e ultima novità, non meno importante, riguarda l’ingresso di Walter Zenga in volata. Piace a Lotito per la sua forte personalità, aveva impressionato a Catania, sogna di riproporsi nel campionato italiano dopo un’esperienza triennale negli Emirati Arabi: s’è appena liberato da Al Jazira. Sullo sfondo, ancora saldamente in pole, resta Stefano Pioli: ha appena risolto il suo contratto con il Bologna. Un segnale?

Partiamo dal modo di procedere del presidente. Tempi lunghi per un motivo: contatta o valuta quattro o cinque profili diversi, si prende il tempo necessario per capire quale può essere la soluzione migliore, mette tutti a confronto e decide. Questa volta andrà sul sicuro. Niente scommesse. Non può permettersi di sbagliare. Reja si era messo in discussione da solo, Lotito non lo ha ancora accantonato, i contatti sono frequenti, sta rinforzando la squadra. Il presidente sa cosa può dargli Edy se motivato e circondato da un ambiente armonico. E’ l’usato sicuro. Ma un ciclo nuovo può significare una svolta totale. Ci vogliono sicurezze e Lotito oggi cerca un allenatore quotatissimo, un nome importante, uno su cui (almeno in partenza) non si possa discutere e venga accettato dalla piazza. Così sono venute fuori, in controtendenza, le candidature di Donadoni e Allegri. Con l’ex ct azzurro, che poteva lasciare il Parma, non è scattata la scintilla, non c’è stato feeling. E si partiva da richieste impossibili sotto il profilo economico. Molto complicato il percorso per arrivare ad Allegri. Sino a qualche giorno fa non sembrava ci potessero essere le condizioni per realizzare il matrimonio, ma Lotito è molto affascinato dal livornese, non si è ancora esposto in prima persona (è avvenuto un incontro con Tare nei pressi di Perugia) e pare abbia intenzione di proseguire nel pressing.

Allegri si svincola il 30 giugno dal Milan, ha offerte dall’estero, chiede un triennale, serve un ingaggio vicino ai due milioni e c’è il nodo dello staff. Il progetto Lazio non gli dispiace e lo sta facendo riflettere. Ieri a Pescara, dov’era per il memorial Zucchini, non ha negato la corte di Lotito ma ha preso tempo: "Non ho ancora deciso per il mio futuro". La novità appartiene a Zenga. L’ex portiere dell’Inter era stato vicinissimo alla Lazio nel 2009 prima che Lotito affidasse la panchina a Ballardini. Casualità, anche all’epoca era uno dei candidati con Allegri per la successione a Rossi. Le condizioni sono cambiate. Il livornese è diventato il top, l’Uomo Ragno ha voglia di riproporsi in Italia, non cerca un ingaggio sontuoso ma una panchina. Ha carisma, esperienza internazionale (ha allenato in Romania, in Serbia, in Turchia) e conoscenza della serie A. Sta perdendo quota Simone Inzaghi. La soluzione interna forse è prematura. Resiste Stefano Pioli, che pure era stato sondato dal Cagliari. Può avere il profilo ideale per Lotito: persona seria, qualità tecniche, capacità di resistere alle pressioni. E’ stato il primo a essere interpellato, per questo alla fine dovrebbe spuntarla.


10 giugno 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Lazio, Pioli è sempre più vicino.

Tutte le strade portano a Pioli, il grande favorito, sempre più vicino alla panchina della Lazio. Lo dicono i segnali, la logica, l’eliminazione, uno dopo l’altro, dei possibili concorrenti. E’ anche il candidato suggerito da Reja, che diventerebbe il suo predecessore e della cui esperienza, in qualche modo, la società biancoceleste proverà a farne tesoro. "Saprete tutto a fine settimana" ha spiegato Lotito al Foro Italico, dove era intervenuto per il centenario del Coni. Si è preso un margine di tempo per tirare le conclusioni e forse concedersi un ultimo giro d’orizzonte. Incontrerà di nuovo Edy Reja, a cui è legato da un sentimento di profonda stima umana e professionale. Può darsi che abbia intenzione di sondare e confrontarsi con Walter Zenga, appena entrato in volata. E magari qualche giorno potrebbe servire a capire le riflessioni di Max Allegri, il grande colpo su cui il ds Tare ha lavorato sotto traccia. "Non ho ancora deciso il mio futuro" ha risposto domenica sera l’ex tecnico del Milan a una precisa domanda sul corteggiamento della Lazio. Il no della scorsa settimana si è trasformato in un forse? Di sicuro la società biancoceleste ha mosso i suoi passi ed è altrettanto vero che non si sono intraviste le condizioni per realizzare il matrimonio, non solo per i parametri economici (triennale da 2 milioni netti a stagione) e il nodo dello staff (tre collaboratori), ma anche per le incertezze dimostrate a sposare il progetto. A Formello ci vuole uno pronto ad accettare la sfida, a lanciarsi con entusiasmo nell’avventura.

La Lazio sta cercando un allenatore sicuro e che abbia una determinazione sufficiente. Sarà una stagione complicata, il piano prevede l’allestimento di una rosa per rientrare in Europa League, l’impegno per il riscatto di Candreva e le prime manovre di mercato lo dimostrano, ma non si potrà trascurare il bilancio. Si parte dal nono posto. Chi parla subito di Champions o di colpi per convincere Allegri vive fuori dalla realtà, per quanto la gente laziale chieda di tornare a divertirsi per ripopolare l’Olimpico e Lotito sia chiamato a invertire il trend. Lo farà a modo suo, forzando ma non stravolgendo una politica attentissima ai conti. Inzaghi ha perso quota, Reja è l’usato garantito, Zenga ha personalità e tutte le caratteristiche per guidare la Lazio, a cui era stato vicinissimo nel 2009. Il grande favorito resta Stefano Pioli. Ha appena risolto il contratto con il Bologna, non lo avrebbe fatto in mancanza di certezze. E’ stato un buon difensore, ha 49 anni e ha già allenato a lungo. E’ una persona seria e conta nel rapporto con Lotito che ha bisogno di stimare il suo allenatore anche fuori dal campo. E’ un buon tecnico, a Bologna e in altre piazze ha dimostrato di saper reggere la pressione. Risponde all’identikit disegnato da Lotito.


11 giugno 2014:

Dal Corriere dello Sport:

E’ in arrivo Pioli: manca l’ultimo sì. Piena intesa, ma Lotito prende 48 ore per l’annuncio.

Pioli stacca tutti in volata. Deve solo tagliare il traguardo e poi diventerà il nuovo allenatore della Lazio. L’accordo è fatto. Lotito lo ha bloccato tra il 26 e il 27 maggio. E’ stato il primo a essere stato interpellato, un segnale decisivo, non banale. Il tecnico emiliano ha dimostrato entusiasmo, requisiti sufficienti per sposare il nuovo progetto biancoceleste e negli ultimi giorni, mentre le consultazioni di Formello continuavano, ha preso sempre più forza, eliminando uno dietro l’altro i possibili concorrenti, su tutti Donadoni, bocciato dopo una giornata intera di trattative a Formello. Per arrivare alla firma, ora Pioli deve superare o resistere al ritorno di Edy Reja, che vanta uno straordinario rapporto con Lotito e dopo i dubbi e le forti perplessità manifestate alla fine del campionato ha dato la propria disponibilità a proseguire l’avventura sulla panchina biancoceleste. Il tandem con Alberto Bollini, l’ex mago della Primavera, ha funzionato e ha prodotto risultati, numeri alla mano sono i migliori nella gestione decennale dell’imprenditore di Villa San Sebastiano. L’usato sicuro e il nuovo che avanza nel segno della continuità e del mix. Il friulano, però, non è più il favorito: alimentando i suoi dubbi, è entrato nel frullatore dei ballottaggi. Sino a domani aspetterà una chiamata di Lotito, è stato previsto un altro incontro: si trasformerà nell’appuntamento dei saluti o della ripartenza?

Lotito ha rinviato gli annunci alla fine della settimana e di sicuro si è preso almeno altre 48 ore di tempo. Domani potrebbe essere il giorno della fumata bianca. Ufficialmente deve scegliere, può darsi abbia già preso una decisione. Di sicuro ha due allenatori in tasca (Pioli e Reja) e forse approfitterà in queste ore per le ultime riflessioni e capire se prendere direzioni diverse. I contatti e gli approcci con Max Allegri ci sono stati davvero. Sarebbe un colpo per la Lazio, un’operazione molto impegnativa dal punto di vista economico, ma gli interrogativi sono anche di natura diversa. L’ex tecnico del Milan, fissando le proprie condizioni, non ha dimostrato entusiasmo e trasporto per l’avventura biancoceleste. Tiepida passione, indecisioni che sino a ieri mattina non avevano scaldato una pista complicata ma non totalmente da escludere. Ci vuole un tecnico capace di accettare la sfida e il rischio dell’impresa assumendo la guida della Lazio. Dal punto di vista della personalità e della forza caratteriale, potrebbe far breccia Walter Zenga, la sorpresa dell’ultima ora, vicinissimo al club biancoceleste nel 2009. E’ pronto a tornare in Italia dopo l’esperienza negli Emirati Arabi, ha allenato in Serbia e in Romania, aveva entusiasmato nella stagione di Catania. A Palermo andò male, ma Zamparini non fa testo e stessa sorte dopo toccò anche a Pioli. Questi sono i candidati conosciuti, salvo nuovi colpi di scena. In casa Lazio sono sempre da mettere in preventivo nomi mai usciti: succederà anche stavolta? Chissà.

Pioli ha raggiunto un accordo con il Bologna per risolvere il contratto esistente sino al 2015. Verrà depositato in caso di firma con la Lazio, non prima. Resta da fare luce sullo staff che potrebbe affiancarlo. Il vice fidatissimo è Giacomo Murelli, ex difensore: si erano conosciuti ai tempi in cui giocavano nell’Avellino. Matteo Osti è sempre stato il suo preparatore atletico, non solo a Bologna. A Formello lavorerebbe con Adriano Bianchini e Alessandro Fonti, nei quadri tecnici societari. Difficilmente Pioli potrà essere seguito da Graziano Vinti, perché la Lazio ha già Adalberto Grigioni come preparatore dei portieri.


12 giugno 2014:

Dal Corriere dello Sport:

Lotito ha scelto: la Lazio a Pioli. Reja verso l’addio. E’ pronto un biennale per l’ex tecnico del Bologna, oggi la firma.

Reja al passo d’addio. E’ in arrivo Stefano Pioli. Tra oggi e domani la Lazio lo annuncerà come nuovo allenatore. E’ pronto un biennale da 600 mila euro netti a stagione. Restano da definire i dettagli e soprattutto da firmare i contratti per l’ex tecnico del Bologna e per i suoi collaboratori. Questo è il motivo per cui ieri sera mancava ancora la certezza, alimentata dalla maratona di Formello, dove si è consumato l’atteso incontro tra Reja e Lotito. Il vertice si è consumato a tappe, nonostante fossero trascorse sei ore tra le 15 e le 21, quando il presidente della Lazio e il ds Tare hanno lasciato il centro sportivo prima dell’allenatore friulano con l’idea di rivedersi ancora, e riaggiornarsi, dopo cena, nel cuore della notte. Mancava l’ultima parola, quella definitiva, avvolta da diversi misteri. Si trattava di mettere una firma sulle dimissioni (Reja è sotto contratto sino al 30 giugno 2015), si discuteva una ridefinizione eventuale di un ruolo futuro nei quadri dirigenziali, ma anche della possibilità (assai remota) di continuare in panchina. Il friulano viene considerato da Lotito un uomo della società, il rapporto è stato e continuerà a essere meraviglioso, sono stati preziosi i suoi consigli, ma difficilmente proseguirà attraverso la guida tecnica della prima squadra. Un altro tentativo è fallito ieri quando a Reja è stato proposto di rimanere come "tutor" di Inzaghi. Una proposta respinta da Edy, che aveva suggerito Bollini in caso di promozione interna. Possono restare in coppia, a patto di accettare un piano improntato anche sui giovani. Questa mattina alle 11, attraverso un intervento alla radio ufficiale della Lazio, Edy comunicherà la propria decisione. Addio probabile e ci tiene a salutare tutti nel modo migliore.

Il futuro si chiama Stefano Pioli. Era il candidato della prima ora ed è vicinissimo all’insediamento ufficiale sulla panchina della Lazio. Non è mai uscito di scena, restando sempre in pole position, non a caso era stato interpellato per primo. Lotito è abituato a sondare e conoscere diversi allenatori, li mette a confronto e poi decide. La scelta è ricaduta sul tecnico emiliano, ex difensore di Juventus e Fiorentina, che ha appena rescisso il contratto con il Bologna proprio in virtù delle assicurazioni ricevute da Roma. Pioli ha convinto Lotito perché da subito ha dimostrato entusiasmo verso la proposta della Lazio, accettando i rischi dell’impresa e di una sfida autentica, perché ci sarà da lottare e da sgomitare, iniziando a lavorare con la contestazione dei tifosi e in un clima ostile. La piazza non lo accoglierà in modo così favorevole. In molti si aspettavano un colpo, magari la nomina di Max Allegri, che aveva dato la propria disponibilità. Le richieste economiche erano elevatissime, operazione troppo impegnativa per la Lazio, il discorso non è stato approfondito. Non era invece scattato il feeling con Donadoni. Così Pioli ha mantenuto una posizione di vantaggio nonostante l’inserimento in corsa di Zenga e di altri outsider. Nei giorni scorsi era segnalato in vacanza a Formentera. In queste ore, se non era già arrivato ieri sera, sbarcherà a Roma per firmare con la Lazio. Si porterà dietro il fidatissimo vice Giacomo Murelli e il preparatore atletico Matteo Osti.


13 giugno 2014:

Dalla Gazzetta dello Sport:

La firma di Pioli, i saluti di Reja. Alla Lazio inizia una nuova era.

La telenovela è finita: Stefano Pioli è il nuovo allenatore della Lazio. Dopo settimane di consultazioni, contatti, ipotesi, alla fine Lotito ha deciso di puntare sull’ex tecnico del Bologna. Ieri sera a Villa San Sebastiano, sede operativa del presidente laziale, Pioli ha firmato il contratto che lo legherà per due anni al club biancoceleste. Guadagnerà 600 mila euro a stagione ed avrà i collaboratori storici, il vice Giacomo Murelli e il preparatore atletico Matteo Osti. Pioli era stato il primo tecnico ad essere contattato da Lotito dopo che Reja gli aveva comunicato i dubbi sulla prosecuzione della sua avventura laziale, su segnalazione dello stesso zio Edy. Da quel primo contatto a quello definitivo di ieri sono trascorsi una ventina di giorni nel corso dei quali Lotito e Tare hanno corteggiato Allegri e Donadoni, tenuto in ballo la soluzione interna di Simone Inzaghi, valutato ulteriori candidature, come Mangia e Zenga. Senza peraltro mai abbandonare l’idea di continuare con Reja. Una volta incassato il no definitivo di zio Edy e dopo aver constatato che le richieste di Allegri (2,5 milioni per tre anni) erano troppo alte (mentre con Donadoni non è scoccata la scintilla), ecco che alla fine Lotito ha puntato su Pioli. Avrà un compito difficile l’allenatore emiliano, ma il suo nuovo club sembra intenzionato a regalargli un organico importante. Ne dovrebbe far parte Parolo. Dopo l’accordo col Parma, ieri nuovo vertice col manager del giocatore, Cavadini. L’intesa è vicina. "Sono stati anni difficili e intensi. Allenare a Roma non ha eguali. Lotito mi ha chiesto di continuare, ma io la decisione l’avevo presa. E’ giusto aprire un nuovo ciclo con un altro allenatore". Edy Reja si è congedato così. Da gran signore ha rinunciato a un anno di contratto (a 900 mila euro) per il bene della Lazio. "L’ambiente va ricompattato. Una squadra senza pubblico non ha senso, io sono stato criticato pur non avendo mai fatto dichiarazioni contro i tifosi. Spero che la situazione che si è creata possa risolversi".


Dal Corriere dello Sport:

Lazio, è l’anno zero con Pioli. Ha firmato un biennale con opzione sino al 2017, oggi Lotito lo presenta a Formello.

Stefano Pioli è il nuovo allenatore della Lazio. Ha firmato ieri sera intorno alle 21 a Villa San Sebastiano, nel quartier generale di Lotito, dove era arrivato poco dopo le 18. Si attendeva solo la fumata bianca. Contratto biennale più l’opzione da estendere alla terza stagione, sino al 30 giugno 2017, ingaggio da 600 mila euro netti più bonus in caso di qualificazione europea o Coppa Italia. Pioli aveva appena transato, rescindendo il contratto esistente con il Bologna. Era stato il segnale della svolta e dell’accordo imminente con la Lazio. Raccoglierà l’eredità di Edy Reja, che lo aveva indicato per primo come suo possibile successore. Ha 49 anni e viene dall’esperienza di Bologna: due campionati esaltanti e un esonero, respinto con forza dai suoi giocatori, mentre Guardaldi gli stava smontando la squadra. In precedenza la stagione brillante con il Chievo lo aveva fatto diventare uno dei tecnici più quotati della serie A. Sabatini stava per portarlo alla Roma prima di consigliarlo al Palermo, dove Zamparini lo tagliò a Ferragosto, prima ancora del debutto in campionato. Viene dalla gavetta: Salerno, Modena, Parma, Grosseto, Piacenza e Sassuolo le tappe precedenti di una carriera in cui è stato apprezzato per buon senso, equilibrio tattico e anche un certo tipo di rigidità. Si fa rispettare, dicono. Sul campo è stato un buon difensore, cresciuto alla Juve e alla scuola del Trap, sbocciato alla Fiorentina. Ieri sera, dopo la firma, è uscito in auto da Villa San Sebastiano con Tare, il suo nuovo diesse. Questa mattina alle 12 Lotito lo presenterà a Formello.

La strada era segnata da giorni, la Lazio aveva scelto Pioli, esisteva già un accordo verbale. Le ultime ore, dopo il confronto e l’addio di Reja, sono trascorse senza scossoni e colpi di scena. Niente inserimenti, sorprese e sorpassi. Il deserto davanti a Villa San Sebastiano, dove si sono presentati tra le cinque e le sei del pomeriggio il ds Tare, il segretario Calveri, il responsabile della comunicazione De Martino, il nuovo tecnico Pioli e, buon ultimo, il presidente Lotito. Mancavano i dettagli e le firme sui contratti di Pioli e del suo staff. Le indiscrezioni di un presunto incontro con Allegri non hanno trovato conferme. Questo dice la cronaca. Operazione troppo impegnativa e anche l’idea di voler puntare su un altro tipo di tecnico, disposto a rischiare, a metterci una buona dose d’entusiasmo. Pioli era stato interpellato dalla Lazio non a caso per primo, aveva incontrato Lotito tra il 26 e il 27 maggio, quando Reja aveva manifestato l’idea di lasciare, suscitando una buona impressione nei dirigenti. Il suo nome era stato indicato proprio da Edy, che ne apprezza il buon senso, la cultura del lavoro e l’equilibrio tattico sempre dimostrato sul campo. Un allenatore sicuro, cercando di ridurre al minimo i rischi, questo è il motivo che ha escluso dalla corsa Simone Inzaghi, l’altro candidato. La Lazio voleva un tecnico con almeno quattro-cinque campionati di serie A alle spalle, bravo a lavorare con i giovani, con la fame giusta e pronto a calarsi in una realtà complicata.

Neppure è casuale come il lavoro svolto sotto traccia nell’ultimo mese verrà messo alla luce dai dirigenti nelle prossime ore. Già oggi, o al più tardi lunedì, la Lazio dovrebbe ufficializzare il riscatto di Antonio Candreva e l’acquisto del serbo Dusan Basta: un’operazione da 16 milioni con l’Udinese. Parolo è vicino. E poi il rinnovo dei contratti di Keita, Tounkara, Minala, Strakosha, Filippini, Lombardi – il futuro della Lazio – e forse qualche altro ragazzo, a testimonianza di come la dirigenza stia provando a svoltare. Questo dev’essere un anno di rinascita, logico creare un percorso ai talenti, provando a tenere Candreva e cercando tre o quattro acquisti mirati per rinforzare la difesa. Un piano affidato a Pioli.


14 giugno 2014:

Dalla Gazzetta dello Sport:

Pioli: "Io qui grazie a Reja. Ho firmato per un anno e resto solo con l’Europa".

Lo ha voluto Lotito, lo manda Reja ed ha dovuto vincere una concorrenza variegata. Ma Stefano Pioli, il tecnico della Lazio presentato ieri a Formello, si sente "una prima scelta" e sa come rilanciare la sua nuova squadra. "Lavoro duro e rapporti chiari. Sono uno che da tutto, ma che pretende lo stesso". La mission è altrettanto chiara: "Sono qui per riportare la Lazio nel posto che le compete: l’Europa. E’ un obiettivo cui credo fermamente, tanto che ho rinunciato a firmare un biennale come mi proponeva la società, preferendo un contratto annuale che si rinnoverà automaticamente se la Lazio si qualificherà in una coppa europea". Motivatissimo ("non vedo l’ora di iniziare, ho fatto anche troppe vacanze"), consapevole che questa sia la sua grande occasione ("sono qui per ambire a qualcosa di importante"), l’ex tecnico del Bologna non si nasconde i problemi che dovrà affrontare. "L’ambiente è diviso? Starà a noi cercare di ricompattarlo. Solo se ci sarà unione di intenti tra le varie componenti, compresa quella dei tifosi, potremo fare strada". E poi c’è il nodo mercato: "Sono andati via giocatori importanti, altri potrebbero partire, ma la società è al lavoro per rimpiazzarli nel migliore dei modi. Sarebbe bello avere la squadra al completo per l’inizio del ritiro, ma so già che non sarà possibile. Questo però non cambia i programmi". Che sono quelli di creare "un gruppo che dia tutto, che abbia la bava alla bocca. Voglio una squadra aggressiva e propositiva che faccia un calcio coinvolgente". Uno dei primi atti di Pioli sarà quello di ringraziare il suo predecessore: "Reja è stato gentilissimo nei miei confronti, lo chiamerò presto". Eh sì, perché è stato proprio il tecnico goriziano a suggerire a Lotito il nome di Pioli come suo successore. "Sì – conferma Lotito -. Quando Reja mi ha comunicato che non se la sentiva di proseguire l’avventura mi ha suggerito il nome di Pioli. La decisione è stata presa subito, le audizioni successive (Allegri e Donadoni, ndr) erano solo di facciata. Pioli è sempre stato la prima scelta per qualità morali e professionali. Ora resettiamo tutto e ripartiamo uniti".


Dal Corriere dello Sport:

Pioli: "Lazio, la mia sfida è riportarti subito in Europa".

In attesa del campo, si è presentato in modo convincente. Non è Ballardini. "Una società funziona se c’è sintonia e rispetto dei ruoli. Io sono l’allenatore e faccio le scelte tecniche". Neppure è Petkovic, che due anni fa, arrivando dalla Svizzera, disse che non avrebbe chiamato Reja. Stefano Pioli, invece, telefonerà al vecchio Edy, suo predecessore, profondo conoscitore della Lazio, degli umori dello spogliatoio, dei limiti di una squadra da ristrutturare. Ringrazierà il friulano, che per primo lo ha suggerito a Lotito. E di sicuro lo ascolterà. Perché il modo migliore per tuffarsi in una sfida è affrontarla senza presunzione, comprenderne le insidie, sfruttarne l’onda positiva. L’ex tecnico del Bologna all’impatto con Formello ha dimostrato umiltà, pragmatismo, determinazione. E’ sembrato anche un buon comunicatore, molto meno grigio di quanto era stato dipinto. Ha tanto entusiasmo. Così ha conquistato i suoi nuovi dirigenti, accettando il rischio dell’impresa. E allora ha preteso un solo anno di contratto con il rinnovo automatico in caso di qualificazione europea. Ha fissato l’obiettivo e il suo lavoro si misurerà attraverso i risultati e un gioco piacevole, fondamentale per riconquistare una piazza depressa. Pioli ha spiegato molto: dalle idee tattiche al rapporto con i giocatori, passando per il mercato. Parlando senza ipocrisie, non ha escluso partenze eccellenti. Lotito e Tare gli hanno promesso una squadra competitiva per l’Europa League. Le verifiche sono rinviate al 31 agosto, quando partirà il campionato.

Già nel prologo, Pioli è stato incisivo. "Non posso che essere contento per le parole del presidente. Sono felice, entusiasta, orgoglioso e onorato di ricevere questo nuovo incarico. Metterò con il mio staff tutto quello che è nelle nostre possibilità perché sia una stagione altamente positiva. La società mi aveva offerto un biennale, ha accettato invece la mia proposta, così ho firmato un contratto annuale rinnovabile automaticamente in caso di ingresso in Europa. Non sono venuto alla Lazio a caccia del contratto della vita, ma per lavorare e avere la possibilità di centrare gli obiettivi. Vogliamo una stagione importante, cercando di giocare un buon calcio. La società mi ha sempre fatto sentire una prima scelta. Ci saranno dei cambiamenti. Con la società abbiamo parlato di caratteristiche, di nomi, siamo d’accordo sul fatto che devono arrivare giocatori in grado di migliorare la squadra, di innalzare il tasso tecnico, tattico e anche caratteriale. I ruoli credo li sappiate. Il mercato è lungo, c’è un Mondiale di mezzo, credo possano esserci tante sorprese, la fretta non è una buona consigliera. L’importante è che arrivino giocatori in grado di alzare il livello. La volontà, la serietà e l’entusiasmo sono valori importanti. Mi piace star bene con la squadra, parlare chiaro, avere rapporti diretti: dò tutto per la squadra e pretendo tutto. Trovo corretto uno dei luoghi comuni del calcio: si gioca la domenica per come ci si allena durante la settimana. Siccome vogliamo essere una squadra propositiva, aggressiva, una squadra che non aspetta gli avversari ma prova a giocare un calcio intenso, coinvolgente, con tanta velocità e ritmi alti, sarà fondamentale lavorare bene durante la settimana. Questo sarà una sviluppo prioritario del nostro precampionato. Non vedo l’ora di partire". Poi sono scattate le domande.

Quale ambiente piacerebbe trovare a Pioli? "Se tutte le compomenti sono indirizzate verso un unico obiettivo, se tirano tutti dalla stessa parte, si traggono dei vantaggi e la strada sarà meno in salita di quello che sarà, perché il campionato italiano lo conosciamo tutti. Posso solo dire che ce la metteremo tutta affinché la squadra giochi un buon calcio e ottenga risultati importanti per essere sostenuta con passione". Avete già parlato di mercato? "Sì, ci stiamo confrontando con presidente e ds. E’ chiaro che perderemo giocatori importanti, ma in quei ruoli stiamo già cercando giocatori di qualità, i nomi fatti lo sono, giocatori che possano permettere alla società e allo staff tecnico di avere a disposizione una squadra in grado di lottare per l’Europa". I tifosi temono che Pioli non possa essere troppo indipendente dai dettami societari e nella sua testa che ruolo ha un giocatore come Candreva? "Noi siamo qui per lavorare, sarebbe troppo facile fare delle promesse. Noi possiamo promettere che il nostro impegno sarà totale. Per noi credo sia arrivata la chiamata giusta nel momento giusto. In un’azienda, in una società di calcio, le cose funzionano quando c’è sintonia, grande unione di intenti, quando ci sono le persone adatte a occupare certi posti con le competenze giuste e c’è il rispetto dei ruoli. Io sono l’allenatore, il responsabile tecnico, e faccio le scelte. Candreva è un ottimo giocatore, può ricoprire tanti ruoli, farà i Mondiali, mi auguro li faccia nel miglior modo possibile, è un giocatore chiaramente molto importante".

Cosa teme di questa sfida? Parlerà con Reja? "Non sono abituato a fasciarmi la testa in anticipo, ma a pensare positivo. Ora vedo solo la possibilità di lavorare in un ambiente importante, una società, una piazza prestigiosa. Devo prepararmi al meglio per essere pronto. Con Reja parlerò, chiaramente lo ringrazierò per gli attestati di stima espressi nei miei confronti, nei giorni scorsi non pensavo fosse il momento più adatto". Ha già un’idea sul modulo? "Essere eclettici, flessibili, può essere positivo e importante. Ma la continuità nel sistema di gioco, attraverso il lavoro settimanale, dà vantaggi. La base, anche in funzione ai giocatori che stiamo cercando, sarà 4-3-3. Nella fase offensiva può diventare 4-3-2-1 o 4-3-1-2. La base del 4-3-3 è una base solida, non tralasciando l’ipotesi del 4-2-3-1. Farò le valutazioni approfondite conoscendo i giocatori sul campo". C’è una caratteristica che pensa manchi alla Lazio e ha già chiesto ai suoi dirigenti? "Avrò modo di valutare i giocatori in ritiro. Credo che in questo momento la priorità, senza fretta, sia quella di trovare dei difensori centrali affidabili". Come ha vissuto le ultime due settimane quando la Lazio stava parlando con altri allenatori? "Ero tranquillo, come il presidente ha apprezzato il mio comportamento, io ho sempre ricevuto gli attestati giusti. La Lazio è una società blasonata, non mi illudevo che bastasse un solo incontro e non ho mai escluso che facessero altri sondaggi, ma l’ho vissuta nel modo più tranquillo. Se una società è convinta della scelta, va bene. Altrimenti è meglio che vada su altre strade".

La Lazio parla di progetto giovani? Che idea si è fatto e già ne conosce qualcuno da portare in prima squadra? "La società nel corso di questi anni ha lavorato bene, ha creato le basi per ritrovarsi nel tempo giocatori pronti per la prima squadra. Non ho problemi a far giocare i giovani, parla il campo: se meritano, giocheranno. Ho allenato in passato giovani, maturi, campioni del mondo. Conta lo spirito giusto. La voglia di rincorrere gli avversari una volta persa la palla, essere aggressivi, propositivi, far male agli avversari. Dovremo mettere al centro dell’attenzione non l’io, ma il bene della squadra. Se raggiungi questa mentalità, puoi giocare in qualsiasi maniera. Fa la differenza l’atteggiamento. Passatemi l’espressione: voglio la bava alla bocca, gli occhi della tigre, quello che volete voi. Una squadra convinta di portarsi a casa i tre punti. Non ci riusciremo sempre, ma la mentalità deve essere questa". Reja ha parlato di Lazio da quarto, quinto, sesto posto. Che ne pensa? E’ d’accordo o spera di poter fare anche meglio? "Se ho fatto un contratto con rinnovo automatico in caso di qualificazione in Europa, significa che ho avuto garanzie per raggiungere l’obiettivo. Solo l’anno scorso la Lazio ha avuto difficoltà, ma prima si è sempre piazzata in Europa, quello sarà l’obiettivo e l’organico sarà all’altezza".

Considera la Lazio la sua grande occasione? "Sono sempre soddisfatto quando il mio lavoro viene apprezzato. E’ chiaro che la Lazio ci dà la possibilità di fare qualcosa di importante. Cercheremo di riportare la Lazio ai traguardi che le competono". Pensa che Marchetti, Lulic e Candreva possano partire? E in attacco serve altro? "Ci sono troppi se. Tutti i giocatori nominati oggi fanno parte dell’organico. Per la fase offensiva siamo completi, anche se Perea ha avuto questo infortunio. Possiamo cominciare con sicurezza. Faremo altre valutazioni con più precisione a luglio". E’ un handicap o uno stimolo partire con l’obiettivo di riportare entusiasmo? "Credo di aver sempre avuto un equilibrio anche nelle difficoltà. Questo è il mio grande stimolo: riportare la Lazio in Europa, farla giocare in modo importante e riconquistare l’entusiasmo tra i tifosi. Ne ho fatte già troppe di vacanze. Non vedo l’ora di iniziare".


Lo staff di Pioli: C’è anche Adriano Bianchini.

Lo staff di Stefano Pioli è stato ufficializzato ieri a Formello. Il vice è Giacomo Murelli, lo segue da anni, hanno iniziato insieme. Il preparatore atletico è Matteo Osti, sarà aiutato dai collaboratori Francesco Perondi e Adriano Bianchini (è un uomo di fiducia della società, lavora con la Lazio da anni, negli ultimi mesi è stato il preparatore di Reja, in passato si occupava del recupero infortunati). E’ stato confermato Adalberto Grigioni, sarà il preparatore dei portieri (Pioli in passato ha lavorato con Graziano Vinti, non l’ha seguito a Roma). Il nuovo tecnico biancoceleste è sbarcato con quattro uomini, nella lista è compreso Davide Lucarelli, è l’osservatore, studia gli avversari. E’ da definire la figura di Jesse Fioranelli, match analyst di Petkovic e Reja. Fioranelli rimarrà a Formello, nei prossimi giorni si deciderà il suo ruolo: Pioli prenderà in esame il profilo. Fioranelli è legato al progetto "Academy", se non avrà compiti diretti in prima squadra si occuperà di altre situazioni. La società è contenta del suo lavoro.


Lotito: Mai avuto dubbi nella scelta.

Parole in libertà (le solite), poi Lotito ha presentato Pioli: "E’ stata una scelta voluta, ponderata, basata sulla professionalità e sulla moralità della persona e ovviamente sulle qualità tecniche. Questa scelta è stata fatta da subito, non a caso o perché legata a valori economici. La finalità della Lazio era trovare una persona che avesse anche l’entusiasmo giusto per innescare un processo di cambiamento all’interno del sistema. Le audizioni fatte erano di facciata, sono state la conferma della bontà della scelta iniziale fatta nei confronti di Pioli. E’ stata una scelta peraltro concordata con Reja, è stato uno dei suoi sostenitori. Con Edy abbiamo un rapporto eccezionale, sono convinto che lo avremo anche con Pioli". Lotito ha chiesto pazienza alla piazza: "Pioli ha accettato questa sfida sapendo che avrebbe affrontato una piazza che già critica, non si possono fare critiche preventive. Vorrei che si ricominciasse daccapo, resettiamo tutto quello che è successo mantenendo ciò che c’è stato di buono ed eliminando il resto. Chiediamo di ripartire con un entusiasmo diverso, tutti insieme".





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